scelte di pace indeboliscono la pace



Alberto Cacopardo scrive:
Caro Angelo, cara Nella, caro Alfonso e cari
tutti,
ho apprezzato molto di quello che dite. Sapete bene quanto
condivida la radicale condanna della missione ISAF, complice della
colpevolissima Enduring Freedom, e quanto sia forte la mia indignazione
per l'odiosissima politica estera USA. (E quanto mi senta lontano da
chi, come fa il buon Padellaro sull'Unita' di oggi, rimastica beoti
stereotipi sulla minaccia talebana).
Non condivido pero' le vostre
conclusioni. Ritengo che in questo momento anche noi, come pacifisti e
come sinistra critica, abbiamo il compito di partecipare all'impresa di
tenere insieme un governo che va da Dini-Mastella-Bonino a Bertinotti-
Diliberto-Malabarba. Non possiamo dimenticare che qualsiasi senatore ha
il potere di far cadere il governo se decide di impuntarsi: non
possiamo essere noi a dare questo esempio a chi potrebbe seguirlo per
tutt'altri fini.
Il compromesso che e' stato raggiunto, senza invio di
caccia e senza aumento di truppe, e' decisamente sbilanciato a nostro
favore e rappresenta comunque una netta svolta nella politica estera
italiana.
I nostri otto senatori hanno fatto un gesto nobile e utile.
E' un gesto che puo' contribuire ad avviare la nostra politica estera
su binari migliori. Adesso mi auguro che, davanti al rischio di una
maggioranza ad hoc con Casini, si ricredano. Se lo fanno (nei modi
opportuni), avranno voce in capitolo per impedire ulteriori
deragliamenti futuri. DUNQUE CI FARANNO PIU' FORTI. Se non lo fanno,
D'Alema andra' per la sua strada e la causa della pace sara' piu'
debole.
Un abbraccio,
Alberto Cacopardo - Gruppo Scint, Firenze


Alfonso Navarra risponde:

Caro Alberto,

dopo un periodo di
intorpidimento intellettuale all'interno della concezione della storia
e della politica come "scienze materialistiche", fondate sulla analisi
e la previsione dei "rapporti di forza", ora sono arrivato alle
seguenti conclusioni, che ritengo essenziali per una "rivoluzione
intellettuale e morale" nonviolenta:

- non esiste possibilita' di
previsione "scientistica" delle conseguenze delle nostre azioni, in una
realta' sociale dominata dalla complessita' e dal caos;

- ragion per
cui possiamo metterci il cuore in pace: oltre che giusto e' anche
intelligente seguire il motto : "FA QUEL CHE DEVI, ACCADA QUEL CHE
PUO'"

- questo motto, di Ernesto Rossi, significa che perseguiamo una
politica che tende all'omogeneita' mezzi-fini, quindi non separata
dall'etica: cio' che si accorda con la nostra coscienza "persuasa",
maturato in profondita', va sempre portato avanti;

- diciamo che, come
regola generale, a buone azioni seguono buoni effetti a catena; a
cattive azioni, pur commesse con buone intenzioni, seguono cattivi
effetti;

- nello specifico, i ragionamenti "machiavellici" sul governo
mi entusiasmano molto poco. Ma, seguendoti sul tuo piano scivoloso,
constato, ad esempio, che il "compromesso" che tu apprezzi e' stato per
l'appunto dovuto alla "obiezione" degli otto senatori: senza di essa
avremmo inviato, come Italia, i caccia AMX in Afghanistan;

- cio' che
tu paventi come ipotesi peggiore, ammesso che si realizzi, potrebbe
essere meno spaventoso di quanto credi. Una maggioranza che arriva a
porre la fiducia per partecipare alla GUERRA UNICA, GLOBALE, PREVENTIVA
E PERMANENTE proclamata da Bush (ufficialmente contro il terrorismo,
praticamente per il petrolio), forse e' bene che imbarchi l'UDC e perda
pezzi della sinistra radicale;

- se l'UDC viene annesso alla
maggioranza sarebbe la disgregazione della Casa delle liberta' e la
fine del berlusconismo: non mi sembra poi un gran male, anzi. A me
invece sembra proprio un incubo assoluto che, dopo una campagna
elettorale che l'Unione ha condotto con sventolio ossessivo di bandiere
e slogan arcobaleno, si arrivi all'unanimita' parlamentare per i
"crediti di guerra"!

