[Nonviolenza] Archivi. 212



 

==================================

ARCHIVI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO

==================================

Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino" (anno XVII)

Numero 212 del 16 novembre 2016

 

In questo numero:

1. Alcuni testi del mese di settembre 2016 (parte seconda)

2. Breve notizia sulla democrazia

3. Ogni giorno

4. L'impegno cui siamo chiamati

5. "Maschere, smascheramenti e crisi nel flusso doloroso della vita". Un incontro di studio a Viterbo

6. Prima che la guerra distrugga l'umanita'

7. Carlo D'Angio'

8. Daniela Dessi'

9. Nicolao Merker

10. Jacques Rivette

11. Toots Thielemans

12. Gene Wilder

13. Valentino Zeichen

14. Un enorme pericolo alla diga di Mosul. Siano ritirate le truppe italiane

15. Tra un mese la marcia Perugia-Assisi. Si e' svolto a Viterbo un incontro in preparazione

16. Non si fermera' la guerra...

17. Lucio Emilio Piegapini: Un odiatore di se stesso

18. Lucio Emilio Piegapini: Giovannino Circadiano

19. Lucio Emilio Piegapini: Gente strana

20. L'11 settembre e noi

 

1. MATERIALI. ALCUNI TESTI DEL MESE DI SETTEMBRE 2016 (PARTE SECONDA)

 

Riproponiamo qui alcuni testi apparsi sul nostro foglio nel mese di settembre 2016.

 

2. BREVE NOTIZIA SULLA DEMOCRAZIA

 

La democrazia non e' ideologia della governabilita', ma realta' del conflitto. Senza il riconoscimento e l'accettazione del conflitto e' gia' instaurato il fascismo.

La democrazia non e' la voce del padrone, ma l'incessante discutere fra tutte le persone per addivenire alla composizione delle divergenze senza spargimento di sangue. "Contare le teste invece di romperle", come scrisse una volta Guido Calogero.

La democrazia non e' scultura bronzea, marmorea edificazione, marmoree e bronzee sono le dittature, e irrorate di sangue.

La democrazia non va di fretta, chi va di fretta si scapicolla.

La democrazia e' cercare di fare pochi danni, e di riparare quelli gia' fatti. Per questo non ha un minuto di requie, per questo lotta sempre contro tutte le ingiustizie, sapendo che questa lotta non ha fine.

*

La democrazia e' lento un fiume limaccioso. La perfezione non e' di questo mondo. E' sapere che viviamo nel mondo dell'impermanenza e che noi stessi un giorno spariremo, e in questo breve e meraviglioso tratto di cammino nel chiaro tra due infinite e vuote notti tenebrose solo il male commesso persiste di un soffio piu' a lungo, persiste nel dolore della vittima, nella memoria della vergogna di tutti: quel male non commetterlo tu, quel dolore non spargerlo tu, di quella vergogna non essere tu il responsabile.

La democrazia e' accorgersi delle altre persone, e sentire, e sapere, che le altre persone sono tutte diverse da te, e tutte a te uguali in diritti e dignita', tutte sottomesse alla fatica e alla sofferenza e alla paura e alla morte, e tutte quindi portatrici del dovere di recarsi reciproco aiuto e sollievo.

*

La democrazia e' verifica dei poteri e revoca delle deleghe.

La democrazia e' fallibilista, e il suo motto e' sempre "In dubio, contra projectum".

La democrazia non e' la fine della storia, o del mondo, ma la prosecuzione dell'umana vicenda cercando di farsi meno male possibile.

La democrazia sa che "ad impossibilia nemo tenetur".

*

La democrazia parla in latino in odio ai cialtroni che vogliono far credere che tutto sia semplice e lineare. Invece tutto e' complesso e complicato, contraddittorio e dialettico, in bilico e aperto. Aperto sul nulla, e sull'infinito che e' una voragine e un cielo.

La democrazia detesta il latinorum degli azzeccagarbugli, e legge le leggi chiedendosi sempre: cui prodest?

La democrazia vuole rovesciare il potere della violenza, sa che puo' farlo solo con la nonviolenza.

La democrazia e' il movimento delle oppresse e degli oppressi in lotta per la liberazione dell'umanita'. E anche questa lotta non ha una conclusione, ma rinunciare ad essa ancora una volta e' gia' il fascismo.

*

Al referendum contro il golpe del governo degli apprendisti stregoni noi votiamo No.

E votiamo no perche' a noi piace un parlamento in cui tutti i gruppi sociali uniti da condizioni, convinzioni o interessi comuni siano rappresentati con criterio proporzionale, un parlamento in cui si discuta senza censure e senza scorciatoie, un parlamento bicamerale perfetto in cui un vero senato possa correggere gli errori eventualmente commessi da una vera camera dei deputati e viceversa, visto che li' si fanno le leggi e non il gioco delle tre carte.

E votiamo no perche' il potere esecutivo si limiti a fare l'esecutivo, e lasci che il potere legislativo sia del parlamento e quello giudiziario della magistratura. Perche' senza separazione ed equilibrio dei poteri, senza un vero sistema di controlli, la democrazia e' gia' morta, il fascismo ha gia' vinto.

E votiamo no anche perche' non ci piace che un governo di avventurieri, di gravi crimini gia' macchiatosi, creda di potere allegramente menarci per il naso e trascinarci giulivamente in un baratro. Ci vantiamo come Aldo Capitini di essere cosi' ingenui che chiunque puo' metterci nel sacco, ma come lui sappiamo riconoscere la violenza, la barbarie, il fascismo, sappiamo riconoscere un golpe, e sappiamo che il nostro dovere e' di opporci, di resistere. Con la forza della verita'.

Senza odio, senza violenza, senza paura.

 

3. OGNI GIORNO

 

Ogni giorno la guerra uccide, uccide esseri umani.

Ogni giorno e' il giorno giusto per opporsi alla guerra, per salvare le vite.

Pace, disarmo, smilitarizzazione.

Il primo diritto: non essere uccisi.

Il primo dovere: salvare le vite.

Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita' dalla catastrofe.

 

4. L'IMPEGNO CUI SIAMO CHIAMATI

 

Cessare di uccidere. Questo e' l'impegno cui siamo chiamati.

Tutto il resto ci verra' in dono.

*

Pace, disarmo, smilitarizzazione.

Soccorrere, accogliere, assistere ogni persona bisognosa d'aiuto.

 

5. "MASCHERE, SMASCHERAMENTI E CRISI NEL FLUSSO DOLOROSO DELLA VITA". UN INCONTRO DI STUDIO A VITERBO

 

Si e' svolto la sera di martedi' 6 settembre 2016 a Viterbo presso il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" un incontro di studio sul tema: "Maschere, smascheramenti e crisi nel flusso doloroso della vita. Una ricognizione dell'opera narrativa di Luigi Pirandello".

All'incontro ha preso parte Paolo Arena...

 

6. PRIMA CHE LA GUERRA DISTRUGGA L'UMANITA'

 

Prima che la guerra distrugga l'umanita', l'umanita' abolisca la guerra.

