Minime. 570



NOTIZIE MINIME DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 570 del 6 settembre 2008

Notizie minime della nonviolenza in cammino proposte dal Centro di ricerca
per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100
Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it

Sommario di questo numero:
1. La guerra continua
2. "Peacereporter": Continuano le stragi in Afghanistan
3. "Peacereporter": Continuano le stragi anche in Pakistan
4. Giuggiolone batte tutti
5. Manigoldo Sarchiaponi. L'ultima della Commissione Europea
6. Peppe Sini: Alla scuola di Aristotele. Un'insistenza
7. Il "Cos in rete" di agosto 2008
8. Alcuni estratti da "Dio la benedica dott. Kevorkian" di Kurt Vonnegut
9. Giusi Baldissone presenta "Petrarca. Lezioni e saggi" di Natalino Sapegno
10. Alfredo Barberis presenta "Fantasmi" di Tiziano Terzani
11. Francesco Terracina presenta "Liberare l'Italia dalle mafie" di
Francesco Renda
12. Silvia Tomasi presenta "Croce senza amore" di Heinrich Boell
13. Claudio Toscani presenta "Racconti e romanzi" di Carlo Cassola
14. Benedetto Vecchi presenta "Costruire la propria vita" di Ulrich Beck
15. La "Carta" del Movimento Nonviolento
16. Per saperne di piu'

1. EDITORIALE. LA GUERRA CONTINUA

Continua la guerra.
Continuano le stragi.
La guerra terrorista e stragista in Afghanistan.
La guerra cui l'Italia prende parte in violazione del diritto internazionale
e della legalita' costituzionale.
Le stragi, continuano.
La guerra, continua.
La guerra in Afghanistan, terrorista e stragista.
Noi qui, le mani sporche di sangue, di fiumi di sangue innocente.

2. GUERRA. "PEACEREPORTER: CONTINUANO LE STRAGI IN AFGHANISTAN
[Dal sito di "Peacereporter" (www.peacereporter.net) riprendiamo il seguente
articolo del 5 settembre 2008 col titolo "Raid Nato su provincia di Farah
causa sette morti. Fra loro alcuni bambini"]

Un raid aereo compiuto dai soldati della Nato nella provincia di Farah, a
est del Paese, ha causato la morte di sette civili afgani fra cui sembrano
esserci anche dei bambini. Il raid secondo quanto riferito da "Al Jazeera"
aveva lo scopo di "stanare" un importante esponente dei talebani che
probabilmente si trovava nella zona.

3. GUERRA. "PEACEREPORTER: CONTINUANO LE STRAGI ANCHE IN PAKISTAN
[Dal sito di "Peacereporter" (www.peacereporter.net) riprendiamo il seguente
articolo del 5 settembre 2008 col titolo "Attacco di aereo spia Usa nel
Waziristan: 5 morti"]

Secondo un giornalista dell'emittente "Al Jazeera" un aereo spia Usa avrebbe
lanciato tre missili contro un edificio nel villaggio di Qarwik nel
Waziristan, zona tribale pakistana nei pressi del confine con l'Afghanistan.
Il lancio di missili avrebbe causato la morte di cinque persone. L'attacco
sarebbe avvenuto perche' un'informazione giunta ai militari statunitensi
avrebbe confermato la presenza nell'edificio di alcuni cittadini stranieri
affiliati a al-Qaeda. Anche nella giornata di ieri un attacco di un aereo
senza pilota aveva causato panico nella zona del Waziristan.

4. LE NUOVE LEGGI SPIEGATE AL POPOLO. GIUGGIOLONE BATTE TUTTI

Direi una bugia se dicessi di aver sempre preso sul serio Giuggiolone.
C'e' stato un periodo, sara' durato quarant'anni, in cui tutti al paese
pensavamo che non solo non ne azzeccava una, ma che avrebbe fatto una brutta
fine. Invece peggio: divenne presidente del consiglio dei ministri del paese
di Kakania.
Se oggi mi chiedo come sia stato possibile non e' per recriminare su
qualcosa, non voglio mica finire in gattabuia. E' solo che vorrei lasciare a
futura memoria i risultati di questa mia indagine, essendo forse l'ultimo ad
avere ancora memoria degli esordi di una cosi' luminosa carriera.
*
Il primo colpo di genio fu di fondare il movimento per la riabilitazione
della menzogna come base del convivere. E di trovare eccellenti ancorche'
occulti finanziatori. Diciamo la verita': nessuno di noi credeva allora che
una cosa del genere fosse possibile. Fede ci voleva, e noi non l'avevamo.
Lui si', e coi capitali di certi amici e con le leve di certi altri, seppe
dar vita all'impresa che sappiamo.
*
Ma il secondo colpo di genio fu l'abolizione del tempo libero. Non avendo
piu' tempo libero diveniva impossibile accorgersi sia quanto gravoso fosse
il lavoro servile, sia quanto dura la fame conseguente alla precarieta' e
alla disoccupazione. Non avendo piu' tempo libero furono abolite le
opposizioni, i sindacati, le assemblee, le discussioni, le amicizie
disinteressate; e la riflessione personale, il libero pensiero, lo studio,
la contemplazione della bellezza, la ricerca della verita'; la
partecipazione consapevole alle decisioni sulle questioni di comune
interesse. Resto' solo la televisione, e dalla televisione il verbo di
Giuggiolone.
*
Il terzo colpo di genio fu l'abolizione della scrittura, e l'arresto di
quanti ancora pretendessero farne uso. Io lo so che non e' stata una sua
idea originale, che l'ha copiata da un romanzo o da un film, ma mi guardo
bene dal dirlo in giro. Non voglio mica finire in gattabuia, proprio io, che
di Giuggiolone sono compaesano, e che l'ho visto crescere, crescere,
crescere, e che per quarant'anni o giu' di li' ho pensato quello che tutti
al paese pensavamo: che non solo non ne azzeccava una, ma che avrebbe fatto
una brutta fine. Invece peggio: divenne presidente del consiglio dei
ministri del paese di Kakania.

