[Nonviolenza] La domenica della nonviolenza. 320



 

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LA DOMENICA DELLA NONVIOLENZA

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Supplemento domenicale de "La nonviolenza e' in cammino" (anno XVI)

Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it

Numero 320 del 17 maggio 2015

 

In questo numero:

1. "Wilpf Italia": Il coraggio delle donne per la pace, il 20 maggio a Roma

2. Giovanna Pagani: Cento anni di impegno della Wilpf, un incontro a L'Aja

3. Per sostenere il centro antiviolenza "Erinna"

4. "Erinna": Una riflessione svolta il 25 novembre, Giornata internazionale contro la violenza alle donne

5. "Erinna": La violenza istituzionale (a Erinna piace raccontare le storie)

6. Un incontro a Treviso su "Inquinamento ambientale: come proteggere la salute dei bambini"

7. Sul fondo del Mediterraneo

 

1. INCONTRI. "WILPF ITALIA": IL CORAGGIO DELLE DONNE PER LA PACE, IL 20 MAGGIO A ROMA

[Dalla Wilpf (la storica e prestigiosa Lega Internazionale di Donne per la Pace e la Liberta', per contatti: Wilpf Italia onlus, via Misurina 69, 00135 Roma, presidente Antonia Sani, e-mail: antonia.sani at alice.it, tel. e fax: 063723742) riceviamo e diffondiamo]

 

Era il 28 aprile 1915 quando oltre mille donne provenienti dai paesi in guerra e dagli Stati Uniti d'America si sono incontrate a L'Aja per dire no all'inutile strage e prospettare l'unica strategia possibile per un percorso di pace: pace nella giustizia sociale.

Da li' e' nato il primo nucleo della Women's International League for Peace and Freedom: la Wilpf che il 28 aprile scorso ha festeggiato a L'Aja il suo centenario.

Oggi la Wilpf e' diffusa in tutti i continenti ed opera per la difesa dei diritti umani, contro la violenza sulle donne, per il disarmo nucleare totale, per un'educazione alla pace nella giustizia sociale ed economica.

Noi Wilpf Italia vogliamo onorare questo importante anniversario con un seminario dedicato alle donne di Wilpf Italia, che nei difficili contesti postbellici si sono coraggiosamente battute per affermare i principi di uguaglianza, di solidarieta', di liberta' di coscienza.

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Mercoledi' 20 maggio 2015, alle ore 15,30, presso l'Universita' Roma Tre, aula magna del rettorato, via Ostiense 169 (metro B fermata San Paolo) seminario su "Il coraggio delle donne per la pace. Dagli anni Venti al secondo dopoguerra".

Alle ore 21, presso la Casa internazionale delle donne, via della Lungara 19 (primo piano), spettacolo teatrale "Le Figlie dell'Epoca" di Roberta Biagiarelli.

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Per informazioni e contatti: Wilpf Italia onlus, via Misurina 69, 00135 Roma, presidente Antonia Sani, e-mail: antonia.sani at alice.it, tel. e fax: 063723742.

 

2. INCONTRI. GIOVANNA PAGANI: CENTO ANNI DI IMPEGNO DELLA WILPF, UN INCONTRO A L'AJA

[Dalla Wilpf (la storica e prestigiosa Lega Internazionale di Donne per la Pace e la Liberta', per contatti: Wilpf Italia onlus, via Misurina 69, 00135 Roma, presidente Antonia Sani, e-mail: antonia.sani at alice.it, tel. e fax: 063723742) riceviamo e diffondiamo.

Giovanna Pagani e' presidente onoraria di Wilpf-Italia]

 

1915-2015, dopo cento anni di impegno della Wilpf per una pace duratura, sviluppiamo una cultura della Resistenza.

Dal 27 al 29 aprile L'Aja ha ospitato piu' di mille donne di tutti i continenti che hanno colorato coi loro volti e i loro vestiti multietnici il World Forum pulsante di energia per il cambiamento. Eravamo li' riunite per celebrare il Centenario della Wilpf, Lega Internazionale di Donne per la Pace e la Liberta': ong internazionale con status consultivo presso l'Onu e le sue Agenzie.

Assieme a noi anche un significativo gruppo di uomini che nel mondo ci affiancano nella lotta contro il patriarcato che si nutre di una cultura violenta, imponendo guerre, sfruttamento, devastazione dell'ambiente, e si perpetua attraverso modelli identitari di genere, al maschile e al femminile, lesivi dei diritti umani. Alcuni nomi: Anthony Keedi (Libano) del Resource Center for Gender Equality; Colin Archer (Svizzera) segretario generale International Peace Bureau e copromotore della Campagna Globale per l'Educazione per la Pace; Dean Peacock (Sud Africa) direttore di Sonke Gender Justice; Oswaldo Montoya (Nicaragua) coordinatore di gruppi di Uomini contro la violenza.

