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La nonviolenza e' in cammino. 641



LA NONVIOLENZA E' IN CAMMINO

Foglio quotidiano di approfondimento proposto dal Centro di ricerca per la
pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100
Viterbo, tel. e fax: 0761353532, e-mail: nbawac@tin.it

Numero 641 del 13 agosto 2003

Sommario di questo numero:
1. Un esposto contro la partecipazione italiana alla guerra in corso in Iraq
2. Dalla parte delle vittime, contro tutte le guerre
3. Enrico Peyretti: un pellegrinaggio nella memoria dei martiri della
resistenza civile e morale al nazismo
4. Una lettera aperta a monsignor Renato Martino
5. Relazione conclusiva del corso di educazione alla pace svoltosi presso
l'Itis di Gubbio nell'anno scolastico 2002-2003
6. Un seminario su "Guerra e democrazia" a Marsciano
7. Maria Luigia Casieri: una sintesi di Emilia Ferreiro, "Es esencial
orientar la pratica pedagogica", 1980
8. Riletture: Giulio Busi, La Qabbalah
9. Riletture: Giulio Busi e Elena Loewenthal (a cura di), Mistica ebraica
10. Riletture: Maurice-Ruben Hayoun, I filosofi ebrei nel medioevo
11. Riletture: Gershom Scholem, Le grandi correnti della mistica ebraica
12. Riletture: Mauro Zonta, La filosofia ebraica medievale. Storia e testi
13. La "Carta" del Movimento Nonviolento
14. Per saperne di piu'

1. INIZIATIVE. UN ESPOSTO CONTRO LA PARTECIPAZIONE ITALIANA ALLA GUERRA IN
CORSO IN IRAQ
[Riportiamo il testo dell'esposto presentato ieri dal "Centro di ricerca per
la pace" di Viterbo alle competenti magistrature e ad altri soggetti
istituzionali]
Esposto sulla violazione della Costituzione della Repubblica Italiana
costituita dalla partecipazione militare italiana alla guerra in corso in
Iraq e alla illegittima, criminale e criminogena occupazione militare
dell'Iraq da parte di potenze straniere li' insediatesi attraverso la
commissione di plurimi crimini di guerra e contro l'umanita'.
Il sottocritto responsabile del "Centro di ricerca per la pace" di Viterbo,
espone quanto segue:
1. In Iraq l'Italia sta prendendo parte con proprie forze militari ad una
guerra: una guerra di occupazione coloniale; una guerra che ogni giorno
provoca nuove vittime.
Il fatto che tale guerra di occupazione coloniale e razzista si svolga
proprio in uno dei luoghi ove e' sorta la civilta' umana, la terra tra il
Tigri e l'Eufrate, manifesta con ancora maggior evidenza la barbarie di tale
aggressione.
2. Che in Iraq vi sia uno stato di guerra ed una illegale, criminale e
criminogena occupazione miltare da parte di potenze straniere che hanno
aggredito e occupato quello stato al di fuori di ogni norma giuridica ed
anzi in aperta violazione del diritto internazionale, ed attraverso la
commissione di plurimi crimini di guerra e contro l'umanita', e' del tutto
palese.
Il fatto che in quello stato precedentemente fosse al potere un feroce
criminale regime totalitario e stragista non giustitfica in alcun modo la
commissione di nuovi eccidi e l'imposizione di un regime di occupazione
coloniale.
La popolazione irachena, gia' vittima del sanguinario regime di Saddam
Hussein (lungamente sostenuto - e quindi esplicitamente favoreggiato nei
suoi crimini - sia politicamente, che economicamente e militarmente, anche
dal nostro paese e dagli altri le cui truppe oggi occupano quel paese),
delle feroci repressioni e delle orribili guerre degli ultimi decenni (nel
corso delle quali sono state usate armi di sterminio di massa che hanno
anche enormemente inquinato l'ambiente e provocato gravissime patologie),
dello scellerato embargo che per oltre un decennio ha provocato innumerevoli
morti e sofferenze, continua a subire sofferenze immani a causa della guerra
in corso e dell'attuale occupazione militare straniera, coloniale e
razzista.
3. E' indiscutibile che la partecipazione italiana a tale guerra in corso ed
a tale attuale illegale e criminale occupazione militare straniera coloniale
e razzista viola fragrantemente il dettato della Costituzione della
Repubblica Italiana che all'articolo 11 esplicitamente ne fa divieto.
Con il presente esposto si richiede pertanto:
a) alle competenti magistrature: di intervenire per ripristinare la
legalita' costituzionale violata, punire i colpevoli di tale crimine, e -
conseguenza di grandissimo peso - far si' che i soldati italiani li'
dislocati siano immediatamente richiamati in patria, cosi' garantendo la
salvezza delle vite loro e altrui attualmente in grave pericolo, ed
impedendo altresi' ad essi di rischiare di trovarsi coinvolti nella
commissione di crimini di guerra e crimini contro l'umanita';
b) ai poteri esecutivo, legislativo e di garanzia della Costituzione cui il
presente esposto e' altresi' inviato per opportuna conoscenza e per quanto
di loro specifica competenza: di far cessare immediatamente l'llegale e
criminale partecipazione italiana alla guerra e all'occupazione militare
coloniale in corso in Iraq; e di mettere a disposizione invece adeguate
risorse per un intervento esclusivamente umanitario asolutamente necessario
ed urgente in favore della popolazione irachena.

2. INIZIATIVE. DALLA PARTE DELLE VITTIME, CONTRO TUTTE LE GUERRE
[Riproduciamo un estratto da un nostro comunicato di un anno fa. E' nostra
intenzione riproporre ed estendere quest'anno l'iniziativa del 4 novembre di
pace, in memoria delle vittime, contro le guerre, le armi e gli eserciti]
"Ogni vittima ha il volto di Abele" (Heinrich Boell).
Il "Centro di ricerca per la pace" di Viterbo ha formulato la proposta che
il 4 novembre in tutta Italia si realizzino cerimonie di commemorazione per
le vittime di tutte le guerre da parte delle istituzioni, delle associazioni
e delle persone impegnate per la pace; la legalita', la democrazia e la
nonviolenza.
Cerimonie semplici e silenziose, austere e rispettose del sentire di tutti,
di rigoroso impegno al rispetto e alla promozione della dignita' umana di
tutti gli esseri umani.
Di solidarieta' con l'umanita' intera: contro la violenza e la morte; in
applicazione non solo del dettato della coscienza illuminata dalla ragione,
ma anche dei principi giuridici e morali espressi nella Carta delle Nazioni
Unite, nella Costiuzione della Repubblica Italiana, nella Dichiarazione
universale dei diritti umani.
E quindi di opposizione nitida ed intransigente all'uccidere, al terrorismo,
alle dittature, alla guerra e ai loro strumenti e apparati.
La proposta ha ottenuto gia' apprezzamenti e sostegni significativi;
confidiamo che altri apprezzamenti ed altre adesioni si aggiungano di qui a
quel giorno. Poi ogni istituzione, associazione, persona, trovera' secondo
la sua sensibilita' e il modo di agire ad essa conforme, come
appropriatamente manifestare in modo rigorosamente rispettoso di tutti,
sobrio, leale, democratico e nonviolento, il suo cordoglio per le vittime,
il suo amore per l'umanita' e il suo impegno contro tutte le violenze.
*
Il 4 novembre e' l'anniversario della conclusione per l'Italia della prima
guerra mondiale, l'orribile "inutile strage" che fu non solo ecatombe di
tanti innocenti, ma altresi' seminagione di nuovo odio e nuove crudelta' che
ebbero come esito dittature disumane e una seconda immane conflagrazione
mondiale.
Che il 4 novembre nel ricordo di tutte le vittime delle guerre sia anche
monito ed impegno contro le guerre presenti e future, contro tutte le
violenze e contro tutti gli strumenti e gli apparati di morte.
Questa data non deve piu' essere strumentalizzata dai comandi militari che
con il loro festeggiare se stessi e le macchine belliche - potere e apparato
inteso ad addestrare a uccidere, a preparare la guerra, ed in guerra ad
irrogare la morte ad altri esseri umani - offendono le vittime delle guerre
nel modo piu' tragico e osceno.
Questa data deve divenire giornata di lutto e di memoria, e di solenne
impegno affinche' mai piu' degli esseri umani perdano la vita a causa di
guerre, e quindi affinche' mai piu' si facciano guerre.
Il 4 novembre non si facciano sciocche esibizioni, gesti inappropriati,
strumentalizzazioni provocatorie. Da parte di nessuno. Si abbia rispetto per
la memoria delle vittime, si abbia rispetto per il lutto.
*
Il 4 novembre, in silenzio e dignita', le istituzioni democratiche, le
associazioni e i movimenti umanitari, le persone di volonta' buona, vadano a
meditare in silenzio e a deporre un fiore dinanzi alle lapidi che ricordano
coloro che furono assassinati, ne rimemorino i nomi e l'umanita', le vite
assurdamente orribilmente estinte, e ci si impegni tutti a contrastare le
guerre presenti e future.
E sia infine cancellata la vergogna della macabra festa degli apparati di
morte; si affermi il diritto alla vita per l'umanita' intera.
"Ogni vittima ha il volto di Abele" (Heinrich Boell).