Potrebbe non esserci un domani, e' adesso l'ora della scelta della nonviolenza.

Pace, disarmo, smilitarizzazione.

Soccorrere, accogliere, assistere ogni persona bisognosa di aiuto.

Il primo diritto: non essere uccisi.

Il primo dovere: salvare le vite.

 

7. CARLO D'ANGIO'

 

Il 5 settembre 2016 e' deceduto Carlo D'Angio', che fu tra i fondatori della Nuova compagnia di canto popolare.

 

8. DANIELA DESSI'

 

Il 20 agosto 2016 e' deceduta Daniela Dessi', voce dell'umanita'.

 

9. NICOLAO MERKER

 

Il 14 febbraio 2016 e' deceduto Nicolao Merker, che amava il sapere e ne faceva dono.

 

10. JACQUES RIVETTE

 

Il 29 gennaio 2016 e' deceduto Jacques Rivette, che fece il cinema del sogno del mondo.

 

11. TOOTS THIELEMANS

 

Il 22 agosto 2016 e' deceduto Toots Thielemans, l'uomo con l'armonica.

 

12. GENE WILDER

 

Il 29 agosto 2016 e' deceduto Gene Wilder, che era il nostro specchio nei giorni tristi, e nei giorni lievi.

 

13. VALENTINO ZEICHEN

 

Il 5 luglio 2016 e' deceduto Valentino Zeichen, che volle essere poeta e non volle null'altro.

 

14. UN ENORME PERICOLO ALLA DIGA DI MOSUL. SIANO RITIRATE LE TRUPPE ITALIANE

 

Le principali agenzie di stampa diffondono oggi la notizia (lanciata da un sito giornalistico che sembra avere come fonti servizi segreti e comandi militari) che i terroristi dell'Isis starebbero preparando un attacco alla diga di Mosul dove per folle e illegale decisione del governo italiano sembra prosegua il dispiegamento di centinaia di soldati del nostro paese.

Ignoriamo ovviamente quale sia il livello di attendibilita' della notizia, e quali siano i fini di coloro che dall'interno delle forze armate e/o dei servizi segreti l'hanno diffusa ai mass-media con molti dettagli - veri o falsi che siano -.

Quel che e' certo e' che da mesi i mass-media internazionali riferiscono come sia imminente una cruciale iniziativa dell'esercito iracheno e dei peshmerga curdi per liberare la citta' di Mosul, da anni occupata dai terroristi dell'Isis. Ed e' probabile che l'organizzazione terrorista prima di abbandonare la citta' possa tentare un attentato alla diga. La presenza dei soldati italiani alla diga di Mosul purtroppo favoreggia di fatto la propaganda dell'organizzazione terrorista (che puo' presentarli come truppe occupanti di un paese straniero gia' partecipe della prima guerra del Golfo e dell'occupazione militare seguita alla seconda) ed espone pertanto ancor piu' quell'impianto ad essere bersaglio di un attentato che potrebbe avere esiti fin apocalittici sia per quanti si trovano in loco, maestranze e difensori, sia per le popolazioni a valle della diga.

Per l'ennesima volta chiediamo quindi che le truppe italiane li' dislocate siano immediatamente ritirate e che per la sicurezza dell'impianto e delle maestranze provveda personale dello stato iracheno, come e' logico e legittimo.

Il terrorismo va contrastato e sconfitto con mezzi adeguati; le guerre e le occupazioni militari straniere invece lo alimentano.

La presenza militare italiana in Iraq, come in Libia, non solo non e' utile, ma e' assolutamente nociva, ed anziche' garantire protezione ai civili in realta' mette gratuitamente ed assurdamente in pericolo innumerevoli vite umane.

L'Italia torni al rispetto della sua Costituzione che ripudia la guerra.

Il "Comitato nonviolento per la revoca della decisione governativa di inviare centinaia di soldati italiani alla diga di Mosul"

Viterbo, 8 settembre 2016

 

15. TRA UN MESE LA MARCIA PERUGIA-ASSISI. SI E' SVOLTO A VITERBO UN INCONTRO IN PREPARAZIONE

 

Si svolgera' tra un mese, domenica 9 ottobre, la nuova edizione della marcia Perugia-Assisi.

Ideata da Aldo Capitini, l'apostolo della nonviolenza nel nostro paese, la marcia Perugia-Assisi e' in Italia la piu' importante iniziativa del movimento per la pace.

In preparazione della partecipazione all'iniziativa si e' svolto venerdi' 9 settembre 2016 a Viterbo, presso il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani", un incontro di studio e di riflessione.

*

Nel corso dell'incontro sono state lette e commentate alcune pagine capitiniane ed alcune testimonianza della prima marcia Perugia-Assisi del 1961, organizzata dal filosofo perugino.

Il responsabile della struttura nonviolenta viterbese, Peppe Sini, ha concluso l'incontro con una serrata descrizione ed interpretazione della drammatica situazione internazionale attuale e sottolineando quindi la necessita' e l'urgenza di opporsi a tutte le guerre e a tutte le uccisioni; di adoperarsi per soccorrere, accogliere, assistere ogni persona bisognosa di aiuto; di agire con la massima tempestivita' per il disarmo e la smilitarizzazione. Ogni vittima ha il volto di Abele. Salvare le vite e' il primo dovere. Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita' dalla catastrofe.

*

Le persone partecipanti all'incontro hanno rinnovato l'invito a tutte le persone, le associazioni, le istituzioni del viterbese a partecipare alla marcia il 9 ottobre, e ad organizzare in questo mese che precede la marcia incontri di riflessione, di testimonianza e di impegno per la pace ovunque possibile, ed in primo luogo nelle scuole.

Analoga richiesta di impegno e' stata formulata in relazione alla Giornata internazionale della nonviolenza che si svolgera' come ogni anno su iniziativa dell'Onu il 2 ottobre, anniversario della nascita di Gandhi.

Informazioni utili per organizzare la partecipazione alla marcia Perugia-Assisi sono reperibili nel sito web dedicato: www.perugiassisi.org

 

16. NON SI FERMERA' LA GUERRA...

 

Non si fermera' la guerra senza il disarmo e la smilitarizzazione.

Gli eserciti servono a uccidere.

Le armi servono a uccidere.

A uccidere gli esseri umani.

Non si fermera' la guerra senza il disarmo e la smilitarizzazione.

*

Non essere uccisi e' il primo diritto.

Salvare le vite e' il primo dovere.

*

Opporsi alla guerra e a tutte le uccisioni.

Opporsi al razzismo e a tutte le persecuzioni.

Opporsi al maschilismo e a tutte le oppressioni.

Una sola umanita'.

*

Soccorrere, accogliere, assistere ogni persona bisognosa di aiuto.

Difendere la vita, la dignita' e i diritti di tutti gli esseri umani.

Difendere la biosfera, casa comune dell'umanita'.

Opporsi al male facendo il bene.

*

Non si fermera' la guerra senza il disarmo e la smilitarizzazione.