Emozionante l'attesa della grande apertura. Sul palco il nuovo direttivo Wilpf votato dal Congresso Internazionale (trecento delegate da quaranta paesi) che ha preceduto il Centenario (dal 21 al 25 aprile nel Peace Palace sede del Tribunale Internazionale di Giustizia): Kozue Akibayashi, la presidente (Giappone), con le quattro vicepresidenti: Joy Ada Onyesoh (Nigeria), Catia Confortini (Usa), Sameena Nazir (Pakistan), Margrethe Kvam Tingstad (Norvegia).

Forte, determinata e combattiva anche la segretaria generale della Wilpf, Madeleine Rees: "E' inaccettabile una sicurezza basata sul militarismo e la guerra. Dobbiamo esigere la pace attraverso un forum di dialogo che unisca uomini e donne che credono nella pace attraverso la giustizia. Dobbiamo essere la forza motrice per porre fine alla guerra".

Presentato il Manifesto Wilpf 2015 (frutto di un anno di lavoro tra le sezioni) che oltre a ricordare le gloriose radici, "celebra la nostra sopravvivenza, la nostra persistenza e il nostro invariato impegno con l'ideale che ci ha dato vita: la pace universale e duratura con giustizia e liberta' (...) Siamo determinate a far crescere la Wilpf e a renderla piu' efficace, ad amplificare e mobilitare l'energia delle donne di tutto il mondo per porre fine al militarismo come mentalita', alla militarizzazione come processo e alla guerra come pratica (...) Rovesceremo le strutture di potere che lo promuovono: il capitalismo e il suo sistema di classe, il patriarcato con la sua gerarchia di genere e il nazionalismo con la sua classificazione razzista dei differenti popoli".

Una dimensione emotiva condivisa era quella di continuare a pensare alle nostre antenate: a cento anni di distanza eravamo all'altezza dell'esempio delle nostre coraggiose pioniere di pace? Tra quelle donne anche un'italiana, l'unica: Rosa Genoni, socialista e successivamente antifascista, futura presidente della sezione Wilpf Italia (1915).

Invitate speciali cinque donne Premio Nobel per la Pace: un toccante esempio di quella energia che le donne sanno sprigionare quando agiscono con determinazione per la pace e i diritti umani.

Shirin Ebadi (2003, Iran): "Contro lo Stato Islamico non servono i bombardamenti, ma una corretta interpretazione della religione. Chiedo agli Stati Uniti e all'Occidente di non buttare bombe ma libri. Auspico una Convenzione internazionale che destini il 10% delle spese militari all'educazione".

Mairead Maguire (1976, Irlanda del Nord): "Mi sento vicina alla visione di pace della Wilpf e di Bertha von Suttner: usare la forza del dialogo e della diplomazia, non la forza delle armi. Gli Stati Uniti potrebbero essere i capofila della pace e invece sono impegnati in una deplorevole corsa al riarmo. Le donne devono essere promotrici di pace, difendere la vita che generano dimostrando consapevolezza evolutiva, perche' il vero spirito dell'umanita' e' amarsi ed essere amati. La pace e' un diritto dell'umanita' e io sono impegnata per il rispetto della sovranita' dei popoli".

Leymah Gbowee (2011, Liberia): "Finalmente l'Africa e' rappresentata (cinque sezioni Wilpf e altre importanti associazioni). Sono felice che ci siano uomini tra noi e con noi: vedranno cosa succede quando le donne possono esprimersi con liberta'. La guerra e' un sacrificio inutile. Noi donne siamo capaci di trasformare il dolore in energia per la pace. Dobbiamo fare l'impensabile: abbiamo fatto anche lo sciopero del sesso per convincere gli uomini a lottare con noi. Attiviamo il pensiero positivo per ribellarci al potere. Nell'Onu il diritto di veto e' sbagliato".

Jody Williams (1997, Stati Uniti): "Ho preso il Premio Nobel per la campagna contro le mine anti-persona, ma ora ci sono addirittura i robot-assassini. Il militarismo e' l'estensione fallica del potere dell'uomo. La guerra non e' un fatto eroico. E' eroico unirsi come societa' civile disarmata e battersi per una causa comune. Le 'risoluzioni degli uomini' non portano la pace. La pace e' la reale sicurezza umana e significa: casa, cibo, accesso alla salute, lavoro dignitoso, ambiente sicuro. Che non si parli delle donne senza le donne. Noi siamo le sopravvissute della violenza e dobbiamo essere unite contro la guerra e per la pace". Ora Jody e' presidente di Nobel Women's Initiative: sei donne Nobel che lavorano congiuntamente per promuovere una pace duratura con giustizia ed eguaglianza.