3. MEMORIA. ENRICO PEYRETTI: UN PELLEGRINAGGIO NELLA MEMORIA DEI MARTIRI
DELLA RESISTENZA CIVILE E MORALE AL NAZISMO
[Ringraziamo Enrico Peyretti (per contatti: peyretti@tiscalinet.it) per
questi appunti del viaggio compiuto nei giorni 7-10 agosto. Enrico Peyretti
e' uno dei principali collaboratori di questo foglio, ed uno dei maestri
piu' nitidi della cultura e dell'impegno di pace e di nonviolenza. Tra le
sue opere: (a cura di), Al di la' del "non uccidere", Cens, Liscate 1989;
Dall'albero dei giorni, Servitium, Sotto il Monte 1998; La politica e' pace,
Cittadella, Assisi 1998; Per perdere la guerra, Beppe Grande, Torino 1999.
E' diffusa attraverso la rete telematica (ed abbiamo recentemente
ripresentato in questo notiziario) la sua fondamentale ricerca bibliografica
Difesa senza guerra. Bibliografia storica delle lotte nonarmate  e
nonviolente. Una piu' ampia bibliografia dei principali scritti di Enrico
Peyretti e' nel n. 477 del 15 gennaio 2003 di questo notiziario]
Giovedi' 7 agosto
Siamo in 33 (da Bolzano, Firenze, Veneto, Piemonte, Emilia, Roma,
Trentino-Alto Adige). Guida il pullman Giacomo, autista simpatico. Guida il
gruppo Giampiero Girardi. Da Bolzano saliamo a Stella di Renon, bellissimo
luogo alto, alla tomba di Josef Mayr-Nusser. Francesco Comina ci illustra la
sua resistenza profonda, morale, religiosa, politica, e il suo martirio.
Videocassetta su Jaegerstaetter in pullman verso Monaco. Vediamo anche il
bel film "Tutti insieme appassionatamente", sentimentale e drammatico,
nell'Austria del 1938, al momento dell'Anschluss.
*
Venerdi' 8 agosto
Monaco (ottimo ostello, come sara' pure a Salisburgo). Presso la chiesa di
S. Luigi, dell'Universita' (Leopold Strasse), manifesti in memoria di Walter
Klingenbeck, oppositore ucciso il 5 agosto 1943, a 19 anni, cattolico.
Klingenbeck non era della Rosa Bianca: c'erano varie azioni parallele.
Arco della pace con la scritta: "Dedicato alla vittoria, distrutto dalla
guerra, monito di pace" (un'idea per l'arco fascista di Bolzano?).
Incontro in Universita' (Geschwister Scholl Platz) con Franz Josef Mueller,
79 anni, presidente della Fondazione Rosa Bianca, vivace e simpatico. Il
nome Rosa Bianca veniva forse dalla guerra di liberta' olandese. Sophie
aveva letto Schiller, poeta della liberta', su quella guerra.
Mueller e' nato a Ulm, antica citta' libera, da famiglia contadina libera.
Gli studenti della Rosa Bianca in maggioranza venivano da Ulm. Ulm e' citta'
emancipata nel 1300-1400: veniva raccontata a scuola la resistenza
all'imperatore. Era educazione alla liberta'.
Erano piu' di 100 persone in tutta la Germania, collegate alla Rosa Bianca.
C'era costrizione: si diceva che la gioventu' tedesca e' tutta di Hitler:
Hitlerjugend! Virilismo del nazismo: uomini per la guerra, uomini al
governo. La donna e' riproduttrice. La rivoluzione femminile, venuta dopo,
e' la massima rivoluzione. Questa evoluzione c'era nella famiglia Scholl:
c'era uguaglianza tra Hans e Sophie. Il nazismo blocco' questa
emancipazione. Durante la guerra c'erano molte donne all'Universita'. Dopo,
sono le donne che hanno ricostruito la Germania (gli uomini erano morti o in
prigionia).
Anche Mueller ha distribuito i volantini avuti da Sophie. Il ciclostile era
a 500 metri da qui.
C'e' un gruppo della Rosa Bianca a Pechino, tre libri sulla Rosa Bianca in
Giappone, 15 anni fa una fondazione in Usa.
Sei della Rosa Bianca sono ancora in vita, di cui quattro del ginnasio di
Ulm. Mueller e' uno dei piu' giovani. Mueller e' stato arrestato mentre era
soldato. Fu condannato dal tribunale supremo del popolo a 5 (o 10?) anni.
Se fossero stati tutti uccisi, cio' avrebbe troppo colpito la popolazione,
perche', per il nazismo, "non puo' esistere quello che non e' lecito", cioe'
una gioventu' ribelle. Quel tribunale emise 1.400 condanne a morte. E'
importantissimo oggi non manipolare la legge, la Costituzione!
Una barzelletta del 1933: il coro meglio pagato e' il Reichstag, cantano
l'inno e poi se ne vanno. Era pericoloso raccontarla. La consolazione del
popolo oppresso e' nelle barzellette... Un'altra: c'e' una grande carta del
mondo in una scuola, viene una nonna, vede che la Germania e' piccola e
chiede; "Ma lo sa il Fuehrer?" Si diceva anche: i cattolici hanno due anime,
una a Berlino e una a... (senza dire altro).
La Rosa Bianca equiparava Stalin e Hitler, ma in carcere conobbero e
capirono i comunisti e la loro lotta. La Rosa Bianca era contro la guerra.
I volantini n. 5 e 6 si riferiscono alla situazione seguita alla battaglia
di Stalingrado: la Germania porta l'Europa alla rovina. Non facevano solo
proteste, ma proposte, e sono temi molto attuali: Europa unita, fine della
guerra, stati europei alla pari, fine del totalitarismo, pace in tutti gli
stati. Cambiano molto il livello filosofico e la cultura religiosa in questi
ultimi volantini: guardano al futuro, questa e' l'importanza della Rosa
Bianca.
Esperienza personale di Mueller: aveva 18 anni: Dietro l'organo in una
chiesa protestante, mentre uno suonava, scrivevano gli indirizzi dall'elenco
telefonico per diffondere i volantini. La polizia dira' poi che diffusero
1.500 copie di volantini.
Nella citta' di Wittenberg solo 14% dei voti al nazismo nelle elezioni del
1933, una delle percentuali piu' basse. Furono ridotti da 17 a 3 i ginnasi
di quella citta' dopo cinque anni di nazismo: erano scuole favolose: dialogo
coi professori, latino, greco. Cultura classica. Il regime temeva questa
indipendenza e valore culturale.
Mueller fu liberato dagli angloamericani dopo 2 anni e 2 mesi: sente
riconoscenza verso gli Usa. Il comandante Usa che lo libero' disprezzava i
tedeschi, ma un soldato disobbedi' al capo e gli diede le sigarette. Molti
soldati Usa erano emigrati dalla  Germania, erano ebrei, rieducavano i
tedeschi anche con coca cola e cioccolata. Invece il soldato tedesco
obbedisce sempre! Mueller e' stato piu' volte in Usa, dove la Rosa Bianca e'
molto conosciuta. Oggi puo' dire agli americani: avete fatto molto male in
Iraq!
Tre morti in guerra su cinque figli Scholl.
Nella Rosa Bianca eravamo dilettanti (in tedesco si dice amateur, dal verbo
"amare"!). Eravamo portati dal cuore, per conservare il bello della
Germania, la sua cultura, la sua civilta'. Il gruppo di Ulm era piu'
pratico, non fu mai scoperto.
In questo edificio dell'Universita' c'era atmosfera di liberta', di
protesta. Azioni di opposizione sono partite da qui. Il Gauleiter di Monaco
fece un discorso in Universita', in cui offese le studentesse: "Invece di
studiare fate ogni anno un figlio al Fuehrer!". Scoppiarono proteste,
intervenne la polizia, 2.000 studenti abbandonarono l'aula. I fratelli
Scholl ritennero giunto il momento buono per la rivolta. Era la prima
sommossa e protesta pubblica dopo dieci anni!
Sono stati fatti nove film sulla Rosa Bianca.
Mueller era amico di famiglia di Stauffenberg (l'ufficiale che fece
l'attentato a Hitler il 20 luglio '44), lo aveva conosciuto quando aveva
cinque anni e Stauffenberg venti. I loro padri erano amici. Come ampliare la
protesta? Solo i soldati avrebbero potuto!
C'erano altri gruppi oltre la Rosa Bianca. La popolazione non poteva
rispondere ai volantini. Loro li mandavano a persone che prima del 1933 si
erano dimostrate illuminate. Qualcuno li avvertiva di essere molto prudenti!
Mueller dice: il nostro problema era: morire per Hitler o contro Hitler. La
mia classe era di 18 ragazzi, il 50% sono morti la prima settimana in
Russia. E' un crimine militare non ancora discusso in Germania: venivano
mandati giovani al fronte dopo 7 settimane di esercizio - senza sparare per
risparmiare pallottole! - a 18 anni di eta'. Ma Sophie - osserviamo noi -
non era obbligata alla guerra; la sua azione e' stata ancora piu' pura!
Era obbligatorio salutare e inneggiare: Heil Hitler! (Salve Hitler! Salute a
Hitler!). Gli studenti della scuola di Mueller dicevano Heilt Hitler (heilt
= guarite Hitler! Curate Hitler! Risanate Hitler!) e i superiori non udivano
la differenza!
Ho consegnato a Mueller, per il museo della Rosa Bianca (e' nella stessa
Universita'), i miei documenti in italiano e tedesco su Josef Schiffer (il
mio amico di Duesseldorf, che fu soldato operatore di pace, nell'occupazione
italiana), la  bandiera grande della pace e la sciarpa leggera della pace.
Facciamo varie foto, davanti al monumento alla Rosa Bianca, nell'atrio
dell'Universita', con Mueller, con i bambini, e con la bandiera. Ci mostra
la balconata piu' alta, sulla destra di chi entra, dalla quale i fratelli
Scholl gettarono gli ultimi volantini. Un inserviente, che voleva farsi dei
meriti presso il regime, grido' e li fece catturare.
*
Pomeriggio a Dachau. Faccio foto nuove (il museo e' piu' grande) rispetto a
quelle da me gia' fatte nel 1984. E' una nuova profonda esperienza di
contatto con l'ingiustizia piu' atroce e massiccia, con la sofferenza piu'
abbandonata, con la memoria che ci possa preservare dal ripetersi di simili
orrori.
A Monaco, vediamo una bandiera della pace (in italiano) in Richard Strauss
Strasse. Un'altra nella vetrina di un'agenzia viaggi.
Incamminati per Salzsburg, passiamo alle tombe dei fratelli Scholl e di
Christoph Probst. Le braccia delle croci di Hans e Sophie sono congiunte tra
loro. Si canta "Da nobis pacem", guidati da Gina. Raccolgo qualche filo
d'erba sulla tomba, che conservo. Arriviamo a Salisburgo, dove troviamo ad
aspettarci il vescovo Bettazzi.
*
Sabato 9 agosto
Verso St Radegund passiamo da Oberndorf, paese con "Stille Nacht Kapelle":
quel popolare canto natalizio e' nato qui.
A Obermithing nella chiesa gia' piena si succedono interventi, musiche,
cori. Sono venuti per il sessantesimo anniversario della morte di Franz
Jaegerstaetter anche dall'Inghilterra e dalla California. Il vescovo di Linz
parla soprattutto della canonizzazione di Jaegerstaetter. Troviamo un altro
gruppo italiano con Paolo Nerozzi di Bologna, che fanno il nostro giro, piu'
Auschwitz.
Stringo la sottile mano di Franziska, la vedova di Franz; ha 90 anni,
cammina diritta e chiara, un viso dolce e pieno di cose vissute: mi sembra
di toccare la mano di Franz!
Ristoro con bibite nella casa canonica. Erna Putz mi firma il suo libro.
Osservo che noi incontriamo la testimonianza laica e culturale della Rosa
Bianca, quella religiosa di Mayr Nusser e di Jaegerstaetter (e' stata
avviata per entrambi la causa di beatificazione; perplessita' su questo
fatto, anche se puo' essere un segno).
Andiamo alla casa natale di Franz Jaegerstaetter, molto ben curata per la
memoria di oggi, rivela bene la solida vita contadina di allora.
Si torna a Obermithing, dopo pranzo c'e' l'intervento di Bettazzi, breve,
incisivo, tradotto in tedesco da Anna: "Quel che hai nascosto agli
intelligenti e sapienti lo hai rivelato ai semplici". Che possiamo noi oggi
capire come capi' Franz Jaegerstaetter.
"Contro la corrente", e' il titolo di una musica sui testi di Franz
Jaegerstaetter, di Albin Zaininger. Bellissima musica (xilofono, flauto,
clarinetto) alternata a letture di testi: si va dalle tenebre piu' nere alla
luce, con una musica infine dolce, fluida, alta, volante.
L'altare di legno dorato e' ornato di girasoli di questa bella campagna.
Marcia di 10 km da Obermithing a St Radegund, per piccole vie di campagna,
in un dolce panorama collinare. Unico peso il forte caldo. Due punti di
ristoro organizzati e uno spontaneo, offerto da una casa sulla via.
Siamo alla tomba di Franz Jaegerstaetter, addossata al muro della chiesina
del cimitero del piccolo paese. Sulla lapide il vangelo secondo Matteo 16,
25-26.
Penso: un morto come questo - incatenato, decapitato, sotterrato, tacitato,
annullato - agisce, parla, convoca, insegna, ammonisce, testimonia,
riunisce, incoraggia, consola, guarisce, mette in cammino, trasmette uno
spirito, dunque vive: e' molto piu' vivo lui oggi di quanto era vivo e
potente chi allora lo ha ucciso. Sperare si deve.
Messa col vangelo delle beatitudini secondo Matteo. E' la festa di Edith
Stein, percio' messa dei martiri. Celebrano il cardinale Schoenborn di
Vienna e il vescovo di Linz, insieme a Bettazzi, e a diversi preti locali.
Omelia del viceparroco locale, meditativa, non celebrativa. Comunione
distribuita fino ai molti fuori dalla chiesa: Der Leib Christi (il corpo di
Cristo). Alla fine della messa Franziska legge di nuovo le beatitudini.
Processione breve ma interminabile per la quantita' di presenti, dalla
chiesina alla vicina tomba, coi lumini depositati accanto alla tomba,
cantando "All mein Licht und mein Heil, das ist der Herr. Alleluja alleluja"
(tutta la mia luce e la mia salvezza, questo e' il Signore, salmo 26,1).
Intanto e' scesa la notte. La tomba e' illuminata a giorno dai lumini. Ho
lasciato prima una sciarpa leggera della pace sul roseto a capo della tomba.
La lunga toccante giornata termina con la cena nel giardino della vicina
osteria (anche Franziska e il cardinale) buona e rallegrata al nostro tavolo
dalla fantasmagoria di barzellette di Bettazzi. Rientriamo a Salisburgo
quasi all'una di notte.
*
Domenica 10 agosto
In pullman per il ritorno, dopo un'ora di visita della bella Salisburgo
(atmosfera del festival musicale; un grande drappo bianco "Absolut Peace"
pende da una finestra forse di Herrengasse), ci scambiamo alcune
riflessioni:
- questi resistenti sono piu' laici o piu' religiosi, ma entrambi basati
sulla scrittura: la cultura classica per la Rosa Bianca, la Bibbia per Franz
Jaegerstaetter;
- durante la musica delle tenebre, Michele (4 anni) aveva detto: Questo e'
un drago che cammina non visto nelle nostre case;
- ci sono stati partigiani (come mio padre) non per mire politiche ma per
coscienza personale, anche solitaria;
- problema delle scelte personali e della mediazione; qual e' il male
minore? Come essere testimoni?
- mentre era portata in lager Edith Stein disse: "Andiamo per il nostro
popolo". Le beatitudini lette da Franziska contengono la forma piu' alta di
perdono.
*
Infine, una considerazione preoccupata che aggiungo ora, finendo di battere
gli appunti: oggi si puo' dire tutto, si puo' criticare il potere, non si
rischia la morte, ma non pare che cio' ottenga la diffusione della
coscienza, ogni voce e' sommersa nel chiasso generale e grandissimo che
tutto annulla, su cui tuonano le voci piu' forti e piu' facili e
corruttrici. La violenza di oggi non e' principalmente cruenta,
dittatoriale, ma blanda, piu' sottile, piu' penetrante e piu' mascherata,
salvo i momenti di guerra aperta. Ma forse, sui tempi lunghi, si muove una
umile costante crescente non-rassegnazione alla violenza, un rifiuto della
violenza, non ancora abbastanza attivo con i mezzi positivi nonviolenti,
qualitativamente alternativi. Ma la nonviolenza attiva e positiva cammina,
anche coi passi del nostro pellegrinaggio.
Che la "compresenza" tra tutti noi di questi forti testimoni ci accompagni e
ci sorregga nella resistenza alle violenze in atto oggi. Che mai piu' sia
necessario morire per dire e fare la verita'. Eppure, che "la ripugnanza ad
uccidere sia per tutti piu' forte della ripugnanza a morire" (Simone Weil,
La prima radice); che la nostra decisione sia piu' forte della rassegnazione
a lasciar morire tante vittime delle ingiustizie globali.
*
Alcuni libri per approfondire
- Franz Jaegerstaetter, un contadino contro Hitler, di Erna Putz, edizione
italiana a cura di Giampiero Girardi, Berti, 2000, 252 pagine, 13 euro.
Rintracciabile in libreria (a Trento: Ancora, via S. Croce 35) oppure presso
l'Editrice Berti, via Legnano 1, 29100 Piacenza, tel. 0523321322; fax
0523335866; e-mail: libreriaberti@diocesipiacenza-bobbio.org.
- Franz Jaegerstaetter, il testimone solitario, di Gordon Zahn, Editoria
universitaria, Venezia, 2002, 200 pagine. Rintracciabile presso l'Editore
Albert Gardin, c. p. 570, 30100 Venezia, tel. 0415246242, sito:
www.editoriauniversitaria.com, e-mail: euvenezia@libero.it.
- Non giuro a Hitler. La testimonianza di Josef Mayr-Nusser, di Francesco
Comina, prefazione di Albert Mayr, San Paolo, Alba, 2000, 116 pagine.
- Sophie Scholle e la Rosa Bianca, di Paolo Ghezzi, Morcelliana, Brescia,
2003, 230 pagine.
- La Rosa Bianca: un gruppo di resistenza al nazismo in nome della liberta',
di Paolo Ghezzi, Paoline, 1993, 307 pagine.

