La nonviolenza e' in cammino. 920



LA NONVIOLENZA E' IN CAMMINO

Foglio quotidiano di approfondimento proposto dal Centro di ricerca per la
pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100
Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it

Numero 920 del 5 maggio 2005

Sommario di questo numero:
1. A Cinisi dal 7 al 9 maggio per ricordare Felicia e Peppino Impastato
2. Ristampato "Donne, mafia e antimafia" di Anna Puglisi
3. Contro la mafia la nonviolenza. Un convegno a Palermo il 21-22 maggio
4. Giobbe Santabarbara: Tre quesiti panormiti
5. Un colloquio tra Luciana Castellina e Liv Ullmann
6. Udi: I nostri corpi, i nostri cuori, le nostre menti
7. Gruppi donne delle comunita' cristiane di base: Siamo chiamate a
scegliere
8. La "Carta" del Movimento Nonviolento
9. Per saperne di piu'

1. INCONTRI. A CINISI DAL 7 AL 9 MAGGIO PER RICORDARE FELICIA E PEPPINO
IMPASTATO
[Dal Centro Siciliano di Documentazione "Giuseppe Impastato" (per contatti:
via Villa Sperlinga 15, 90144 Palermo, tel. 0916259789, fax: 091348997,
e-mail: csdgi at tin.it, sito: www.centroimpastato.it) riceviamo e diffondiamo.
Giuseppe Impastato nato nel 1948, militante della nuova sinistra di Cinisi
(Pa), straordinaria figura della lotta contro la mafia, di quel nitido e
rigoroso impegno antimafia che Umberto Santino defini' "l'antimafia
difficile", fu assassinato dalla mafia il 9 maggio 1978. Scritti di Peppino
Impastato: Lunga e' la notte. Poesie, scritti, documenti, Centro siciliano
di documentazione Giuseppe Impastato, seconda edizione Palermo 2003. Opere
su Peppino Impastato: Umberto Santino (a cura di), L'assassinio e il
depistaggio, Centro Impastato, Palermo 1998; Salvo Vitale, Nel cuore dei
coralli, Rubbettino, Soveria Mannelli 1995; Felicia Bartolotta Impastato, La
mafia in casa mia, La Luna, Palermo 1986; Claudio Fava, Cinque delitti
imperfetti, Mondadori, Milano 1994. Tra le pubblicazioni recenti: AA. VV.,
Peppino Impastato: anatomia di un depistaggio, Editori Riuniti, Roma 2001
(pubblicazione della relazione della commissione parlamentare antimafia
presentata da Giovanni Russo Spena; con contributi di Giuseppe Lumia, Nichi
Vendola, Michele Figurelli, Gianfranco Donadio, Enzo Ciconte, Antonio
Maruccia, Umberto Santino); Marco Tullio Giordana, Claudio Fava, Monica
Zapelli, I cento passi, Feltrinelli, Milano 2001 (sceneggiatura del film
omonimo). Ma cfr. anche le molte altre ottime pubblicazioni del Centro
siciliano di documentazione "Giuseppe Impastato".
Felicia Bartolotta Impastato e' la madre di Giuseppe Impastato (1948-1978),
il militante antimafia di Cinisi (Pa) assassinato dalla mafia; Felicia
Bartolotta Impastato lo ha sostenuto nella sua lotta, che ha proseguito dopo
l'uccisione del figlio. E' deceduta nel dicembre 2004. Opere di Felicia
Bartolotta Impastato: La mafia in casa mia, intervista di Anna Puglisi e
Umberto Santino, La Luna, Palermo 1987. Opere su Felicia Bartolotta
Impastato: Anna Puglisi e Umberto Santino (a cura di), Cara Felicia. A
Felicia Bartolotta Impastato, Centro siciliano di documentazione Giuseppe
Impastato, Palermo 2005; di lei ovviamente si parla ampiamente nei libri
dedicati alla figura di Peppino Impastato]