Avrebbe dovuto essere al Centenario Wilpf anche la giovane yemenita Tawakkol Karman, Nobel per la pace 2011, giornalista e avvocato cofondatrice nel 2005 del gruppo "Giornaliste senza catene" e simbolo della rivolta nello Yemen, ma ragioni politiche non lo hanno consentito.

Molto applaudito il forte attacco ai deplorevoli meccanismi del mondo mediatico della giornalista Amy Goodman: "Noi siamo una maggioranza silenziata dall'ipocrisia dei mass-media". La Goodman ha ricevuto importanti riconoscimenti per il suo giornalismo investigativo: Premio Gandhi e Premio Nobel alternativo. E' cofondatrice del programma "Democracy Now".

Attesissimo l'intervento di Edhit Ballantyne, wilpfer dal 1941, segretaria generale per 23 anni, presidente e ora membro del Comitato internazionale Wilpf. Polacca, di famiglia socialista e antinazista, all'eta' di 16 anni era rifugiata politica in Canada. Del suo ingresso nella Wilpf ricorda l'accoglienza calorosa delle donne: "Non avevo capito bene cosa fosse quell'associazione, ma stavo bene: era per la pace e dicevano che c'era un'alternativa al capitalismo. Ora siamo schiavi del caos finanziario, il mondo e' molto complesso e le guerre continuano. Ma la strategia individuata dalle pioniere del 1915 e' valida ancora oggi".

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E davvero esemplare fu la strategia enucleata dalle pioniere wilpfers riunite in congresso a L'Aja dal 28 aprile al primo maggio 1915 per mettere fine "all'inutile massacro" della guerra in corso. Decisero pero' che si doveva non parlare delle cause di quella guerra (si sarebbero potute scatenare sterili conflittualita') bensi' cercare strumenti di mediazione immediata tra i paesi belligeranti e soprattutto identificare le cause profonde della guerra per bandirla dalla storia dell'umanita'. Erano 1.136 donne appartenenti a dodici nazioni, inclusi i paesi belligeranti. Ma sarebbero state il doppio se le avessero lasciate viaggiare tutte: le Inglesi vennero bloccate a Dover, altre non ottennero il visto e le americane arrivarono con ritardo. Loro deliberarono: disarmo in primis, giustizia e liberta' come le fondamenta per una pace duratura, educazione per la pace, soluzione pacifica dei conflitti. Alla fine dei quattro giorni decisero la costituzione del Comitato Internazionale di Donne per la Pace Permanente che, nel successivo congresso di Zurigo del 1919, prese l'attuale nome di Wilpf (Lega Internazionale di Donne per la Pace e la Liberta').

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E noi, li' riunite col lascito di quelle coraggiose pioniere di pace, saremmo state all'altezza delle difficili sfide di un mondo globalizzato e detenuto dal complesso militare-industriale-mediatico? Come fronteggiare il neoliberismo che genera diseguaglianze oscene, accordi economici segreti e senza etica, commercializzazione di tutto compreso i bambini, cinquanta milioni di rifugiati, milioni di migranti, devastazione dell'ambiente, cambio climatico, violenze di ogni tipo?

Sempre Edhit Ballantyne con la sua storica saggezza ci indicava il cammino: "Le sfide sono grandissime, il tempo e' poco e i cambiamenti sono urgenti ma difficili. Dunque: determinazione, unita' e grandi manifestazioni di massa come negli anni '80".

Si sono alternate sezioni plenarie, workshop, riunioni regionali. E poi film, marketplace multietnico, mostre sull'impegno della Wilpf per il disarmo nucleare 1915- 2015, performance sulla raccolta di sei milioni di firme nel 1932 portate a Ginevra alla Conferenza Mondiale sul Disarmo: iniziativa che ha dimostrato non solo il forte desiderio di disarmo nel mondo, ma anche la stretta connessione tra guerra e industria delle armi. E poi il documentario sul Treno di Pace Helsinki-Pechino, e l'esibizione dedicata al ruolo della Wilpf per arrivare alla risoluzione 1325 del Consiglio di sicurezza dell'Onu che chiede la partecipazione delle donne nei negoziati di pace e nelle fasi di prevenzione delle guerre. Ma anche un festival finale con la danza mesopotamica e ogni giorno un'ora di yoga per iniziare bene i lavori, all'interno di tanti altri spazi creativi.

