Voci e volti della nonviolenza. 225



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VOCI E VOLTI DELLA NONVIOLENZA
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Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino"
Numero 225 del 5 settembre 2008

In questo numero:
1. Con la guida di Gianfranco Ravasi tra recenti pubblicazioni religiose
(parte quarta)
2. Gianfranco Ravasi: I libri della fede. Segnalazioni del dicembre 2003
3. Gianfranco Ravasi: I libri della fede. Segnalazioni del gennaio 2004
4. Gianfranco Ravasi: I libri della fede. Segnalazioni del febbraio 2004
5. Gianfranco Ravasi: I libri della fede. Segnalazioni del marzo 2004
6. Gianfranco Ravasi: I libri della fede. Segnalazioni dell'aprile 2004

1. EDITORIALE. CON LA GUIDA DI GIANFRANCO RAVASI TRA RECENTI PUBBLICAZIONI
RELIGIOSE (PARTE QUARTA)

Proponiamo di seguito alcune segnalazioni bibliografiche estratte dalla
rubrica "I libri della fede" tenuta negli scorsi anni dal prestigioso
teologo cattolico Gianfranco Ravasi sul mensile "Letture".

2. LIBRI. GIANFRANCO RAVASI: I LIBRI DELLA FEDE. SEGNALAZIONI DEL DICEMBRE
2003
[Dal mensile "Letture", n. 602, dicembre 2003, col titolo "Tempo d'Avvento,
tempo di speranza".
Gianfranco Ravasi (Merate, 1942) arcivescovo cattolico, teologo, biblista,
ebraista e archeologo; presidente del Pontificio Consiglio della Cultura,
della Pontificia Commissione per i Beni Culturali della Chiesa e della
Pontificia Commissione di Archeologia Sacra. E' autore di numerose opere di
grande valore]

