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Un esposto



Ai mezzi d'informazione

Un esposto alla magistratura per la cessazione della partecipazione italiana
alla guerra e all'occupazione militare il corso in Iraq, partecipazione che
costituisce una flagrante violazione della Costituzione della Repubblica
Italiana.

Il responsabile del "Centro di ricerca per la pace" di Viterbo ha trasmesso
oggi alle competenti magistrature un esposto sulla violazione della
Costituzione della Repubblica Italiana costituita dalla partecipazione
militare italiana alla guerra in corso in Iraq e alla illegittima, criminale
e criminogena occupazione militare dell'Iraq da parte di potenze straniere
li' insediatesi attraverso la commissione di plurimi crimini di guerra e
contro l'umanita'.

Con tale esposto si richiede:
a) alle competenti magistrature: di intervenire per ripristinare la
legalita' costituzionale violata, punire i colpevoli di tale crimine, e -
conseguenza di grandissimo peso - far si' che i soldati italiani li'
dislocati siano immediatamente richiamati in patria, cosi' garantendo la
salvezza delle vite loro e altrui attualmente in grave pericolo, ed
impedendo altresi' ad essi di rischiare di trovarsi coinvolti nella
commissione di crimini di guerra e crimini contro l'umanita';
b) ai poteri esecutivo, legislativo e di garanzia della Costituzione cui il
presente esposto e' altresi' inviato per opportuna conoscenza e per quanto
di loro specifica competenza: di far cessare immediatamente l'llegale e
criminale partecipazione italiana alla guerra e all'occupazione militare
coloniale in corso in Iraq; e di mettere a disposizione invece adeguate
risorse per un intervento esclusivamente umanitario asolutamente necessario
ed urgente in favore della popolazione irachena.

Si allega:
1. Testo integrale dell'esposto;
2. Notizia sul "Centro di ricerca per la pace" di Viterbo.

"Centro di ricerca per la pace" di Viterbo
strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo
tel. 0761353532, e-mail: nbawac@tin.it

Viterbo, 12 agosto 2003

* * *

Allegato 1

Alla Procura Generale della Repubblica, Roma
alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Roma
alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Viterbo
alla Corte Costituzionale, Roma

E per opportuna conoscenza e per quanto di specifica competenza:

al Presidente della Repubblica Italiana
al Presidente del Consiglio dei Ministri
al Presidente del Senato della Repubblica
al Presidente della Camera dei Deputati

ai mezzi d'informazione

Oggetto: esposto sulla violazione della Costituzione della Repubblica
Italiana costituita dalla partecipazione militare italiana alla guerra in
corso in Iraq e alla illegittima, criminale e criminogena occupazione
militare dell'Iraq da parte di potenze straniere li' insediatesi attraverso
la commissione di plurimi crimini di guerra e contro l'umanita'.

Il sottocritto Giuseppe Sini, responsabile del "Centro di ricerca per la
pace" di Viterbo, espone quanto segue:

1. In Iraq l'Italia sta prendendo parte con proprie forze militari ad una
guerra: una guerra di occupazione coloniale; una guerra che ogni giorno
provoca nuove vittime.
Il fatto che tale guerra di occupazione coloniale e razzista si svolga
proprio in uno dei luoghi ove e' sorta la civilta' umana, la terra tra il
Tigri e l'Eufrate, manifesta con ancora maggior evidenza la barbarie di tale
aggressione.

2. Che in Iraq vi sia uno stato di guerra ed una illegale, criminale e
criminogena occupazione miltare da parte di potenze straniere che hanno
aggredito e occupato quello stato al di fuori di ogni norma giuridica ed
anzi in aperta violazione del diritto internazionale, ed attraverso la
commissione di plurimi crimini di guerra e contro l'umanita', e' del tutto
palese.
Il fatto che in quello stato precedentemente fosse al potere un feroce
criminale regime totalitario e stragista non giustitfica in alcun modo la
commissione di nuovi eccidi e l'imposizione di un regime di occupazione
coloniale.
La popolazione irachena, gia' vittima del sanguinario regime di Saddam
Hussein (lungamente sostenuto - e quindi esplicitamente favoreggiato nei
suoi crimini - sia politicamente, che economicamente e militarmente, anche
dal nostro paese e dagli altri le cui truppe oggi occupano quel paese),
delle feroci repressioni e delle orribili guerre degli ultimi decenni (nel
corso delle quali sono state usate armi di sterminio di massa che hanno
anche enormemente inquinato l'ambiente e provocato gravissime patologie),
dello scellerato embargo che per oltre un decennio ha provocato innumerevoli
morti e sofferenze, continua a subire sofferenze immani a causa della guerra
in corso e dell'attuale occupazione militare straniera, coloniale e
razzista.