Durante l'ultima plenaria dedicata ai "Principi per la costruzione di una pace duratura", centrale e' stata la questione delle Nazioni Unite. Cosi' si e' espressa Radhika Coomaraswam (ex Sottosegretario generale delle Nazioni Unite e Rappresentante speciale per i bambini nei conflitti armati): "Le Nazioni Unite si sono militarizzate, ed anche le Agenzie spesso agiscono col timore di offendere i governi, invece occorre investire in prevenzione e vigilare sull'uso della violenza. Bisogna esigere che gli stati che causano le guerre siano puniti per i loro crimini. La Nato ha aperto il vaso di Pandora: ha devastato regioni intere con 26 'interventi umanitari' che erano solo a scopo militare".

Hakima Abbas (Associazione per i diritti delle donne nello sviluppo) e' intervenuta sul tema del fondamentalismo: "Esiste un'epidemia di fondamentalismi: quello islamico, quello bianco in Usa contro i neri, quello cattolico. Sicuramente non e' una questione religiosa. I fondamentalismi sono tutti caratterizzati da assolutismo, intolleranza, violenza, e alla base hanno il patriarcato. Le culture invece sono dinamiche. Occorre sviluppare una cultura della resistenza, antipatriarcale, che sappia individuare il fine comune: difendere l'umanita'".

Centrale anche l'analisi sul militarismo di Cynthia Enloe (wilpfer esperta in femminismo e smilitarizzazione): "Il militarismo e' un processo sottile, pervasivo, che si avvale dell'appoggio di molti gruppi sociali e si nutre di pratiche mediatiche che lo rendono seducente. Cerca di essere attrattivo anche con le donne, alimentando in loro fin da bambine la necessita' di essere protette dagli uomini, e gli uomini armati sono i protettori perfetti".

La plenaria conclusiva "Insieme possiamo forgiare l'agenda della pace del XXI secolo" ha sintetizzato i tre giorni di lavoro. Protagoniste le tre giovani wilpfers responsabili dei gruppi permanenti di lavoro internazionale: Maria Munoz Maraver (Direttrice Programma Diritti umani e Potere di Genere), Ray Acheson (Direttrice Programma Disarmo), Maria Butler (Direttrice Programma Donne Pace e Sicurezza). Nuova parola d'ordine: "Sviluppiamo una cultura della Resistenza per la giustizia e la liberta'. Donne e uomini uniti in un 'noi' che vuole sradicare il patriarcato".

 

3. BUONE AZIONI. PER SOSTENERE IL CENTRO ANTIVIOLENZA "ERINNA"

 

Per sostenere il centro antiviolenza di Viterbo "Erinna" i contributi possono essere inviati attraverso bonifico bancario intestato ad Associazione Erinna, Banca Etica, codice IBAN: IT60D0501803200000000287042.

O anche attraverso vaglia postale a "Associazione Erinna - Centro antiviolenza", via del Bottalone 9, 01100 Viterbo.

Per contattare direttamente il Centro antiviolenza "Erinna": tel. 0761342056, e-mail: e.rinna at yahoo.it, onebillionrisingviterbo at gmail.com, sito: http://erinna.it

Per destinare al Centro antiviolenza "Erinna" il 5 per mille inserire nell'apposito riquadro del modello per la dichiarazione dei redditi il seguente codice fiscale: 90058120560.

 

4. REPETITA IUVANT. "ERINNA": UNA RIFLESSIONE SVOLTA IL 25 NOVEMBRE, GIORNATA INTERNAZIONALE CONTRO LA VIOLENZA ALLE DONNE

[Riproponiamo il seguente testo]

 

Per il 25 novembre le sparano grosse...

- Governo: l'ultimo bando per i Centri Antiviolenza e le Case delle donne e' del 2011. Le associazioni che hanno vinto il bando del 2011 per aprire una Casa Rifugio sono sospese nel limbo dell'attesa, nonostante le assicurazioni di previsione di un sostegno strutturato.

Si vanta dell'entrata in vigore della convenzione di Istanbul, fa campagne mediatiche e null'altro.

- Regione (nel nostro caso Lazio): fa proclami di stanziamenti di fondi in bilancio per il sostegno diretto ai Centri riconosciuti; dei fondi per il 2014 non se ne ha notizia.

Organizza eventi per pubblicizzare il suo sostengo alle associazioni che gestiscono Centri e Case rifugio e lascia le associazioni in balia delle indifferenze locali.

- Enti locali (nel nostro caso Provincia e Comune di Viterbo): rimangono indifferenti alle difficolta' in cui versa il Centro antiviolenza storico del territorio.

