caro gigi, salvate fausto da sè stesso



alla c.a. di GIGI MALABARBA (in forma di lettera pubblica)

da parte di
Alfonso Navarra



Caro Gigi,

oggi, domenica, nella edicola sotto
casa, mi dispiace, ma non ho trovato, perche' esaurito, il settimanale
"PANORAMA", dal  quale risulterebbe che tu sei l'UNICO OPERAIO ELETTO
NEL PARLAMENTO ITALIANO.
Poiche' tra qualche giorno dovrai cedere il
posto di senatore a Heidi Giuliani, avremo cosi', ahinoi, in virtu'
dell'avvicendamento, oltre 7 milioni di persone senza nessuno che, a
Palazzo Madama e a Montecitorio, esprima le loro istanze  a partire da
una conoscenza diretta della loro condizione esistenziale e lavorativa.
Alla faccia della democrazia rappresentativa, che in Italia, dovremmo
ormai essercene tutti accorti, esiste piu' di nome che  di fatto,
espropriata com'e' da un ceto politico che si e' trasformato in casta.

La scomparsa sociale della classe operaia, certificata dal sistema
mediatico ufficiale, e', infatti, una favola a cui credono  solo i post-
operaisti al traino del "cattivo maestro" Toni Negri.
Il nostro "genio"
da anni - con rozzo, semplicistico ed inconsapevole metodo
pseudohegeliano - non fa che estrapolare le tendenze  ultramoderne
ricavabili da settori ristretti e parziali di realta', magnificate
dagli ultimi sociologi di moda, per  attribuirle ad un "piano del
capitale" (oggi Impero) riflesso automatico (deterministico) dei
comportamenti conflittuali  antagonistici dell'autonomia operaia (oggi
moltitudine).
Secondo lui ed i suoi seguaci, il lavoro ormai sarebbe
"immateriale" (puramente intellettuale, tecnologico) ed includente la
stessa attivita' di consumo: i processi produttivi della nuova epoca
postfordista sarebbero legati alle reti di conoscenza  che si estendono
sul pianeta, nelle quali ognuno interviene portando la sua dose di
intelligenza.
La fatica fisica del lavoro operaio industriale, il
ricambio organico e materiale con la natura, sarebbero ormai fatto
residuale in via di estinzione.
Questa visione vale forse per una
piccola aiuola del pianeta terra, vale a dire per le aree più
"avanzate" sul piano  economico e tecnologico, ma esclude con
noncuranza i quattro quinti del pianeta, dove lavoratori salariati e
coatti sono al  centro di un'estorsione brutale e senza pari di
"plusvalore assoluto" (per usare la terminologia marxiana).
Nel mondo
reale esistono, ad esempio, ancora 300 miloni di "schiavi", nel senso
proprio del termine, che non sono affatto un  residuo precapitalistico
proprio perche' la frusta del sorvegliante è guidata dall'intensità del
lavoro socialmente  necessario registrata nei mercati borsistici
mondiali.
"Il problema di un'economia globalizzata, nella quale viene
meno anche la distinzione tra centro e periferia, è la relazione  tra i
diversi tipi di sfruttamento, vale a dire il modo in cui enormi masse
di plusvalore assoluto prodotte nelle più  svariate parti del mondo
sorreggono produzioni ipertecnologiche ed espansione dei servizi qui da
noi".
(Devi Sacchetto - Massimiliano Tomba, Manifesto, 30 giugno
2006).
Anche in Italia, ce lo ricorda persino il sociologo Ilvio
Diamanti commentando su "Repubblica" una ricerca dell'Eurisko, la
categoria dei Cipputi non e' per nulla scomparsa. Secondo i dati
ufficiali della Presidenza del Consiglio, nel 2003 gli  operai in
Italia, compresi quelli operanti nel settore agricolo, erano 7.314.000;
nel 1970 assommavano a 9.743.000.
Il numero si va percentualmente
riducendo, ma l'entita' assoluta della classe operaia resta niente
affatto trascurabile.  Essa, secondo i sondaggi dell'Eurisko, si sente
"popolo", non "ceto medio", spiega Diamanti, il che non va affatto
considerato scontato.