4. APPELLI. UNA LETTERA APERTA A MONSIGNOR RENATO MARTINO
[Da Mariagrazia Bonollo, dell'ufficio stampa dei Beati i costruttori di pace
(per contatti: salbega@tiscali.it), riceviamo e diffondiamo. Quello dei
"Beati i costruttori di pace" e' uno dei piu' noti movimenti nonviolenti nel
nostro paese; per contatti: Beati i costruttori di pace, via Antonio da
Tempo 2, 35131 Padova, tel. 0498070522, fax: 0498070699, e-mail:
beati@libero.it, sito: www.beati.org)]
Alla cortese attenzione di monsignor Renato Raffaele Martino, presidente del
Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace, 00120 Citta' del
Vaticano, fax: 0669887205
Eccellenza reverendissima,
dal 6 al 9 agosto, nei giorni memoriali dei bombardamenti su Hiroshima e
Nagasaki, abbiamo realizzato un seminario "Per un futuro senz'armi". Della
violenza armata abbiamo cercato di analizzare principalmente l'aspetto
culturale, senza tuttavia perdere di vista il quadro strutturale di un
ordine mondiale che allarga sempre piu' la forbice tra il 20% di
privilegiati e l'80% di utili o addirittura superflui.
Con molta sincerita' e schiettezza, dobbiamo confessarle che siamo rimasti
molto sorpresi, sconcertati e amareggiati da come i mezzi di informazione
hanno presentato "La svolta del Vaticano: Si' al cibo transgenico per
vincere la fame".
Abbiamo fiducia nel "saggio discernimento e il rigoroso controllo
scientifico ed etico" con cui la Pontificia Commissione vuole affrontare la
problematica, ma ci hanno turbato alcune anticipazioni, cosi' come sono
state riportate dai giornali.
"Dio creo' l'uomo perche' domini sui pesci del mare e sugli uccelli del
cielo": esercitare la signoria sul creato secondo la modalita' voluta Dio
significa responsabilita' sulla creazione, non dominio capitalistico in
vista del profitto; e' servizio alla vita mantenendo la biodiversita' come
la grande risorsa per le future generazioni, non l'omologazione per
l'agricoltura industriale e gli interessi della grandi multinazionali.
La grande attenzione della Chiesa per la vita umana va estesa a tutta la
vita, perche' tutto alla fine arriva all'uomo.
"Il Pontefice desidera ardentemente fare qualcosa per i miliardi di persone
che ogni notte si coricano senza cena. La santa sede vuole saperne di piu'
sulle nuove tecnologie e come venire in aiuto a quanti vivono in poverta'":
non sta nella mancanza di cibo la causa della fame nel mondo; gia' l'uso
della meccanica e della chimica hanno aumentato la produzione ma hanno anche
aumentato il divario tra nord e sud; il cibo e' prodotto in quantita'
eccessive in molte parti del mondo e viene distrutto per ragioni di mercato,
molti agricoltori del nord del mondo vengono pagati per lasciare incolto il
terreno.
Non c'e' bisogno di essere particolarmente esperti per capire che il
problema della fame nel mondo non e' questione di produzione agricola, ma di
politiche economiche e di regole diverse. Il cibo c'e', ma manca l'accesso a
causa della poverta'.
Gli Ogm nella situazione attuale, con la proprieta' intellettuale,
aumenterebbero la dipendenza dell'umanita' povera.
Dopo gli Usa l'Argentina e' il piu' grande produttore di Ogm. Ha dovuto
arrendersi ai principali colossi alimentari. Come si spiega che, nonostante
i risultati straordinari degli ultimi cinque anni nella produzione di Ogm,
meta' della popolazione oggi e' in condizione di vulnerabilita' alimentare
ed e' cresciuta la poverta'?
I contadini indiani e latinoamericani ci chiedono di aiutarli a difendere la
biodiversita' dei loro ecosistemi.
Ci hanno dimostrato, ovunque sia stata provata la coltivazione di Ogm, che
la coesistenza tra tradizionale e modificato con le biotecnologie e'
impossibile.
I poveri sarebbero costretti a un unico tipo di alimentazione imposta: di
fatto cavie di tutta l'umanita' perche' poveri.
La proprieta' intellettuale delle multinazionali verrebbe estesa a tutte le
fonti della vita. In base a quale diritto e con quali motivazioni puu'
essere brevettato un prodotto naturale?
In molti siamo preoccupati perche' i gruppi di potere che stanno dietro
all'industria delle armi sono gli stessi che sono interessati alla
produzione e al mercato degli Ogm. La ricerca che la Commissione vaticana si
accinge a fare purtroppo cade gia' nel bel mezzo di un conflitto mondiale.
Prima ancora che un problema scientifico, quello degli Ogm e' un problema
politico.
Chi spinge sugli Ogm oggi e in vista di che cosa?
Questa dovrebbe essere la vera preoccupazione morale.
I poveri non devono essere i destinatari delle nostre scelte imposte, ma i
soggetti della storia.
Prima si pretenda che vengano onorati gli impegni internazionali, tutte le
promesse non mantenute dai paesi ricchi, ci si pronunci sul diritto al cibo
e sulla sovranita' alimentare, poi cerchiamo insieme come uscirne. Ma non
usiamo la fame dei poveri come pretesto per avvalorare interessi poco degni
della persona umana.
Accolga queste nostre osservazioni e preoccupazioni come realta' condivisa
con moltissime persone che gia' da tempo si stanno impegnando sui temi della
giustizia, della pace e della salvaguardia del creato.
Le porgiamo gli auguri di un proficuo lavoro.
*
L'assemblea del seminario "Per un futuro senz'armi" (Padova, 6-9 agosto
2003),
don Albino Bizzotto, presidente di "Beati i costruttori di pace",
Lidia Menapace, portavoce della "Convenzione permanente di donne contro la
guerra",
Francesco Ianuzzelli, portavoce di Peacelink,
Daniele Lugli, segretario del Movimento Nonviolento.