Questo mese e' scandito innanzitutto dall'Avvento, il tempo liturgico e
simbolico dell'attesa fiduciosa. La profezia biblica e' forse l'emblema piu'
alto di questo atteggiamento che, pur rimanendo legato alle immagini e
all'orizzonte del presente, si protende verso l'oltre e cerca di intuire un
futuro di pienezza. Il noto biblista comasco Bruno Maggioni con La speranza
ritrovata (Ancora, 2003, pp. 160, euro 14) continua la sua galleria di
figure bibliche, in ideale connessione col suo precedente volume sulla
Difficile fede, e introduce accanto a Ezechiele, il profeta della gloria di
Dio, al Secondo Isaia, cantore della consolazione e del misterioso Servo del
Signore, e a Giona, profeta controvoglia, anche una serie di profili
sapienziali. Se e' facile pensare a Giobbe come uomo di speranza nonostante
tutto, oppure seguire l'intreccio di quotidianita' e di fiducia tipica dei
libri sapienziali classici, piu' arduo e' intuire questo germe nell'aspra
riflessione di Qohelet. Eppure anche in quelle pagine il filo, pur esile ed
esangue, della speranza non si spezza e ci conduce verso l'incrollabile
fiducia di altre pagine bibliche.
*
Tre libri per ritrovare la misticita' del Natale
Ma e' soprattutto il Natale a dar luce al mese di dicembre. Tra i tanti e
spesso inutili libri "natalizi", eccone tre che sono invece di particolare
suggestione. Prima di tutto lasciamoci condurre dalla voce straordinaria di
Efrem il Siro, poeta e teologo del IV secolo, nato in Mesopotamia e morto a
Edessa nel 373. Ignazio De Francesco ha raccolto, tradotto e commentato gli
Inni sulla Nativita' e sull'Epifania di Efrem il Siro (Paoline, 2003, pp.
551, euro 32), premurandosi anche di affrontare nell'introduzione la
tormentata questione della data del Natale. Questi canti intrecciano poesia,
dottrina e spiritualita'; puntano un'attenzione vivida su Maria; coinvolgono
l'assemblea sollecitandone i sentimenti piu' intensi; ripropongono i
sacramenti, in particolare il battesimo; non mancano anche di striature
contingenti come quella della polemica antigiudaica e introducono vivaci
pennellate teologico-poetiche, come quella dell'agnellino dei pastori che
bela di gioia perche' sa che col sacrificio del vero Agnello Cristo
cesseranno le offerte cruente di agnelli immolati ritualmente!
Due altri testi poetico-mistici riserviamo per questo Natale. L'editrice La
Locusta di Vicenza ci offre una riedizione (e' ormai l'ottava) delle Poesie
sul Natale che lo stesso editore Rienzo Colla raccolse quarant'anni fa
(2003, pp. 149, euro 13). E' una deliziosa antologia che coinvolge autori
italiani e stranieri, con non poche sorprese e con aggiunte che hanno
allargato il panorama fino alla Cina con Bing Xin che canta quel "corpicino
fragile in cui alberga la  grandezza dello spirito". Di un poeta sono anche
le parole dell'altro volumetto, Nostro Natale (2003, pp. 30, euro 5)
pubblicato dalla stessa editrice. Autore e' David M. Turoldo e i testi editi
sono una vera e propria "chicca". E' quanto il famoso religioso servita
scrisse per il Natale e l'Epifania di cinquant'anni fa, sollevando le
riserve della curia milanese di allora che evito' di concedere
l'"imprimatur". A distanza di mezzo secolo, questo appello e' ancora attuale
perche' e' un indice puntato contro le costanti vergogne della politica e
della societa' e contro un Natale malamente deformato: "e' una data troppo
pensosa per essere celebrata come noi usiamo".
*
Von Hildebrand rivela l'essenza dell'amore
L'essenza del Natale e', infatti, l'amore e, allora, con qualche ardire
vorrei proporre un'opera di non agevole lettura ma di alto vigore
intellettuale e spirituale. Col testo tedesco a fronte e con l'introduzione,
la traduzione e il commento di Paola Premoli de Marchi, e' stata pubblicata
l'Essenza dell'amore, il capolavoro del filosofo tedesco (nato pero' a
Firenze nel 1889) Dietrich von Hildebrand (Bompiani, 2003, pp. 1.040, euro
30). Convertitosi al cattolicesimo nel 1914, il pensatore, che si oppose con
forza al nazismo e fu costretto all'esilio a New York ove morira' nel 1977,
si era dedicato a studiare a piu' riprese il tema delle relazioni
interpersonali (si pensi al suo Matrimonio o alla Metafisica della
comunita') ma anche a percorrere le vie della teologia cristiana.
Quest'opera, apparsa nel 1971, e' il frutto della sua maturita' filosofica
ed e' una sorta di summa del suo pensiero. L'amore e' colto nella sua
struttura intima di donazione, sorgente di felicita', frutto di liberta',
alimento dell'affettivita', vertice della moralita': "Nell'amore apriamo le