Si svolgera' a Cinisi, il 7-9 maggio 2005, l'incontro del Forum sociale
antimafia "Felicia e Peppino Impastato" sul tema: "1978-2005: Ricordare per
continuare".
Nel ventisettesimo anniversario dell'assassinio di Peppino Impastato
rinnoviamo il nostro impegno con alcune iniziative che quest'anno saranno
dedicate a Peppino e a sua madre, Felicia Bartolotta, che ci ha lasciato il
7 dicembre scorso.
Il quadro politico si e' aggravato, con l'approvazione del progetto di
demolizione della Costituzione nata dalla Resistenza antifascista, con la
prosecuzione della tutela legislativa di interessi privati, con l'emergere
sempre piu' allarmante di complicita' a livello istituzionale e politico,
evidenziato dalla condanna di Marcello dell'Utri e dal rinvio a giudizio del
presidente della Regione siciliana, dagli arresti di rappresentanti di una
borghesia mafiosa ben inserita nei palazzi del potere e nel sistema
economico-finanziario.
In questo quadro fare informazione e' diventato sempre piu' difficile, con
il monopolio delle televisioni e l'intimidazione verso le poche voci libere.
Si e' ulteriormente appesantito l'attacco alla magistratura, responsabile di
aver indagato rappresentanti del potere, con un progetto di ordinamento
giudiziario che lede principi costituzionali fondamentali come
l'indipendenza dei giudici, e si corre il rischio di vanificare l'uso
sociale dei beni confiscati con la proposta di mettere in vendita i beni.
Continua il saccheggio del territorio ma cresce il movimento per uno
sviluppo rispettoso dell'ambiente.
Discuteremo di questi problemi, con particolare attenzione al territorio, e
dedicheremo a Felicia un'intera mattinata con interventi e letture sul ruolo
delle donne nella lotta contro la mafia, dai Fasci siciliani ai nostri
giorni.
Si terranno un concerto di uno dei gruppi musicali piu' prestigiosi e
impegnati, i Modena City Ramblers e un concerto del cantautore Pippo
Pollina, e ci saranno mostre, spettacoli e proiezioni.
*
Programma
Sabato 7 maggio. Mattina: accoglienza presso piazza Stazione. Ore 10:
esposizione mostre fotografiche davanti casa Impastato, corso Umberto 220.
Ore 11-13 e 15-18: al cinema Alba: Forum su mafia, politica e territorio.
Ore 18,30: fiaccolata da Radio Aut di Terrasini a Cinisi. Ore 21, piazza di
Cinisi: ouverture del Collettivo musicale "Peppino Impastato" e concerto dei
Modena City Ramblers.
Domenica 8 maggio. Ore 9,30-12,30, al cinema Alba: Dedicato a Felicia.
Presentazione del libro Cara Felicia. Interventi e letture sul tema: Le
donne nella lotta contro la mafia, dai Fasci siciliani ai nostri giorni. Ore
16, al cinema Alba: "Costruire l'antimafia", riflessioni, esperienze,
analisi, riflessioni, proposte tra realta' territoriali a confronto. Ore 21,
in piazza: concerto del cantautore Pippo Pollina.
Lunedi' 9 maggio. Mattina: sulle tombe di Peppino e Felicia. Ore 10: al
campo sportivo di Cinisi: workshop con la redazione di Radio Aut e
costruzione di una trasmissione con le telecamere di Telejato. Ore 16,
cinema Alba: forum su Mafia, informazione e repressione, e proiezione di
filmati su momenti di controinformazione a cura di Telejato. Ore 21:
Incontro con Giovanni Impastato, Umberto Santino, Marco Travaglio, Dario
Vergassola e Salvo Vitale, spettacoli e proiezioni in piazza.
*
Promotori: famiglia Impastato, Centro siciliano di documentazione "Giuseppe
Impastato" di Palermo, Associazione "Peppino Impastato" di Cinisi e
Terrasini, Associazione "Radio aut", Circolo Metropolis di Castellammare.
Adesioni: Cobas Palermo, Rifondazione Comunista, Giovani Comunisti, Sinistra
Giovanile, Libera, Attac Sicilia, Collettivo palermitano del Liceo Meli,
Collettivo palermitano 20 Luglio, Centro sociale ex carcere, Centro sociale
Ask, Laboratorio Zeta, Villaggio Laneria, Box 4 aula Carlo Giuliani Facolta'
di Lettere, Associazione Addio Pizzo, Il Giornale di Cinisi, Associazione
Rizoma Cinisi, Arci "La locomotica" Rosolini (Siracusa), Comitato utenti
biblioteca Villa Trabia (Palermo), Redazione di Terrelibere.org,
Cepes-Palermo, Verdi Palermo, Alberto Mangano, Associazione "Universando"
della Facolta' di Giurisprudenza di Palermo.
*
Per informazioni e adesioni:
- Centro Impastato: tel. 0916259789, fax 091348997, e-mail: csdgi at tin.it,
sito internet: www.centroimpastato.it
- Associazione "Peppino Impastato": tel. 3384149498, e-mail:
icompagni at peppinoimpastato.com, sito: www.peppinoimpastato.com
*
Per informazioni logistiche: 0918666233, dalle 8,30 alle 13, dalle 15 alle
19.
Come arrivare:
a) in treno: dalla stazione di Palermo, proseguimento in direzione Trapani,
fermata alla stazione di Cinisi (25 km da Palermo);
b) in automobile: da Palermo imboccare l'autostrada A29
Palermo-Trapani-Mazara del Vallo, uscita svincolo di Cinisi. O anche: da
Palermo imboccare la strada statale 113 in direzione Trapani;
c) in aereo: l'aeroporto internazionale "Falcone e Borsellino" di Palermo e'
a Punta Raisi nel territorio comunale di Cinisi e dista 1 km dal centro del
paese. Dall'aeroporto sono in servizio un treno/navetta, il Trinacria
Express, con corse ogni ora ed un servizio di pullman con corse frequenti
per Cinisi, oltre che i taxi;
d) in nave: dal porto di Palermo attraccano i traghetti e le navi passeggeri
provenienti da: Genova, Livorno, Napoli e Cagliari. Si consiglia di
proseguire poi con dei pullman che partono dalla via Balsamo a Palermo,
accanto la stazione Centrale ferroviaria, con cadenza frequente.
Dove pernottare:
a) Campeggio del campo sportivo a Cinisi del Forum sociale antimafia,
capienza 2000 posti, con servizi igienici, prezzi: contributo libero per
sostenere l'organizzazione. Dista 1 km circa dai luoghi delle
manifestazioni. Obbligatorio portarsi la tenda.
b) Florio Park Hotel, Cinisi, tel. 0918684222. Tariffe per persona, camera e
prima colazione: 1 notte, singola 66 euro, doppia 132 euro.
c) Hotel Villaggio Citta' del Mare di Terrasini, Strada statale 113, km 301,
tel. 0918687555. Tariffe per persona in mezza pensione: 1 notte, singola 59
euro, doppia 81 euro.
d) Villaggio degli Androni, Terrasini, tel. 0918681248, 0918681712. Tariffe
per persona, camera e prima colazione: 1 notte, singola 60 euro, doppia 60
euro; mezza pensione 45 a persona; pensione completa 50 a persona.
e) Bed & breakfast di Lo Piccolo, via Venuti 312, Cinisi, tel. 0918699207,
0918664935, 3474883679. Tariffe per persona, camera e prima colazione: 1
notte, 25 euro.

2. LIBRI. RISTAMPATO "DONNE, MAFIA E ANTIMAFIA" DI ANNA PUGLISI
[Dal sito del Centro Siciliano di Documentazione "Giuseppe Impastato"
(www.centroimpastato.it ) riprendiamo la seguente notizia. Anna Puglisi,
studiosa  e militante antimafia, e' impegnata nell'esperienza del Centro
Impastato. Tra le opere di Anna Puglisi: con Umberto Santino ha curato La
mafia in casa mia, intervista a Felicia Bartolotta Impastato, La Luna,
Palermo 1986; sempre con Umberto Santino ha curato anche Cara Felicia. A
Felicia Bartolotta Impastato, Centro siciliano di documentazione Giuseppe
Impastato, Palermo 2005; con Antonia Cascio ha curato il dossier Con e
contro. Le donne nell'organizzazione mafiosa e nella lotta antimafia,
Palermo 1988; Sole contro la mafia, La Luna, Palermo 1990; Donne, mafia e
antimafia, Centro Impastato, Palermo 1998, Di Girolamo, Trapani 2005]

E' stato ristampato il libro di Anna Puglisi, Donne, mafia e antimafia,
apparso in prima edizione nella collana Csd appunti n. 7-8, Centro siciliano
di documentazione Giuseppe Impastato, Palermo 1998, da tempo esaurito; la
ristampa e' pubblicata presso Di Girolamo editore, Trapani 2005.
Dall'indice: L'esperienza delle donne siciliane; Donne e pentitismo; La
mafia uccideva e uccide anche i bambini; A proposito della lettera di
Ninetta Bagarella e della risposta del giudice Vigna; Appunti sulla ricerca
su "Donne e mafia"; Le donne di mafia collaboratrici di giustizia; Donne
contro la mafia si raccontano; L'Associazione donne contro la mafia: Quale
futuro?; Bibliografia su donne e mafia.
Per informazioni e richieste: Centro Siciliano di Documentazione "Giuseppe
Impastato", via Villa Sperlinga 15, 90144 Palermo, tel. 0916259789, fax:
091348997, e-mail: csdgi at tin.it, sito: www.centroimpastato.it