5. LE ULTIME COSE. MANIGOLDO SARCHIAPONI: L'ULTIMA DELLA COMMISSIONE EUROPEA

Insultare, intimidire, minacciare, perseguitare e schedare i rom non e'
discriminazione su base etnica, e' un simpatico gioco di societa'.
Derubare i piu' poveri venditori ambulanti delle loro piu' povere mercanzie
non e' un furto, e' ordine pubblico.
Arrestare il povero che chiede aiuto non e' una crudelta', e' tener pulite
le strade.
*
La riduzione in schiavitu' di migliaia di innocenti, quella non merita
attenzione, e' la legge del mercato: se c'e' una domanda di sesso schiavo,
sono benemerite le mafie transnazionali che garantiscono l'offerta.
Qualche pogrom qua e la' serve a tenere in forma la nostra esuberante
gioventu', mica si puo' giocare la Champions League tutti i giorni.
La strage di migranti nel canale di Sicilia e la detenzione di innocenti in
campo di concentramento fino a un anno e mezzo, sono provvedimenti necessari
in difesa della stirpe.
*
La Commissione Europea santifica l'Italia e il suo governo: il razzismo non
e' razzista, cosi' come il fascismo non e' fascista, e la mafia e'
un'allegra comitiva e una rispettabile impresa.
A seguire: Le SS cittadini modello. I roghi dell'Inquisizione hanno salvato
tante anime. Se una donna viene uccisa e' perche' se l'e' voluta. Sola
igiene del mondo e' la guerra (e questa e' pure di cultura). E Borghezio e'
musulmano.
Ah, se non ci fosse la Commissione Europea bisognerebbe inventarla. Come il
Ku Klux Klan.

6. LETTERE. PEPPE SINI: ALLA SCUOLA DI ARISTOTELE. UN'INSISTENZA
[Riportiamo la seguente lettera aperta all'amministrazione  comunale di
Viterbo del 5 settembre 2008 - che fa seguito a quella gia' apparsa nel n.
565 di questo foglio]

Quando ero molto giovane e studiavo alla scuola di Aristotele ci insegnavano
a tirare le conseguenze.
Roba cosi':
- Se tagli la testa a un uomo?
- Lo uccidi.
- Bravo.
- Grazie.
Era una buona scuola.
*
Temo che il sindaco di Viterbo non l'abbia frequentata. Ed e' un peccato.
Se l'avesse frequentata avrebbe probabilmente appreso che se a una persona
ridotta a un'estrema poverta' e' proibito persino di chiedere l'elemosina,
e' proibito persino di svolgere piccoli servizi come lavare i vetri delle
automobili, e' proibito insomma chiedere aiuto a passanti disposti a
darglielo, tra le possibili conseguenze vi sono anche - non solo, ma anche -
le seguenti: che quella persona muoia di fame e di stenti nell'abbandono; o
anche che quella persona cerchera' altri modi di procurarsi di che vivere -
meno fiduciosi nell'altrui benevolenza, anzi.
Cosicche' il provvedimento del Comune di Viterbo, come di altri Comuni
parimenti insensati, che proibisce a chi e' nel bisogno di chiedere aiuto,
ha tra le sue possibili conseguenze il decesso della vittima, o il suo
passaggio al crimine.
Alla scuola di Aristotele lo spiegavano. A quella di Roy Bean evidentemente
no.
*
Rinnovo quindi la richiesta della revoca di quella assurda e ignobile
delibera che proibisce la carita'.
Sia revocata quella delibera sciagurata: se non per umana sensibilita', per
un mero calcolo utilitario: rischiare di indurre delle persone disperate al
crimine per poter sopravvivere non e' una buona politica amministrativa.
*
Peraltro, sempre a quella scuola, ed a molte altre degne di questo nome, si
spiegavano i due concetti seguenti, che mi sembrano ancora degni di
meditazione.
I. Che un essere umano chieda aiuto a un altro essere umano e' un diritto.
II. La solidarieta' e' il fondamento della civilta'.

7. STRUMENTI. IL "COS IN RETE" DI AGOSTO 2008
[Dall'Associazione nazionale Amici di Aldo Capitini (per contatti:
l.mencaroni at libero.it) riceviamo e diffondiamo]

Cari amici,
vi segnaliamo l'ultimo aggiornamento di agosto 2008 del Cos in rete,
www.cosinrete.it.
Ricordando il Cos (Centro di orientamento sociale) di Capitini, il primo
esperimento di partecipazione democratica alle decisioni del potere locale e
nazionale, raccogliamo e commentiamo una scelta di quello che scrive la
stampa sui temi capitiniani della nonviolenza, difesa della pace,
liberalsocialismo, partecipazione al potere di tutti, controllo dal basso,
religione aperta, educazione aperta, antifascismo.
Tra gli altri,  in questo numero ci sono: L'agnello arrostito di Gesu';
Meglio ladri che rossi; A chi giova il silenzio degli innocenti; La notte
del rogo dei libri; Fare a meno di Cristo Re; Cattolici, razzisti,
schiavisti; ecc.
La partecipazione al Cos in rete e' libera e aperta a tutti mandando i
contributi aall'indirizzo e.mail: capitini at tiscali.it o al blog del Cos:
http://cos.splinder.com
Il sito con scritti di e su Aldo Capitini e': www.aldocapitini.it