5. ESPERIENZE. RELAZIONE CONCLUSIVA DEL CORSO DI EDUCAZIONE ALLA PACE
SVOLTOSI PRESSO L'ITIS DI GUBBIO NELL'ANNO SCOLASTICO 2002-2003
[Riportiamo ampi stralci della relazione conclusiva del corso di educazione
alla pace svoltosi presso l'Istituto Tecnico Sperimentale di Gubbio
nell'anno scolastico 2002-2003]
Premessa
1. Perche' facciamo una relazione conclusiva del corso
La relazione e' un punto di arrivo e di partenza, come documentazione e come
verifica didattica. E' utile ricordare cio' che e' stato fatto, come
testimonianza e come coscienza di una esperienza condivisa.
2. Perche' facciamo una autovalutazione
La relazione e' risultato finale del corso come insieme delle idee di tutti
i partecipanti. Poiche' il corso e' stato una esperienza fatta insieme come
gruppo e' giusto e logico che anche la relazione sia stata scritta dal
gruppo.
*
Descrizione del corso
1. Programma e obiettivi
Il corso si e' svolto in otto incontri di studio, di discussione e di
esercitazione. L'obiettivo fondamentale e' consistito nel costruire
relazioni e conoscenze utili per opporsi alla guerra e costruire la pace.
2. Incontri effettuati ed attivita' svolte
- primo incontro, 6 marzo 2003: presentazione del corso; definizione di
nonviolenza; presentazione reciproca; analisi dei motivi della guerra (e
della sua retorica); valutazione della giornata col gioco delle iniziali;
- secondo incontro, 13 marzo 2003: gioco del dilemma di Sancho Panza;
lettura e commento di Matteo, 4, 1-11; presentazione di Marianella Garcia;
discussione su vari temi; valutazione della giornata in tre aggettivi;
- terzo incontro, 20 marzo 2003: brevi note su Auschwitz e Hiroshima; gioco
"dove saro' tra vent'anni"; gioco del "cadavere squisito"; riflessione
contro l'uccidere; discussione su vari temi.
- quarto incontro, 27 marzo 2003: presentazione di Hannah Arendt, de La
banalita' del male, dell'esperienza della Resistenza nonviolenta in
Danimarca; giro di riflessione su varie personalita' impegnate per la pace;
come si fa un discorso; presentazione di don Lorenzo Milani ed inizio della
lettura de L'obbedienza non e' piu' una virtu';
- quinto incontro, 3 aprile 2003: lettura e commento di Ernesto Cardenal,
Oracion por Marilyn Monroe; lettura e commento di William Shakespeare,
Otello, atto III, scena III; lettura condivisa ad alta voce di versi di
Bertolt Brecht;
- sesto incontro, 10 aprile 2003: discussione sul credito formativo come
esercitazione al metodo del consenso; lettura di alcuni testi di Ernesto
Balducci; illustrazione del Don Giovanni in Tirso de Molina, Moliere, Da
Ponte-Mozart;
- settimo incontro, 24 aprile 2003: diffusione di riviste e cataloghi di
libri; lettura e commento di alcune epigrafi di Piero Calamandrei; lettura e
commento di alcune lettere di condannati a morte della Resistenza;
approvazione del modulo per il credito formativo; discussione sul corso in
vista della relazione conclusiva;
- ottavo incontro, 8 maggio 2002: stesura ed approvazione della relazione
conclusiva; commiato.
In ogni incontro dal primo al settimo sono stati anche diffusi (e brevemente
presentati) vari materiali di studio.
3. Il metodo di lavoro adottato
Il rispetto reciproco tra le persone, il lavoro di gruppo, esposizione e
discussione di opinioni, disponibilita' di materiale, letture,
esercitazioni.
4. Dati statistici (...)
*
Giudizio sul corso
1. Giudizio sulla utilita' e qualita' del corso
Il corso e' stato indubbiamente utile e notevole sia per i contenuti che per
il metodo di lavoro.
2. Giudizio sulle conoscenze ricavate
Il corso ha permesso un ampliamento delle conoscenze sui temi trattati e
sulle tecniche utilizzate.
*
Attribuzione del credito formativo
1. Criteri per l'attribuzione (...).
2. Partecipanti cui viene attribuito il credito formativo (...).
*
Osservazioni e proposte
1. Cose negative del corso
Iniziato troppo tardi, c'e' stato un calo delle presenze.
2. Cose che sono mancate
Alcuni argomenti non sono stati affrontati per scarsita' di tempo ed anche
perche' su altri argomenti c'era piu' interesse ad approfondirli.
3. Cose particolarmente apprezzate
Letture, scrittura di poesie, riflessione sulla voce e il discorso,
approfondimenti storici, la sincerita' nelle riflessioni e nella
discussione.
4. Se i risultati del corso corrispondano alle aspettative che si avevano
I risultati del corso corrispondono abbondantemente alle aspettative.
5. Se sia bene riproporre questa esperienza in futuro
Sicuramente si'.
*
La nostra opinione sulla pace al termine del corso
La pace e' una condizione fondamentale per gli esseri umani, con la pace si
puo' combattere l'ignoranza, il menefreghismo, le ingiustizie; e si puo'
migliorare il rispetto reciproco tra gli individui e i popoli, e favorire
l'incontro e la solidarieta'.
*
Ringraziamenti
Alla scuola e al personale. Un ringraziamento particolare alla professoressa
Laura Zampagli che ha promosso questa iniziativa, e al gruppo "pacifista
"Gubbio per la pace" che ha dato il via al corso.
* * *
Appendice 1: estratto dal programma originario del corso
Progetto di corso di educazione alla pace rivolto a studenti e insegnanti
delle scuole medie superiori di Gubbio ed aperto a tutti gli uditori
interessati, articolato in 12 incontri, di cui 10 incontri di studio ed
esercitazioni, e due incontri di verifica e di autovalutazione, da svolgersi
con cadenza settimanale nell'anno scolastico 2002-2003.
*
Parte prima: premessa
Quando parliamo di pace di cosa stiamo parlando?
La risposta non e' semplice, ed il corso che qui si propone intende rendere
consapevoli della complessita' e delle difficolta' del concetto di pace, ed
a maggior ragione della difficolta' di costruire la pace.
Se la pace e' cosa complessa e difficile ed insieme un impegno necessario ed
urgente, l'educazione alla pace e' anch'essa tutt'altro che un semplice
apprendere le buone maniere, o un elenco di banali precetti di buona
condotta. L'educazione alla pace e' un impegno anch'esso insieme complesso,
difficile e urgente. Ma e' altresi' un tema su cui ancora poca chiarezza vi
e' tra gli stessi studiosi che da decenni se ne occupano in modo
approfondito. Studiosi diversi e ugualmente autorevoli ne danno definizioni
diverse e fin contraddittorie, e la confusione che vi e' intorno al suo
stesso statuto e' ovviamente ancora piu' grande quanto ai metodi, ai
curricoli, alle forme di organizzazione e valutazione.
Noi qui ci limitiamo a rilevare: a) che occorre formare alla pace, e che la
scuola pubblica in quanto principale agenzia formativa della nostra societa'
e del nostro ordinamento giuridico deve assumere tale impegno; b) che
l'educazione alla pace non deve essere ne' "una materia in piu'", ne' un
rozzo e precario collegamento trasversale tra le discipline curricolari, ma
un approccio diverso e ulteriore e soprattutto - a questo stadio della
riflessione e della pratica - un appello e una sperimentazione, che
diversamente connetta i campi del sapere sussumendoli a un criterio e un
impegno precisi, e proponga pertanto scelte metodologiche e percorsi di
ricerca suoi propri.
La presente proposta di corso di educazione alla pace, valorizzando
l'opportunita' data dai Piani dell'Offerta Formativa, intende formulare,
sperimentare e verificare un percorso di ricerca (ad un tempo di metodo, di
tecniche e di saperi; di relazioni e di contenuti) e di azione formativa
atto anche a fornire alla sua conclusione piu' precise indicazioni per
l'agire futuro.
*
Parte seconda: programma del corso
1.  Primo incontro: premesse metodologiche ed assiologiche
2. Secondo incontro: l'umanita' dopo Auschwitz
3. Terzo incontro: l'umanita' dopo Hiroshima
4. Quarto incontro: il diritto, la coscienza, la dignita' umana
5. Quinto incontro: economia ed ecologia
6. Sesto incontro: l'etica sul crinale apocalittico
7. Settimo incontro: principio responsabilita' ed azione collettiva
8. Ottavo incontro: la nonviolenza come insieme di ricerche teoretiche e
valori morali
9. Nono incontro: la nonviolenza come insieme di tecniche ermeneutiche,
deliberative ed operative
10. Decimo incontro: esperienze storiche di azione nonviolenta
11. Undicesimo incontro: autovalutazione del corso e stesura della relazione
conclusiva
12. Dodicesimo incontro: discussione ed approvazione della relazione
conclusiva
*
Parte terza: proposta di calendario e questioni organizzative (...).
*
Postilla
Il presente progetto e' stato redatto dal responsabile del "Centro di
ricerca per la pace" di Viterbo su proposta del movimento pacifista eugubino
"Gubbio per la pace".
Il programma potra' avere alcune variazioni se ne verra' posta l'esigenza
dai partecipanti e su di esse si trovera' il consenso di tutti coloro che al
corso prendono parte. La gestione del corso, infatti, sara' di tipo
seminariale, cooperativa e mirante a promuovere la partecipazione attiva di
tutti coloro che vi prenderanno parte. (...).
* * *
Appendice 2: alcuni materiali diffusi ai partecipanti al corso
- Guenther Anders, Tesi sull'eta' atomica;
- estratto da Hannah Arendt, La banalita' del male;
- Ingeborg Bachmann, Alle Tage / Tutti i giorni;
- alcuni pensieri di pace di Ernesto Balducci;
- alcune poesie di Bertolt Brecht;
- Piero Calamandrei, Epigrafi per uomini e citta' della Resistenza;
- estratto da Aldo Capitini, La nonviolenza oggi;
- Centro di ricerca per la pace, prima bozza di lavoro per la proposta di
legge per la formazione e l'addestramento delle forze dell'ordine alla
conoscenza e all'uso dei valori, delle tecniche e delle strategie della
nonviolenza;
- Centro di ricerca per la pace, scheda su Giulio Girardi, teoria e prassi
nonviolenta della liberazione;
- Centro di ricerca per la pace, scheda su Vittorio Emanuele Giuntella: la
Resistenza, la memoria, la nonviolenza;
- Centro di ricerca per la pace, scheda su don Milani e l'educazione alla
pace;
- Centro di ricerca per la pace, scheda su Jean-Marie Muller, la nonviolenza
e' lotta;
- Centro di ricerca per la pace, scheda su Renate Siebert;
- Centro di ricerca per la pace, scheda su Alessandro Zanotelli, teoria e
pratica dell'utopia concreta;
- Centro di ricerca per la pace, scheda su Jean Ziegler;
- Centro di ricerca per la pace, Verso l'azione diretta nonviolenta delle
mongolfiere della pace con cui bloccare i decolli dei bombardieri;
- schede estratte da Alberto L'Abate (a cura di), Addestramento alla
nonviolenza;
- "La nonviolenza e' in cammino", n. 84 dell'8 gennaio 2001;
- Matteo, 4, 1-11;
- Lorenzo Milani, L'obbedienza non e' piu' una virtu';
- modulo per l'attribuzione del credito formativo;
- programma del corso;
- proposta di canovaccio per la relazione conclusiva del corso;
- proposta di questionario per l'autovalutazione del corso;
- Franco Restaino, Hannah Arendt: "vita activa" e "vita contemplativa";
- Franco Restaino, Simone Weil: impegno e ascesi;
- estratto da Franco Restaino, Adriana Cavarero (a cura di), Le filosofie
femministe;
- alcune poesie di Nelly Sachs;
- estratto da Gene Sharp, Politica dell'azione nonviolenta;
- Peppe Sini, Contro la guerra, la nonviolenza;
- Peppe Sini, La nonviolenza contro la guerra;
- Peppe Sini, Per una definizione del concetto di nonviolenza;
- Peppe Sini, Per una riflessione sulla Shoah (serie di schede
biobibliografiche);
- alcune poesie di Wislawa Szymborska;
- estratto da Chiara Zamboni, La filosofia donna.
Durante gli incontri del corso sono stati inoltre diffusi cataloghi di
libri, copie di riviste, inviti a convegni, segnalazioni di corsi
universitari, indirizzi di siti utili nella rete telematica, ed altri
materiali ancora concernenti iniziative di studio ed operative di pace, di
solidarieta', per i diritti umani.
* * *
Appendice 3: poesie scritte collettivamente durante il corso col metodo del
"cadavere squisito"