braccia della nostra anima per abbracciare l'anima dell'amato".
Uno dei piu' appassionati cantori del Natale nella sua dimensione spirituale
piu' intima e' stato san Francesco. Lo vogliamo ricollocare davanti a quel
presepio di Greccio - che Giotto ha mirabilmente  dipinto negli affreschi di
Assisi - con un saggio tematicamente piuttosto inatteso e sviluppato con
grande finezza: Curzia Ferrari delinea Il mondo femminile di Francesco
d'Assisi (Ancora, 2003, pp. 79, euro 13,50). A far da guida sono proprio i
dipinti della basilica della patria del santo. Come Gesu', anche Francesco
fu circondato da donne che con la loro sensibilita' resero ancor piu' calda
la sua spiritualita': l'amore di mamma Pica, la grazia di Chiara, l'amicizia
di Giacomina Settesoli e la presenza di tante altre donne brillano sia negli
affreschi giotteschi sia nell'esistenza del santo che nella "nostra madre
Terra" riassumeva il grembo fecondo della femminilita' universale.
*
Anche tra le strenne qualcosa di prezioso
Dovremo proprio fare a meno delle strenne? In verita' anche in questo
genere, da assumere sempre con cautela, non mancano soggetti meritevoli non
solo di conservazione (come spesso  accade per le strenne votate agli
scaffali delle librerie) ma anche di lettura. Ne scegliamo due. Innanzitutto
la curiosa galleria iconografica allestita da Fernando e Gioia Lanzi sul
Come riconoscere i santi e i patroni nell'arte e nelle immagini popolari
(Jaca Book, 2003, pp. 237, euro 70). La sequenza e' diacronica: si parte da
Anna e Gioacchino, i genitori di Maria, e si procede in un viaggio
attraverso tutti i secoli cristiani fino a Teresa Benedetta della Croce,
ossia Edith Stein, martire nel Lager di Auschwitz nel 1942, per un totale di
154 santi. Naturalmente gli autori si premurano di condurre non solo
un'indagine biografica ma anche iconografica, preziosa per il riconoscimento
del soggetto raffigurato attraverso i suoi simboli o le sue posture.
A questo album colorato della santita' associamo uno stupendo pellegrinaggio
visivo da condurre nell'Egitto cristiano dalle origini al XVIII secolo:
Mahmoud Zibawi ci offre un mirabile viaggio nell'Arte copta (traduzione
italiana di Chiara Formis, Jaca Book, 2003, pp. 237, euro 80). La parola
"copto" e' la deformazione del termine greco Aigyptos e attesta le radici
antichissime di questa cristianita' che ha elaborato, oltre a una sua
spiritualita' monastica di grande qualita' e successo, una tipologia
artistica che brilla soprattutto nei monasteri: tanto per fare un esempio,
pensiamo a Bagawat, uno dei piu' emozionanti monumenti paleocristiani del
deserto egiziano occidentale. Ma c'e' anche l'apparato artistico sontuoso
delle chiese del Cairo Vecchio, il cuore dell'attuale capitale dell'Egitto,
come quelle di San Sergio o della Vergine al'Mo'allaqa (la chiesa
"sospesa"). Affreschi, codici, arredi, porte, architetture, tavole,
pannelli, accompagnati da un commento storico-esegetico ci permettono di
ritrovare un altro Egitto rispetto a quello monumentale e turistico dei
faraoni.
*
Il vescovo russo che divenne il Recluso
Concludiamo ricreando una piccola oasi di spiritualita', sulla scia delle
impressioni sollecitate dall'arte copta. Dopo aver segnalato che sono usciti
anche i due volumi successivi di altrettante opere di spiritualita' da noi
gia' recensite all'apparire del loro primo tomo, e precisamente Il fenomeno
mistico di Juan Martin Velasco (vol. 2 "Struttura del fenomeno e
contemporaneita'", edizione italiana di Luigi Saibene, Jaca Book, 2003, pp.
253, euro 20) e la Storia della mistica cristiana in Occidente di Bernard
McGinn (vol. 2 "Lo sviluppo. VI-XII secolo", traduzione di Marco Rizzi,
Marietti 1820, 2003, pp. 688, euro 75), puntiamo su un personaggio
originalissimo, il vescovo e mistico russo Teofane il Recluso, della cui
sterminata bibliografia (466 titoli!) il gesuita Tomas Spidlik, ora
cardinale, estrae un'antologia intitolata Lo spirito e il cuore (Paoline,
2003, pp. 234, euro 19,50). Nato nel 1815 e morto nel 1894, questo vescovo
decise nel 1886 di lasciare tutto e di ritirarsi in un monastero isolato:
la' si recluse in una piccola cella con cappella, vivendo e scrivendo in
assoluto isolamento per dodici anni. La sua era stata una teologia del
cuore, approfondita in pagine di grande fragranza spirituale ma anche di
acuta introspezione psicologica. Alle soglie della morte aveva confessato:
"Morire non e' nulla di speciale. Conceda Dio che moriamo nel Signore, per
essere sempre presso di Lui".