8. LIBRI. ALCUNI ESTRATTI DA "DIO LA BENEDICA DOTT. KEVORKIAN" DI KURT
VONNEGUT
[Dal sito www.tecalibri.it riprendiamo i seguenti estratti dal libro di Kurt
Vonnegut, Dio la benedica dott. Kevorkian, Eleuthera, Milano 2000 (ed.
originale: God Bless You, Dr. Kevorkian [1999]).
Kurt Vonnegut (Indianapolis, 1922 - New York, 2007) e' uno dei maggiori
scrittori del Novecento; nel 1944 prigioniero di guerra in Germania
assistette alla distruzione di Dresda. Per tutta la vita ha lottato contro
la guerra e contro ogni fascismo con le armi della poesia. Opere di Kurt
Vonnegut: romanzi: Player Piano,1952; The Sirens of Titan, 1959; Mother
Night; 1961; Cat's Cradle, 1963; God Bless You, Mr. Rosewater or Pearls
Before Swine, 1965; Slaughterhouse-Five or the Children's Crusade, 1969;
Breakfast of the Champions or Goodbye Blue Monday!, 1973; Slapstick or
Lonesome No More, 1976; Jailbird, 1979; Deadeye Dick, 1982; Galapagos, 1985;
Bluebeard, 1987; Hocus Pocus, 1990; Fates worse than death, 1991; Timequake,
1997; God Bless You, Dr. Kevorkian, 1999; raccolte di racconti: Welcome to
the Monkey House, 1968; raccolte di saggi: Wampeters, Foma & Granfalloons,
1974; Palm Sunday: An Autobiographical Collage, 1981; A Man without a
Country, 2005; opere di Kurt Vonnegut in traduzione italiana: Mattatoio n. 5
o la crociata dei bambini, Mondadori, 1970, Feltrinelli, 2003; La colazione
dei campioni. Ovvero addio triste lunedi', Rizzoli, 1974, Eleuthera, 1992,
1999, Feltrinelli 2005; Le sirene di Titano, Nord, 1981, Eleuthera, 1993,
Feltrinelli, 2006; Un pezzo da galera, Rizzoli, 1981, Feltrinelli 2004;
Madre notte, Rizzoli, 1984, Bompiani 2000, Feltrinelli 2007; Il grande
tiratore, Bompiani, 1984, 1999; Ghiaccio nove, Rizzoli, 1986, Feltrinelli,
2003; Comica finale. Ovvero non piu' soli, Eleuthera, 1990, 1998; Galapagos,
Bompiani, 1990, 2000; Perle ai porci. Ovvero Dio la benedica Mr. Rosewater,
Eleuthera, 1991, 1998, poi col titolo Dio la benedica, Mr Rosewater o perle
ai porci, Feltrinelli, 2005; Benvenuta nella gabbia delle scimmie, SE, 1991;
Hocus pocus, Bompiani, 1991, 2001; Il potere, il denaro, il sesso secondo
Vonnegut, Eleuthera, 1992; Barbablu', Bompiani, 1992; Piano meccanico,
Mondadori, 1994, SE, Feltrinelli, 2004; Catastrofi di universale follia,
Mondadori, 1994; Buon compleanno Wanda June, Eleuthera, 1995; Cronosisma,
Bompiani, 1998; Dio la benedica dott. Kevorkian, Eleuthera, 2000; Divina
idiozia. Come guardare al mondo contemporaneo, E/O, 2002; Destini peggiori
della morte. Un collage autobiografico, Bompiani, 2003; Un uomo senza
patria, Minimum Fax, 2006. Nel nostro notiziario cfr. anche "Minime" n. 64,
"La domenica della nonviolenza" n. 108, "Voci e volti della nonviolenza" n.
58]

