Re: E noi cosa dovremmo fare?





Doriana: apprezzo molto questo tuo costante impegno.

Che ne dici allora di cominciare a proporre quel nuovo mondo che tanto speriamo si affermi?

Spendere energie in lamenti e proteste non serve a granché.

Qualcuno ha un piano? un progetto? una nuova visione del mondo?

La tiri fuori e se buona portiamola tutti avanti.

Per quanto mi riguarda, questa è l'analisi dalla quale occorre partire se davvero si desidera cambiare le cose:




---------------------------------------
 Quando sarà possibile un altro mondo?
---------------------------------------


Nelle attuali società umane, come quindi anche in quella italiana, in cui i ruoli più importanti, più strategici da un punto di vista organizzativo, amministrativo, fiscale, educativo, culturale, mass-mediatico, sanitario, d'ordine pubblico, etc. sono assegnati a vita a determinate persone, viene a crearsi di fatto uno Stato ben disgiunto dai comuni Cittadini, un nocciolo duro assolutamente impenetrabile ed immodificabile da tutti coloro che ne sono stati esclusi. Queste due entità, stato e cittadini, che per patto sociale avrebbero dovuto coincidere, avrebbero dovuto esser tutt'uno, di fatto rimangono assolutamente separate e spesso contrapposte.

E' spesso, sì, scritto sulle carte costitutive dei Paesi più progrediti della Terra, come anche nella stessa Costituzione Italiana, che "la sovranità appartiene al popolo" (intendendo: a tutto il popolo!), ma la realtà è ben diversa. La stragrande maggioranza dei Paesi del mondo, Italia in testa, sono non una Repubblica ma una "cosa di parte", sono letteralmente "Cosa Loro": qualcosa che appartiene alle persone assunte a vita nei posti dello Stato (che siano esse dirigenti o semplici dipendenti). I più avanzati Paesi del mondo sono attualmente in mano ad una autentica oligarchia, di basso livello ma diffusa ovunque, che tuttora spadroneggia ed assoggetta, anche se in maniera sottile, subdola, la restante parte della popolazione, ed impedisce loro una naturale evoluzione verso ciò che i diversi àmbiti situazionali effettivamente richiedono.

Se in generale l'operato del nostro Governo e di quelli degli altri Paesi non ci trova d'accordo, non perdiamo altro tempo: concentriamo le nostre energie per rimuovere quel particolare modello di organizzazione sociale che è alla base di ogni comportamento malefico dei Governi, e dà carta bianca agli imperi economici mondiali e ad ogni altra ingiusta concrezione di potere. L'impiego pubblico assegnato a vita è l'origine profonda, nascosta, meschina, della stragrande maggioranza dei problemi del mondo d'oggi, siano essi pertinenti la pace, od il campo dei diritti umani, la distribuzione del lavoro, la difesa dell’ambiente, o che altro.

Esigiamo, dunque, ciò di cui è impossibile negare la assoluta legittimità: pretendiamo un equo impiego pubblico a rotazione, equamente condiviso e di reale appartenenza comune. Il giorno che questo nuovo ordinamento sociale venisse alla luce non vi sarebbero più, ad esempio, enti radiotelevisivi di Stato a far continua sfacciata propaganda al pensiero unico governativo, nè vi sarebbero forze dell'ordine (oggi assunte anch'esse a vita per rimanere a fedele guardia di Stati oligarchici) ad accanirsi contro i cittadini manifestanti, tantomeno potrebbe esservi un apparato burocratico a far da fertile terreno di coltura per ogni tipo di corruzione e malgoverno.

Si getterebbe invece il seme per realizzare una nuova società umana pienamente basata sulla condivisione e la partecipazione, non più sull'accaparramento e l'esclusione. Quel giorno, obiettivi, persino così ambiziosi come quello di veder ogni donna, ogni uomo sulla Terra disporre di un lavoro, e quindi di un reddito e, cosa altrettanto importante, di un potere civico, minimamente garantiti, diverrebbero molto più facilmente raggiungibili. Disoccupazione e precariato, come pure qualsiasi altra incapacità dei governi a rispondere efficacemente alle esigenze della società, diverrebbero solo un brutto ricordo del passato.

L'impiego pubblico a vita è lo scoglio contro cui si infrangono tutti i più bei sogni dell'umanità. L'impiego pubblico a vita è l'anello debole di una catena, altrimenti indistruttibile, che tiene avvinto un intero mondo e ne impedisce il progresso sociale. L'impiego pubblico a vita è l'anello che, nell’interesse di tutti, ed in maniera legalmente, moralmente ed eticamente ineccepibile, dobbiamo oggi definitivamente spezzare.