3. LIBRI. GIANFRANCO RAVASI: I LIBRI DELLA FEDE. SEGNALAZIONI DEL GENNAIO
2004
[Dal mensile "Letture", n. 603, gennaio 2004, col titolo "Dizionari
bipartisan e 'safari' giovannei"]

E' significativo che, quando si deve elaborare una bibliografia di argomento
biblico, ci si trova nell'imbarazzo della scelta. Questo vale anche per la
nostra rubrica, che siamo soliti aprire con un rimando alla letteratura
esegetica. Ho selezionato una trentina di volumi dedicati a temi biblici
apparsi in questi due o tre mesi e non so quale privilegiare. Mi
accontentero', allora, di due soli esemplari di genere diverso. Il primo
rimanda a una tipologia antichissima, quella del dizionario: ce n'erano gia'
tra i reperti della citta' siriana di Ebla ed erano di 4500 anni fa. La
Zanichelli, editrice leader in questo ambito, propone ora la traduzione
italiana a cura di Piero Capelli del Dizionario della Bibbia (2003, pp. 928
+ XV, euro 35) approntato dalla Society of Biblical Literature che si e'
avvalsa di ben 179 esperti, ebrei e cristiani, appartenenti a sette nazioni.
L'immensa sfilata dei vari lemmi, destinata a rivelare un orizzonte
affollato e multicolore di personaggi, di cose, di eventi, di luoghi e di
temi, si allarga talora in trattazioni piu' vaste e sistematiche, come
quelle sull'archeologia, sull'economia, sulla sociologia, sulla geografia,
sulla letteratura. Le pur giuste preoccupazioni ecumeniche forse fanno
impallidire le voci teologiche generali (anche se quelle su temi specifici
sono precise e accurate) e costringono a ricorrere, con un eccesso di
"pudore" interreligioso, a datazioni espresse non col normale a.C. e d.C. ma
con un estraneo e.v. (era volgare). Tutto questo non incrina, pero',
l'eccellenza di questo sussidio, decisamente superiore per qualita' a molti
prodotti analoghi gia' presenti sul mercato editoriale.
L'altro volume e', invece, di piu' netta impronta esegetica. Non per nulla
fa parte di una collana che reca come sottotitolo la dicitura "Corso di
studi biblici". Si tratta di una vasta e corale analisi dell'Opera
giovannea, curata da Giuseppe Ghiberti e da vari collaboratori (Elledici,
2003, pp. 555, euro 37). Si puo' immaginare l'impegno necessario per
allestire uno strumento didattico di tale genere: la bibliografia sul quarto
Vangelo, sull'Apocalisse e sulle tre lettere giovannee e' simile a una
foresta e, a prima vista, sembra che sia solo utile tirare le fila. Certo,
e' questa la strada imboccata dal volume, che comprende introduzioni, saggi
di esegesi e profili tematici specifici (ad esempio: fede e vita, Spirito
Santo, Maria, Chiesa). Tuttavia non manca anche il tentativo di inoltrarsi
su percorsi meno esplorati, come quelli dell'antropologia culturale,
dell'analisi retorica e di quella narratologica. Il curatore, torinese,
propone persino un confronto tra la Sindone e i testi pasquali giovannei.
*
Da Aquino a Bingen
Lasciamo il campo molto coltivato dell'esegesi e avviamoci verso la
successiva storia della tradizione cristiana. Anche qui ci accontenteremo di
un paio di testi. Il primo e' di indole generale: si tratta di uno dei tomi
della serie "Storia della teologia" che l'editore Piemme da tempo sta
pubblicando (finora sono stati editi tre volumi e ne manca ancora uno
sull'eta' contemporanea). Giulio D'Onofrio dell'Universita' di Salerno e
della Lateranense di Roma, che ha gia' all'attivo tre saggi sulla teologia
medievale, affronta ora per questa collana l'Eta' medievale (vol. II, 2003,
pp. 599, euro 65), un'epoca particolarmente feconda per autori, percorsi,
opere e incidenza anche nei secoli successivi. Non e' possibile rendere
conto di una mappa cosi' ampia, che parte da Boezio e Gregorio Magno e
procede fino alle grandi scuole, per quindi ascendere all'apice di Tommaso
d'Aquino e ridiscendere verso un autunno ancora capace di stimolare. Cio'
che merita attenzione in queste pagine, oltre alla splendida ed essenziale
identificazione dei "principi della teologia medievale", e' la ricalibratura
del rilievo di molti personaggi meno considerati e il costante intersecarsi
tra pensieri differenti, tra civilta' e teologia, tra diverse "officine" di
ricerca e percorsi solitari o creativi.
Tra questi ultimi c'e' indubbiamente quello della mistica, ed e' a una
figura straordinaria che riserviamo il secondo spazio nella nostra galleria
bibliografica teologica. Si tratta di Ildegarda di Bingen che, per merito di
Marta Cristiani e di Michela Pereira, ha ora una stupenda presenza anche nel
panorama culturale laico italiano, cosi' refrattario a temi teologici. Le
due studiose hanno infatti approntato un'esemplare edizione, con testo
latino a fronte e un impeccabile apparato esegetico, dello scritto piu'
impegnativo di questa mistica tedesca, Il libro delle opere divine
(Mondadori, "I Meridiani", 2003, pp. 1318, euro 49). Nata nella regione di
Magonza nel 1098, Ildegarda fu subito avvolta dalle reti di un'esperienza
visionaria che, pero', si innestava su un'eccezionale acutezza
intellettuale. Guidata dal "monaco fidato" Wolmar, divenuta lei stessa
monaca e badessa di monastero, si era dedicata all'elaborazione di veri e
propri trattati teologici che si composero quasi in un trittico ideale: il
Liber Scivias, che e' un saggio sistematico di ecclesiologia, il Liber vitae
meritorum, un trattato di etica modulato su 35 vizi e 35 virtu', e infine il
suo progetto piu' ambizioso, questo Liber divinorum operum, composto nella
sua tarda maturita' (da collocare nel decennio 1163-1174).
Strutturata su dieci visioni, annunziate, descritte e commentate, l'opera si
rivela come un panorama teologico, spesso provocatorio, che in modo
enciclopedico ma anche in forma creativa tocca cosmologia ed escatologia,
ecclesiologia e mistica, lasciando il lettore ora abbacinato ora stimolato,
sempre comunque in tensione (grande rilievo ha l'Apocalisse), eppure con la
certezza di una gioia nascosta. Da questa lettura, che talora lascia
stremati anche a causa delle divagazioni o delle arditezze di pensiero, non
si esce spiritualmente indenni. Non per nulla Ildegarda, morta nel 1179, fu
ben presto considerata santa e la sua venerazione fu estesa a tutta la
Chiesa a partire dal 1324. La guida delle due curatrici permette di visitare
l'orizzonte ildegardiano in modo rigoroso e limpido, e sara' l'occasione per
conoscere l'anima genuina della teologia mistica, un'esperienza - come
diceva il teologo cardinale Charles Journet - forse pericolosa ma contenente
un rischio che dev'essere corso.
*
Atei ma teologi
Concludiamo con due testi sorprendenti, anche per i rispettivi autori che
sembrerebbero - per quanto riguarda la teologia - come "topi in moschea",
per usare una curiosa locuzione araba. In verita', il primo ha non poco
influenzato il pensiero teologico del '900, ma il suo percorso era piuttosto
alieno dall'ambito cristiano. Intendiamo riferirci a Martin Heidegger
(1889-1976). Ecco pero' apparire nell'edizione delle sue opere a cura di
Franco Volpi la Fenomenologia della vita religiosa (traduzione di Giovanni
Gurisatti, Adelphi, 2003, pp. 435, euro 48). Si tratta di una serie di
pagine e di appunti destinati ad alcuni corsi che il filosofo avrebbe tenuto
tra il 1920 e il 1921, dopo aver abbandonato il cattolicesimo e dichiarato
un ateismo "in linea di principio". Eppure, Heidegger si accosta alle fonti
cristiane - in particolare a Paolo e ad Agostino, ma affiorano anche
Bernardo, Meister Eckhart e Troeltsch - con passione e acutezza, affascinato
e conquistato dal fulgore di quel pensiero, consapevole dell'imbarazzo
metodologico in cui si viene a trovare lui filosofo e per giunta agnostico.
Ancor piu' esplicitamente ateo e' Jean-Paul Sartre (1905-1980), eppure il
suo testo narrativo-drammatico Bariona o il figlio del tuono (a cura di
Antonio Delogu, traduzione di Marco Antonio Aimo, Christian Marinotti, 2003,
pp. 117, euro 14,50) e' un emozionante itinerario nel mistero natalizio.
L'opera, infatti, era nata nello Stalag XII D nazista di Treviri, dove il
filosofo era internato, ed era destinata a una rappresentazione sacra nel
Natale 1940. Il vertice di queste pagine e' nell'illustrazione emozionante e
finissima del rapporto tra Maria e il neonato Gesu'. Essa "sente nello
stesso tempo che il Cristo e' suo figlio, il suo piccolo, e che e' Dio. Lo
guarda e pensa: Questo Dio e' mio figlio. Questa carne divina e' la mia
carne. E' fatta di me, ha i miei occhi e questa forma della sua bocca e' la
forma della mia. Mi rassomiglia. E' Dio e mi assomiglia. Nessuna donna ha
avuto dalla sorte il suo Dio per lei sola. Un Dio piccolo che si puo'
prendere nelle braccia e coprire di baci, un Dio caldo che sorride e
respira, un Dio che si puo' toccare e vive".