Gli eserciti servono a uccidere.

Le armi servono a uccidere.

A uccidere gli esseri umani.

Non si fermera' la guerra senza il disarmo e la smilitarizzazione.

 

17. LUCIO EMILIO PIEGAPINI: UN ODIATORE DI SE STESSO

 

Perche' odio me stesso? E sono domande da farsi?

Vorreste dire che a voi non capita mai? Ma non ci credo neanche se mi pagate. Prima o poi tutti odiamo noi stessi, andiamo. Se non siamo ipocriti, almeno.

Come? No che non sto dicendo che lei e' un ipocrita, egregio signore, sto dicendo che non sono un ipocrita io. C'e' una bella differenza, se permette. E poi, de gustibus...

E' un'espressione latina, da ragazzo si studiava il latino. Lo so, lo so, ma io parlo di quando ero ragazzo io, si figuri che ancora mi ricordo che... no, no, non intendevo divagare, mi dispiace, e' anche interesse mio, anzi: e' soprattutto interesse mio non divagare, e' ovvio.

No che non la odiavo, proprio per questo dicevo prima che se odiavo qualcuno, odiavo me stesso. E poi, e' la madre dei miei figli, no? Era, certo, certo, era. Non solo non la odiavo, ma l'amavo, l'amo ancora, l'amero' sempre. Io ci credo all'indissolubilita' del matrimonio. No, non e' che sono molto religioso, no, anzi, per me io penso che dopo morti non c'e' niente, si muore e finisce li'. Pero' all'indissolubilita' del matrimonio io ci credo. No, no, proprio per niente, non dico affatto che l'ho fatto per questo, e poi ho gia' spiegato che non avevo la benche' minima intenzione... e' stato un incidente. Mi ammazzerei per quello che e' successo, mi ammazzerei. La mia vita e' distrutta, ormai e' distrutta comunque, e allora tanto vale...

Di nuovo? Ma l'ho gia' raccontato prima. Va bene, va bene, lo racconto un'altra volta, e che mi costa?

*

Era da un po' di tempo che avevamo delle discussioni in famiglia, si'. Ieri sera sono rincasato stanco, stanco morto, e appena ho messo piede in casa lei ha cominciato a dirmi non mi ricordo neppure che, io avevo mal di testa,  e le ho detto che ero stanco e che avevo mal di testa, allora lei che fa? Alza la voce ancora di piu', e adesso non mi ricordo piu' tanto bene, ma puo' darsi che ho alzato la voce anch'io, se i vicini dicono cosi', sara' cosi', io non mi ricordo granche', ero stanco. Ma sono sicuro che e' stata lei a venirmi addosso, certo che sono sicuro, succedeva sempre cosi', figurarsi se io avevo voglia di attaccar lite stanco com'ero, ma lei insomma mi viene addosso, si', si vedono ancora i graffi, si vedono. Sulla faccia, lo vedete, sulla faccia. Per staccarmi le ho dato lo spintone. Uno solo, solo per allontanarla e poter ragionare, per poter parlare da persone civili. Lei e' inciampata, e' cascata, ha battuto la testa, e' morta.

Vi ho chiamato io. Questo non dimostra la mia buona fede? vi ho chiamati io, e vi ho aspettati li'. E' naturale che ho cercato di soccorrerla, guardate come mi sono tutto sporcato di sangue, per soccorrerla, e' chiaro. Pure il 118 ho chiamato, ma quando sono arrivati che potevano fare? Aveva la testa spaccata, se l'era spaccata sugli scalini mentre rotolava giu' per le scale. Certo che era caduta da sola, io le avevo dato uno spintone, ma neppure uno spintone, una spintarella, ecco, solo per allontanarla un attimo, poi lei e' inciampata da sola ed e' caduta per le scale, tutta una rampa si e' fatta ruzzolando, povera donna. Mentre ruzzolava s'e' fatta tutte quelle escoriazioni - si dice cosi', no? -, avete visto, povera Irmetta mia, che pareva una maschera di sangue pareva, e alla fine s'e' spaccata la testa, si'.

No, questo non mi sembra giusto. No, no, questo non e' vero, no. Sono cose che si dicono quando ci si bisticcia in famiglia, puo' anche darsi. Ma neanche per sogno, ma ci mancherebbe. E che sono, Marilyn Manson?

La signora Gibilterri? Ma andiamo. La signora Gibilterri puo' dire quello che le pare, ma quello che dice non sta ne' in cielo ne' in terra. Intanto e' sorda, e poi - si puo' dire? - non e' che ci sta proprio con la testa. Nel condominio lo sanno tutti. Io non lo so perche' non mi puo' vedere, anche se me lo immagino. No, non voglio dire niente, ho detto che me lo immagino ma non posso dirlo con sicurezza. Se proprio lo volete sapere e' per via dei gatti. Si', dava da mangiare ai gatti proprio di fianco al portone del palazzo, ed era uno schifo che non vi dico. Io ci tengo al decoro urbano e ho chiesto all'amministratore di farla smettere, tutto qui. Se l'e' legata al dito e da allora ne ha inventate di tutti i colori per calunniarmi; io non l'ho voluta mai denunciare, poveretta, e' vedova e non ci sta con la testa. Pero' lo so io che propaganda mi ha fatto. E' lei che ha cominciato a dire che picchiavo mia moglie. La dovevo querelare, la dovevo, ma sono troppo buono, e adesso ecco come vengo ripagato per la mia bonta' da quella strega e da chi le da' retta. Niente, niente, non aggiungo altro.