Al di la' di enunciazioni di circostanza... niente altro.

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Erinna e' un'associazione di donne che si occupa della violenza di genere da oltre 16 anni nella provincia di Viterbo, capoluogo compreso. Fin dalla costituzione del 1522, numero ministeriale, le richieste di aiuto che competono alla Provincia di Viterbo vengono inviate al Centro antiviolenza Erinna. Erinna aveva con la Provincia una convenzione che e' stata unilateralmente interrotta dall'ente nel febbraio 2012. Le attivita' di Erinna e del Centro antiviolenza non si sono mai interrotte.

Nel giugno 2012 Erinna vince il bando ministeriale del 2011, mantiene le attivita' del Centro antiviolenza e apre la Casa rifugio.

I finanziamenti regionali del 2012, arrivati presso le casse del Comune capoluogo nel novembre 2013, non vengono erogati ad Erinna perche' il Comune di Viterbo non ha mai stipulato una convenzione con Erinna e non riconosce il Centro antiviolenza come destinatario dei fondi. La Regione - pur avendo coinvolto Erinna per consulenze e tavoli di lavoro sulla violenza di genere gia' dal 2011, nonche' nel processo di scrittura partecipata della legge regionale licenziata nel marzo 2013 - sostiene di non poter riconoscere Erinna quale Centro antiviolenza della provincia di Viterbo perche' questa non ha una convenzione con gli Enti locali!

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Il Governo non ha mantenuto l'impegno di emanare nuovi bandi dopo il 2011.

La Regione non ha mantenuto l'impegno di finanziare direttamente i Centri con esperienza e riconosciuti nella sua stessa mappatura.

La Provincia non si capisce quale ruolo debba avere, se scompare oppure no.

Il Comune capoluogo e', da sempre, ignaro o indifferente rispetto ai destini delle donne, nonostante il triste primato della cronaca locale che racconta di piu' di un femminicidio.

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A questo punto ci chiediamo:

- che fine fanno i soldi di Erinna del 2012 - spese che Erinna ha anticipato, sostenuto e rendicontato?

- perche' dobbiamo pagare noi per la miopia e l'incapacita' politica di assumersi una qualsiasi responsabilita' rispetto a quello che sta accadendo?

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Il 25 novembre, giornata internazionale contro la violenza alle donne, e' l'occasione per le Istituzioni di mettersi in vetrina e di pubblicizzare sostegni inesistenti, tanto la potenza della loro comunicazione mediatica sara' difficile da smontare, ma l'effetto della fandonia sara' potente sulla pelle delle donne.

Associazione Erinna

Comunicato stampa del 25 novembre 2014

 

5. REPETITA IUVANT. "ERINNA": LA VIOLENZA ISTITUZIONALE (A ERINNA PIACE RACCONTARE LE STORIE)

[Riproponiamo il seguente testo]

 

Che cos'e' la violenza istituzionale?

E' una nuova (?) forma di violenza - piu' o meno intenzionale - praticata dal Governo, dalla Regione, dalla Provincia, dal Comune, ovvero da quelle istituzioni che sono preposte ad emanare leggi, delibere e quant'altro per regolare il vivere sociale in modo da migliorarne le condizioni, si pensa.

Dipende.

La nostra storia dimostra come queste istituzioni - dalla piu' autorevole e lontana dai luoghi ove accadono cose, scendendo fino alla piu' vicina alle cittadine e ai cittadini - possano distruggere, annientare anni di costruzione di percorsi e progetti per il radicamento di un'esperienza eccellente.

Quando e' nata Erinna nel territorio viterbese non c'era parola sulla violenza alle donne.

Erinna, nel corso di 18 anni, ha resistito all'indifferenza, ha guadagnato spazi di territorio per il confronto, ha conquistato stima e rispetto impegnandosi giorno dopo giorno, senza cercare scorciatoie negli appoggi politici, ma tentando di ottenere dai politici un consenso pubblico sulla tematica - a singhiozzo e a macchia di leopardo, a volte, a tratti, e' arrivato.

Erinna, presentandosi da sola senza partner pubblici, ha vinto un bando importante (2011) - solo tre progetti sono stati finanziati nel centro Italia - (Governo Berlusconi); Erinna e' nella task force interministeriale contro la violenza di genere - tavolo educazione - (Governo Monti e Letta).

Erinna e' stata chiamata dalla Regione Lazio come consulente ai tavoli tematici, alla stesura della legge contro la violenza alle donne 19/2014 (sia Presidenza Polverini, sia Presidenza Zingaretti).