Indice del volume
Introduzione; Dal vostro inviato nell'aldila'; Mary D. Ainsworth; Salvatore
Biagini; Birnum Birnum; John Brown; Roberta Gorsuch Burke; Clarence Darrow;
Eugene Victor Debs; Harold Epstein; Vivian Hallinan; Adolf Hitler; John
Wesley Joyce; Frances Keane; Sir Isaac Newton; Peter Pellegrino; James Earl
Ray; William Shakespeare; Mary Wollstonecraft Shelley; Philip Strax; Carla
Faye Tucker; Kilgore Trout; Isaac Asimov.
*
Da pagina 7
La mia prima esperienza di quasi morte fu dovuta a un incidente,
un'anestesia mal fatta durante un intervento per l'innesto di un triplice
bypass. Avevo gia' sentito, in qualche talk show televisivo, parecchie
persone che erano entrate nel tunnel celeste che conduce alle porte del
paradiso, e che quelle porte avevano varcato addirittura, o cosi' dicevano,
e che poi erano tornate indietro. Ma io non mi sarei sicuramente mai
avventurato di proposito in una spedizione cosi' rischiosa se non fossi
scampato alla prima, e non avrei organizzato la seconda in collaborazione
con il dottor Jack Kevorkian [J. Kevorkian e', nella realta', l'ideatore di
una "macchina" per l'eutanasia volontaria ed e' uno dei piu' noti
sostenitori americani del suicidio assistito dei malati terminali - ndt] e
il personale del carcere di Huntsville, Texas, nella cella dove si praticano
le iniezioni letali ai condannati a morte.
Le cronache che seguono furono registrate per essere trasmesse in un secondo
tempo dalla stazione radio Wnyc. Spero che diano un senso d'immediatezza.
Furono registrate tra i muri piastrellati della camera della morte di
Huntsville solo cinque o sei minuti dopo che mi ebbero sciolto dai lacci
della lettiga. Il registratore, tra parentesi, come la lettiga, era di
proprieta' della brava gente del Texas, e veniva usato abitualmente per
immortalare le ultime parole delle persone che stavano per fare un viaggio
di sola andata, tutto pagato, in paradiso.
Personalmente, a meno che non mi capiti un altro incidente, non faro' altri
viaggi di andata e ritorno. Per il bene dei miei familiari sto cercando di
ripristinare, se possibile, le mie polizze di assicurazione sulla salute e
sulla vita. Ma altri giornalisti, e forse anche turisti, seguiranno
sicuramente la strada per l'eternita', sicura e a doppio senso di
circolazione, aperta da me. Li prego di accontentarsi, come ho imparato a
fare io, delle interviste che potranno fare nei cento metri circa di terreno
libero tra la fine del tunnel celeste e le porte del paradiso.
Varcare le porte del paradiso, per allettante che sia l'intervistato
dall'altra parte, significa, come io stesso ho scoperto a mie spese, correre
il rischio che l'irascibile San Pietro, in un accesso di malumore, possa non
lasciarvi mai piu' uscire. Pensate a come sarebbero affranti i vostri amici
e i vostri familiari se, varcando le porte del paradiso per parlare,
diciamo, con Napoleone, in pratica vi suicidaste.
Sul credere o non credere nell'aldila'. Qualcuno di voi forse sa che io non
sono ne' cristiano, ne' ebreo, ne' buddista, ne' una persona appartenente a
una religione tradizionale.
Sono un umanista, il che significa, in parte, che ho cercato di comportarmi
decorosamente senza pretendere, dopo che saro' morto, ne' ricompense ne'
castighi. I miei avi tedesco-americani, il primo dei quali si stabili' nel
nostro Middle West circa all'epoca della guerra di secessione, si definivano
"liberi pensatori", che piu' o meno e' la stessa cosa. Il mio bisnonno
Clemens Vonnegut, per esempio, scrisse: "Se cio' che Gesu' diceva era buono,
cosa puo' importare se era Dio o no?".
Quanto a me, ho scritto: "Se non fosse per il messaggio di misericordia e di
pieta' contenuto nel Discorso della Montagna di Gesu', non vorrei essere un
essere umano. Preferirei essere un serpente a sonagli".
*
Da pagina 49
Durante le mie esperienze controllate di quasi morte ho incontrato Sir Isaac
Newton, morto nel 1727, lo stesso numero di volte che ho incontrato San
Pietro. Se ne stanno, tutt'e due, in fondo al tunnel celeste dell'aldila',
la' dove comincia il paradiso. San Pietro ci sta perche' e' il suo mestiere.
Sir Isaac vi resta inchiodato dalla propria insaziabile curiosita': vorrebbe
sapere cos'e' il tunnel celeste, come funziona.
Non gli basta, a Newton, negli ottantacinque anni passati sulla terra, aver
inventato il calcolo, codificato e quantificato le leggi della gravita', del
moto e dell'ottica, e avere ideato il primo telescopio riflettore. Non
riesce a perdonarsi di aver lasciato a Darwin la scoperta della teoria
dell'evoluzione, a Pasteur la scoperta dei microrganismi e a Einstein quella
della relativita'.
"Devo essere stato sordo, muto e cieco per non averle scoperte io" mi ha
detto. "Cos'avrebbe potuto esserci di piu' ovvio?".
Il mio compito consiste nell'intervistare i defunti per la Wnyc, ma questa
volta, invece, e' stato il defunto Sir Isaac Newton a intervistare me. Lui,
nel tunnel, ha potuto fare un viaggio di sola andata. Vuol sapere di cosa
sembra essere fatto, stoffa o metallo o legno o che altro. Io gli dico che
e' fatto della materia di cui sono fatti i sogni, cosa che lo lascia
monumentalmente insoddisfatto.
San Pietro gli ha citato Shakespeare: "Ci son piu' cose in cielo e in terra,
Orazio, di quante se ne sognino nella tua filosofia".
*
Da pagina 69
E' il tardo pomeriggio del 3 febbraio 1998. Mi hanno appena slegato dalla
lettiga dopo un'altra esperienza controllata di quasi morte in questa
frequentatissima cella dedicata alle esecuzioni nel carcere di Huntsville,
Texas.
Per la prima volta nella mia carriera sono stato veramente alle calcagna di
una celebrita', mentre percorrevo il tunnel celeste che porta in paradiso.
Era Carla Faye Tucker, la "cristiana rinata" che ha assassinato due
sconosciuti con un piccone. Carla Faye e' stata irreversibilmente uccisa
qui, dallo Stato del Texas, poco dopo l'ora di pranzo.
Due ore dopo, su un'altra lettiga, sono stato ucciso anch'io, ma solo per
tre quarti. Ho raggiunto Carla nel tunnel, a un centinaio di metri dalla
fine, dove ci sono le porte del paradiso. Poiche' strascicava i piedi, mi
sono affrettato ad assicurarle che non l'aspettava nessun inferno, che non
c'erano inferni in attesa di nessuno. Lei mi ha detto che era un peccato,
perche' sarebbe stata contenta di andare all'inferno, se solo avesse potuto
portarsi dietro il governatore del Texas. "E' un assassino anche lui" ha
detto Carla Faye. "Ha assassinato me".
A organizzare i miei viaggi, andata e ritorno, provvede il dottor Jack
Kevorkian. Ma ora il vostro inviato nell'aldila' deve salutarvi. Ci hanno
chiesto, a Jack e a me, di liberare la cella dove si praticano le iniezioni
letali, che dev'essere preparata per un'altra esecuzione totale. A nome di
entrambi, arrivederci.