Il maestro Roberti? Intanto abita al piano di sotto, e questo e' un edificio vecchio, i muri sono spessi, e secondo me dal piano di sotto non si sente un bel niente. Le cose che dice gliele ha dette quella pazza della Gibilterri, datemi retta, conosco i miei polli. E' vedovo pure lui e alla sua eta' fa sempre il galante, il gaga', e mica solo con la Gibilterri. E' in pensione, ha un sacco di tempo e non sa che farsene, e allora che fa? Inventa maldicenze. Chiedetelo, nel condominio lo dicono tutti. Io non ci credo proprio che stava rientrando e ha visto me che buttavo Irma per le scale, anche perche' se lui vedeva me io vedevo lui, no? E io non l'ho visto. Ve la dico io la verita': stava a casa sua e quando ha sentito il trambusto con l'arrivo del 118 prima e del 113 poi allora si e' fatto sull'uscio e per darsi importanza ha detto quello che ha detto. Tutte fandonie. Perche'? Per darsi importanza, e' uno fatto cosi', frustrato, viscido, anni fa si trovo' invischiato in una brutta storia... No, io non dico niente, l'ho solo sentito dire. La polizia siete voi, io che ne so? Io dico solo che quando la povera Irma e' inciampata ed e' ruzzolata giu' per le scale il maestro Roberti non c'era, altrimenti lo avrei visto, no? Io sono accorso subito a soccorrere mia moglie, e la porta del suo appartamento era chiusa. Sigillata. Anzi: col cavolo che e' uscito fuori a darmi una mano,  almeno a esprimere solidarieta', che ne so? Niente, se ne stava tappato in casa sua, secondo me era dietro la porta, ma per aprire ha aspettato che arrivaste voi, e allora si e' fatto avanti a fare il prim'attore, quel pagliaccio. No che non lo stimo, e come si potrebbe stimare un individuo come quello? Lo sapevo si' che lo sapevo che l'anno scorso mi aveva calunniato, lo sapevo io e lo sapeva tutto il palazzo, ma nessuno lo prendeva sul serio, era uno fatto cosi', che per darsi importanza doveva parlar male degli altri. E infatti. A dirsela tutta era pure comunista, adesso fa finta di niente il furbacchione, ma era comunista e lo sanno tutti. Ma ancora con questa storia? Era una diffamazione bella e buona, e' stato tutto chiarito, nero su bianco, carta canta, altro che le infamita' di quel comunista che mi chiedo con che cuore le famiglie gli affidavano i bambini; ma certo! E di sicuro se guardate in archivio lo trovate, ci dovetti venire in questura con mia moglie, ed e' stata proprio mia moglie che testimonio' che non era vero, che aveva sbattuto cadendo per terra; la lite, le grida, gli schiaffi, si era inventato tutto quel mentecatto, io neppure c'ero a casa quella sera. Se cercate la trovate la dichiarazione - spontanea dichiarazione, eh - di mia moglie. Me lo ricordo bene si'. Ah, pure? Ma pensa un po'. E questa e' la ciliegina sulla torta, eh? Eh? E quando mai lo avrei minacciato per fargli tenere il becco chiuso? E anche fosse, si vede come l'ha tenuto chiuso... Io un tipo violento? Ma volete scherzare. No, quello non c'entra niente, fu legittima difesa, e sono passati quanti? Tre anni? E ogni volta riciccia fuori 'sta storia? Ma per favore.

Ma quale amica del cuore, quella e' la donnaccia che l'ha portata sulla cattiva strada! Ve lo dico io adesso chi e' quella: e' separata e divorziata, capito? Chiedetelo a suo marito perche' l'ha dovuta cacciare di casa. Si' che l'ha cacciata di casa. Lasciate perdere quello che dicono le carte, ma quali carte, io so la storia vera, quella il marito l'ha cacciata di casa e ha fatto bene perche' e' una donnaccia. La signora Giulietta, come no, te la raccomando. E sempre pappa e ciccia con Irma, e cicici' e cicici', ma io non ci sto a passare per scemo, eh no. Se lo volete sapere e' stata proprio la signora Giulietta a mettere in testa a mia moglie certe idee. Che io cento volte gliel'ho detto a Irma che non volevo che frequentasse quella li', quella dovreste indagare, ne scoprireste delle belle. Lo sapete che fa la vita? E e' pure lesbica, ve lo dico io. E adesso la signora Giulietta mi accusa? questa e' tutta da ridere. E che ne sa lei? Secondo me inventa tutto. Uguale uguale come ha fatto con suo marito. Tutte invenzioni. Addirittura. Addirittura! E bum! A chi le spara piu' grosse. Magari vi avra' pure detto che iersera c'era pure lei su per le scale, ma via, e che era la curva Sud? Ma una come quella e' capace di tutto, figurarsi se non e' capace di inventarsi... Ah, ha detto questo? Ma pensa un po'. Ma pensa un po'. Cosi' mia moglie si confidava con lei, ma pensa un po'. Ma quella ci vive nelle menzogne, e' la menzogna fatta persona, e' una bugia ambulante che al posto delle ruote ci ha quelle due cianche storte, ci ha. Ma non ci credo neanche se le vedo che mia moglie gli confidava i fatti nostri privati, che poi non c'era proprio niente da confidare, siamo una famiglia normale noi. E' proprio per questo che non volevo che la frequentasse, proprio per questo, perche' quella li', la cara signora Giulietta, riempiva la testa di mia moglie di fesserie, e cercava, lo so io che cercava... Che cercava? Con rispetto parlando, cercava di portarsela a letto, ecco che cercava. Ah ma ci doveva solo provare che gliela levavo io la voglia di fare le porcherie, gliela levavo io la voglia a tutte e due. Io i delitti contro la morale, i delitti contro la stirpe, proprio non li posso sopportare. Non sono uno all'antica, sono una persona moderna: l'avete visto il telefonino che m'avete levato? gli fanno la pubblicita' in televisione questi giorni, vi sembro uno - come si dice - retrogrado? No, io mi tengo aggiornato, sono di mentalita' aperta, non ho nulla contro i negri, gli ebrei, i terroni, gli handicappati - basta che stanno a casa loro invece di dre fastidio in giro. Io sono per la democrazia. Ma scherza coi fanti e lascia stare i santi, come si dice. I diritti delle donne? Sicuro, e che sono maomettano? io li rispetto i diritti delle donne, pero' ci sono pure i diritti degli uomini, eh? No, dico, ci saranno pure i diritti degli uomini, no? Senno' e' razzismo, e' razzismo alla rovescia ma sempre razzismo e'. Alla fine, il marito ero io. O no? O c'e' solo l'anarchia e il libero amore? Perche' se il matrimonio non vale piu' e c'e' solo il libero amore, basta dirlo, eh, basta solo dirlo e a me mi sta bene. Ma finche' siamo in Italia valgono le leggi italiane, no? E io sono il marito, e a casa mia i pantaloni li porto io.

No, i miei figli li dovete lasciare stare. Ma e' fin troppo giusto che siano sconvolti. E quando una persona e' sconvolta va rispettato il suo dolore. Io sono il padre, no? Allora decido io se vi autorizzo o no a parlare con i miei figli, e io dico di no. Poi, piu' avanti, magari si', quando avranno superato il trauma, ma adesso no. La guardo pur'io la televisione, lo so che e' un trauma, e che quando una persona e' sotto shock non e' responsabile di quello che dice. Se mio figlio ha detto questo, se veramente ha detto questo, allora state ben attenti, perche' io lo denuncio a quello che ha sottoposto un minore a un interrogatorio senza l'autorizzazione dei genitori, cioe' del genitore vivente, che sono io. E non sento ragioni, eh, niente storie, io querelo e ci vediamo in tribunale, vi levo il vizio a torturare i ragazzini. Ah, pure mia figlia. Meglio. Reiterazione del reato. Ci pensera' il mio avvocato a cavare la pelle al porco che s'e' permesso. Calmo? Io sono calmissimo, foste voi calmi come me. No, no, non voglio neppure sentire che fanfaluche avete messo in testa ai miei figli che sono minorenni e di cui ho la patria potesta' - si dice cosi', no? Come? Come? Ma questa e' roba dell'altro mondo. Bene. Benissimo. Con loro faro' i conti quando torno a casa. Mi pugnalano al cuore, mi pugnalano. Con tutto quello che ho fatto per loro, adesso mi devono far piangere lacrime di sangue. E proprio adesso che ho appena perso mia moglie. Ma giuro sulla testa dei miei figli, giuro, che non e' vero niente, sono tutte infamita' che vi siete inventati voi e che li avete costretti a dirle sotto minaccia, sotto tortura. Vi siete fatti un uovo al tegamino, vi siete fatti. Fatemici parlare e vedrete come ritrattano. Vi siete fatti un uovo al tegamino.