Erinna aveva una convenzione con la Provincia di Viterbo dal 2006 che nel febbraio 2012 e' stata annullata dalla Provincia unilateralmente - praticamente la Provincia trasferiva a Erinna i finanziamenti regionali, salvo qualche piccolo sostegno in mancanza di questi -.

Il Comune di Viterbo non ha mai considerato Erinna una risorsa del territorio - ne' le sue cittadine in difficolta', ci viene da dire - qualsiasi amministrazione si sia avvicendata - fino alla odierna regnante che nega ad Erinna il finanziamento regionale del 2012,  giacente presso le sue casse dal novembre 2013.

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Gli imbrogli

L'allora governo Berlusconi si "sparava le pose" per aver destinato 2.000.000 di euro per i centri antiviolenza e la sicurezza delle donne. Parte di quei soldi furono destinati ad un bando del 2011 che aveva tra gli obiettivi quello di redigere un registro con i centri promotori e vincitori di progetti. I progetti finanziati non potevano essere attivati e poi non avere seguito (sembra logico, no?), quindi, ci veniva assicurato, sarebbe seguito un altro bando per continuare a gestire le case rifugio aperte con il primo bando. Tra l'altro, il primo bando obbligava a tenere e gestire la casa rifugio per altri due anni oltre il progetto anche in assenza di finanziamento pubblico - la fregatura era scritta, ma non l'abiamo voluta capire, perche' assurda. Cio' che e' assurdo per le/i comuni mortali non lo e' per le istituzioni. Infatti i Governi del dopo Berlusconi non hanno piu' emesso bandi. I progetti giungono a termine e, nel caso di Erinna, ci si ritrova senza finanziamenti e con una casa rifugio da gestire in maniera coatta.

Vatti a fidare.

Passano quattro anni e Stato e Regioni finalmente si mettono d'accordo su come dare ai Centri antiviolenza i finanziamenti: lo Stato passa i soldi alle Regioni che, nel caso della Regione Lazio, aggiunge dei fondi propri (meraviglie del governo Renzi).

25 novembre 2015: la Regione Lazio "si spara le pose" dicendo che destina alla prevenzione contro la violenza alle donne 1.500.000 di euro e dichiara, anche, che a Viterbo non esiste un centro antiviolenza e che ne istituira' due nuovi... (meraviglie della Regione Lazio).

Erinna ha un Centro Antiviolenza da gestire, una Casa Rifugio da gestire e intanto scopre che non esiste, deve ricorrere ad un prestito bancario perche' e' mancato il finanziamento del 2012 - scopre che non esisteva neanche allora (meraviglie del Comune di Viterbo).

Pero'... e' strano perche' esponenti del Comune, delle Forze dell'Ordine, della Societa' Civile c'erano il 13 dicembre 2013 all'inaugurazione della nuova sede del Centro Antiviolenza e dell'apertura della Casa Rifugio.

Pero'... ci chiediamo perche' la Regione non dice che dei fondi che stanzia ben 853.048,22 euro sono dello Stato e sono destinati ai centri antiviolenza e alle case rifugio pubbliche o private gia' esistenti in ogni regione? perche' Erinna non deve avere almeno la parte statale dei finanziamenti, visto che lo Stato avrebbe dovuto garantire la sopravvivenza di strutture che ha incentivato ad aprire?

Pero'... la Regione potrebbe emettere una deliberazione a correzione di quella criminale n. 830 del 25 novembre 2014 e del suo Allegato A "Criteri e modalita' di ripartizione delle risorse finanziarie del Fondo per le politiche relative ai diritti e alle pari opportunita' assegnate alla Regione Lazio con D.P.C.M. 24 luglio 2014 e delle risorse regionali - annualita' 2014", nella quale l'assenza del Centro Erinna dall'elenco delle strutture presenti sul territorio della Regione disconosce il lavoro di anni.

Erinna e le donne dei Centri Antiviolenza e delle Case Rifugio della regione si sono battute per anni per il riconoscimento della violenza di genere e hanno fornito alla politica, su un piatto d'argento, la possibilita' di una presa di parola impensabile senza la costante lotta delle donne.

Erinna e le altre sanno che questa parola rischia di essere rimangiata alla prima occasione.

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Associazione Erinna, l'associazione che non c'e'.

Viterbo, 30 aprile 2015

 

6. INCONTRI. UN INCONTRO A TREVISO SU "INQUINAMENTO AMBIENTALE: COME PROTEGGERE LA SALUTE DEI BAMBINI"

[Riceviamo e diffondiamo.