Impossibile portare pace con una guerra.
Ogni suono una melodia, ogni nuvola una poesia
prima che sia buio, parlami ancora.
Ignoranza popolare: la fortuna del potere.
*
Non si sa ancora cosa sia giusto o sbagliato,
ma qual e' il vero e grande significato dell'amore?
L'azzurro e il verde si mescolano l'uno all'altro nel luminoso mezzogiorno
senti come e' pura l'aria
come e' lieve il vento
come profuma questo fiore...
questo e' il fiore della pace.
*
"Amore" una parola piccola ma con un significato immenso.
L'amore e' una parola bella come la pace ma difficile da costruire
contro le armi, le violenze, le ingiustizie
la felicita' di vivere e' tanta, la paura di morire e' infinita.
*
Muoviti ragazzo ma non aspettare
ma soggettivamente agiamo tutti per convenienza
che strano scherzo la vita!
Prima ti fa sognare e poi ti impedisce il loro realizzamento.
La luce gialla confonde la percezione dei limiti del mio spazio.
*
Apro gli occhi e vivo, apro il cuore e amo.
Avevano fame di pace e di luce
il morire non spaventa, spaventa il modo in cui lo si fa.
Una parola per dedicarsi, una poesia per amarti.
*
La tranquillita' di un immenso prato verde che circonda un lago azzurro
aiuta la tua vita ad essere in pace con gli altri
senza mai preoccuparci abbastanza se cio' che facciamo
sia giusto o sbagliato.
I sogni sono come le stelle, bisogna faticare molto
per far si' che vengano raggiunti.
*
Amore, che dolce e semplice parola che e' l'amore:
il calore di un fuoco che arde in una notte senza luna
tu americano cosa stai facendo, distruggi il mondo?
Questa e' e sara' sempre la causa della nostra autodistruzione.
*
Scegliere la strada della nonviolenza, significa
e' bello che una persona possa darti tanto con il solo fatto di esistere
e' difficile parlare d'amore quando intorno a noi c'e' solo odio
utilizzando, come arma, l'intelletto e la parola.
*
La pace e' ovunque, basta cercarla e crederci.
Scegliere di lottare coraggiosamente
i "colori" della pace sono i colori che riempono il mio cuore
l'odio, e' una parola brutta ma facile da distruggere.
*
Sotto una pioggia di fuoco
potere e denaro, la rovina del mondo.
Ogni brezza una carezza, ogni raggio di sole una speranza
veniva l'alba, ricominciava il cammino.