4. LIBRI. GIANFRANCO RAVASI: I LIBRI DELLA FEDE. SEGNALAZIONI DEL FEBBRAIO
2004
[Dal mensile "Letture", n. 604, febbraio 2004, col titolo "A colpi di spada
e di amore"]

La prima festa liturgica di febbraio e' la presentazione al Tempio del
neonato Gesu'. In quell'occasione, come e' noto, Maria e Giuseppe incrociano
un anziano fedele, Simeone, che pronuncia uno stupendo cantico messianico ed
emette un oracolo profetico anche nei confronti della madre. Questo oracolo
funge da titolo al libro che poniamo in apertura al nostro elenco: "Una
spada trafiggera' la tua vita" di Aristide Serra (Servitium - Marianum,
2003, pp. 359, euro 27). Si noti la corretta resa del termine greco psyche'
con "vita", secondo l'accezione del retroterra linguistico e semantico
semitico (Luca 2, 35). Ma Serra, che ha al suo attivo una notevole serie di
studi di mariologia biblica, punta al simbolo centrale dell'oracolo, quella
spada che aveva dato origine anche a fantasiose ipotesi su un eventuale
martirio di Maria.
Attraverso una minuziosa indagine condotta a largo spettro (dall'Antico
Testamento al giudaismo, dalla letteratura neotestamentaria alla tradizione
cristiana fino al XIV sec., tenendo conto del contesto specifico lucano), lo
studioso giunge alla conclusione che quella "spada" sia un simbolo della
Parola di Dio che percorre, sostiene, ma anche segna nettamente la vita di
Maria fino al Golgota. Una Parola che le rivela il senso della sua
maternita' divina e il glorioso mistero del Figlio.
Stiamo allora nell'ambito della Parola di Dio e proponiamo qualche testo di
taglio molto specifico. Cominceremo con Eros e Bibbia, nato da uno dei tanti
convegni organizzati da Biblia, associazione laica di cultura biblica
(Morcelliana, 2003, pp. 182, euro 16). Nel volume, piu' voci inseguono
questo tema che la Bibbia affronta senza pudori puritani - la teologia del
corpo non soffre quei complessi che poi saranno indotti anche nella
cristianita' da un certo platonismo - ma neppure con sbavature erotiche. La
sessualita' e' infatti vista come iscritta gia' nell'atto creativo divino,
ma e' intrecciata non solo con l'eros genuino, che parla di tenerezza,
bellezza, sentimento, ma soprattutto con l'amore, come insegnano le stupende
1.250 parole ebraiche che compongono quel gioiello che e' il Cantico dei
Cantici.
*
Scavi "divini"
Assai specifico e' anche il bel sussidio curato da James H. Charlesworth,
Archeologia e fede (traduzione di Daniele Ballarini, Gribaudi, 2003, pp.
159, euro, 10,50), un volumetto che in modo piano cerca di intrecciare due
elementi a prima vista eterogenei: il dato sperimentale dell'archeologia
come puo' essere allegato a testi che propongono verita' trascendenti? In
realta', noi sappiamo che la Parola eterna e divina si esprime in parole
umane e contingenti, l'Atto salvifico si manifesta in eventi verificabili in
sede storiografica. E' in questa prospettiva che l'archeologia ha un suo
compito, ma anche un limite. E dato che Charlesworth si e' dedicato al sito
di Qumran, vorrei accostare un altro saggio scientifico molto settoriale:
Emanuela Zurli analizza gli inni che sono stati scoperti nei manoscritti del
Mar Morto e ne estrae un profilo tematico interessante per i rapporti col
cristianesimo, ossia La giustificazione "solo per grazia" negli scritti di
Qumran (Chirico, Napoli, 2003, pp. 233, euro 16,50). Tale tesi, che e'
considerata squisitamente paolina, in verita' ha le sue radici gia' in quei
rotoli del II-I secolo a.C. che l'autrice esamina con acribia e
contestualizza con accuratezza.
*
Scontri e incontri
Lasciamoci ancora condurre dalla curiosita' per ambiti tematici
circoscritti. Rimanendo nell'ebraismo, un delizioso profilo della figura
dell'ebreo medievale, cosi' come era ritratto nell'arte cristiana, ci e'
offerto da Bernhard Blumenkranz nell'opera Il cappello a punta (traduzione
di Sabina Marinetti, Laterza, 2003, pp. 177, euro 28), curata da Chiara
Frugoni. Sostanzialmente queste pagine, accompagnate da una ricca e
necessaria iconografia, illustrano un sentimento che ininterrottamente
affiora nella storia dell'Occidente, quello dell'antisemitismo. Si ha cosi'
un'interazione tra immagine e sentimenti, tra figurazione e societa', tra
illustrazione e testi polemici.
Un altro tipo di rapporto teso e' quello che intercorre tra cristianesimo e
islam. Molto particolare e' la situazione dei cristiani del Kurdistan, la
cui vicenda secolare e' tratteggiata finemente da Mirella Galletti
(Jouvence, 2003, pp. 331, euro 25). In verita' la vicenda dei cristiani di
rito siriaco del Kurdistan e' originale perche' la loro antichita' ha
permesso una convivenza pacata con l'islam dei primi secoli, e ha anche
fatto si' che l'impulso missionario conducesse queste comunita' fino
all'Estremo Oriente. L'epoca recente ha visto, invece, l'emergere di
difficolta' aspre soprattutto con l'apparire degli Stati nazionali (Irak,
Iran, Siria, Turchia) e il saggio della Galletti e', al riguardo, suggestivo
per le testimonianze che vengono allegate, come lo e' per il finale "breve
profilo delle letterature neoaramaiche cristiane" curato da Alessandro
Mengozzi.
Se stiamo nell'Oriente cristiano, una figura per certi versi affascinante e'
quella di Massimo il Confessore (580-655 ca.), la cui sorte finale ha quasi
i colori del mito: per la sua strenua tutela della fede romana contro le
pretese dell'autorita' imperiale di Bisanzio, fu incarcerato e mutilato col
taglio della lingua e della mano, emblematica punizione della sua parola e
della sua azione. Di questo "confessore della fede" Claudio Moreschini cura
ora la versione di un'opera molto sofisticata, Ambigua (Bompiani, 2003, pp.
735, euro 28), dedicata a questioni di alta metafisica e teologia, ricamate
sui testi di altri grandi scrittori cristiani come Gregorio di Nazianzo e
Dionigi Areopagita, ma anche ibridate da intuizioni spirituali ed emozioni
mistiche. Una sontuosa introduzione di 200 pagine, l'ampio apparato di note
e la competenza del curatore italiano rendono quest'opera un vero e proprio
banchetto dell'intelligenza ma anche della ricerca genuina condotta sui
sentieri d'altura dello spirito.
Ci possiamo cosi' spostare in modo coerente ai nostri giorni, tenendoci sul
filo del rapporto tra fede e ragione. Fides et ratio e' l'enciclica che
Giovanni Paolo II ha pubblicato nel 1998. Alle fonti filosofiche moderne di
quel testo, che studia il nesso intimo tra teologia e riflessione razionale,
un gruppo di studiosi, coordinati da Roberto di Ceglie, riserva un'analisi
molto articolata, raccolta nel volume Verita' della Rivelazione (Ares, 2003,
pp. 320, euro 20). La sequenza dei pensatori che l'enciclica prende in
considerazione e' notevole; in queste pagine ne vengono evocati nove, da
Rosmini a Newman, da Maritain a Gilson e a Edith Stein, passando poi al
mondo russo con Caadaev, Solov'ev, Florenskij e Lossky. Si tratta di una
vera e propria galleria suddivisa in due sale ideali che corrispondono ai
due orizzonti, l'occidentale e l'orientale, ma che si ritrovano - pur nella
complessita' delle speculazioni e nella diversita' delle prospettive -
attorno al nodo d'oro che intreccia Rivelazione e riflessione, Verita' e
analisi, percorso interiore e discorso filosofico, sapienza e intelligenza.
*
Tormenti (bio)etici
Alla teologia e alla filosofia teoretica accostiamo, per concludere, l'etica
e l'esistenza. E cosa c'e' di piu' tormentato e complicato ai nostri giorni
di quanto lo siano le questioni di bioetica? Michele Aramini offre al
riguardo "un manuale semplice per tutti", intitolandolo lapidariamente
Bioetica (Portalupi, 2003, pp. 271, euro 14,30). L'opera e' didattica anche
nell'impostazione: al quadro generale dei modelli di bioetica (ce n'e' uno
nettamente cattolico e uno piu' variegatamente "laico") succede la
trattazione dei problemi specifici, dalla fecondazione artificiale ai
trapianti, dall'aborto all'eutanasia, dalle cellule staminali all'ingegneria
genetica, e cosi' via, sempre tenendo conto dei vari aspetti scientifici,
giuridici, sociali e naturalmente etici.
Da suggerire calorosamente agli educatori e', infine, un originale sussidio
in due volumi di Carlo Fiore, Etica per giovani (Elledici, Leumann, 2003,
vol. I: pp. 318, euro 12,91; vol. II: pp. 288, euro 13). E' il tentativo di
trascrivere in forma esperienziale, ma senza esaurirsi nella pura e semplice
fenomenologia del vissuto, i grandi temi della morale declinandoli
nell'orizzonte delle interrogazioni giovanili. L'originalita' e' soprattutto
nel linguaggio, nelle applicazioni, nelle selezioni degli argomenti e nel
loro sviluppo, senza falsi pudori ed esitazioni, con lo sforzo di giungere
al cuore della stessa etica e delle sue istanze capitali.