Antonella Litta svolge l'attivita' di medico di medicina generale a Nepi (Vt). E' specialista in Reumatologia ed ha condotto una intensa attivita' di ricerca scientifica presso l'Universita' di Roma "la Sapienza" e contribuito alla realizzazione di uno tra i primi e piu' importanti studi scientifici italiani sull'interazione tra campi elettromagnetici e sistemi viventi, pubblicato sulla prestigiosa rivista "Clinical and Esperimental Rheumatology", n. 11, pp. 41-47, 1993. E' referente locale dell'Associazione italiana medici per l'ambiente (International Society of Doctors for the Environment - Italia) e per questa associazione e' responsabile e coordinatrice nazionale del gruppo di studio su "Trasporto aereo come fattore d'inquinamento ambientale e danno alla salute". E' referente per l'Ordine dei medici di Viterbo per l'iniziativa congiunta Fnomceo-Isde "Tutela del diritto individuale e collettivo alla salute e ad un ambiente salubre". Gia' responsabile dell'associazione Aires-onlus (Associazione internazionale ricerca e salute) e' stata organizzatrice di numerosi convegni medico-scientifici. Presta attivita' di medico volontario nei paesi africani. E' stata consigliera comunale. E' partecipe e sostenitrice di programmi di solidarieta' locali ed internazionali. E' impegnata nell'Associazione nazionale partigiani d'Italia (Anpi) a livello locale e provinciale. Fa parte di un comitato che promuove il diritto allo studio e il diritto all'abitare con iniziative di solidarieta' concreta. Presidente del Comitato "Nepi per la pace", e' impegnata in progetti di educazione alla pace, alla legalita', alla nonviolenza e al rispetto dell'ambiente. E' la portavoce del Comitato che si e' opposto vittoriosamente all'insensato ed illegale mega-aeroporto di Viterbo salvando la preziosa area naturalistica, archeologica e termale del Bullicame di dantesca memoria e che s'impegna per la riduzione del trasporto aereo, in difesa della salute, dell'ambiente, della democrazia, dei diritti di tutti. Come rappresentante dell'Associazione italiana medici per l'ambiente (Isde-Italia) ha promosso una rilevante iniziativa per il risanamento delle acque del lago di Vico e in difesa della salute della popolazione dei comuni circumlacuali. E' oggi in Italia figura di riferimento nella denuncia della presenza dell'arsenico nelle acque destinate al consumo umano, e nella proposta di iniziative specifiche e adeguate da parte delle istituzioni per la dearsenificazione delle acque e la difesa della salute della popolazione. Per il suo impegno in difesa di ambiente, salute e diritti alla dottoressa Antonella Litta e' stato attribuito il 6 marzo 2013 a Roma il prestigioso "Premio Donne, Pace e Ambiente Wangari Maathai" con la motivazione: "per l'impegno a tutela della salute dei cittadini e della salubrita' del territorio". Il 18 ottobre 2013 ad Arezzo in occasione delle settime "Giornate italiane mediche per l'ambiente" le e' stato conferito il prestigioso riconoscimento da parte della "International Society of Doctors for the Environment" con la motivazione: "per la convinta testimonianza, il costante impegno, l'attenzione alla formazione e all'informazione sulle principali problematiche nell'ambito dell'ambiente e della salute". Il 25 novembre 2013 a Salerno le e' stato attribuito il prestigioso Premio "Trotula de Ruggiero"]

 

Si e' svolto venerdi' 8 maggio 2015 a Treviso un incontro sul tema "Inquinamento ambientale: come proteggere la salute dei bambini".

L'incontro, promosso da un gruppo di genitori di alunni della scuola primaria "Anna Frank" dell'istituto comprensivo III "Felissent" di Treviso, ha registrato, nell'aula magna della scuola media "Felissent", una attenta partecipazione oltre che di genitori, di docenti, del dirigente scolastico e di altri cittadini.

La dottoressa Antonella Litta, referente dell'Associazione italiana medici per l'ambiente - Isde (International Society of Doctors for the Environment), ha introdotto la sua relazione sottolineando come responsabili dell'inquinamento diffuso del pianeta siano state e siano le scelte che hanno privilegiato e continuano a privilegiare l'utilizzo di combustibili fossili a scopo energetico, le attivita' industriali che hanno immesso nell'ambiente oltre centomila nuove sostanze di sintesi chimica (molte tra quelle studiate hanno azione tossica e/o cancerogena), le pratiche agricole intensive ed incentrate sull'uso di pesticidi e fertilizzanti, l'allevamento intensivo degli animali, la mobilita' generale incentrata sul trasporto automobilistico individuale invece che sul trasporto collettivo (e delle merci su rotaia) e l'incremento del trasporto aereo determinato soprattutto dai voli low-cost, impiegati anche su brevi tratte e perlopiu' al servizio del cosiddetto turismo "mordi e fuggi" che poco, se non nulla, apporta alle economie locali.