3. INCONTRI. CONTRO LA MAFIA LA NONVIOLENZA. UN CONVEGNO A PALERMO IL 21-22
MAGGIO
[Dal sito del Centro Siciliano di Documentazione "Giuseppe Impastato" (per
contatti: via Villa Sperlinga 15, 90144 Palermo, tel.0916259789, fax:
091348997, e-mail: csdgi at tin.it, sito: www.centroimpastato.it) riprendiamo e
diffondiamo. Dobbiamo evidenziare come alcune ellittiche e quindi
fraintendibili formulazioni del documento preparatorio ci provochino forte
un cruccio. Esse infatti potrebbero dar luogo ad equivoci anche assai gravi.
Metteva conto di esplicitare maggiormente che espressioni come "nostro
rapporto con chi ancora appartiene alla mafia", "ruolo di terza parte" e
"gettare dei ponti di comunicazione con l'universo mafioso" non implicano
alcun cedimento ad ambiguita' inammissibili e fin scandalose, ma anzi
segnalano l'urgenza di un piu' attivo, profondo, partecipato impegno contro
il potere mafioso, di un piu' limpido sostegno a quanti - nelle istituzioni
come nella societa' civile - gia' lottano fin eroicamente contro il potere
mafioso, di una posizione ne' terzista ne' attendista, ma pienamente
coinvolta nella lotta contro il sistema mafioso, contro la violenza mafiosa,
contro il potere mafioso e le sue ramificate complicita' in tutti i settori
della vita associata e fin nelle strutture profonde del sentire e dell'agire
delle persone oltre che delle comunita' e dei gruppi. Tra i promotori del
convegno vi sono persone ed associazioni che nella lotta antimafia sono da
lungo tempo impegnate, forse il fatto che per loro sia ovvio essere
schierate contro la mafia e con le vittime della mafia, contro la violenza e
con chi la violenza contrasta, con le istituzioni democratiche e con lo
stato di diritto, puo' aver contribuito a che si adottassero formulazioni
ellittiche; forse non sara' stato inutile aver qui precisato cio' che poteva
essere ovvio e sin pleonastico per color che gia' ben sanno, ma che per
altri lettori poteva non esserlo altrettanto]

Il 21-22 maggio 2005 a  Palermo, presso il Convento dei Frati Minori di
Baida, si svolgera' un convegno nazionale sul tema "Superare il sistema
mafioso. Il contributo della nonviolenza".
Il convegno e' promosso da: Gruppo-laboratorio "Percorsi nonviolenti per il
superamento del sistema mafioso"; Seminario Nonviolenza; Quaderni
Satyagraha; Mosaico di Pace; Centro Siciliano di Documentazione G.
Impastato; Arci Sicilia; Libera; Dipartimento di Studi "Politica, Diritto e
Societa'" e Facolta' di Lettere e Filosofia dell'Universita' di Palermo;
Corso di Laurea in Scienze per la Pace dell'Universita' di Pisa.
*
Dal documento di preparazione al convegno:
"... Abbiamo individuato nella nonviolenza una possibile strada che puo'
apportare degli elementi di novita', per il superamento del sistema mafioso.
Non si tratta di stravolgere le forme storiche di impegno antimafia, ma di
aggiungere, come diceva Capitini, una visione capace di anticipare una
societa' liberata.
La nonviolenza porta ad agire con la coscienza dell'avversario, nella
consapevolezza dell'umanita' di cui ciascuno e' portatore e al contempo
della nostra corresponsabilita' al male che vogliamo superare.
Questo approccio implica una pratica di ascolto del vissuto e del punto di
vista dell'altro, ovviamente non per accettarli passivamente e legittimarli,
ma per attivare un contatto vero e profondo.
Va ripensato il nostro rapporto con chi ancora appartiene alla mafia, con
chi le da' consenso, con chi ne ha preso le distanze, anche se questo non si
traduce in una collaborazione piena con le istituzioni della giustizia o
assume forme che ci appaiono ambigue.
Va ripensato il ruolo delle vittime, dei familiari, dei soggetti che
potrebbero giocare un ruolo di terza parte.
Non vogliamo affrontare queste tematiche con un atteggiamento ideologico e
critico verso cio' che e' stato fatto nel mondo antimafia, anche perche'
molti di noi ne fanno pienamente parte.
Vogliamo analizzare e scegliere con rigore nuove strategie per gettare dei
ponti di comunicazione con l'universo mafioso, senza nessuna
accondiscendenza, ma anche riconoscendo i limiti delle risposte
istituzionali.
Facendo riferimento all'insegnamento nonviolento, ai suoi maestri storici
(Gandhi, Capitini, Lanza del Vasto) e ad alcune testimonianze esemplari del
meridione d'Italia (Danilo Dolci, don Tonino Bello, padre Pino Puglisi)
vogliamo dar vita a un percorso di approfondimento, di ricognizione di
esperienze che gia' operano in questa direzione, di nuove sperimentazioni e
progetti di azione nonviolenta in contesti di mafia".
*
Programma
Sabato 21 maggio 2005
Sessione mattutina: Analisi
Moderatore: A. Cavadi, Scuola di Formazione Etico-Politica G. Falcone.
Ore 9: Saluti degli enti promotori.
Ore 9,30: relazioni:
V. Sanfilippo, Movimento dell'Arca: Nonviolenza e mafia: alcune indicazioni
di percorso.
U. Santino, presidente Centro Siciliano di Documentazione G. Impastato,
Palermo: Nonviolenza, mafia, antimafia.
G. Scardaccione, Universita' di Chieti: Il modello riparativo di giustizia:
la sfida "impossibile" dell'applicazione ai reati di mafia.
N. Salio, Centro Studi D. Sereno Regis, Torino: Politiche di lotta
nonviolenta contro i poteri senza volto.
Don L. Ciotti, presidente Libera: L'antimafia ripensata. Nonviolenza ed
associazionismo.
Ore 12: dibattito.
Ore13,30: pranzo.
Sessione pomeridiana: Esperienze
Ore 15,30-19: Gruppi di lavoro:
- Pratiche di mediazione e di giustizia rigenerativa. Introduce: M. Cannito,
esperta di "giustizia rigenerativa" di Witness for Peace di Washington.
- Pratiche di resistenza civile. Introduce: G. Abbagnato, Libera-Palermo.
- Difesa popolare nonviolenta, servizio civile, contrasto alla mafia.
Introducono: A. Cozzo, Universita' di Palermo, e N. Salio, Centro Studi D.
Sereno Regis, Torino.
- Ruolo delle donne. Introduce: A. Puglisi, Centro Siciliano di
Documentazione G. Impastato.
- Strategie educative. Introducono: A. Cavadi, Scuola di Formazione
Etico-Politica G. Falcone, e S. Rampulla, Seminario Nonviolenza, Palermo.
- Comunita' religiose e mafia. Introduce: don F. M. Stabile, storico della
Chiesa.
- Percorsi di accompagnamento per vittime, testimoni, dissociati. Introduce:
don R. Bruno, cappellano del Carcere di Lecce.
- Un'esperienza di Teatro dell'Oppresso. Conduce: S. Di Vita, esperto di
Teatro dell'Oppresso.
Ore 20: cena.
Ore 21: serata conviviale con musica e danze, a cura di L. Tedesco,
musicista, Movimento dell'Arca.
*
Domenica 22 maggio 2005
Sessione conclusiva: Prospettive
Moderatore: A. Foti, presidente Arci Sicilia.
Ore 9,30: sintesi dei gruppi di lavoro.
Ore 11,30: Ipotesi per un programma di lavoro: interventi di R. Altieri,
direttore Quaderni Satyagraha, Universita' di Pisa; A. Cozzo, Universita' di
Palermo; G. Fiandaca, Universita' di Palermo; E. Villa, Libera-Palermo.
Ore 13: chiusura dei lavori.
*
Ospitalita' presso il Convento dei Frati Minori di Baida, via Convento 43,
90136 Baida Palermo. Pensione completa: euro 35 in camera doppia, euro 45 in
camera singola. Singoli pasti 15 euro. E' preferibile iscriversi al convegno
e ai gruppi di lavoro e prenotare la camera e i pasti entro il 9 maggio
2005. Per prenotare la camera e i pasti telefonare al numero 091223595.
Come si arriva a Baida: dalla stazione centrale o da piazza Politeama
prendere l'autobus 102 che fa capolinea a Piazzale Giotto - Lennon. Da
piazzale Giotto prendere l'autobus 534 che fa capolinea in piazza Baida.
*
Iscrizioni e segreteria del convegno: e-mail: v.sanfi at virgilio.it, tel.
0916259789, fax: 091348997.
Altre e-mail di riferimento: acozzo at unipa.it, csdgi at tin.it