3. E' indiscutibile che la partecipazione italiana a tale guerra in corso ed
a tale attuale illegale e criminale occupazione militare straniera coloniale
e razzista viola fragrantemente il dettato della Costituzione della
Repubblica Italiana che all'articolo 11 esplicitamente ne fa divieto.

Con il presente esposto si richiede pertanto:

a) alle competenti magistrature: di intervenire per ripristinare la
legalita' costituzionale violata, punire i colpevoli di tale crimine, e -
conseguenza di grandissimo peso - far si' che i soldati italiani li'
dislocati siano immediatamente richiamati in patria, cosi' garantendo la
salvezza delle vite loro e altrui attualmente in grave pericolo, ed
impedendo altresi' ad essi di rischiare di trovarsi coinvolti nella
commissione di crimini di guerra e crimini contro l'umanita';

b) ai poteri esecutivo, legislativo e di garanzia della Costituzione cui il
presente esposto e' altresi' inviato per opportuna conoscenza e per quanto
di loro specifica competenza: di far cessare immediatamente l'llegale e
criminale partecipazione italiana alla guerra e all'occupazione militare
coloniale in corso in Iraq; e di mettere a disposizione invece adeguate
risorse per un intervento esclusivamente umanitario asolutamente necessario
ed urgente in favore della popolazione irachena.

Per ogni comunicazione il sottoscritto elegge sede presso il "Centro di
ricerca per la pace" di Viterbo, strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel.
0761353532, e-mail: nbawac@tin.it

Distinti saluti,

Giuseppe Sini
responsabile del "Centro di ricerca per la pace" di Viterbo

Viterbo, 12 agosto 2003

Mittente: Giuseppe Sini, responsabile del "Centro di ricerca per la pace" di
Viterbo, strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail:
nbawac@tin.it

* * *

Allegato 2

Il "Centro di ricerca per la pace" di Viterbo e' una struttura di ricerca e
di iniziativa, pacifista e di solidarieta', attiva dagli anni '70.
Alcune delle posizioni caratterizzanti sono: l'impegno di unire analisi
globale e contestuale ed iniziative concrete e puntuali; la scelta
intransigente della nonviolenza come teoria-prassi di riferimento;
un'attenzione parimenti dedicata ai movimenti ed alle istituzioni; la non
sottovalutazione del momento del giuridico.
Cura la pubblicazione di un notiziario telematico quotidiano, 'La
nonviolenza e' in cammino', che raggiunge tutti i giorni varie migliaia di
interlocutori (ed e' altresė consultabile da chiunque nei siti
www.nonviolenti.org e www.peacelink.it).
Tra gli incontri di studio promossi, segnaliamo particolarmente il primo
convegno nazionale sulla figura e l'opera di Primo Levi, svoltosi a Viterbo
nel 1987.
Tra le attivita' di carattere formativo il centro ha promosso e realizzato,
spesso in collaborazione con altri soggetti, corsi di educazione alla pace e
di formazione alla nonviolenza, presso scuole, enti di servizio civile, enti
locali, associazioni, centri sociali.
Tra le iniziative promosse negli anni '80 e '90 segnaliamo particolarmente
la campagna per l'estensione del servizio civile presso gli enti locali.
Nel 1987 il centro ha coordinato per l'Italia la campagna di solidarieta'
con Nelson Mandela, allora detenuto nelle prigioni del regime razzista
sudafricano.
E' stato impegnato nell'opposizione alla guerra nel '91, nel '99 e nel
2001-2003; per aver promosso e realizzato iniziative nonviolente di
opposizione alla guerra e in difesa della legalita' costituzionale il
responsabile del centro ha subito due procedimenti penali, entrambi
risoltisi a suo favore.
Segnaliamo altresi' l'impegno nell'ideazione e la sperimentazione di
tecniche di azione nonviolenta: in particolare nel 1999 il centro ha ideato,
promosso e realizzato l'azione diretta nonviolenta delle "mongolfiere per la
pace" con cui bloccare i decolli dei bombardieri ostruendo lo spazio aereo
sovrastante e circostante le piste di decollo con mongolfiere di carta.
Nella seconda meta' del 2001 ha promosso la campagna per una legge che
preveda la formazione e l'addestramento delle forze dell'ordine alla
conoscenza e all'uso dei valori, delle tecniche e delle strategie della
nonviolenza (essa ha prodotto finora una proposta di legge sottoscritta da
decine di senatori e deputati di diverse collocazioni politiche).

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