Queste scelte, figlie di una concezione economica fondata sullo sfruttamento esasperato delle risorse del pianeta e degli esseri umani - ha proseguito la dottoressa Litta -, hanno generato l'inquinamento delle matrici fondamentali per la vita, ovvero dell'acqua, dell'aria, dei suoli e cosi' dell'intera catena alimentare.

Le mancate o parziali attuazioni in Italia delle leggi in materia di prevenzione, protezione e tutela di ambiente e salute e degli articoli della Costituzione hanno di fatto agevolato questi fenomeni e contribuito a generare la grave situazione sanitaria vissuta dalle popolazioni italiane in termini di aumento delle malattie cardiovascolari, respiratorie, cronico-degenerative e neoplastiche.

Una situazione sanitaria - ha proseguito la referente dell'Isde - fonte di grande preoccupazione in quanto i rischi legati all'inquinamento sono tanto maggiori quanto piu' precoce e' l'esposizione del soggetto, infatti i bambini sono molto piu' sensibili degli adulti all'inquinamento, e l'embrione, il feto, il neonato e il lattante lo sono ancora di piu' perche' organismi in formazione.

Una vasta letteratura scientifica, sia italiana che internazionale, conferma come sia proprio l'esposizione materno-fetale alle sostanze inquinanti capaci per le loro dimensioni di superare le barriere placentare ed ematocerebrale, la membrana cellulare e nucleare, la causa di malattie che si svilupperanno nell'infanzia e nell'eta' adulta: ben documentata la stretta relazione con le malattie neurologiche, dello spettro autistico, endocrinopatie - in particolare il diabete di tipo II e l'obesita' -, neoplasie, allergie e celiachia.

Una parte della relazione e' stata dedicata anche agli effetti dell'inquinamento acustico; secondo un recentissimo lavoro dell'Istituto  nazionale per la salute e l'ambiente dell'Olanda circa venti milioni di persone in Europa  subiscono i gravi danni di questo inquinamento che provoca effetti uditivi ed extrauditivi: ipertensione, aumento della frequenza cardiaca, malattie cardiovascolari, ansia, irritabilita', riduzione del livello di vigilanza ed attenzione, disturbi dell'apparato gastrointestinale, e nei bambini riduzione della capacita' di apprendimento.

Sempre secondo questo studio l'esposizione ad alti livelli di rumore e' stata nel 2012 la causa di circa 910.000 casi di ipertensione, 43.000 ricoveri, circa 10.000 morti premature per malattie coronariche e ictus.

Per proteggere i bambini dagli effetti dell'inquinamento acustico le Linee guida dell'Oms raccomandano che scuole e asili siano collocati lontani da aeroporti, autostrade e siti industriali, e sempre secondo queste linee guida il rumore di fondo durante le lezioni non dovrebbe essere superiore a 35 d (B)A Leq.

Al termine della relazione molte domande e considerazioni dei presenti hanno permesso un maggiore approfondimento del tema trattato e sono state avanzate una serie di proposte da sottoporre alle istituzioni competenti per ridurre l'inquinamento nella citta' di Treviso e in particolare nelle aree intorno alle scuole e per una sempre maggiore comprensione e sensibilizzazione circa il rapporto tra ambiente e salute, e a questo proposito la dottoressa Litta ha dato notizia del progetto di collaborazione con le scuole dell'Associazione italiana medici per l'ambiente denominato "L'Isde incontra la scuola".

 

7. EDITORIALE. SUL FONDO DEL MEDITERRANEO

 

Sul fondo del Mediterraneo gli esiti delle politiche razziste e assassine dei governi dell'Unione Europea.

Poiche' basterebbe che un solo governo dell'Unione Europea, quello italiano ad esempio, decidesse di prendere sul serio le giuste leggi e la vera morale, e tutte le vite dei migranti sarebbero salvate; basterebbe che un solo governo dell'Unione Europea, quello italiano ad esempio, decidesse di riconoscere a tutti gli esseri umani il diritto di giungere in modo legale e sicuro nel nostro paese, nel nostro continente, ed innumerevoli vite sarebbero salve.

Questo basterebbe, questo occorre fare.

Non fare questo, significa continuare a far morire innumerevoli innocenti.

Sul fondo del Mediterraneo gli esiti delle politiche razziste e assassine dei governi dell'Unione Europea.

 

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LA DOMENICA DELLA NONVIOLENZA

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Supplemento domenicale de "La nonviolenza e' in cammino" (anno XVI)

Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it

Numero 320 del 17 maggio 2015

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