9. LIBRI. GIUSI BALDISSONE PRESENTA "PETRARCA. LEZIONI E SAGGI" DI NATALINO
SAPEGNO
[Dal mensile "Letture", n. 613, gennaio 2005, col titolo "Il Petrarca di
Sapegno ancora oggi attuale"]

Natalino Sapegno, Petrarca. Lezioni e saggi, Aragno, 2004, pp. 360, euro 40
(a cura di Giulia Radin).
*
Operazione benemerita, questa pubblicazione della Fondazione Centro di studi
storico-letterari "Natalino Sapegno" di Aosta: i corsi universitari di
Sapegno su Petrarca costituiscono ancora un punto di riferimento.
Nato ad Aosta nel 1901 e morto quasi centenario a Roma nel 1990, Natalino
Sapegno visse intensamente il difficile secolo che gli tocco', restando
fedele alle proprie idee e alle proprie amicizie anche nei tempi piu' duri
del fascismo: a Torino, dove si laureo', tra il '22 e il '24 frequento'
Gobetti e conobbe Gramsci. Si salvo', nonostante questo. Attilio Momigliano,
invece, non fu cosi' fortunato: era ebreo e nel '38 fu licenziato
dall'Universita' di Firenze. L'estetica crociana, verso cui Momigliano
nutri' qualche diffidenza, fu abbracciata proprio da Sapegno, che la nutri'
di solide basi filologiche, avviando quegli studi sul Petrarca e il
petrarchismo che rappresentano ancora oggi un punto di partenza per gli
studiosi.
In effetti, chi rilegge oggi quegli studi rimane colpito dalla modernita'
del taglio e dalla ricchezza documentaria. A partire dalla giusta importanza
data al Canzoniere da Croce, Sapegno indica la figura del poeta come vera
protagonista della raccolta, individuandone la modernita' nelle
caratteristiche di diario intimo, in cui la poesia assume una funzione
sostitutiva della realta'.
L'ampia panoramica di lavori sulla fortuna critica del Petrarca esprime la
misura degli studi, anche comparatistici, avviati in quegli anni da Sapegno.
Se si pensa che ancora oggi la comparatistica rimane poco frequentata, si
deve riconoscere la lungimiranza di chi in quella direzione e con quelle
difficolta' si mosse per primo, lasciando tracce ancora cosi' importanti.

10. LIBRI. ALFREDO BARBERIS PRESENTA "FANTASMI" DI TIZIANO TERZANI
[Dal mensile "Letture", n. 649, agosto-settembre 2008 col titolo "Gli eccidi
di Pol Pot visti da un cronista"]

Tiziano Terzani, Fantasmi. Dispacci dalla Cambogia, Longanesi, 2008, pp.
374, euro 18,60.
*
La Cambogia e' stata un grande amore di Tiziano e come ogni amore lo ha
fatto soffrire, scrive Angela Terzani Staude nell'introduzione di questo
libro che raccoglie le corrispondenze cambogiane del marito, pubblicate su
"Der Spiegel", "Il Giorno", "L'Espresso", "La Repubblica", il "Corriere
della Sera", dal 1973, data che segna il nascere dell'armata rivoluzionaria
dei khmer rossi, al 1994, anno della morte del sanguinario Pol Pot, e
un'intervista inedita del 1980 all'esiliato re Sihanouk, che sarebbe tornato
al potere nel maggio del 1993.
Terzani, come altri reporter europei e americani, all'inizio aveva creduto
all'utopia comunista, volta a combattere una monarchia corrotta, ma tornato
piu' volte nel martoriato Paese asiatico, devastato prima dalle bombe Usa,
poi letteralmente decimato da un pugno di fanatici criminali, aveva
constatato di persona i sistematici massacri compiuti in nome di una
concezione malata del marxismo. Non solo: aveva anche dovuto, con sdegno,
registrare il fatto che, grazie a cavilli diplomatici, gli stessi assassini
non solo non erano stati assicurati alla giustizia, come era avvenuto per i
capi nazisti, ma erano addirittura accolti, si potrebbe dire con una
sinistra metafora, "con i tappeti rossi" nelle sedi dell'Onu.
Questi drammatici, inquietanti "dispacci dalla Cambogia", come recita il
sottotitolo, conservano, a distanza di decenni, l'immediatezza di scritti in
presa diretta. Lodevolmente i curatori dell'antologia hanno pubblicato,
quando lo hanno rintracciato, il breve telex (allora non esistevano i
computer...) con cui Terzani presentava l'articolo al direttore o
caposervizio competente. Sono piccoli spiragli sulla vita professionale e
privata del grande inviato (spiega in che albergo alloggia o che la moglie
ha un problema familiare, o che fa un salto a Cambridge per la laurea della
figlia...), spiragli che, insieme al diario del viaggio compiuto con i figli
Folco e Saskia nell'amatissima citta' sacra di Angkor, emersa dalla giungla
ai primi del '900, rendono le sue corrispondenze piu' autentiche e toccanti.

11. LIBRI. FRANCESCO TERRACINA PRESENTA "LIBERARE L'ITALIA DALLE MAFIE" DI
FRANCESCO RENDA
[Dal quotidiano "Il manifesto" del 6 giugno 2008 col titolo "Francesco
Renda. L'utopia di un futuro senza mafia. Per il Meridione occorre una
grande idea"]