6. INCONTRI. UN SEMINARIO SU "GUERRA E DEMOCRAZIA" A MARSCIANO
[Da Livio Rossetti (per contatti: liviorossetti@libero.it), che ringraziamo,
riceviamo e diffondiamo. Livio Rossetti e' docente all'universita' di
Perugia ed e' presidente del Centro studi storico-filosofici di Marsciano]
Scuola estiva di alta formazione di Marsciano, a cura del centro studi
storico-filosofici di Marsciano (Pg) e della Fondazione Luigi Salvatorelli,
in collaborazione con l'Istituto italiano per gli studi filosofici e con il
Comune di Marsciano.
Marsciano, 8-12 settembre 2003: seminario di studi su "Guerra e democrazia".
*
Lunedi' 8 settembre, ore 16,30: Domenico Losurdo (Universita' di Urbino): La
rivoluzione francese e l'ideale della pace perpetua; Luigi Cortesi
(Universita' degli Studi di Napoli): Il concetto di imperialismo e la
conoscenza storica della contemporaneita'.
Martedi' 9 settembre, ore 10: Domenico Losurdo: Rivoluzione industriale,
rivoluzione d'ottobre e ideale della pace perpetua; Luigi Cortesi: La
seconda guerra mondiale nel quadro della "guerra dei trent'anni".
Mercoledi' 10 settembre, ore 10: Domenico Losurdo: Rivoluzioni, ideale della
pace perpetua e guerra totale; Luigi Cortesi: Il socialismo e le due crisi
di fine secolo.
Giovedi' 11 settembre, ore 10: Luigi Cortesi: Esigenze e insufficienze della
storiografia; Domenico Losurdo: Democrazia, mobilitazione totale, e
trasformazioni dell'ideologia della guerra.
Giovedi' 11 settembre, ore 16: Luigi Cortesi: Eta' atomica, "eta' degli
estremi"; Domenico Losurdo: Globalizzazione, universalismo imperiale,
nonviolenza e ritorno della geopolitica: uno sguardo al presente (e al
futuro).
Venerdi' 12 settembre, ore 10: tavola rotonda all'Universita' di Perugia,
dipartimento di scienze filosofiche, sul tema: Le forme del male politico;
ntervengono i professori Luigi Cortesi, Domenico Losurdo e Angelo D'Orsi
(Universita' di Torino, Fondazione Salvatorelli). Presiede il professor
Roberto Gatti dell'Universita' di Perugia.
*
Sede della scuola: villaggio Oasi, via Marcurischio 1, 06055 Marsciano (Pg).
Partecipazione: La partecipazione alla scuola estiva di Marsciano e' libera.
Esonero e crediti per i docenti: e' stata attivata la procedura di esonero
per il personale della scuola.
Borse di studio: Per agevolare la partecipazione al seminario di giovani
studiosi meritevoli, il comitato promotore mette a concorso almeno tre borse
di studio per laureati nell'ultimo quinquennio che abbiano svolto o svolgano
attivita' attinenti alle tematiche del seminario. L'importo delle borse e'
di euro 300. Le domande, in carta semplice, dovranno pervenire alla
segreteria della scuola entro il 14 agosto 2003 ed essere corredate dal
certificato di laurea, da un curriculum vitae, da un'articolata esposizione
delle motivazioni scientifiche, da una sintesi (di non piu' di 5 cartelle
dattiloscritte) della tesi di laurea, e da ogni altro titolo o documento che
i candidati intendano presentare. Si richiede di indicare inoltre indirizzo,
recapito telefonico e, se possibile, recapito e-mail. La documentazione
inviata per concorrere alle borse di studio non verra' restituita. Ulteriori
informazioni circa il numero delle borse di studio istituite, la sede di
svolgimento del corso, gli orari e le eventuali facilitazioni del soggiorno
vanno richieste esclusivamente alla segreteria della scuola.
Segreteria: dottoressa Daniela Berretta, Biblioteca Comunale, Piazza Statuto
1, 06055 Marsciano (PG), tel. 0758742906; fax: 0758743349, e-mail:
segreteria@comune.marsciano.pg.it