4. RIFLESSIONE. GIOBBE SANTABARBARA: TRE QUESITI PANORMITI
[Ringraziamo Giobbe Santabarbara per questo intervento. Giobbe Santabarbara
e' uno dei principali collaboratori del "Centro di ricerca per la pace" di
Viterbo]

Il convegno che si svolgera' a Palermo il 21-22 maggio sul contributo della
nonviolenza alla lotta contro la mafia costituisce una rilevante occasione
di riflessione, di confronto e di impegno. E proprio per l'apprezzamento
sincero che per questa iniziativa nutriamo, riteniamo possa essere non
disutile esprimere qui anche tre opinioni in forma di quesiti su alcuni temi
di essa su cui vorremmo ulteriormente si soffermasse la riflessione dei
partecipanti all'incontro palermitano.
*
Il primo quesito
Pare a chi scrive queste righe che la nonviolenza sia per cosi' dire "in re
ipsa" la lotta antimafia nella sua forma piu' nitida e adeguata, poiche'
essa al sistema di potere mafioso, e finanche alla weltanschauung mafiosa,
si oppone nel modo piu' radicale.
Nella tradizione dei movimenti di opposizione al sistema di potere mafioso
la nonviolenza e' sovente stata per cosi' dire cuore pulsante e - ci si
passi la metafora e la duplice dialettizzazione socratica e kierkegaardiana
che essa implica - punta di lancia.
Che ne avessero piena contezza o meno, misero in campo scelte assiologiche
ed epistemologiche nonviolente, tecniche d'azione nonviolenta, e prospettive
politiche ed economiche nonviolente, sia pressoche' tutti i movimenti
popolari di massa che la mafia hanno sfidato, sia pressoche' tutte le
testimonianze di coscienza tradottesi in resistenza individuale e/o in
azione pubblica condivisa.
Nonviolenta e' stata ed e' la lotta delle donne contro la mafia (e il
pensiero e la lotta - e la memoria, e l'agire e il sentire la cura per altri
e la relazione - delle donne e' il cuore e il vettore della lotta antimafia
cosi' come della nonviolenza in cammino).
E fondamentalmente nonviolenta e' stata la lotta del movimento contadino;
fondamentalmente nonviolenta e' stata la lotta dei movimenti della nuova
sinistra; nonviolenta e' stata la lotta della stagione dei movimenti della
societa' civile; nonviolenta e' l'azione sindacale quando essa e' veramente
tale; nonviolenta e' l'azione ecclesiale quando essa tale e' veramente; e
nonviolenta l'azione d'inchiesta e denuncia del giornalismo militante, della
coscientizzazione, dell'"autoanalisi popolare".
E fondamentalmente nonviolente sono state finanche talune decisive modalita'
di azione di rilevanti esperienze condotte dalle istituzioni, fin dalle
istituzioni del controllo sociale, della repressione del crimine,
dell'amministrazione della giustizia.
E nonviolenta, last but not least, e' stata l'esperienza di riferimento che
troppi tendono a dimenticare mentre invece costituisce una preziosa lezione
per l'oggi e per il domani: la lotta di Danilo Dolci, che coniugo' azione
nonviolenta, lotta antimafia, coscientizzazione ed autoeducazione popolare,
critica del modello di sviluppo e costruzione - per dirla con un fortunato
sebbene confuso motto dell'oggi - di "un altro mondo possibile", in un
orizzonte radicato localmente ma pensato globalmente, un orizzonte di
alternativa che ancora ci appella ed anzi vieppiu' esige la nostra
attenzione e la nostra azione dinanzi alla cosiddetta "globalizzazione
neoliberista" in cui il potere mafioso (ed in particolare la mafia
finanziaria cosi' come indagata da Umberto Santino in un suo fondamentale
saggio) ha un ruolo paradigmatico, centrale e trainante per l'economia
dominante (e quindi per l'ideologia dominante, e finanche per la gestione
militare imperiale dominante).
E quindi se non si muove dall'eredita' di Danilo Dolci, dalla sua pratica,
dalla sua metodologia, dalla sua concreta vicenda e maieutica proposta, si
rischia di evocare nomi ed esperienze della nonviolenza rilevanti certo, ma
estrinsechi e che rischiano talvolta di essere fin fuorvianti.
Cosi' come si corre il rischio di scotomizzare una realta' effettuale
avallando la presunzione, fallace invero quant'altre mai, che la riflessione
e la prassi nonviolenta non si siano gia' misurate decisivamente nella lotta
contro la mafia, o peggio siano addirittura cosa nuova ed estranea da
mettere in valore solo ora in aggiunta ad altro, laddove invece "l'aggiunta
nonviolenta" (per usare la formula capitiniana) e' sempre stata presente e
operante ed anzi informante le piu' rilevanti e aggettanti esperienze di
lotta contro il potere mafioso.
Il che ovviamente non significa che tutto quanto e' stato fatto di buono e
di valido contro la mafia sia tout court azione nonviolenta (suvvia); o che
non ci sia nulla di nuovo da proporre; anzi: le proposte di riflessione e i
percorsi di iniziativa formulati dai documenti che le persone che hanno
preso parte al laboratorio palermitano promotore del convegno del 21-22
maggio hanno redatto negli ultimi anni costituiscono contributi importanti
(e, naturalmente, degni di ampia discussione e fin serrata critica su alcuni
punti) al lavoro che e' da condurre, ma questo non deve implicare che
l'attenzione su queste proposte faccia dimenticare cio' che e' stato gia'
fatto, e soprattutto non deve dar adito all'errore, catastrofico errore, di
ritenere che il contributo della nonviolenza si concentri solo in questo e
non si sia invece altresi' gia' dispiegato in molte altre esperienze tutte
da valorizzare, ereditare, proseguire.
*
Il secondo quesito
Ho nuovamente letto nel sito del Centro Impastato gli stralci del documento
che convoca l'incontro, stralci riprodotti in questo stesso foglio. Alcune
espressioni ivi adottate possono dar luogo ad equivoci gravi, equivoci che
gia' in anni passati sono stati alimentati da alcuni studiosi generosi ma
astratti e finanche da una rivista assai benintenzionata e comunque
ammirevole, ma sovente confusionaria fino al rischio - cosi' a me talora e'
