[tradenews] WTO: NESSUN ACCORDO SUI FARMACI



Tradewatch - Osservatorio sul commercio internazionale promosso da Campagna
per la Riforma della Banca Mondiale, Centro Internazionale Crocevia, Gruppo
di Appoggio al Movimento Contadino Africano, Mani Tese, ReteLilliput, Roba
dell'Altro Mondo e Fondazione Banca Etica.
 -------------------------------------------------------------------------
10 - 16 Aprile 2005 Settimana di Mobilitazione Globale - www.gwa2005.org


NESSUN ACCORDO SUI FARMACI:

Ieri, 31 marzo 2005, un'altra delle tante scadenze del ricco calendario
dell'Organizzazione mondiale del commercio (OMC-WTO) non è stata rispettata.
Non è certo una novità, ma quella di ieri riguardava un problema che non
possiamo dimenticare, quello di milioni di persone che non riescono a
procurarsi i medicinali necessari alle proprie cure perché la povertà li
rende estranei al mercato.

Il 14 novembre 2001, la conferenza ministeriale di Doha adotto' la nota
Dichiarazione sull'accordo TRIPS (l'Accordo WTO che riguarda i diriti di
proprieta' intellettuale) e la salute pubblica. In essa i ministri
dichiararono: "Concordiamo che l'Accordo TRIPS non impedisce e non dovrebbe
impedire ai paesi membri di prendere misure per proteggere la salute
pubblica. Pertanto, mentre rinnoviamo il nostro impegno a rispettare
l'accordo TRIPS, riaffermiamo che puo' e deve essere interpretato ed
applicato in maniera da sostenere il diritto dei membri del WTO a proteggere
la salute pubblica e, in particolare, a promuovere l'accesso ai medicinali
per tutti".

La Dichiarazione venne salutata con grande soddisfazione ed è stata citata
spesso come dimostrazione degli aspetti positivi del WTO.
Peccato che tale dichiarazione mancava di risolvere il problema proprio per
i paesi piu' bisognosi, quelli privi di imprese farmaceutiche,  rimaneva
infatti in vigore il punto (f)  dell'articolo 31, quello che regola
l'utilizzo della cosiddetta licenza obbligatoria, impedendo di usarla se i
medicinali da produrre sono per l'esportazione. Pertanto i paesi senza
capacità produttiva potevano importare ma quelli in grado di produrre
farmaci non potevano esportarli!
La Dichiarazione chiedeva però di trovare rapidamente una soluzione.

Il rapidamente per il comitato TRIPS si tradusse in quasi due anni e
finalmente il 30 agosto 2003, poco prima della successiva conferenza
ministeriale di Cancun, venne approvata la Decisione relativa
all'applicazione del paragrafo 6 della dichiarazione di Doha, questo il
titolo dell'accordo raggiunto.

Tutto risolto?
No, sia perché la soluzione trovata era molto piu' complessa di un semplice
emendamento che avrebbe potuto annullare il punto (f) dell'articolo 31 in
caso di emergenze sanitarie ed ha stabilito invece un processo molto
burocratico che richiede tempi non certo brevi per essere attuato. Sia
perché la soluzione era e rimane una eccezione temporanea che dal punto di
vista legale impedisce cause su questo tema ma necessita di un emendamento
vero e proprio al testo del TRIPS.

Infatti nella decisione dell'agosto 2003 si stabili' che il comitato che
accudisce l'accordo avrebbe elaborato questo emendamento entro sei mesi
dall'inizio dei lavori, programmato per la fine del 2003. Tale scadenza non
venne rispettata e quella stabilita in seguito corrisponde proprio alla data
del 31 marzo 2005.

Nell'incontro di ieri la tensione era abbastanza alta ed alcuni paesi
africani hanno anche fatto riferimento al dramma che stava accadendo in
America e che i media di tutto il mondo stavano proponendo a tutti noi
chiedendo all'Amministrazione USA un analogo impegno per non perpetuare
l'agonia delle loro popolazioni private del diritto di accesso ai farmaci.