L'assistente sociale? Pure quella. Ma l'avete vista? Ma quella ha un problema solo, che non se l'e' presa nessuno. Lo so che e' venuta a casa mia, c'ero pur'io quella volta. E allora? Ah si'? E che ne sa lei? Vorreste dire che quella scema di mia moglie andava a raccontare i fattacci nostri a quella li'? I figli? E che c'entrano? Ma senti tu quante tocca sentirne. Lo dice lei che mia moglie le diceva che la menavo a lei e ai ragazzini. Troppo facile, adesso mia moglie e' morta e non puo' piu' smentire e ogni imbecille puo' dire che mia moglie diceva questo e diceva quello, che aveva vinto le olimpiadi, che era la presidente della repubblica, come no, Figaro qua, Figaro la'. Ma fatemi il piacere. Quello che diceva mia moglie meglio di tutti chi lo puo' sapere? Il marito, e chi senno'? E il marito chi e'? Bravi. E allora io vi dico che mia moglie certe falsita' contro suo marito non le ha mai dette. E infatti, e infatti, quella volta che siamo dovuti venire qui in questura che ha dichiarato? Che era cascata e si era fatta male da sola. A verbale, letto, approvato e sottoscritto. Con la sua firma. Altro che chiacchiere.

Pure mia suocera! E figurati se poteva mancare. Resiste piu' sott'acqua che a starsene zitta. La siete andata a cercare voi o si e' presentata lei? Ci scommetto che s'e' presentata lei di prima mattina, eh? E che panzane ha tirato fuori stavolta? Era pure lei su per le scale? eh? col comunista, la lesbica e la matta, tutti sull'ultimo scalino a fare il tifo? Ma che vi siete fumati? Ma se e' tutto cosi' chiaro, cosi' semplice, cosi'... cosi' banale: non mi ha mai potuto vedere quell'arpia, e' stata un tormento infinito, lo so io lo so quello che ho dovuto sopportare per amore di Irma. E adesso che s'e' inventata? E ancora! Pure lei! E' lo sport nazionale, quasi quasi lo dico pur'io che menavo Irma visto che lo dicono tutti: e invece no, non l'ho mai toccata nemmeno con un dito, primo perche' io le volevo bene a mia moglie e sempre gliene vorro'; secondo perche' io sono un gentiluomo e le donne le rispetto io; terzo perche' prima di accusare qualcuno ci vogliono le prove, signori belli, le prove, oppure e' calunnia, anzi diffamazione, reato previsto e punito dal codice, dico bene? Saro' vecchietto ma ancora arzillo, non me li lascio mettere i piedi sulla testa io. Occhio per occhio, dente per dente. Leggeteli i libri, fa bene alla salute.

*

Adesso perche' mi fate questa domanda? No, vorrei capire perche' me lo chiedete. No, e' che non mi piace quando si cerca di fregarmi. No, proprio per niente. Vi pare di essere furbi, eh? No, no, vi ho capito, vi ho capito bene. E invece no. No. Non avevo nessunissimo motivo di risentimento nei confronti di mia moglie. Ah, ci siete restati male, eh? Speravate che vi dicevo chissa' che... E invece no, io le ho sempre voluto bene e lei ha sempre voluto bene a me. Se ci siamo sposati ci sara' stato un motivo, no? Un matrimonio felice, sissignore. Non bene, strabene, superstrabenissimo. E' stato un incidente, ve l'ho detto, e adesso non mi va piu' di parlare, anzi: voglio vedere un avvocato, perche' mica lo so se e' legale che mi avete trattenuto qui tutte queste ore e senza mangiare, senza bere, senza poter andare al bagno, senza poter telefonare, e pure tutte queste domande, per non dire quello che avete fatto agli angioletti miei e senza la mia autorizzazione, anzi, senza che io che sono il padre ne sapessi niente. Gia', io sono un padre di famiglia, un cittadino che lavora e che paga le tasse, una persona normale, e lo stato dovrebbe tutelare i miei diritti, se non sbaglio. No che non sono uno sprovveduto, sono una persona che ragiona, avete qualcosa in contrario? Mi sembrava. Adesso voglio un avvocato, e che siamo in Russia, in Cina?

 

18. LUCIO EMILIO PIEGAPINI: GIOVANNINO CIRCADIANO

 

E' colpa mia se ho questo cognome? Tutti scoppiano a ridere quando lo sentono, mi viene da ridere pure a me, che invece mi ci dovrei incavolare di brutto. Ma se fa ridere fa ridere, c'e' poco da fare.

Le parole e le cose, mi fanno ridere, mi fanno. Le parole sono le cose. Prova a chiamarti Spennacchietti e a fare qualche atto di valore, puoi anche salvare a nuoto tutti quei babbei del Titanic, orchestra e strumenti compresi, ma te lo immagini sui giornali il titolo "Eroico gesto di Aristide Spennacchietti"? No, eh? Certo che no, e infatti nessun giornale lo pubblicherebbe. Se sei Spennacchietti puoi solo far ridere. Il salame: sara' buono il salame? a chi non piace? Prova a scrivere la parola salame, e vedi il risultato.

Come li chiamavano quelli, i nominalisti? Ecco, questa e' la verita': il mondo e' un insieme di nomi, non di fatti. E cio' che non si puo' nominare non esiste, e fine della canzone.

*

A me mi massacra due volte chiamarmi Circadiano. Con gli ignorantoni, che ti sghignazzano sul muso prima ancora che apri bocca, basta che qualcuno dice "quello li' si chiama Circadiano" e giu' risate che ti verrebbe voglia di rompergli il grugno e fargli ingoiare tutti i denti a cominciare dagli incisivi fino all'ultimo molare. E con quegli ignorantoni che hanno studiato e sono ancora piu' imbecilli degli imbecilli di prima e che subito cominciano a dirti "Che nome interessante, lei certamente sapra' che circadiano...". E certo che lo so, mi ci chiamo, mi sara' capitato di sentirlo, no? Ci campo con questo nome, io. Possibile che a questo imbecille non gli viene in mente che so tutto su circadiano fin da quando ho imparato a sfogliare un vocabolario? Niente, tutti, ma proprio tutti, mi devono fare la loro lezioncina, ed io li lascio parlare, e mentre loro vomitano le loro scempiaggini io li guardo fissi, attento, intento, e penso a come li potrei torturare, violentare e infine uccidere e poi rosolare e poi mangiarmeli solo per il gusto di poterli poi vomitare o defecare, quegli imbecilli.

Ti inasprisce, si' che ti inasprisce avere un nome sbagliato.