capitato di pensare in relazione a detti ed atti di suoi autori che pur sono
egregie persone - dell'irresponsabilita'.
Diciamolo allora chiaro una volta di piu': la nonviolenza e' lotta contro la
violenza, l'ingiustizia, la menzogna. La nonviolenza e' scelta di collocarsi
dalla parte delle vittime. La nonviolenza, diciamolo ancora, e' in quanto
tale opposizione alla mafia, lotta contro la mafia, rottura di ogni
acquiescienza, di ogni indifferenza, di ogni subalternita', di ogni
rassegnazione, di ogni complicita'.
Se qualcuno pensasse di poter assumere atteggiamenti ambigui tra
l'aggressore e la vittima (certo, anche il carnefice e' vittima della sua
stessa violenza, ma e' lui che bisogna arrestare e disarmare perche' quella
violenza cessi), ebbene, questo nulla ha a che vedere con la nonviolenza
intesa nella pienezza del suo significato.
Credo che su questo i promotori ed i partecipanti al convegno palermitano la
pensino all'incirca come me; ed a maggior ragione, credo, gli estensori e
sottoscrittori del documento di convocazione: avrei dunque viva gioia se
quei luoghi del testo diffuso che una lettura frettolosa potrebbe
considerare equivoci venissero chiariti come e' non solo opportuno ma,
direi, finanche necessario e urgente; proprio affinche' non possano darsi
fraintendimenti di sorta, e a nessuno sia concesso di per cosi' dire
incistarsi in - o trar losco profitto da, o malevolmente speculare su -
ellissi che possono produrre ambiguita' certo non volute, ma che pure
potrebbero offrire il destro per interpretazioni improvvide o peggio.
Nessuna collusione col sistema di potere mafioso o coi complici suoi;
solidarieta' piena con le istituzioni che lottano per garantire la civile
convivenza e i diritti di tutti; ripudio di ogni atteggiamento terzista o
attendista; capacita' di ascolto di tutte le persone, ma - ovvero: quindi -
lotta inflessibile contro ogni concrezione di violenza, di menzogna, di
male. La nonviolenza e' ahimsa e satyagraha.
*
Il terzo quesito
Nel merito del programma dei lavori: mi sembra che troppo spesso e da parte
di troppe persone si continui stranamente a non cogliere la centralita'
della lotta e della riflessione delle donne, sia nella lotta alla mafia, sia
nel costituirsi pratico e teoretico della nonviolenza come proposta
assiologica, gnoseologica, ermeneutica, metodologica ed operativa, come
vicenda e forza storica, come proposta d'interpretazione antropologica e
come progetto sociale.
Lo ripeto una volta di piu', e mi scuso per l'insistenza: la modesta mia
opinione e' che non solo vi sia un nesso decisivo e fondante tra esperienze
e riflessioni dei movimenti delle donne e nonviolenza in cammino, cosi' come
tra esperienze e riflessioni dei movimenti delle donne e movimento
antimafia; ma anzi quelle esperienze e riflessioni siano quanto di piu'
prezioso la lotta di tutte e tutti deve ascoltare, apprendere, ereditare e
inverare; quelle esperienze e riflessioni siano il cuore e la chiave della
lotta che e' da condurre: contro la mafia nello specifico, ma anche contro
ogni ordine e sistema di dominazione violenta in generale. Per le ragioni
che da Virginia Woolf ad Hannah Arendt a Vandana Shiva il pensiero e le
prassi delle donne hanno ormai chiarito una volta per sempre a chiunque
abbia avuto l'attenzione e la fortuna e la saggezza di ascoltarle.
Nella lotta contro la mafia le donne hanno condotto esperienze e riflessioni
decisive, e vi sono ormai diversi lavori che ne danno adeguato conto: ad
esempio due utilissimi libri di Renate Siebert (Le donne, la mafia; La
mafia, la morte e il ricordo) e quello di Anna Puglisi da poco ristampato di
cui si da' notizia in questo stesso foglio.
Anche questo meritorio convegno puo' correre il rischio di continuare a
riflettere un atteggiamento maschilista: basti guardare l'assoluta dominanza
di maschi tra i relatori previsti; o il dettaglio che personalmente trovo
assai sintomatico della presenza di un gruppo di lavoro sul "Ruolo delle
donne" che puo' dar l'impressione di voler relegare il contributo di meta'
dell'umanita' alla lotta contro la mafia (e alla nonviolenza) a oggetto
particolare e non essenziale, quando invece in un convegno sul contributo
della nonviolenza alla lotta contro il sistema di potere mafioso l'azione e
il pensiero delle donne costituiscono precisamente l'essenziale (ma l'eterno
maschilismo che e' in noi continua a non avvedersene).
*
E una proposta
Perche' allora un gruppo di lavoro sul "ruolo delle donne" e non anche uno
su "uomini e mafia", visto che la cultura mafiosa e' strettamente legata al
maschilismo, e sarebbe ora di cominciare a indagare seriamente il nesso che
lega maschilismo, fascismo, guerra (le tre forme di oppressione dominanti e
interrelate che Virginia Woolf disvelava nelle Tre ghinee) e potere mafioso?
Perche' non cominciare a riflettere su quanto il maschilismo che e' anche
nei movimenti democratici e fin di trasformazione sociale implica
un'affinita' culturale e quindi una complicita' morale con aspetti non
irrilevanti del sentire e del potere mafioso?
E perche' non interrogarci ad esempio anche su quanto sia ormai urgente
superare alcune scorie che anche Gandhi e Lanza del Vasto ricevettero da un
passato di dominazione patriarcale, scorie che sono in palese contraddizione
con le loro proposte nonviolente?
*
Un augurio
Sono quesiti su cui il convegno avra' modo di interrogarsi e sapra' - se
vorra' - sciogliere incertezze, superare ellissi, fare opera di
chiarificazione. Ai promotori di esso rinnovo ancora la mia gratitudine,
amicizia, prossimita'; e se alcune espressioni adottate in questo
intervento, certo parziale e certo frettoloso, dovessero essere state
inadeguate e ingenerose (oltre che, come e' ovvio che siano, discutibili ed
unilaterali), ebbene, a tutte e tutti qui ne chiedo venia.
E ancora un saluto cordiale, e sincero un augurio di buon lavoro.