Finche' la questione meridionale creava problemi soltanto alle regioni del
Sud, l'egoismo di Stato poteva essere esercitato senza troppi danni
collaterali. Si capisce cosi' perche' il Paese, gia' dalla fine
dell'Ottocento, non volle occuparsi delle disgrazie del Mezzogiorno. Ma se
cinquant'anni fa, nel tentativo di recuperare il tempo perduto, la questione
meridionale si incentrava sulla liberazione dei contadini dall'oppressione
del latifondo e sull'avvio del processo di industrializzazione, oggi i temi
sono ben diversi: l'invadenza delle mafie, che non concentra il danno solo
al Sud ma lo estende a tutta la nazione.
A 26 anni dalla legge Rognoni-La Torre, cioe' dall'ingresso nel nostro
Codice del reato di associazione mafiosa, e dopo le stragi e gli arresti
eccellenti, la mafia e' li': nella monnezza di Napoli, nelle urne
elettorali, nel business della nuova "Cassa per il Mezzogiorno", quei soldi
che Bruxelles manda, come lo zio d'America, alla Sicilia, alla Calabria,
alla Puglia, alla Campania per omologare queste regioni a quelle piu' ricche
del Vecchio Continente.
*
Una societa' allergica alle idee
Che fare? Lo storico siciliano Francesco Renda una proposta ce l'avrebbe:
l'utopia. "La sua mancanza non ci aiuta a pensare al futuro", dice lo
studioso, che e' stato senatore del Pci, segretario della Cgil siciliana,
deputato regionale. La sua tesi e' esposta in un colloquio con il
sindacalista della Cgil Antonio Riolo. Questa conversazione e' diventata un
libro, Liberare l'Italia dalle mafie, pubblicato da Ediesse (pp. 134, euro
8).
L'utopia di Renda consiste nell'immaginare "una Sicilia nuova o una nuova
Italia ove non ci sia piu' la mafia". Come diceva Adorno, non c'e' pensiero
che sia immune dalla sua comunicazione, e basta formularlo in un senso
equivocabile per minare la sua verita'. E siccome l'utopia e' il bersaglio
preferito di una societa' allergica alle idee e che esalta l'obiettivo
pratico ed immediato, e' bene spiegare cosa intende Renda.
Le attuali condizioni di base sono "una societa' senza progetto, dove non
sappiamo nemmeno cosa possa accadere fra un mese, fra un anno, o addirittura
fra una settimana". Quando Tommaso Moro, nel periodo in cui il cristianesimo
viveva la crisi della Riforma protestante, conio' la parola "utopia" (la cui
etimologia greca le fornisce il doppio significato di non luogo o bel
luogo), lo fece perche' voleva un mondo diverso da quello in cui viveva.
Senza questa idea del nuovo, di una cosa che ancora non esiste, della
speranza "come guida della strada da percorrere, non ci puo' essere la nuova
Sicilia o la nuova Italia. Dal niente non nasce niente. In una societa' come
la nostra l'utopia e' necessaria, la sua mancanza non ci aiuta a pensare al
futuro".
*
Gli anni Settanta di Cosa nostra
Non fu utopia, si chiede lo storico, quella del congresso socialista di
Parigi che nel 1889 indisse la giornata del Primo maggio, con l'obiettivo di
ridurre a otto le ore di lavoro? Senza una grande idea, un grande desiderio
da mandare avanti e da inseguire, non ci sono trasformazioni, sembra dire lo
storico che da poco ha compiuto 86 anni. Nel '56, quando si affaccio' l'idea
di un'inchiesta sulla mafia, "la possibilita' che essa potesse venire
accolta era ancora piu' problematica di quanto sia oggi la condivisibilita'
dell'idea della liberazione definitiva dalle mafie". Ma nel '62 la
commissione parlamentare d'inchiesta fu istituita e fini' i suoi lavori nel
'75. Sara' un caso, ma proprio a meta' degli anni Settanta si assiste a un
cambiamento nella strategia di Cosa nostra: fino ad allora nel mirino dei
boss erano finiti sindacalisti e forze dell'ordine. Da quel momento sotto il
piombo dei killer cadranno politici e magistrati.
*
La terza generazione della mafia
Intanto, le mutazioni della societa' criminale continuano. Se i successi
contro l'ala militare della mafia sono innegabili, cresce quella che Renda
chiama "mafia-mafia", una formula che gia' nella definizione ne indica la
vaghezza, proprio perche' di questa nuova entita' ignoriamo quasi tutto. Per
approssimazione potrebbe essere quella zona (ormai un'estesa area) che una
volta si definiva "grigia" e che raccoglie i criminali "di terza
generazione", quelli che delinquono nell'ombra, che non amano il sangue ma
gli affari. Per comprendere la trasformazione del fenomeno, Renda propone
una nuova commissione antimafia, in grado di capire quali sono le nuove
cosche, quelle che non vivono nei casolari di Corleone ma nei comodi salotti
cittadini.
Infine, la domanda delle domande: la mafia avra' una fine? "Si' - dice lo
storico - e coincidera' con l'interruzione dei rapporti con la societa', la
politica, le istituzioni e il potere. Quando questi legami saranno recisi
restera' la delinquenza comune. Lo dico per conoscenza professionale della
storia".
Lo diceva anche Giovanni Falcone: "Come tutte le cose umane la mafia avra'
una fine".

12. LIBRI. SILVIA TOMASI PRESENTA "CROCE SENZA AMORE" DI HEINRICH BOELL
[Dal mensile "Letture", n. 610, ottobre 2004, col titolo "Quella uncinata
contro quella di Gesu'"]