5. LIBRI. GIANFRANCO RAVASI: I LIBRI DELLA FEDE. SEGNALAZIONI DEL MARZO 2004
[Dal mensile "Letture", n. 605, marzo 2004, col titolo "Derive
interpretative e difesa del dogma"]

Questa volta lasceremo largo spazio alla teologia in senso stretto. Il punto
di partenza ci e' offerto dalla dodicesima (sic!) edizione, accompagnata da
una nuova e ampia premessa, di un testo molto significativo per autore e per
tema. Il teologo in questione e' Joseph Ratzinger, cardinale prefetto della
Congregazione per la dottrina della fede, e l'opera e' la sua Introduzione
al cristianesimo (traduzione italiana di Edoardo Martinelli, Queriniana,
2003, pp. 301, euro 22). Alla base c'e' una serie di lezioni tenute
all'Universita' di Tubinga nel 1967, dove Ratzinger era docente: esse
volevano idealmente ricalcare il taglio del corso che quasi mezzo secolo
prima aveva proposto in quella stessa universita' un altro famoso teologo,
Karl Adam (1876-1966) sull'"essenza del cattolicesimo".
Il sottotitolo del testo e' esplicito: "Lezioni sul Simbolo apostolico". Ed
e' noto che il Credo ruota attorno a due soggetti capitali, Dio e Cristo,
nei cui confronti si cerca in queste pagine di impedire una duplice deriva
che si e' acutizzata proprio nei nostri giorni (ed e' per questo che il
libro ha una sua ulteriore attualita'). Da un lato, infatti, si ha lo
stingersi e persino l'estinguersi della concezione del Dio personale,
abbandonando in tal modo quella visione biblica che permette persino di
assegnare un nome al Signore e di applicargli il simbolismo antropomorfico.
D'altro lato, si registra il ribaltamento della cristologia per cui "Cristo
da uomo che e' Dio diventa uomo che ha sperimentato Dio in modo speciale",
trasformando cosi' la figura di Gesu' in quella di un semplice "illuminato"
sul modello di Buddha.
A questa deriva l'opera reagisce con vigore impedendo che un'impostazione
interpretativa troppo estesa e libera stemperi e dissolva in una sorta di
generico "omogeneizzato" spirituale lo "scandalo" dell'annunzio evangelico,
come gia' metteva in guardia san Paolo scrivendo ai cristiani di Corinto. Il
volume, allora, vuole "aiutare a far comprendere in maniera nuova la fede,
spiegandola e interpretandola, senza pero' degradarne la consistenza a un
vacuo chiacchierio che stenta faticosamente a mascherarne un totale vuoto
spirituale".
*
Dialogo con la scienza
Diversa e', invece, la prospettiva del testo di un altro noto teologo
tedesco, il protestante Juergen Moltmann, che e' stato anche lui docente a
Tubinga. Autore della celebrata Teologia della speranza, egli da qualche
tempo si sta interessando al dialogo con la cultura contemporanea attorno ad
alcune questioni che animano il dibattito anche a livello popolare (in
particolare i temi eco-ambientali). Scienza e sapienza (traduzione italiana
di Dino Pezzetta, Queriniana, 2003, pp. 199, euro 18) e' appunto il titolo
di questa raccolta di saggi tutti coordinati attorno al dialogo tra scienza
e teologia. Moltmann si confessa "animato dal desiderio di riformulare il
pensiero teologico nel quadro della scienza della natura".
I vari capitoli del volume, pur nella loro genesi eterogenea, rivelano
quanto sia suggestivo il percorso intrapreso, anche se esso e' fatto
balenare solo attraverso sondaggi settoriali: la creazione come sistema
aperto, l'autolimitazione di Dio per lasciare spazio all'universo, il futuro
del cosmo, il senso del tempo in connessione con l'eterno, Dio e lo spazio,
etica e biomedicina, le cosmologie orientali ("leggere il Tao te ching di
Laotse con occhi occidentali"), il "caso Giordano Bruno" e cosi' via.
Significativo e' soprattutto l'atteggiamento di fondo suggerito alla
scienza, quello cioe' di lasciarsi piu' spesso contaminare dalla sapienza
(si spiega cosi' il titolo), impedendo l'arroganza dell'autoreferenzialita'
fredda e disumana. E in questo la teologia ha una funzione indiscutibile da
adempiere.
*
"Struttura" e "funzione"
Passiamo ora in Italia. Lasciato alle spalle un lungo inverno in cui la
teologia era esclusivo appannaggio dei "chierici" in senso stretto, sono
molti i laici che si dedicano in modo sistematico alle discipline teologiche
e tra loro si distinguono le donne. Cettina Militello e' stata una delle
prime teologhe a livello cronologico e lo e' ora a livello qualitativo,
divenuta ormai non solo cattedratica in facolta' romane ma anche una delle
piu' note e apprezzate laiche impegnate nella ricerca teologica. Essa si e'
gia' affacciata sul panorama editoriale con una ricca bibliografia e ora
offre un importante e ampio trattato di ecclesiologia dal titolo a prima
vista enigmatico, ancorato alla tradizione orientale, La Chiesa "il corpo
crismato" (Dehoniane, 2003, pp. 783, euro 54).
Gia' una sua collega, Serena Noceti, aveva imboccato questa via ma l'aveva
percorsa in collaborazione con un noto teologo, Severino Dianich (Trattato
sulla Chiesa, Queriniana, 2002, gia' da noi segnalato). Ora, invece, la
Militello procede da sola lungo un tracciato classico e originale al tempo
stesso: esso "si gioca sulla polarita' linguistica e categoriale di
'struttura' e 'funzione' quali testate all'interno delle quali collocare i
diversi temi ecclesiologici". Se la categoria "struttura" e' comune nel
discorso teologico sulla Chiesa, ben diversa e' pero' l'attribuzione di
significato che in questo saggio viene operata: si tratta, infatti, non
della esteriorita' della Chiesa, della sua incarnazione, della sua
storicita', bensi' del suo mistero intimo, della sua architettura profonda
che la rende popolo di Dio, corpo di Cristo, sua Sposa, una, santa,
cattolica e apostolica, animata dallo Spirito (ecco la sua "crismazione").
A questo punto si sviluppa la "funzione" della Chiesa che ha la sua
esplicazione nel comune sacerdozio di tutti i fedeli e in quello
ministeriale. Naturalmente questo schema non rende conto della grande
ricchezza dell'analisi condotta, dello sforzo di tener conto della
molteplicita' degli approcci finora esperiti e delle potenzialita' ancora
aperte, senza temere percio' di inoltrarsi in nuovi orizzonti, ma con
l'ancora ben piantata nel fondale solido dell'antica e costante tradizione
teologica e spirituale.
A quest'ultimo proposito e' utile un'altra opera di un teologo veneziano,
Renzo Gerardi, che ha preparato attraverso una paziente indagine una Storia
della Morale (Dehoniane, 2003, pp. 531, euro 41). La teologia "morale" e'
stata spesso ridotta in passato a un sistema casuistico, mentre in realta'
dovrebbe essere un'"interpretazione teologica dell'esperienza cristiana".
Usando una sterminata bibliografia (gia' questo rende prezioso il volume),
partendo dai primi secoli patristici e procedendo diacronicamente secolo
dopo secolo, scuola dopo scuola, personaggio dopo personaggio fino ai nostri
tempi, Gerardi ha delineato un immenso affresco che rivela molte sorprese ma
che permette anche di comprendere l'impegno sempre nuovo a cui e' chiamato
chi deve illuminare l'esperienza del cristiano. Ora, ad esempio, la teologia
morale e' interpellata su questioni prima inattese: pensiamo all'ambiente,
all'economia, alla pace, alla bioetica, alla coscienza femminile, al
dibattito tra morale autonoma ed etica della fede. Forse alla fine si puo'
restare smarriti di fronte alla varieta' delle figure, dei modelli, delle
correnti. Ma e' necessario risalire attraverso questo fiume immenso dal
percorso sinusoidale con molte anse dalle acque morte, per ritrovare la
complessita' dell'uomo, della sua liberta', del bene e del male che compie,
della sua capacita' di fede, speranza e amore e della grazia che in lui e'
effusa.