Il ceto politico partitocratico ce l'ha con gli
operai, come con tutte le categorie popolari, perche' tende,
all'americana, a  rappresentare un CETO MEDIO sociale che deve
diventare anche "centro" politico. Un'area socialmente benestante, di
imprenditori, di professionisti, di commercianti, di ammanicati,
impegnata nell'arricchimento individualistico, ma con la  capacità
culturale di comprendere gli interessi generali del sistema, che riesce
a monopolizzare il voto e la politica  (grazie alla ricchezza, alle
relazioni, alla sua capacita' di organizzarsi in cordate) per giocare
alla spartizione periodica  e concordata delle risorse gestibili
mediante l'alternanza nel controllo delle leve pubbliche.
Il ceto
medio, in questo progetto di riforma "moderna" della politica, e'
collegato al bipolarismo maggioritario che rende  decisivo il "centro
moderato" finendo per espellere dalla politica i settori sociali operai
e popolari, a partire dai piu'  disagiati.
In questa architettura
"riformista" finisce per votare e fare politica solo la minoranza
"ricca" ed organizzata della  popolazione, mentre la maggioranza meno
ricca, per non parlare di quella povera, vessata dal mobbing
istituzionale e  politico, finisce per abbandonare il ring e per
perdere ogni rappresentanza.
La politica "moderna" ha bisogno di
notabili capaci di organizzare comitati elettorali (la cordata dei
clienti portatori  d'acqua) e di mobilitare i media; non servono le
persone radicate nel sociale, che, come Salvatore Buglio, l'ultimo
operaio  diessino, si conquistavano il consenso con l'interfacciarsi
diretto, mediante il lavoro personale e capillare porta a porta.
Un
lavoro che e' stato completamente reso inutile dall'ultima legge
elettorale la quale, abolendo il voto di preferenza, ha  riservato la
scelta dei deputati alle segreterie dei partiti, senza nessunissima
possibilita' di verifica diretta da parte  dell'elettorato.
La stessa
Rifondazione comunista, ad esempio, ha preferito candidare l'ottima e
intelligentissima Vladimir Luxuria, valutando  il suo impatto
mediatico, ma non anche il Buglio, operaio che stava sui coglioni pure
ai DS, alla CGIL e alla FIOM visto che  nella propria ingenua
schiettezza le ha dette sempre in faccia a tutti e lui per primo non si
è certo sorpreso di ritornare a  fare il mestiere di cassintegrato come
dieci anni fa.


Un operaio parlamentare, come te, Gigi, in
conclusione, e' una figura anomala nel ceto politico attuale. Ancora
piu'  eccezionale e' il caso di un operaio parlamentare e pacifista
capace dell'onesta' e della coerenza di mettere al primo posto  il
valore della pace e del rispetto della  Costituzione.
Lo stai
ampiamente dimostrando in questa vicenda dell'"obiezione" rispetto al
voto che la maggioranza unionista ti chiede per  avallare la
partecipazione italiana alla guerra UNICA, GLOBALE, PREVENTIVA e
PERMANENTE proclamata da Bush contro il  terrorismo internazionale.
Si
tratta insubbiamente, quella tua, di una specie in via di estinzione
che - io almeno credo - abbisogni di una salvaguardia  e di una tutela
particolari.
Non c'e' dubbio che la tua forte caratura etica ti
predestini a rispettare gli impegni e le promesse: stai per seguire le
orme di Buglio.
Tu rispetterai la parola data mentre la maggioranza
unionista, con la sua scelta di guerra, si fa beffe del popolo
italiano,  a cui ha prima chiesto il voto sventolando ossessivamente
bandiere e slogan arcobaleno per raccoglierne la "vocazione  pacifista"
(recita il programma di Prodi).