5. CINEMA E UMANITA'. UN COLLOQUIO TRA LUCIANA CASTELLINA E LIV ULLMANN
[Dal quotidiano "Il manifesto" del primo maggio 2005.
Luciana Castellina, militante politica, promotrice dell'esperienza del
"Manifesto", piu' volte parlamentare italiana ed europea, e' tra le figure
piu' significative dell'impegno pacifista in Europa. La gran parte degli
scritti di Luciana Castellina, testi di intervento politico e di giornalismo
militante, e' dispersa in giornali e riviste, atti di convegni, dibattiti
parlamentari; in volume segnaliamo particolarmente: Che c'e' in Amerika?,
Bertani, Verona; e il recente (a cura di), Il cammino dei movimenti, Intra
Moenia, Napoli.
Liv Ullmann, attrice e regista norvegese (nata a Tokio nel 1939), e' stata
l'interprete di alcuni capolavori del cinema di Bergman (e del cinema tout
court) come Persona (1966), L'ora del lupo (1967), La vergogna (1968),
Passione (1969), Sussurri e grida (1973), Scene da un matrimonio (1973),
L'immagine allo specchio (1976), L'uovo del serpente (1977), Sinfonia
d'autunno (1978)]

Con Liv Ullmann - attrice e regista norvegese troppo nota a tutti per dover
essere descritta (ha persino diretto pellicole scritte da Ingmar Bergman),
ma anche presidente della Fera (la federazione degli autori e registi
europei) - ci incontriamo appena usciti dal cinema Politeama di Viareggio
dove, nell'ambito del Festival di Europacinema, abbiamo visto un film, opera
prima del regista Davide Ballerini, che a lei e' piaciuto molto. "E' un
pugno alla testa e non allo stomaco come ha commentato qualcuno" - dice a
proposito del durissimo Il silenzio dell'allodola, un film ispirato a Bobby
Sand. E che pero' prescinde dal contesto storico in cui il militante
dell'Ira trovo' la morte al termine di un lunghissimo sciopero della fame,
perche' vuole simboleggiare ogni violenza perpetrata su prigionieri
politici.
"Sembra impossibile sia stato girato prima che ci siano arrivate le immagini
di Abu Ghraib - continua Liv - alcune scene sembrano fotogrammi di quella
tragedia. Non so cosa stia accadendo all'umanita'. L'uniforme di criminali
che gli irlandesi rifiutavano, per far valere lo status di prigionieri
politici che veniva loro negato, la fanno indossare anche ai disgraziati che
attraversano clandestinamente la frontiera americana, tutti criminalizzati.
I film sono forse il solo modo che abbiamo per sforare la cortina di
silenzio eretta da tv ed establishment politico: perche' non si tratta di
discorsi ma di storie, e la gente e' piu' disposta a ascoltare, parlano al
cuore e ognuno si sente coinvolto, osserva le proprie reazioni. Questo
piccolo film italiano dovrebbe essere distribuito, dobbiamo adoperarci per
farlo vedere ovunque".
*
- Liv Ullmann: Quando ero ragazzina e vivevo in una cittadina norvegese,
educata da una madre molto conservatrice - racconta - mi capito' di vedere
Umberto D, Miracolo a Milano, Ladri di biciclette: hanno cambiato la mia
vita, mi hanno preso per mano e fatto scoprire un altro mondo. Quello che
provo oggi e' tuttora influenzato da quelle pellicole e mi vien male a
pensare che i bambini di oggi non hanno questa opportunita', affogati come
sono da pessimi programmi tv e cartoni, dai videogames. Anche ora ci sono
film che ti dicono cosa e' davvero il mondo, sebbene piu' rari di allora, ma
sono quasi invisibili per la maggior parte dei bambini".
- Luciana Castellina: Chiediamo a Liv Ullmann, che oggi vive molto in
America per ragioni familiari, e pero' e' anche presidente della Fera e
dunque si occupa seriamente di cinema europeo: che succede al di qua e al di
la' dell'Atlantico, dove e' diventato piu' difficile trovare film come
quelli appena citati?
- Liv Ullmann: Tutto e' sempre piu' mercificato, tutto e' ridotto al
danaro - risponde - E gli europei sanno che per ottenerlo devono girare in
inglese per conquistare una fetta del grande mercato, usare attori e attrici
americani che fanno parte dello star system. E anche le coproduzioni non
sono quasi mai scambio culturale ma solo spartizione di contributi e
profitti. Anche io mi trovo alle prese con questa storia dell'inglese
obbligatorio: per girare un film devo accettare il diktat. Ma so bene che
sarebbe un'altra cosa se fosse parlato in norvegese. Non si puo' perdere il
suono della voce dei popoli, non cogliere la diversita'. Altrimenti si perde
il profumo, il senso della storia. Il suono e' parte integrante dell'opera.
Molti parlano di diversita' culturale e meno male, perche' preservarla e' un
compito essenziale e anzi bisognerebbe far molto di piu' per difenderla
dalle insidie del negoziato Gats, far capire che l'arte non puo' esser
commercializzata come la verdura; ma poi finiscono tutti per accettare
l'omologazione.
- Luciana Castellina: Qualcuno cerca di costruire uno star system europeo,
per competere meglio con Hollywood...
- Liv Ullmann: In Europa c'e' un dato che non deve essere perduto: le
attrici riscuotono piu' rispetto, non sono trattate come cose, solo per come
appaiono. Alcune che lo ottengono, certo, ci sono anche li', basti pensare a
Meryl Streep. Ma qui, per fortuna e' piu' generalizzato. E' un dato che non
andrebbe perduto e le vecchie grandi attrici dovrebbero insegnar loro a
salvaguardare la loro dignita'.
- Luciana Castellina: Vorrei condividere con te un po' di ottimismo: non
credi che negli ultimissimi tempi, e anche molto grazie ai movimenti
altermondisti, si sia creato un circuito indipendente che ha rotto la cappa
dell'omologazione, ha messo in contatto storie e personaggi di continenti
diversi, una rete che riconosce la diversita' ma produce anche dialogo?
- Liv Ullmann: Si', certamente. E infatti oggi sentiamo di piu' i continenti
lontani, l'Africa, l'Asia, l'America Latina: la loro creativita', i loro
attori. Dieci anni fa nessuno sapeva che c'era cinema e teatro nel Burkina
Faso, tanto per fare un esempio. Persino negli Stati Uniti va un po' meglio.
Ti racconto una mia esperienza: Sony Classic ha accettato di distribuire un
mio film, Sarabanda, e lo aveva programmato per novembre. Poi a un certo
momento hanno deciso di farlo uscire a giugno, che in America e' altissima
stagione. Perche' anche la' la gente ha cominciato a stufarsi dei soliti
film delle majors, e vuol vedere alternative.
*
Il lungo mare di Viareggio con le sue tante vecchie sale cinematografiche
nelle palazzine costruite dagli architetti dell'epoca floreale di inizio
secolo, accanto alle spiagge ancora chiamate Bagni, con le sue biciclette e
i suoi passanti lenti, i suoi pigri caffe', incanta Liv. Qui e' arrivata da
Miami. "Vedi - mi dice - cosa e' la diversita' culturale? Anche qui, come in
Florida, ci sono le palme lungo i viali, eppure e' un altro mondo.
Paradossalmente Viareggio e' piu' simile alla mia Norvegia che a Miami. E'
l'insieme che conta".
Liv Ullmann e' qui per tenere, anche lei, una delle lezioni di cinema che
sono la tradizione di Europacinema, presentando il suo L'Infedele. Ma anche
per festeggiare i novant'anni di Mario Monicelli, con cui lei ha girato un
film vent'anni fa, Speriamo che sia femmina. Le racconto che Mario, sapendo
che in suo onore si sarebbe tenuta qui una retrospettiva dei suoi film, ha
chiesto: "perche', Monicelli e' morto?". Liv scoppia in una sonora risata.
Subito ritratta da un passante col telefonino. "Come per il papa morto, i
telefonini" - commenta.