6. LIBRI. GIANFRANCO RAVASI: I LIBRI DELLA FEDE. SEGNALAZIONI DELL'APRILE
2004
[Dal mensile "Letture", n. 606, aprile 2004, col titolo "Negli Atti la
Chiesa testimone di Cristo"]

Abbiamo questa volta davanti a noi una vasta dotazione di testi da proporre.
Sarebbe importante avere la capacita' di recensire in modo fulminante, alla
Flaiano per intenderci ("E' un libro ponderoso. Che fa pensare. Ad altro").
D'altronde, pero', non si deve cadere nel rischio che gia' il critico e
scrittore americano Edmund Wilson (1895-1972) segnalava in The Shores of
Light: "Oggi a malapena si distingue la recensione dall'annuncio
pubblicitario". Vedremo di cavarcela in questa lunga elencazione iniziando,
pero', da un volume che merita qualche parola in piu': e' William H.
Willimon, gli Atti degli Apostoli (edizione italiana a cura di Fernanda
Jourdan Comba, Claudiana, 2003, pp. 230, euro 18).
La seconda opera lucana, da alcuni considerata come "Atti dello Spirito
Santo", e' stata oggetto di differenti interpretazioni: per Haenchen, ad
esempio, voleva essere una risposta alle tensioni tra cristianesimo sorgente
e potere politico romano; per Baur era un tardo documento ecumenico per
placare altre tensioni, quelle interne alla Chiesa, scoppiate tra i seguaci
di Pietro e quelli di Paolo; Conzelmann ipotizzava che la questione da
risolvere fosse la frustrazione delle prime comunita' per il ritardo della
parousia di Cristo, mentre Talbert vi ha visto una polemica antignostica. Il
teologo americano Willimon riporta gli Atti al cuore del messaggio
cristiano: da un lato, per il Luca degli Atti "l'evento Cristo e'
solidamente radicato nelle promesse di Dio a Israele"; d'altro lato, Cristo
non dev'essere disincarnato "separandolo dalla sua comunita' messianica, la
Chiesa, che non si deve sollevare dall'onere di essere messa alla prova e
sfidata nella testimonianza apostolica". Il commento limpido e venato di
applicazioni pastorali aiuta a illustrare questa tesi che rende la Chiesa
intimamente connessa a Cristo e attenta a evitare ogni compromesso con la
cultura dominante.
*
"Musica sacra"
Passiamo ora, dopo questa presentazione un po' piu' estesa, alle
segnalazioni minime a cui sopra si accennava. Stando sempre nell'orizzonte
neotestamentario, ecco l'Apocalisse di Giovanni a cura di Gianni Garrera
(Diabasis, 2003, pp. 274, euro 12). Non ci si lasci fuorviare dal titolo:
questo non e' un commento all'ultimo libro della Bibbia. E', invece,
un'originale analisi, serrata e densa (fino all'eccesso), nei confronti
della musica che pervade tutto quel testo sacro, allo scopo di farne
risaltare il significato simbolico e teologico.
Se scendiamo lungo il filo cronologico dei secoli, potremmo gettare uno
sguardo d'insieme a un altro orizzonte che spesso affascina anche il lettore
cristiano, quello dei Grandi temi della mistica ebraica. A essi ci conduce
Gabriele Burrini (Dehoniane, 2003, pp. 605, euro 18), proponendo una sorta
di foresta lussureggiante di testi, di simboli, di dottrine, di esoterismi,
di visioni, di spiritualita' e di magia (sono piu' di 300 paragrafi
tematici), il tutto annodato attorno a cinque soggetti: il mondo divino, la
creazione, angeli e demoni, l'uomo, Israele. E se si vuole non avere
esitazioni di fronte a parole come Pesach, Sefer Torah, Qaddish, Shavu'ot e
a cento altri termini ebraici o italiani che evocano argomenti giudaici,
ecco le 99 domande sull'ebraismo, ovviamente con altrettante risposte di
Walter L. Rotschild (traduzione di Roberto Tonetti, Gribaudi, 2004, pp. 144,
euro 10).
*
Il filo... del Papa
Ma ritorniamo nell'orizzonte cristiano. Esso e' scandito, soprattutto per il
cattolicesimo, da un filo conduttore che non e' solo storico ma anche
teologico, quello del papato. Ecco, in una nuova edizione aggiornata, il
noto Dizionario illustrato dei Papi, elaborato da John N. D. Kelly per i
famosi "Dizionari Oxford" (traduzione di Antonella Riccio, Piemme, 2003, pp.
871, euro 85): da "Pietro" a "Giovanni Paolo II", questo tomo fa scorrere la
successione petrina con profili essenziali dei quasi 300 pontefici, con
bibliografia specifica e generale e con ritratti e indici. Certo, questo
testo non compete con l'analogo, approfondito e monumentale parallelo edito
dalla Treccani (Enciclopedia dei Papi), ma puo' essere uno strumento valido
di consultazione immediata.
*
Due Padri
Nella tradizione ecclesiale una posizione preminente hanno anche i Padri
della Chiesa. Riserviamo a loro due caselle nella nostra lista di
segnalazioni.
Parlare di Agostino e la filosofia dell'Amore come fa Salvatore Taranto
(Morcelliana, 2003, pp. 337, euro 24) e' in pratica coinvolgere tutto il
pensiero di questo vertice della cultura cristiana, dall'Essere al Bene,