Va bene, si dira', ti subentra Heidi
Giuliani, altra bella figura "popolana": e' la moglie di una
sindacalista che ha fatto  per mestiere la maestra elementare.
Pero'
c'e' un pero'. Tutti noi corriamo il rischio, quando, per calcoli che
sono tutti suoi, l'oligarchia partitica ci coopta  nei ruoli
istituzionali,  di cadere nel nostro "LIVELLO DI INCOMPETENZA".
Un
rischio che vedo profilarsi per Heidi Giuliani, se devo stare alla -
per me - brutta intervista che ha rilasciato sul  Corriere della sera
di martedi 30 giugno.
Titolo: "PACIFISTA, MA SARO' RESPONSABILE".
E'
facile indovinare responsabile verso chi. Sicuramente non verso il
movimento contro il neoliberismo e contro la guerra, di  cui e' simbolo
il figlio Carlo, assassinato a Genova il 20 luglio 2001.
Io credo che i
compagni genovesi dovrebbero chiedere una cosa molto precisa ad Heidi :
stai andando in Parlamento per  rappresentare le idee per le quali
Carlo e' morto o per seguire l'esempio della Menapace che, dopo aver
accettato di farsi  candidare dai pacifisti alla Presidenza della
Repubblica, scrive su Liberazione: "so che la responsabilita' di quello
che  decido e' mia e intera la tengo"?
Solo se la Giuliani da' precise
garanzie al movimento alter-global, non alla dirigenza del PRC, io la
farei entrare in  Parlamento al posto tuo.
La Menapace - l'ho sentita
con le mie orecchie ad un convegno del Movimento Nonviolento questo
maggio a Firenze, li' (ma non  solo li') dichiarava di voler "portare
in Parlamento le rivendicazioni dei movimenti pacifisti nonviolenti" ed
auspicava una  "relazione molto fervida tra rappresentanze e
rappresentati/e".
Appunto. Abbiamo bisogno di essere rappresentati da
persone che predichino bene e razzolino bene. Per il momento,
l'essenza  pratica della nonviolenza la vedo interpretata dagli otto
senatori "obiettori" (forse gia' diventati sette), cui - REPETITA
JUVANT-  va la mia stima ed il mio ringraziamento.
Il femminismo che mi
piace e' quello della senatrice Loredana De Pretis, che auspico non
molli rispetto alle incredibili e  pesantissime pressioni che sta
subendo, dai colleghi e da certi pacifisti.
Non mi stupisce. Nel
sistema in cui viviamo lavorare per ammazzare il prossimo e' la strada
piu' sicura per garantirsi  prestigio, ricchezza, onori...
E' anche
possibile che qualche "pacifista di regime" ci tiri fuori dei soldi da
tutta questa vicenda, visto che il decreto  governativo prevede piu'
fondi per le ONG che lavorano e lavoreranno in Afghanistan.
Assisteremo ad una "MISSIONE ARCOBALENO 2"?
Metto la mano sul fuoco
che, invece, Emergency di Gino Strada non accettera' nemmeno un
centesimo da un governo che fa la  guerra: da sempre non e' abituata a
svendere la propria coscienza per un piatto di lenticchie.
Il
bellissimo comunicato dell'organizzazione di Strada dal titolo:
"RIPUDIARE LA GUERRA O LA COSTITUZIONE"? e' pubblicato  oggi sul
"Manifesto".
Invito ad acquistare ed a sostenere il giornale
"comunista" che ha bisogno di aiuto (non beneficia dei fondi per
l'editoria  di partito): a me fa spesso incazzare per tante cose ma
sulla guerra, riconosciamoglielo, non sposa la linea unionista
dell'"interventismo democratico"...

Ma torniamo a noi, caro Gigi. Come
ho gia' fatto petulantemente per telefono, io, notorio ed acclarato
rompicoglioni, insisto e premo affinche' i deputati ed i senatori
"obiettori" continuino a puntare i piedi e non accettino il ricatto del
subentrante voto UDC sui "crediti di guerra".
Mi sono permesso di
sottoporvi un suggerimento. A mio parere, elaborando un documento
chiaro ed inequivocabile, dovete  comunicare chiaramente e
pubblicamente all'attuale maggioranza ed urbi et orbi: nessuno ci provi
a prendere in giro il popolo  italiano. Nessuno ci provi a chiedere
voti di fiducia su guerre, manomissioni di costituzione, grandi opere
che violentano  comunita' locali (come la TAV in Val di Susa), tasse e
salassi ai soliti  noti - il popolo del lavoro dipendente, che suda e
che soffre.
La responsabilita' di violare, con ricatti ingiustificati
ed ingiustificabili, gli impegni che avete preso con il popolo, nel
vostro stesso programma, sarebbe tutta vostra e noi non la avalleremmo
in nessun caso perche' ci teniamo al nostro ruolo  costituzionale ed
istituzionale, alla nostra dignita' di rappresentanti del popolo.

Che
cosa succederebbe dopo questa dichiarazione pubblica di deputati/e e
senatori/senatrici dalla schiena dritta? Ho provato  a prospettare
alcuni scenari per gli amici pacifisti preoccupati che il rischio di
una crisi di governo, ma anche solo  l'eventuale imbarco di Casini e
compagni nella maggioranza, possano indebolire la causa della pace.

Ipotesi a: la maggioranza degli "unionisti" abbozzerebbe. Molto bene,
no? L'asse del governo sarebbe seriamente spostato in  direzione degli
autentici bisogni della gente, degli operai, del popolo.
Ipotesi b- la
maggioranza degli "unionisti" imbarca appunto l'UDC che fa mostra di
spasimare per questo. Il centro-destra,  con la fine della CDL, in
questo caso si disarticolerebbe. Sarebbe, a conti fatti, anche la fine
del berlusconismo, della  speranza del Cavaliere di riprendersi il
governo, risultato comunque da salutare positivamente.
I "renitenti"
probabilmente espulsi diventerebbero il punto di riferimento per una
autentica opposizione popolare su  contenuti di sinistra radicale.
Il
gioco bipolare del ceto politico di espropriazione della partecipazione
democratica risulterebbe scompigliato. Il governo  formalmente
guarderebbe piu' al centro, ma la sinistra, misurata sui suoi contenuti
sostanziali, peserebbe di piu'  nell'assetto politico complessivo.
Perche'? Pensiamo, per capirlo, solo all'incubo che rischiamo di vedere
materializzarsi nei prossimi giorni: il Parlamento  che approva
all'unanimita', senza nessuno che interpreti l'opinione pacifista, il
rifinanziamento delle missioni di guerra,  con qualche contentino
verbale su fumose e generiche "exit strategy" dall'Afghanistan!