Che ne so, per esempio Leopardi e' un bel nome, e non dico per via di Giacomo Leopardi, dico per via del leopardo, che ha la sua eleganza e a nessuno gli viene in mente di ghignarti in faccia. Certo, fa anche piacere che ti chiedano se sei parente, e tu gli dici di si', e' naturale, che poi in un certo senso e' pure vero: e che non siamo tutti prosapie di Adamo ed Eva? Non siamo tutti homo sapiens? E' chiaro che lo dico con ironia, lo capirebbe anche un bisonte, anche una como' lo capirebbe che e' un'ironia. Sapiens, ma sapere di che, ma quale sapore, sciocchi, invece. Pure Kant e' un bel cognome; e trovi quello che ti chiede se sei parente del sor precisino di Koenigsberg, e quell'altro che ti chiede se sei parente di Diabolik: andiamo, questa e' divertente.

*

Come sono finito qui? Questa e' bella. Intanto ditemelo un po' voi, a che vi riferite quando dite "qui"?Diegetico? Extradiegetico? Chi suona l'ouverture del Guglielmo Tell mentre il Lone Ranger galoppa? E perche' l'amico indiano si chiama Tonto? E Venerdi'? Andiamo, chiami uno Venerdi'. E non e' gia' il fascismo?

Come Kraus? Si', come Kraus. E' vero, dove mi giro vedo fascisti. E non e' forse vero? Ma voi eludete, voi sfuggite, cari interlocutori, rispondete piuttosto a una semplice domanda del vostro Giovannino Circadiano: cosa intendevate dire quando avete detto "qui"?

L'anno scorso a Marienbad, a Tlon, Uqbar, Orbis tertius? Le mosche in cui si moltiplica la sfinge? Perche', pensavi che bastava ammazzarla? Dovevi pensarci che se la domanda era uno specchio, quando si precipitava giu' dalla rupe s'infrangeva in mille pezzi, in una miriade di specchi. Ed hai voglia a cavarti gli occhi. Dove siamo "qui"? Avanti, avanti. Una risposta.

Ma no, certo che scherzo. Si fa per chiacchierare. Con questo freddo cane, con questo freddo boia.

*

Secondo me e' un lavoro come tutti. Certo che sono parte in causa. Perche', voi non siete parte in causa? Non ci provate con me, non ci provate. Non dico che sia un bel lavoro. Se trovavo di meglio. Certo che se trovavo da fare un lavoro bello pulito e che si guadagnava parecchio, e che lo lasciavo li'? Ma a voi risulta che ci siano lavori puliti e che si guadagna parecchio? A me non e' mai capitato. Se si guadagna parecchio vorra' dire qualche cosa, no? Come? Ditemelo voi. Ditemelo voi, andiamo, se doveste scegliere tra il lavoro pulito e pidocchioso, da morti di fame, e quello che si guadagna parecchio. Eh? No, no, ditelo voi. Ah, non ci sentite da quest'orecchio, eh? Lo so io, lo so. Viva la sincerita', eh? Lasciamo perdere che e' meglio. Lasciamo perdere, ho detto, che e' meglio. Non per dire, ma come ci sto io ci state pure voi qui. No, nonnonnonno, no. Vi pare di essere meglio di me? No, no, ditelo, parliamo liberamente. Se vi pare di essere meglio, si'. Avanti. Ah, state zitti. State zitti, eh? Si', state zitti, state zitti che fate meglio. E' questa che v'imbarazza? La rimetto in tasca, la rimetto. Ecco. A proposito: non suona strana la parola "rimetto"? "Metto" e' una parola forte, va bene, ma "rimetto" no. Perche'? Solo perche' rimettere significa pure vomitare? O perche' rimetterci significa che si perde qualcosa? La gente distratta perde qualcosa, gli altri - quelli che stanno attenti, che gli pare di essere furbi - perdono tutto. Non e' male questa, eh? Il mister qui presente si credeva di essere furbo, eh? E voi? Siete di quelli furbi, siete di quelli che ci rimettono? E qual'e' la remissione vostra? La remissione dei peccati, eh? Niente male pure questa, eh? Le parole, il giocoliere con le parole, quello e' un bel mestiere, eh? Se ti va bene ti danno pure il Nobel, come se fossi uno scienziato, e invece sei solo un egoista e un fallito, uno saturnino e lunatico che e' stato chiuso tappato dentro una stanza a scrivere, che ne so, L'uomo senza qualita', o Alla ricerca del tempo perduto o La morte di Virgilio. Roba dell'altro mondo. Oppure "rimetto" suona male perche' tutte le cose fatte due volte sono fasulle? Rinasco, riconosco, rinnego. E poi quel "ri" che significa davvero? Fare una cosa due volte o disfare la cosa gia' fatta? E Penelope che fa? Sta li' come il ragno che tesse la trappola, e quei babbei non ci pensavano che prima o poi Nessuno arriva? Anzi: ritorna. Gia' tornare e' una forza, ma ritornare e' tornare due volte, si capisce lontano un chilometro che finisce con una strage. La sapete quella di Dizzy Gillespie che incontra Bonifacio VIII? Vedete? Basta dire Dizzy Gillespie e la gente si rilassa, si diverte. Se dicevo John Coltrane, o Miles Davis, invece...

*

Ancora! E sempre con questi lager. E mo' basta. Lager di qua, lager di la'. Uno non puo' fare un'attivita' che subito e' un lager. Due mattoni, e ' un lager. Dai lavoro a uno che dovrebbe essere ributtato a mare e tornarsene in Africa a nuoto, e invece di ringraziarti che gli dai da campare e pure la baracca per dormire che fa? dice che e' un lager. Sistemi queste ragazzette in un appartamento invece di lasciarle a prendersi l'aids per strada, gli paghi pure i preservativi, e e' un lager pure quello. Tutto lager. Ma aprite gli occhi. Ma dove vi credevate di vivere? Morti di fame che non siete altro. In Siberia bisognava mandarvi, cosi' imparavate qualche cosa. Pero' siete contenti che al supermercato trovate i pomodori con lo sconto, eh? E chi li raccoglie, Mastro Titta? Pero' la sera vi piace di andare a sbombolare, eh? E che vi credete che non c'e' un'organizzazione? E quelle porcherie che vi sparate, ve le sparate, ve le sparata, lasciatevi servire, ve le sparate eccome, che pensate che nascano sugli alberi belle e confezionate con la siringa inclusa? che non ci serve il lavoro umano? il lavoro umano, sissignore. Perche' questo e' lavoro. La fate girare voi l'economia, con quei quattro soldi da pezzenti che non siete altro? Andiamo, fate i bravi. E lasciateci lavorare. E quando vi serve il pezzo di ricambio per lo zio Guglielmo - il fegato, un rene -, e chi pensate che glielo porta fresco fresco a quella bella clinica in Svizzera tutta linda e pinta, Babbo Natale? Vi piace vivere comodi, no? Vi piace risparmiare, no? E poi donate due euro cogli sms. Che fogna. A che vi credete che servano i bambini soldato? al servizio di chi lavorano gli schiavisti? da dove vengono fuori i guadagni in borsa, dal cilindro di Mandrake? o dalle mutande del Mago Zurli'? E' meglio che vi state zitti. Leggetevi i Grundrisse prima di aprir bocca. Tutto questo schifo, e non vi accorgete di niente? Non vi viene in mente niente? Beati voi.