Heinrich Boell, Croce senza amore, Mondadori, 2004, pp. 232, euro 17
(traduzione di Silvia Bortoli).
*
Croce senza amore di Boell finora era rimasto inedito. Elaborato di getto
nel 1947 sull'onda emotiva della grande rotta della Germania dopo la guerra,
il romanzo venne rifiutato (e Boell in seguito non lo vorra' piu'
pubblicare) per la sua posizione "disfattista". La scrittura e' accesa,
magniloquente, fin troppo gravida di iperboli; eppure Croce senza amore
tocca tematiche attualissime: dal rifiuto della guerra, vista come una cieca
follia, al problema del cattolico che deve conciliare l'obbedienza allo
Stato e la coscienza dell'amore per la propria religione.
Nel romanzo si fa sempre piu' luce un cristianesimo militante, contro "la
singolare razza di giovani cattolici che si dedicavano alla lucidatura degli
stivali e allo stare sull'attenti con uno zelo assolutamente straordinari,
che facevano del loro esser eccellenti soldati di Hitler un ramo accessorio
e sentimentale della propria religione". Christoph, il protagonista, subisce
come soldato un trattamento vessatorio e umiliante, ma con due raggi di luce
che gli permettono di sopravvivere: la madre e il suo puro imperativo
morale, da un lato; Cornelia, la donna che ama, dall'altro.
Deuteragonista e' il fratello Hans, che viene inizialmente ipnotizzato dagli
"ideali" del nascente nazismo a cui subito aderisce, salendo i gradini del
potere. Preso dall'abbaglio, accetta di consegnare e di gettare nel Lager
l'amico di Christoph, Joseph, visto come pericoloso sovversivo per la sua
adesione agli ideali di un umile pacifismo cristiano. Ma anche in Hans si
fara' strada la lezione materna, facendogli aprire gli occhi sull'abiezione
del nazismo a prezzo della vita.
Il romanzo si conclude davanti alle macerie di Colonia, la citta' natale di
Boell, mai citata ma facilmente riconoscibile. Christoph e Joseph,
sopravvissuto al Lager, si ritrovano dopo sette anni. Il tono della
felicita', dell'abbraccio dei due amici si spegne nell'amarezza verso chi -
"stato, partito, chiesa o denaro" - non ha compreso la lezione della
giustizia cristiana, e ha permesso l'orrore della guerra.

13. LIBRI. CLAUDIO TOSCANI PRESENTA "RACCONTI E ROMANZI" DI CARLO CASSOLA
[Dal mensile "Letture", n. 635, marzo 2007, col titolo "Cassola,
istintivita' contro estetismo"]

Carlo Cassola, Racconti e romanzi, Mondadori, 2007, pp. CXXXV-1890, euro 55.
*
"A propria musa, Cassola aveva eletto la semplicita'". Cosi' Alba Andreini,
perfetta curatrice di questo "Meridiano" dedicato allo scrittore toscano
(1917-1987), nel suo saggio introduttivo che e' una requisitoria d'appello a
decenni di critica "facilistica". Perche' Cassola, considerato spesso come
il titolare di un semplicismo sentimentalistico annegato in una monotona e
indifferente realta' quotidiana d'umbratile stucchevolezza, fu invece con
cordiale modestia e solitaria dignita' autore di limpida e pura scrittura e
di sorvegliato lirismo evocativo.
Dagli anni '37-'70 del suo arco operativo, il volume ripropone alcuni tipici
e brevi racconti aurorali consacrati al "sublimine" (cio' che sta sotto il
livello della percezione), per poi offrire una decina di romanzi fra cui Il
taglio del bosco ('50), Fausto e Anna ('52), La ragazza di Bube ('60), Un
cuore arido ('61), Il cacciatore ('64).
Spesso incompreso e isolato, ripagato col silenzio o sconfessato, Carlo
Cassola fu buon cantore di minime epifanie, non informi fantasmi, ma figure
di viva e spoglia segretezza esistenziale. I personaggi son poveri perche'
cosi' rivelano le vere qualita' dell'essere umano. Le sue trame sono
culturalmente nude, rischiosamente semplificative, per precisa intolleranza
verso un umanesimo elegante e accademico. Se questo e' l'unico "Meridiano"
per Cassola, giusto fermarlo qui: in progress tra "sublimine", resistenza,
passione politica e recupero delle disadorne ma vibranti nuances originarie,
poi e' disarmante eclettismo.
Il piu' degno Cassola e' quello della forte tempra etica e poetica e della
non meno temprata coscienza intellettuale; dei luoghi di vita e anima,
armonia e chiarezza cosi' come dei resti di antica pieta' religiosa, sia
pure di esiguo respiro. Il Cassola del quasi metafisico spazio
díineffabilita' tra nucleo biologico e rivelativa essenza umana, nel cui
segreto spezzare il pane di una laica sacralita' di sentimenti.

14. LIBRI. BENEDETTO VECCHI PRESENTA "COSTRUIRE LA PROPRIA VITA" DI ULRICH
BECK
[Dal quotidiano "Il manifesto" del 4 settembre 2008 col titolo "Bricolage di
relazioni per imbastire la vita" e l sottotitolo "Modernita'. L'ultimo
saggio di Ulrich Beck"]