Danilo D'Antonio

Laboratorio Eudemonia
eulab.hyperlinker.org




http://armonica-rotazione-sociale.hyperlinker.org





Quando altro mondo? # Versione 2.7.1 # 06-07-35














*********** REPLY SEPARATOR  ***********

On 11/03/07 at 8.47 Doriana Goracci wrote:

>Non sembrano esserci dubbi a sinistra e a destra. Se i Talebani vivranno,
>la Nato morirà. Da un soggetto in carne e ossa si passa ad un oggetto di
>intese e patti. Se si cede al ricatto terrorista, non ci si libererà più
>dallo stesso.
>Ricordo altri momenti drammatici negli anni 70, ricordano meglio di me i
>parenti di Moro e della sua scorta. Ma oggi il problema non è solo
>nazionale, è internazionale.
>Ci si prepara ad una riforma elettorale, in vista di nuove elezioni, ci
>preparano a farci indossare nuovi scudi da indossare per crociate
>futuribili, di fatto già da lungo tempo presenti.
>Ritornando al binomio Islam-Occidente, chi si avventura ad uscire dal
>teatro della guerra, è destinato a soccombere in nome di Allah, io donna
>probabilmente ad invitare nipoti e figlie ad indossare il burqa.
>Il 17 marzo un drappello di sbandati e irriducibili, chiederà in varie
>parti d'Europa il ritiro delle truppe, sembra un discorso vecchio, di
>fatto è nuovissimo rispetto alla vetusta e implacabile Guerra.
>La pace, i trattati che girano intorno a questo tema sono ballate
>arcaiche.
>Il popolo ha fatto resistenze, mai così diffuse come oggi, mai così
>trasversali.
>Abbiamo chiesto a chi ci avesse governato la fine della vergogna delle
>missioni, la fine di una politica internazionale basata sulle bugie e
>sullo scontro di civiltà, abbiamo chiesto parità di diritti tra le
>persone, applicazione della costituzione in uno stato laico.
>Ci ritroviamo con un manipolo di ministri superpagato che studiano di
>fatto larghe intese-enormi disattese-false attese.
>Da mesi ci ritroviamo protagonisti di appelli, proteste, manifestazioni:
>grande confusione in un popolo che si era trovato con-fuso
>volontariamente nel rifiuto della violenza governativa del proprio e
>altrui paese.
>Uscire dalla guerra, investire le risorse sulla vita tornano ad essere
>proposte improponibili, come improponibili tornano ad essere le azioni
>pacifiste radicali.
>Se prima, poco prima ci hanno invitato ad attendere, la destra il crollo
>della sinistra, la sinistra l'attuazione del loro programma, oggi
>l'interlocuzione con l'elettorato è ridotta a coalizioni adattabili
>alle stagioni.
>In primavera si dà una mano a chi aveva annunciato operazioni estreme,
>tragiche pulizie prepasquali.
>Si annuncia una torrida estate per via del cambiamento climatico voluto
>dagli dei.
>E *noi* cosa dovremmo fare? Metterci tute ignifughe, cucirci le bocche,
>barricarci in casa, armarci di condizionatori e digestivi?
>Verrà distribuita acqua per rinfrescarci le idee e l'anima, assetate di
>pace e onestà?
>Nel mio paese si vota in primavera e l'acqua, ricchissima di arsenico e
>altri veleni, è sconsigliata per uso alimentare. La messa in sicurezza
>della discarica deve ancora avvenire, malgrado i fondi siano pronti. Le
>porte si chiudono sempre di più per paura del diverso, ci mettono a noi
>in sicurezza, neanche si dialoga, ci si accorpa per paura come tante
>testuggini romane su cui vengono scaraventati liquami bollenti .
>
>Allora cambio la domanda: cosa *voi* ci dite di non fare ?
>
>Doriana Goracci
>Capranica 11.3.2007
>
>--
>Mailing list Disarmo dell'associazione PeaceLink.
>Per ISCRIZIONI/CANCELLAZIONI: http://www.peacelink.it/mailing_admin.html
>Archivio messaggi: http://www.peacelink.it/webgate/disarmo/maillist.html
>Area tematica collegata: http://italy.peacelink.org/disarmo/index.html
>Si sottintende l'accettazione della Policy Generale:
>http://www.peacelink.it/associazione/html/policy_generale.html