*

E adesso tutte queste storie per quello? E che pensavate che facevo, che chiamavo la polizia? No, e' il libero mercato, ragazzi, c'e' un problema lo risolvi, e lo spettacolo deve continuare, come si dice in americano: the show must go on, eh? Via, tornate dentro, tornate a ballare, ci pensa Giovannino a portare via la spazzatura, voi non avete visto niente, e' chiaro?

 

19. LUCIO EMILIO PIEGAPINI: GENTE STRANA

 

Ne ho conosciuta di gente strana, e strana forte, strana a ddi' de si'.

*

Per esempio Biscottino, che lo chiamavano cosi' perche' suo padre lo chiamavano Biscottone ma perche' lo chiamassero cosi' al padre non lo so. Che poi Biscottino era grosso due quintali, e camminava a bilanciere. Prima faceva il muratore, non era ancora grosso cosi', poi ha dovuto cambiare lavoro e e' diventato orefice, o si dice orafo? Insomma, lavorava l'oro. Che mi chiedo come fa con quelle dita che sembrano salsicce. E certo, e' chiaro, lo comprava pure. Pure Biscottone faceva il cravattaro, ma non era grasso come il figlio. Biscottino aveva cominciato a ingrassare dopo che s'era lasciato con la moglie, e piu' precisamente dopo che la moglie era sparita. Me lo ricordo com'era in quel periodo: piagneva sempre, tu gli chiedevi perche' e lui diceva "Gnente, gnente", ma certo volte dagli occhi gli usciva come un lampo. Giuro: un lampo, che tu pensavi che se quello sguardo ti coglieva ci pigliavi la scossa ci pigliavi. La moglie dicevano che andava a letto con Palazzino, che spari' pure lui. Al bar dicevano che erano andati a vivere insieme a Parigi, Mimmetta e Palazzino, dicevano cosi', e quando lo dicevano ridevano, e io pensavo che non era bello perche' offendevano Biscottino, ma poi un giorno vidi che c'era pure Biscottino e che rideva piu' di tutti. La gente e' strana, no?

*

Oppure Paolo il bello. Che poi non era bello per niente. Almeno secondo me. Pero' rimediava, eccome se rimediava. Ma finiva sempre che poi le ragazze le metteva a lavora'. Avete capito, no? Erano sempre straniere, austroungariche, cecoslovacche, unionesovietiche, di quei paesi li' coi nomi stranieri. Io non l'ho mai capita 'sta storia. Una volta dopo una sveltina con Irina gliel'ho chiesto. Ma lei neppure m'ha risposto. Co' 'ste mignotte chi ce capisce e' bravo. Pero' ce l'ho pur'io un aneddoto che pare un racconto del mistero ma e' una cosa vera che e' successa a me. Una sera per strada mi ferma Irisse, che io non la caricavo mai, perche' per me era troppo magra e poi mentre lavorava piagneva sempre, e a me non mi piace che insomma io pago p'avecce gusto e quella piagne senza che la meno. Se vojo che piagne allora la meno, no? Tanto so' io che pago. Io cercavo Irina o Tania, ma me ferma Irisse, e non e' che posso fa' finta che non la conosco. Sale in macchina e comincia a piagne. Le chiedo che succede, e lei mi dice che Paolo 'l bello le ha detto che prima la sfregia sulla faccia e poi la fa magna' dai maiali. Io le dico che non dicesse scemenze, alla fine Paolo e' un amico, perche' deve di' 'ste brutte cose, proprio lei che se non mi ricordo male siete stati pure fidanzati... E lei che fa? Si tira su la maglietta e mi fa vedere che proprio sopra l'ombelico cia' scritto tutto maiuscolo "troia propieta' privata de P.", ma non un tatuaggio, erano cicatrici. Io non ci avevo mai fatto caso, se vede che quanno lavorava trovava qualche scusa pe' tenesse la majetta, Boh. "Me l'ha fatto col coltello". Io non ci posso credere, con Paolo ci conosciamo da ragazzini. Le dico che ci parlo io. E lei piagne piu' forte, la cretina. Insomma mi stufa, cosi' la faccio scendere. Le ho pure regalato dieci euro senza fa' niente. Poi per fortuna due piazzole dopo ho trovato Irina, che e' sempre la mi' preferita.

La sera dopo al bar vedo Paolo, e gli dico: "Ah Paole', ma lo sai che iersera ho visto Irisse?". E lui: "Ah si'? E je l'hae data 'na botta?". E io: "No, no, eppoi a me me piace Irina. E' che Irisse m'ha raccontato 'na storia strana, dice che tu la volevi sfregia' e falla magna' dai maiali". E lui: "E che so', Annibbale 'l cannibbale?". E io: "Eh, je l'ho detto, ma lei piagneva, lo sai come fa". E lui: "Quella matta piagne sempre". E io: "Propio. Pero', insomma, se t'ha fatto qualche storta, non e' un motivo pe' rovinalla e falla magna' dai maiali, no?". E lui: "E chi la tocca? E poi a me d'essa nun me frega piu' gnente, se ne po' pure anna' 'ndo je pare. M'ha spezzato 'l core quella troia, 'l core m'ha spezzato, tu ce lo sai". Io non sapevo niente, ma per cortesia feci segno di si' con la testa. E lui: "Mo' me n'ho da anna' che cio' da fa', se vedemo". E io: "Se vedemo". M'ero scordato di dirgli della scritta che quella ciaveva sulla panza incisa col coltello, tanto glielo potevo dire quando lo rivedevo. Lo rivedo la sera dopo ma prima che gli dico io della cicatrice lui mi fa: "A proposito, te volevo di' d'Irisse. E' tornata in Ucraina". E io. "Eh?". E lui: "E' tornata in Ucraina, te l'avevo detto che se ne voleva anna', no?" E io: "Si', me pare de si'". E lui: "Lo voi sape'? So' contento che se n'e' annata, m'aveva spezzato 'l core, te ricordi?". E io: "Eh si'". E lui: "Te l'aveva detto pure a te che se ne voleva anna', no?". E io: "Me sa de si', mica l'evo capito bene". E lui: "Si' che l'evi capito, me l'hae detto tu l'altra sera, te ricordi". E io: "Me sa de si'" (pero' a dire il vero mi pareva che non me l'avesse detto, ma con Paoletto tutti gli danno sempre ragione, senno' comincia a da' de matto). E lui: "Vabbe', mo' t'ho da lassa' che cio' da fa'. Ciao, eh?". E io: "Ciao, ciao, se vedemo". E lui, gia' sulla porta del bar: "Se vedemo, se vedemo". Ormai mi sembrava che non servisse piu' che gli dicessi di quella cicatrice, visto che Irisse ne n'era tornata al paese suo. Pero' non e' una storia strana quello che m'aveva detto quella sera in macchina? 'Ste femmine, chi le capisce e' bravo.