6. APPELLI. UDI: I NOSTRI CORPI, I NOSTRI CUORI, LE NOSTRE MENTI
[Dal sito de "Il paese delle donne" (www.womenews.net) riprendiamo il
seguente appello dell'Udi, la storica organizzazione delle donne italiane
(per contatti: tel. 066865884, e-mail: udinazionale at tin.it)]

L'Udi nazionale invita ad andare a votare e votare quatto "si'" al
referendum sulla legge 40/2004.
Andare a votare per sconfiggere l'astensionismo, predicato, favorito e
organizzato da quanti vogliono far fallire il referendum affinche' questa
legge "non si tocchi".
Invece noi vogliamo che questa legge "si tocchi" e molto.
Questa legge oltre a contenere vari punti inaccettabili e' anche ostile alle
donne, indifferente alla loro salute. Di fronte ad un mostro giuridico
contraddittorio e inapplicabile abbiamo tante ragioni da opporre.
Il legislatore ha scelto, attraverso l'affermazione contenuta nell'art. 1 in
cui si riconosce l'embrione soggetto portatore di diritti, di scindere
simbolicamente l'unicum della relazione madre-figlio, stravolgendo
quell'inscindibile rapporto dove e' la madre che con il proprio corpo/mente,
accoglie e nutre il concepito.
L'esclusione dalla fecondazione assistita di coppie non sterili, ma
portatrici di patologie genetiche che potrebbero trasmettere ai figli, e' un
atto discriminatorio e come tale in contrasto con la Costituzione.
Inoltre impedire l'utilizzo delle cellule staminali significa violare la
liberta' di ricerca scientifica e le sue possibilita' di sviluppo per
combattere malattie oggi incurabili.
Attraverso il divieto alla fecondazione eterologa si legittima un solo
modello di famiglia e si confina il dibattito sulla coppia e la famiglia
nell'ideologia.
Per riaffermare il principio della laicita' dello Stato, per il ripristino
del diritto all'autodeterminazione della donna e per il diritto alla salute
di uomini e donne, andiamo tutti/e alle urne il 12 e 13 giugno e
trasformiamo la campagna referendaria in una opportunita' di confronto su
una questione che tocca i nostri corpi, i nostri cuori e le nostre menti.

7. RIFLESSIONE. GRUPPI DONNE DELLE COMUNITA' CRISTIANE DI BASE: SIAMO
CHIAMATE A SCEGLIERE
[Dal sito de "Il paese delle donne" (www.womenews.net) riprendiamo il
documento sul referendum e sulla legge 40/2004 che i gruppi donne delle
comunita' cristiane di base hanno diffuso in occasione dell'incontro
nazionale svoltosi a Chianciano il 23-25 aprile scorso]