Ulrich Beck, Costruire la propria vita, Il Mulino, Bologna 2008, pp. 158,
euro 9.
*
Progettare la propria vita indipendentemente dai legami, rapporti, relazioni
che fanno del singolo un essere sociale. E' questo il mantra che accompagna
la societa' del rischio e che Ulrich Beck analizza nel volume Costruire la
propria vita. Come nei suoi libri piu' noti - La societa' del rischio, Che
cos'e' la globalizzazione, Liberta' o capitalismo?, Il lavoro nell'epoca
della fine del lavoro - Beck parte dal presupposto che viviamo in una
seconda modernita' che si differenzia dalla prima per la sua
"riflessivita'", cioe' che ogni scelta e' presa cercando di prevedere gli
"effetti collaterali" che potra' avere. Questo non significa che nella
societa' industriale mancasse questa consapevolezza, ma allora le
conseguenze indesiderate erano, laddove si presentavano, prese in carico
dalla famiglia e in epoche piu' recenti dallo stato, sia che si trattasse
della mancanza di lavoro, di un disastro ambientale, di una malattia, della
vecchiaia, al di la' del regime politico o del modello economico dominante
in una nazione. Cio' che tuttavia qualifica la contemporaneita' e' la loro
gestione individuale, conseguenza e alimento della crisi di quelle
organizzazioni statali che in Europa occidentale e' solito chiamare welfare
state. La modernita' riflessiva e' dunque un'epoca di individualismo
temperato dalla definizione politica delle regole che garantiscono il
carattere universale dei diritti sociali di cittadinanza attraverso un
equilibrio, instabile, tra intervento statale e delega al mercato nel
fornire i servizi sociali. Da qui trae origine il mantra sulla possibilita'
di potere pianificare la propria vita indipendentemente dalle relazioni
umane che fanno del singolo un essere sociale.
Con efficacia descrittiva, Beck parla del passaggio simbolico che c'e' stato
dal parlare del "corso della vita", in quanto concatenazione oggettiva di
fatti gestita dalle istituzioni umane, alla biografia come narrazione in
prima persona di quella stessa concatenazione finalizzata proprio alla
"costruzione della propria vita" a prescindere dal ruolo che puo' avere lo
stato, la famiglia, il sindacato e il partito. L'assenza di solidi punti di
riferimento trasforma la biografia individuale in un work in progress
all'interno del quale le relazioni umani sono sempre rapporti "just in
time", legati quindi alla contingenza e agli obiettivi - professionali o
sentimentali - che il singolo si prefissa.
Non c'e' piu' quindi nessuna biografia esemplare a cui fare riferimento,
neppure quando l'industria culturale e gli opinion makers indicano in questo
o quel personaggio pubblico l'incarnazione di valori forti a cui fare
riferimento. Anzi, se una lezione si puo' trarre dal dilagare del gossip e'
proprio la messa in mostra delle capacita' di uomini e donne "famosi"
nell'elaborare strategie opportunistiche per raggiungere il successo. Le
loro sono strategie e relazioni non riproducibili, perche' espressione del
"capitale intellettuale e sociale" del singolo. Dunque, nessuna amicizia e'
al riparo dal tradimento, nessun rapporto d'amore e' per la vita. Tutto e'
contingente. La biografia e' dunque un bricolage disordinato e caotico di
tentativi di sopravvivenza alla distruzione del legame sociale che
caratterizza la modernita' riflessiva. Ed e' proprio su questo crinale che
l'ideologia dell'"imprenditore di se stesso" e' un potente fattore di
legittimazione delle strategie individuali in risposta alla crisi radicale e
dunque irreversibile delle istituzioni del welfare state. C'e' da
sottolineare che come qualunque ideologia, quella dell'"imprenditore di se
stesso" punta a opacizzare e a rimuovere il senso di fragilita', di
precarieta' che il singolo sperimenta nei suoi disperati tentativi nel far
fronte al fallimento a cui vanno inevitabilmente incontro le strategie messe
in campo per "costruire la propria vita".
Interessante e' a questo proposito il capitolo dove Ulrich Beck analizza la
poverta' nei paesi occidentali. Per il sociologo tedesco e' una condizione
che non riguarda piu' solo una minoranza della popolazione, ma e' una
prospettiva realistica anche per i "ricchi", vuoi per le ricorrenti
fibrillazioni, se non recessioni dell'economia globale, vuoi per quella
competitivita' elevata a dogma nel capitalismo contemporaneo. Cio' che pero'
Beck non dice e' che questo sentimento di fragilita' spinge i "ricchi" a una
lenta e progressiva secessione delle elite dallo stato-nazione, alimentando
cosi' le diseguaglianze di classe e quel sentimento di precarieta' che rende
la vita individuale un feroce corso di sopravvivenza da cui e' bandita ogni
forma di solidarieta' collettiva.
Una deriva apocalittica che sarebbe sciocco demonizzare contrapponendogli
una lettura che vede l'attuale individualismo come una semplice reattivita'
al controllo sociale e all'omogeneizzazione degli stili di vita che spesso
ha caratterizzato il welfare state. In Europa molti dei conflitti sociali
degli anni Settanta hanno si' puntato a sciogliere l'ambivalenza dello stato
sociale - espressione politica della potenza della forza-lavoro e al tempo
stesso rinuncia a una trasformazione radicale della societa' - a favore di
una autodeterminazione della propria vita, ma l'erosione dei diritti sociali
di cittadinanza che qualifica l'attuale capitalismo alimenta la spirale
della precarieta' annullando l'effetto liberatorio della critica ai
dispositivi di controllo sociale che caratterizzavano il welfare state.
Ulrich Beck chiude il saggio esortando a un ottimismo della volonta',
invitando la Politica a regolare i processi in atto. Piu' realisticamente,
servirebbe un agire teorico-politico che faccia leva proprio su quella
figura dell'individuo sociale che lo studioso tedesco evoca. Cioe' a
quell'attitudine alla cooperazione della natura umana che puo' garantire,
nella liberta' dalla necessita', la "costruzione della propria vita".

15. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO
Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale
e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale
e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae
alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo
scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il
libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.
Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:
1. l'opposizione integrale alla guerra;
2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali,
l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di
nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza
geografica, al sesso e alla religione;
3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e
la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e
responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio
comunitario;
4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono
patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e
contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.
Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto
dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna,
dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.
Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione,
la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la
noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione
di organi di governo paralleli.

16. PER SAPERNE DI PIU'
* Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per
contatti: azionenonviolenta at sis.it
* Indichiamo il sito del MIR (Movimento Internazionale della
Riconciliazione), l'altra maggior esperienza nonviolenta presente in Italia:
www.miritalia.org; per contatti: mir at peacelink.it, luciano.benini at tin.it,
sudest at iol.it, paolocand at libero.it
* Indichiamo inoltre almeno il sito della rete telematica pacifista
Peacelink, un punto di riferimento fondamentale per quanti sono impegnati
per la pace, i diritti umani, la nonviolenza: www.peacelink.it; per
contatti: info at peacelink.it

NOTIZIE MINIME DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 570 del 6 settembre 2008

Notizie minime della nonviolenza in cammino proposte dal Centro di ricerca
per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100
Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it

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