*

E Micciacorta? Ve lo ricordate Micciacorta? Mo' e' parecchio che nun se vede piu' in giro. E ce credo, sta in galera. Ma secondo me e' stata un'ingiustizia. E' stata tutta colpa dell'avvocato che non ha saputo di' quello ch'annava detto. Che poi era facile. Intanto Micciacorta lo chiamavano cosi' perche' diventava subito 'na furia, se 'ncazzava subito de tutto. Poi dopo je dispiaceva e se pentiva. Era fatto cosi', lo sapevano tutti. Magari li' per li' te dava 'no sganassone, magari pure 'na coltellata, ma poi subito dopo se pentiva e era 'l primo a 'iutatte. Apposta lo chiamavano Micciacorta, perche' scoppiava subito. Io me ricordo quanno je misero quel soprannome. Ereme regazzotti. Usci' quel film che c'era quello che diceva a quell'altro "Micciacorta" e voleva di' che scoppiava tutto. Quel film li', si', "Giu' la testa cojone". Che adesso me pare strano che se potesse scrive "cojone" sul cartellone. Boh. Comunque apposta lo chiamavemo cosi', perche' pijavo foco subbito. La su moje ce ll'eva da sape' ce ll'eva. Tant'e' nu lo conosceva, se ll'era pure sposato. E 'nvece che fa? Lo provoca. E stavano ancora in luna de miele, a Venezia, oltretutto, che e' davero peccato. A me me l'ha raccontato propio Micciacorta com'era successo. Al ristorante, davanti a tutti, lei se mette a fa' la civetta col cameriere che faceva lo spiritosetto. Li' per li' Micciacorta nun ha fatto niente. Ma se sbrigo' a fini' de cena' e riporto' la su' moje all'albergo e la lasso' legata chiusa in cammera. Poi usci' e aspetto' che 'l ristorante chudeva e che 'l cammerieretto usciva. Quello esce e lui lo chiama e gli dice se gli sa dire la strada e si fa accompagnare verso un cantone buio, e non c'e' nessuno, e basta un attimo. J'apre 'l collo che la testa era guasi del tutto staccata e tu ci potevi infilare dentro la mano e tutto il braccio e tiraje fori 'l ciarvello dala capoccia o 'l core dal petto. "Pe' magnasselo, no?" me dice Micciacorta, ma subito aggiunge: "Ma mica l'ha fatto, me fa schifo pure a me de magnasse la ciccia de li cristiani, co' tutto che se magnamo la ciccia de porco, eh, 'zi Forco'" ('l zi' Forcone sarei io, m'hanno messo 'sto soprannome perche' una volta per scherzo da giovane ho ficcato un forcone dentro la panza de uno, ma mica l'ho ammazzato). Poi lo butta dentro a un canale che a Venezia e' tutto pieno de canali. Poi va all'albergo e prima dice a la moje che j'ha fatto al cammerieretto spiritoso, e poi stenne per terra 'n'incerata (e quanno me lo racconto' io lo interruppi e gli chiesi: "E come ciavevi 'st'incerata appresso?", e lui: "Me l'ero portata da casa, n'se sa mai, po' sempre servi'", e gli era servita davvero), poi je tappa la bocca co 'n asciugamano, e poi  fa quello che doveva fa'. Insomma l'ha fatta a pezzi e com'e' come non e' e' riuscito a ficcalla dentro 'na valigia, e la mattina il viaggio di nozze era finito e gia' se ne tornava a casa. A Mestre noleggia 'na machina, se fa 'n giretto 'n campagna e trova 'l posto bono, e scarica la ciccia prima che puzza e partita finita. Adesso io non voglio dire niente, ma vi sembra giusto che dieci anni dopo, dico dieci anni dopo, si concludono le indagini e lo arrestano? In dieci anni uno ha fatto in tempo a  diventa' 'n antro omo. Pure fisicamente, no? Tutta la robba che uno se magna e sse beve e sse pippa in diecianni, e che nun cia' effetto sul metabolismo? Ma nun c'e' 'na goccia de sangue ch'e' una ch'e' la stessa de diecianni prima, no? Quante volte in diecianni uno s'e' tajato la barba, i capelli, le ugne? La pelle, la ciccia, che so' ancora le stesse? Ma faceteme 'l piacere. E' n'antro omo. E 'nvece j'hanno dato trent'anni. Se nun e' 'n ingiustizzia que'...

 

20. L'11 SETTEMBRE E NOI

 

L'11 settembre del colpo di stato in Cile.

L'11 settembre dell'attentato alle torri gemelle.

E quanti altri 11 settembre, quante altre stragi, quante altre dittature.

C'e' un solo modo per porre fine alle stragi.

C'e' un solo modo per porre fine alle dittature.

Opporsi al male facendo il bene.

Opporsi alle uccisioni salvando le vite.

Pace, disarmo, smilitarizzazione.

Soccorrere, accogliere, assistere ogni persona bisognosa di aiuto.

Riconoscere che vi e' una sola umanita' composta di persone tutte diverse l'una dall'altra e tutte uguali in dignita' e diritti.

Riconoscere che il primo diritto e' non essere uccisi, e che il primo dovere e' salvare le vite.

Ogni vittima ha il volto di Abele.

Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita' dalla catastrofe.

*

E' gia' tanto breve, tanto amara la vita; non renderla ancora piu' amara, non renderla ancora piu' breve.

Quel poco di aiuto, quel tozzo di pane, quel sorso di luce, quella parola buona e quel respiro che ti e' dato donare, e tu donali.

Alla guerra, al razzismo, al maschilismo, opponiti tu.

Allo schiavismo e all'ecocidio, opponiti tu.

Opponiti tu ad ogni fascismo.

Alla violenza che tutto distrugge opponiti tu con la scelta nitida e intransigente della nonviolenza.

Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita' dalla catastrofe.

 

==================================

ARCHIVI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO

==================================

Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino" (anno XVII)

Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it

Numero 212 del 16 novembre 2016

 

Per ricevere questo foglio e' sufficiente cliccare su:

nonviolenza-request at peacelink.it?subject=subscribe

 

Per non riceverlo piu':

nonviolenza-request at peacelink.it?subject=unsubscribe

In alternativa e' possibile andare sulla pagina web

http://web.peacelink.it/mailing_admin.html

quindi scegliere la lista "nonviolenza" nel menu' a tendina e cliccare su "subscribe" (ed ovviamente "unsubscribe" per la disiscrizione).

 

L'informativa ai sensi del Decreto legislativo 30 giugno 2003, n. 196 ("Codice in materia di protezione dei dati personali") relativa alla mailing list che diffonde questo notiziario e' disponibile nella rete telematica alla pagina web:

http://italy.peacelink.org/peacelink/indices/index_2074.html

 

Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

Gli unici indirizzi di posta elettronica utilizzabili per contattare la redazione sono: nbawac at tin.it e centropacevt at gmail.com