- il tuo quadro politico "peggiore" in realta'
potrebbe essere migliore di quanto pensi. Ed io insisto affinche' i
deputati ed i senatori obiettori continuino a puntare i piedi. Ti
assicuro che faro' grande pressing in questo senso. Essi debbono dire
chiaramente e pubblicamente all'attuale maggioranza: nessuno ci provi a
farsi beffe del popolo italiano. Nessuno ci provi a chiedere voti di
fiducia su guerre, manomissioni di costituzione, grandi opere che
violentano comunita' locali (come la TAV), tasse e salassi ai soliti
noti - il popolo del lavoro dipendente, che suda e che soffre. La
responsabilita' di violare gli impegni che avete preso con il popolo,
nel vostro stesso programma, sarebbe tutta vostra e noi non la
avalleremmo;

- che cosa succederebbe dopo questa dichiarazione
pubblica di deputati e senatori dalla schiena dritta?
Ipotesi a: la
maggioranza degli inciucisti abbozzerebbe. Molto bene, no? L'asse del
governo sarebbe spostato in direzione degli autentici bisogni della
gente.
Ipotesi b- la maggioranza degli inciucisti imbarca l'UDC che
spasima per questo. Il centro-destra si disarticolerebbe.   I
"renitenti" espulsi diventerebbero il punto di riferimento per una
autentica opposizione  popolare al neoliberismo e alla guerra. Credi
che sarebbe un male assoluto? Ne sei proprio convinto?
Ripeto che per
me il male assoluto e' che non ci sia NESSUNA rappresentanza per, ad
es., l'istanza della pace. Non un voto - che so - per dire no al una
guerra che e' unica anche se articolata su piu' fronti. Deficit
democratico da incubo, appunto.

A me sembra che la vecchia cultura
delle fumosita' simboliche e del politicismo non faccia vedere a tante
persone di spessore morale ed intellettuale, come te, il pericolo che
stiamo correndo nella realta', non nel mondo delle rappresentazioni:
non c'e' una guerra iraqena ed una guerra afghana, ma un'unica guerra
che, grazie anche all'acquiescenza del nostro governo, sta per
diventare anche iraniana e israeliana: un unico, tragico, devastante,
conflitto mondiale di civilta'.

Mi dispiace, ma stavolta non possiamo
essere per la mezza pace e per la mezza guerra: la natura delle cose ci
dice che oggi o si e' per la pace o per la guerra. Leggi il direttore
di Limes: la NATO deve togliere la castagne dal fuoco per gli americani
in crisi in Afghanistan nella loro strategia bellica globale.
Se
avalliamo la "guerra unica al terrorismo" non abbiamo la "riduzione del
danno" (questa e' una vera invenzione retorica da Telegatto!), conceto
che non puo riguardare gli equilibri politici ma deve essere misurato
sulle vittime.
La "guerra unica al terrorismo" che, nei fatti,
avalleremo produrra' danni concreti e maggiori ai bambini iraqeni,
afghani, palestinesi, iraniani, eccetera (muiono in stragrande
maggioranza sempre i dimenticati civili, specie se poveracci) , e ci
precipitera' in un terrificante scontro di civilita'. Se non invertiamo
la rotta.

Carissimo, avro' torto, ma ti prego di credere che la mia
posizione nasce da lunghe analisi realistiche e sofisticate (anche se
ora sommariamente espresse) e soprattutto da una revisione radicale,
molto sofferta, degli schemi mentali con cui mi approccio alla realta'
politica e sociale.
Ripeto il mio consiglio: prova a sospendere il
giudizio e a riflettere su questo semplicissimo quesito: perche' la mia
cultura attuale mi porta a credere che agire in modo lineare per la
pace, "senza se e senza ma", possa portare a rendere piu' debole la
causa della pace?
C'e' o non c'e' qualcosa che non quadra? A te l'ardua
risposta.

Un saluto e un abbraccio,
Alfonso Navarra