L'ostilità di USA, UE e Svizzera certo non stupiscono, le lobby
farmaceutiche non hanno mai mollato la presa ed hanno sempre seguito con
attenzione i negoziati.
Dopo la dichiarazione del 14 novembre 2001 incessante è stato il loro
impegno per recuperare il terreno perduto e quanto perso sul piano WTO è
stato recuperato ad esempio negli accordi regionali e bilaterali, dove gli
USA hanno cancellato la dichiarazione di Doha.
A farlo notare è stata la stessa WTO che nella sua revisione della politica
commerciale americana (Trade Policy Review del 17/12/2003) ha fattto notare
che nell'accordo col Marocco e in quello con i paesi del Centro America
veniva ignorata la decisione sull'implementazione del paragrafo 6 della
dichiarazione di Doha!

Va inoltre aggiunto che la decisione dell'agosto 2003 richiede che i paesi
membri modifichino le loro legislazioni nazionali sui brevetti per
permettere l'esportazione senza consenso del detentore del brevetto
(consenso che va comunque tentato) e risulta che sino ad ora solo due paesi
lo abbiano fatto: Canada e Norvegia.

Insomma tutti coloro che in questi tre anni e mezzo hanno citato la
dichiarazione di Doha per sostenere i lati positivi del WTO dovrebbero
optare per un piu' dignitoso silenzio.

Per i paesi più poveri questo 2005 porta piuttosto ulteriori peggioramenti
della loro condizione perché da quest'anno anche i paesi in via di sviluppo
devono adeguarsi al TRIPS e fra questi un paese come l'India che è stato
sinora il loro principale fornitore di medicinali generici.
Come ha scritto Medici senza Froniere, il prezzo dei farmaci rimane la
barriera piu' difficile da superare per i paesi poveri e i farmaci coperti
da brevetti sono particolarmente costosi.
Dal 1970 in India si possono legalmente produrre versioni generiche di
farmaci coperti da brevetto all'estero praticamente riproducendo il farmaco
partendo dal prodotto finale in quello che in gli informatici (e non solo
loro) chiamano "reverse engineering".
Dal 1 gennaio 2005 in ottemperanza al TRIPS, anche in India i nuovi farmaci
sono brevettabili e non solo quelli presentati da questa data ma tutti
quelle che le aziende hanno potuto inserire in una sorta di casella postale
(mailing box) dal 1995 (data di nascita el WTO) .
Lila Cedius ha fatto notare che la nuova legge indiana costera' un prezzo
altissimo in termini di vite umane perché si interrompera' la fornitura di
farmaci accesibili per i paesi poveri.

All'atto pratico, ancora una volta i paesi ricchi ignorano le loro
altisonanti dichiarazioni di impegno per la lotta alla povertà. Le clausole
complesse e mai chiare dei loro accordi commerciali stabiliscono ostacoli
insormontabili in cui pochi specialisti di proprieta' intellettuale riescono
a mettere il naso.
Ma mentre si litiga fra  esperti nel mondo reale uomini, donne e bambini
soffrono e muoiono per malattie di cui esistono i farmaci necessari.

Durante l'assedio di Sarajevo, come Beati i costruttori di oace, chiedemmo
che i negoziatori non si incontrassero nell'elegante Ginevra o in altri siti
confortevoli e sicuri ma proprio nella capitale bosniaca, per condividere la
sofferenza di chi l'abitava. Forse sarebbe il caso che il Consiglio TRIPS si
riunisse in futuro presso qualche ospedale in Africa o Asia.
Un residuo senso del pudore potrebbe facilitare un accordo.

Roberto Meregalli
Beati i costruttori di pace - Rete di Lilliput

Tradewatch - Osservatorio sul commercio internazionale promosso da Campagna
per la Riforma della Banca Mondiale, Centro Internazionale Crocevia, Gruppo
di Appoggio al Movimento Contadino Africano, Mani Tese, ReteLilliput, Roba
dell'Altro Mondo e Fondazione Banca Etica.

 -------------------------------------------------------------------------
10 - 16 Aprile 2005 Settimana di Mobilitazione Globale - www.gwa2005.org

NO all'imposizione di accordi commerciali ingiusti, liberalizzazioni e
privatizzazioni indiscriminate!
SI al diritto di ognuno al cibo, all'acqua, alla salute, ad una vita
dignitosa ed all'istruzione!