dalla grazia alla liberta', dalla natura all'elevazione soprannaturale.
Questo saggio, percio', puo' trasformarsi in una sorta di introduzione alla
riflessione e alla spiritualita' agostiniana, soprattutto adesso che si
commemorano i 1.650 anni dalla sua nascita, avvenuta a Tagaste, nell'attuale
Algeria, nel 354.
Suo contemporaneo, anche se innestato in un altro orizzonte spaziale e
culturale, era Giovanni Crisostomo del quale, nella "Collana di Testi
Patristici" dell'editrice Citta' Nuova, Domenico Ciarlo propone A Teodoro
(2004, pp. 136, euro 10), uno scritto per certi versi misterioso sia per il
destinatario (il famoso Teodoro di Mopsuestia?) sia per datazione o
classificazione. L'opera comprende infatti una lettera e un trattato, ed e'
protesa a sostenere una persona in crisi che e' tentata di lasciare alle
spalle l'esperienza monastica. Ma la voce del Crisostomo va oltre l'evento
contingente e s'indirizza a tutti coloro che cadono durante il cammino
dell'esistenza cristiana e sono, percio', inclini a disperarsi. Non e'
l'eroico incedere, a testa alta e senza esitazioni, l'unico modo di avanzare
nella perfezione; ben piu' normale e legittimo e' il procedere passo dopo
passo, con fatica, sudore, inciampi, ma sempre con ferma costanza.
*
"Georgia on my mind"
Restiamo nell'Oriente cristiano ma in una regione marginale, la Georgia, la
mitica Colchide del vello d'oro, ma celebrata anche come "il paese scelto
dalla Theotokos e custode della tunica di Cristo". Gaga Shurgaia, che e' di
quella terra e che ora vive in Italia, sotto il titolo La spiritualita'
georgiana (Studium, 2003, pp. 295, euro 24,50) introduce, traduce e commenta
Il Martirio di Abo (VIII sec.), opera di Ioane Sabanisze. E' attraverso
questa vicenda agiografica esemplare che si ricostruisce il profilo di una
spiritualita' originale che ha saputo elaborare motivi molto differenti tra
loro in una fede intensa e incarnata.
Da questa regione caucasica trasferiamoci ora al nostro Occidente, al
cristianesimo inglese con due personalita' differenti tra loro anche per
confessione. Da un lato, ecco la bella biografia di Tommaso Moro della
giurista franco-inglese Elisabeth-Marie Ganne (traduzione di Bruno Amato,
San Paolo, 2004, pp. 195, euro 14). Definito da Pio XI come "l'uomo completo
del Rinascimento" per la sua straordinaria formazione culturale e
spirituale, Thomas More e' l'emblema dell'"obiezione di coscienza" contro il
potere politico prevaricatore, e la sua decapitazione (1535) suggella
un'esistenza che e' in queste pagine ricostruita con finezza anche nella sua
interiorita', oltre che nell'indubbio rilievo civile. D'altro lato, sia pure
attraverso una traduzione italiana ottocentesca, si ha la possibilita' di
gustare lo scritto La perfezione cristiana di John Wesley (1703-1791), il
fondatore del metodismo, che ha una sua presenza anche in Italia (traduzione
di Everett S. Stackpole, Claudiana - Gbu, 2003, pp. 123, euro 12). Egli e'
fermamente convinto che gia' durante l'esistenza terrena, e non solo
nell'oltrevita escatologico, e' possibile giungere sulla vetta della
perfezione attraverso un "metodo" progressivo, coerente e costante di
fedelta' spirituale.
*
Fermenti esplosivi
Per finire, eccoci ai nostri giorni, segnati da fermenti religiosi non
sempre controllabili, ora esplosivi fino ad avere connotazioni
fondamentaliste, ora attenuati in un sincretismo di incerta colorazione. Una
mappa essenziale di questo fenomeno e' tracciata da Enzo Pace ed Eugenio
Stretti, Il pluralismo delle fedi: i nuovi movimenti religiosi (Claudiana,
2003, pp. 168, euro 12,50). Ebraismo, islam, religioni orientali, "religioni
della mente" (ad esempio, Scientology) sono associate a un'analisi del
pluralismo protestante sospeso tra profetismo e millenarismo, mentre nelle
Chiese africane si registra un'oscillazione tra profetismo e messianismo.
All'orizzonte specifico protestante, da sempre vivace e fin turbolento nel
suo dinamismo, e' dedicato il saggio di Giorgio Bouchard, Chiese e movimenti
evangelici del nostro tempo (Claudiana, 2003, pp. 190, euro 12,50). E' una
guida per inoltrarsi in un mondo molto variegato che, accanto alle Chiese
"storiche" nate dalla Riforma, vede il proliferare di movimenti in
espansione come gli avventisti, i pentecostali, gli apostolici, gli
unitariani, i geovisti e i mormoni. Una presenza che, sia pure
marginalmente, affiora da tempo anche nelle nostre citta'.

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VOCI E VOLTI DELLA NONVIOLENZA
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Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100
Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it
Numero 225 del 5 settembre 2008

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