Leggo
oggi che per il Corriere della Sera voi otto senatori "ribelli" avreste
gia' fatto comunella. Per un articolo a firma  Alessandro Capponi, in
cui campeggiano le vostre foto, avreste gia' aperto insieme una "nuova
trincea": quella del "niente  aiuti ai padroni". Non sono cosi' scemo
da abboccare all'amo della stampa asservita ai "poteri forti".
Ovviamente si tratta di una operazione mediatica di potere per
"bruciare" la possibilita' che possiate sul serio mettervi  d'accordo
per colmare l'abisso di rappresentativita' che sta aprendo la deriva
"moderata" (?) del governo Prodi.

Ecco, io su questo punto di una
eventuale allargamento dell'iniziativa comune vi suggerirei molta
cautela. La vostra  obiezione collettiva deve riguardare punti
serissimi, sentiti in modo evidentemenmte maggioritario dal popolo
italiano,  ambiguamente strumentalizzati (come il no alla guerra) dal
programma dell'Unione.
Lasciate che, a suo tempo, sia invece Bertinotti
a rompere con Prodi sulle "stronzate" tipo le licenze ai tassisti, o
qualcosa del genere.
Perche' a me sembra evidente che il subcomandante,
da tipico sindacalista parastatale italiano, ha trattato malissimo con
la  componente del centro-sinistra riformista e, infilandosi in un
pantano di doppiezze, ambiguità ed equivoci, si e' messo nelle
condizioni di essere continuamente preso a pesci in faccia per tutta la
durata del governo, dovendo subire ed inghiottire  ripetute e
sistematiche provocazioni ed umiliazioni per l'elettorato che
rappresenta.
Il ricatto dell'UDC lo condizionera' vita governativa
natural durante. Massimo D'Alema, oltre che piu' potente, mi sembra
molto piu' lucido, furbo, avveduto di lui. (Un avversario comunque
degno di rispetto: qui lo affermo e qui non lo nego).
Il non cedere
sulle missioni di guerra sarebbe per Bertinotti, l'occasione di
liberarsi subito del ricatto  "moderato-centrista", ponendo un altola'
chiaro ed immediato.
Ma il nostro non mi sembra abbia l'intelligenza e
la cultura per capirlo: non c'e' niente da fare, e'un (simpatico e
folkroristico, va bene) bonzo sindacale, e' fuori dalla realta'
sociale, e' uno di quelli con cui ti scontravi all'Alfa  quando -
ricordi Gigi -  i Cofferati facevano ingoiare con procedure
antidemocratiche gli accordi-bidone col padronato.
Immaginatevi -
povero Fausto, mi fa gia' pena - l'oceano di merda che gli cadra'
addosso quando, dopo aver accettato di tutto  e di piu', aver sudato
settecento camice per far passare tra i suoi l'idea che questo governo
viene prima di tutto e che va  difeso ad ogni costo, aver trangugiato
innanzitutto le guerre, mica bruscolini, si trovera' per pura
stupidita' a perdere i  nervi e a rompere sulla prima sciocchezza che
gli verra' fatta capitare (immagino gia' da chi) sotto mano, senza la
possibilita' di farsi a questo punto capire dalla gente!
Questo film lo
si e' gia' tristemente visto e sono pronto a scommettere che, fosse per
il neo presidente della Camera, si  ripeterebbe ancora, stavolta
combinando anche aspetti surreali e farseschi.
(Per uno come me che non
crede nelle capacita' di anticipare "scientificamente" il futuro
sociale l'affermazione potrebbe  rappresentare una bella
contraddizione: ma il leader del PRC e' cosi' scontato e
prevedibile...)
Tu Gigi, se riesci a metterti d'accordo con un paio
d'altri "eletti", paradossalmente rappresenti anche per lui - per
Bertinotti - la salvezza da se' stesso...
Ma siate intelligenti,
accorti, pazienti. I piu' disciplinati di tutti i vostri colleghi sulle
"piccolezze", ma rigidi e  coerenti solo sulle cose che contano per la
maggioranza del popolo, le cose per le quali la parola "coscienza" ha
un suono  limpido ed appropriato.

Grazie per l'attenzione e medita, ti
prego, su quanto ti propongo: credo che dipenda anche dal tuo dinamismo
e dal tuo  coraggio se ci farete raccattare o meno i cocci sputtanati
della tradizione comunista italiana!

Alfonso Navarra    cell. 349-
5211837