Siamo chiamati/e a un referendum che non avremmo voluto in quanto, in una
democrazia, la funzione di legiferare - soprattutto su grandi temi che hanno
ricaduta sulla vita personale e sulle coscienze individuali - dovrebbe
avvenire senza pregiudizi ideologici, cercando soluzioni che possano
rappresentare regole condivise da tutte/i perche' tutelano i diritti
costituzionali di ogni cittadino/a.
Molte/i di noi hanno partecipato con altre cittadine/i alla raccolta delle
firme per questo referendum in quanto le decisioni prese con la legge 40
sono espressione di una visione etica parziale e di parte e si traducono in
limitazioni autoritarie della liberta' individuale e della liberta' di
ricerca scientifica.
Oggi prendiamo la parola come donne e uomini delle comunita' cristiane di
base dopo le ripetute prese di posizione della gerarchia cattolica italiana
che invita all'astensione dalla votazione al fine di far fallire i
referendum con il mancato raggiungimento del quorum.
A quarant'anni dal Concilio Vaticano II, che sembrano essere trascorsi
invano, la gerarchia cattolica italiana mostra ancora una volta il suo
comportamento autoritario non riconoscendo il ruolo e l'autonomia del popolo
di Dio, donne e uomini invitati da quel Concilio a confrontarsi con "i segni
dei tempi" in liberta', senza barriere ideologiche e nel riconoscimento del
contributo che puo' venire da tutte/i nella diversita' di lettura di nuovi
segni.
E' possibile per la gerarchia imporre a credenti e non credenti, divieti per
ragioni di "peccato", secondo una pratica sanzionatoria tipica del
confessionale? Dove si colloca lo Stato laico in difesa di chi non e'
credente o non aderisce alla Chiesa cattolica?
Vale la pena vietare o e' preferibile educare all'uso responsabile della
scienza e dei rimedi che offre alla cura di malattie? Come si puo' impedire
alla scienza di progredire? E' cristiano rifiutare alle persone sterili di
avere figli, quando sarebbe possibile dare un aiuto ad una maternita' e
paternita' desiderata ma difficile?
E' giustificato un atteggiamento repressivo e punitivo nei confronti delle
donne che ricorrono alla fecondazione imponendo limiti all'impianto degli
ovuli fecondati e l'accettazione di embrioni con gravi malformazioni
accertate?
La possibilita' di generare ha un ruolo determinante nel processo di
costituzione dell'identita' femminile, ancora oggi influenzata da archetipi
biblici e antropologici; la maternita' e' in molti casi vissuta come
necessita' e destino. Di conseguenza, il corpo privato di tale possibilita'
viene sentito come un corpo colpevole e percio' "punito": sicuramente un
corpo infelice.
La medicina impegnata a rimuovere gli ostacoli al concepimento non puo'
essere liquidata come "medicina del desiderio", quasi che il desiderio cosi'
umano di avere figli fosse equivalente ad un qualsiasi altro desiderio
(secondo gli insegnamenti della chiesa istituzionale spesso il desiderio e'
stato considerato equivalente al peccato).
Il desiderio di maternita' e quello di paternita' costituiscono sempre un
esercizio di liberta' nei confronti della vita e non possono essere legati
ad una concezione di famiglia fondata soltanto sul legame "di sangue",
riproposta nella legge con il divieto della fecondazione eterologa.
Le donne sanno bene la differenza tra una cellula fecondata e un ovulo e uno
spermatozoo separati: solo l'accoglimento nell'utero e la partecipazione
della donna fa divenire attraverso la gravidanza (e non essere) l'embrione
persona. Due fattori, tempo e spazio, sono imprescindibili:
gravidanza=tempo, donna=spazio.
Si puo' osservare che anche numerosi/e filosofi/e, scienziati/e, teologi/e
cattolici/e e intellettuali laici, seguendo del resto il diffuso comune buon
senso non inquinato da pregiudizi ideologici, non ritengono che l'embrione
possieda fin dai primi istanti le caratteristiche di una piena
individualita' umana, ma che questa sia acquisita gradualmente.
Legittimare la personalita' dell'embrione ha - sicuramente - una ricaduta
sulla legge 194 che tutela l'interruzione della gravidanza e non afferma il
diritto all'aborto, legge per la cui salvaguardia si sono schierate molte
cattoliche e molti cattolici.
Nella legge 40, al divieto delle analisi sull'embrione prima dell'impianto
nell'utero della donna, viene opposta, nel caso della possibilita' di
trasmissione di malattie genetiche, l'ipocrita possibilita' di abortire,
"rimedio" che, pur applicando quanto previsto dalla legge 194, e' sempre una
pratica notoriamente piu' invasiva e traumatica.
Altra conseguenza sara' il ritorno alla messa sotto tutela del corpo della
donna: se una donna lavoratrice subisce un "aborto bianco" sara' colpa sua o
dell'impresa presso cui e' occupata? e se le piace fare sport e questo viene
giudicato come un'imprudenza per il nascituro? E' risaputo, d'altra parte,
che anche in natura molti embrioni si sfaldano naturalmente prima di
impiantarsi stabilmente nell'utero: quale status avranno? Si dovra'
riformare l'articolo del codice civile sulla persona?
La Chiesa italiana si pronuncia oggi dopo che i primi nati con la
fecondazione assistita - omologa ed eterologa - vanno all'universita' e sono
numerosi nel mondo: come si pone nei loro confronti? e nei confronti di quei
paesi che hanno legiferato in altro modo, in particolare nei confronti delle
leggi europee che sempre piu' dovrebbero assimilarsi fra loro? Scomunichera'
chi, potendo, andra' all'estero?
Sappiamo che - nel caso di abrogazione degli articoli della legge 40
attraverso il "si'" ai quesiti referendari - la ricerca di nuove regole
condivise dovra' fare i conti con acquisizioni ed interrogativi della
comunita' scientifica e di quella giuridica ma innanzitutto dovra',
finalmente, prendere atto del patrimonio di riflessione che viene dai luoghi
delle donne e ad esse rispondere, non solo tutelando la loro salute ma
salvaguardando il principio del diritto all'autodeterminazione scritto
innanzitutto nella legge 194.
Potra' essere un primo passo verso una democrazia compiuta, che assuma cioe'
la dualita' dei soggetti della cittadinanza in un confronto aperto e senza
principi superiori imposti dall'alto.

8. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO
Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale
e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale
e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae
alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo
scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il
libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.
Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:
1. l'opposizione integrale alla guerra;
2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali,
l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di
nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza
geografica, al sesso e alla religione;
3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e
la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e
responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio
comunitario;
4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono
patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e
contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.
Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto
dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna,
dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.
Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione,
la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la
noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione
di organi di governo paralleli.

9. PER SAPERNE DI PIU'
* Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per
contatti: azionenonviolenta at sis.it
* Indichiamo il sito del MIR (Movimento Internazionale della
Riconciliazione), l'altra maggior esperienza nonviolenta presente in Italia:
www.peacelink.it/users/mir; per contatti: mir at peacelink.it,
luciano.benini at tin.it, sudest at iol.it, paolocand at inwind.it
* Indichiamo inoltre almeno il sito della rete telematica pacifista
Peacelink, un punto di riferimento fondamentale per quanti sono impegnati
per la pace, i diritti umani, la nonviolenza: www.peacelink.it; per
contatti: info at peacelink.it

LA NONVIOLENZA E' IN CAMMINO

Foglio quotidiano di approfondimento proposto dal Centro di ricerca per la
pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100
Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it

Numero 920 del 5 maggio 2005

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