7. MATERIALI. MARIA LUIGIA CASIERI: UNA SINTESI DI EMILIA FERREIRO, "ES
ESENCIAL ORIENTAR LA PRATICA PEDAGOGICA", 1980
[Proseguiamo la pubblicazione di una serie di schede bibliografiche curate
da Maria Luigia Casieri relative all'opera di Emilia Ferreiro. Maria Luigia
Casieri insegna nella scuola dell'infanzia ed e' una delle principali
collaboratrici di questo foglio. Emilia Ferreiro, argentina, docente in
Messico, pedagogista illustre, e' una delle piu' grandi studiose viventi del
processi di alfabetizzazione; e' di fondamentale importanza il suo
contributo sul tema dell'apprendimento della lettura e della scrittura da
parte dei bambini. Tra le opere di Emilia Ferreiro si veda in primo luogo
l'ormai classico volume scritto insieme ad Ana Teberosky, La costruzione
della lingua scritta nel bambino, Giunti, Firenze 1985]
Data di edizione:1980. Tipo di documento: articolo di rivista: "Gaceta
Unam", vol. 1V, n. 17, 28 de febrero de 1980, p. 13. Titolo: Es esencial
orientar la pratica pedagogica. L'estensore dell'articolo non e' indicato,
l'articolo riporta in sintesi la conferenza di Emilia Ferreiro. Luogo di
edizione: Mexico. Casa editrice: Unam. Fonte: Conferenza tenuta presso la
Facultad de Filosofia y Letras, col titolo "La adquisicion de la lengua
escrita como problema conceptual". Lingua: spagnolo.
*
Abstract
Il testo e' una sintesi della conferenza "La adquisicion de la lengua
escrita como problema conceptual", di cui vengono chiariti alcuni nuclei
concettuali.
1. il ruolo del soggetto che apprende, come capace di organizzare i
contenuti della conoscenza attraverso processi di assimilazione, a fronte
del prevalere del discorso sul metodo di insegnamento;
2. il ruolo della scrittura come "oggetto culturale complesso" con diverse
funzioni sociali, costituitosi nel corso di molti secoli;
3. il prevalere diffuso della concezione dell'apprendimento della scrittura
come apprendimento strumentale piuttosto che concettuale;
4. la non riducibilita' della comprensione del sistema alfabetico a problema
di discriminazione percettiva (audio-visiva) e di coordinamento
oculo-manuale;
5. l'elaborazione di saperi sulla lingua scritta e sulle sue funzioni da
parte dei bambini molto prima del loro ingresso a scuola grazie ai loro
contatti con l'ambiente alfabetizzato;
6. la non riducibilita' della lettura alla decifrazione e della scrittura
alla copia di un modello;
7. l'inadeguatezza di una programmazione scolastica basata sul concetto di
scrittura "come riproduzione meccanica di forme grafiche", mentre "scrivere
e' creare una rappresentazione adattata a certe convenzioni affinche' sia
socialmente condivisa";
8. la regolarita' della successione delle tappe di sviluppo anche al variare
delle condizioni culturali e delle lingue materne, la cui conoscenza e'
necessaria ad orientare la pratica pedagogica;
9. la coerenza interna delle idee infantili sulla scrittura, benche'
divergano dal pensiero adulto, e la conseguente ridefinizione di cio' che e'
facile o difficile, durante l'evoluzione dell'apprendimento.
Emilia Ferreiro viene definita "esperta in problemi di psicolinguistica e
delle sue relazioni con l'educazione, del Dipartimento di 'Investigaciones
Educativas' del IPN".
Altre versioni: il testo della conferenza e' apparso su "Gaceta Unam" alla
p. 16 del n. 15 del 21 febbraio 1980.

8. RILETTURE. GIULIO BUSI: LA QABBALAH
Giulio Busi, La Qabbalah, Laterza, Roma-Bari 1998, 2002, pp. 166, euro 9,30.
Una limpida introduzione.

9. RILETTURE. GIULIO BUSI E ELENA LOEWENTHAL (A CURA DI): MISTICA EBRAICA
Giulio Busi e Elena Loewenthal (a cura di), Mistica ebraica, Einaudi, Torino
1995, 1999, pp. LXXII + 726, lire 25.000. Un'appassionante raccolta di testi
fondamentali della Qabbalah.

10. RILETTURE. MAURICE-RUBEN HAYOUN: I FILOSOFI EBREI NEL MEDIOEVO
Maurice-Ruben Hayoun, I filosofi ebrei nel medioevo, Jaca Book, Milano 1994,
pp. 144, lire 24.000. Un'agile introduzione originariamente apparsa nella
nota collana "Que sais-je?" delle Presses Universitaires de France.

11. RILETTURE. GERSHOM SCHOLEM: LE GRANDI CORRENTI DELLA MISTICA EBRAICA
Gershom Scholem, Le grandi correnti della mistica ebraica, Il melangolo,
1986; Einaudi, Torino 1993, pp. XIV + 402, lire 16.000. Un classico.

12. RILETTURE. MAURO ZONTA: LA FILOSOFIA EBRAICA MEDIEVALE. STORIA E TESTI
Mauro Zonta, La filosofia ebraica medievale. Storia e testi, Laterza,
Roma-Bari 2002, pp. VI + 282, euro 24,50. Un utile volume introduttivo, con
"ampi stralci dai testi principali, in alcuni casi mai tradotti prima in
lingua moderna".

13. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO
Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale
e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale
e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae
alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo
scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il
libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.
Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:
1. l'opposizione integrale alla guerra;
2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali,
l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di
nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza
geografica, al sesso e alla religione;
3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e
la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e
responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio
comunitario;
4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono
patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e
contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.
Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto
dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna,
dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.
Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione,
la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la
noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione
di organi di governo paralleli.

14. PER SAPERNE DI PIU'
* Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per
contatti, la e-mail e': azionenonviolenta@sis.it
* Indichiamo il sito del MIR (Movimento Internazionale della
Riconciliazione), l'altra maggior esperienza nonviolenta presente in Italia:
www.peacelink.it/users/mir; per contatti: lucben@libero.it;
angelaebeppe@libero.it; mir@peacelink.it, sudest@iol.it
* Indichiamo inoltre almeno il sito della rete telematica pacifista
Peacelink, un punto di riferimento fondamentale per quanti sono impegnati
per la pace, i diritti umani, la nonviolenza: www.peacelink.it. Per
contatti: info@peacelink.it

LA NONVIOLENZA E' IN CAMMINO

Foglio quotidiano di approfondimento proposto dal Centro di ricerca per la
pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100
Viterbo, tel. e fax: 0761353532, e-mail: nbawac@tin.it

Per non ricevere piu' questo notiziario e' sufficiente inviare un messaggio
con richiesta di rimozione a: nbawac@tin.it

Numero 641 del 13 agosto 2003