R: Fw: [gas] lotta all



da un po' di tempo sono iscritto a questa lista, che seguo con attenzione.
Non mi ritengo un integralista del consumo critico: acquisto alcuni beni
tramite la rete GAS (quelli che trovo organoletticamente buoni oltre che
"sostenibili"), altri (tipo le verdure e la frutta) al mercato rionale o al
supermercato, altri ancora al supermercato. Per il tipo di beni per i quali
esistono, acquisto prodotti del commercio equo e solidale (cioccolata,
caffè, the, banane, ananas). Evito accuratamente prodotti di aziende oggetto
di campagne di boicottaggio (quelle che conosco). Mi sposto normalmente in
motorino per la mia città, la bici è molto più lenta, il bus ancora di più:
preferisco stare mezz'ora di più con i miei figli piccoli (che non vedo
molto durante il giorno) piuttosto che pedalare quella mezz'ora per strada.
In famiglia abbiamo anche un'auto, che usiamo prevalentemente il fine
settimana, o che mia moglie usa (un giorno la settimana facendo a turno con
colleghi) per andare a lavorare. Ho un conto in banca, ma non ancora in
banca etica (quando me ne informai, circa 6 mesi fa, il servizio lasciava
ancora a desiderare..penso di riprovare). Ho la televisione rotta da 4 mesi
e mi sono ormai disintossicato. La mia fonte di reddito non è lavoro
dipendente, ma lavoro autonomo; lavoro che ho cercato di contaminare con
alcune idee di "produzione critica". Ah dimenticavo non sono vegetariano, nè
vegano, anche se la carne in famiglia la mangiamo non più di una volta la
settimana.

Insomma sono abbastanza lontano dalla scelta di un consumo critico totale.
So che ho molti passi da fare ancora, ma so anche che ha senso farli solo
quando li vivrò come realmente desiderabili, come appaganti. Non mi sento di
forzare la mia vita in senso stoico, guidato dalla sola ragione e dal senso
del dovere lasciando da parte i miei desideri: accumulerei un senso di
insoddisfazione che finirei probabilmente per riversare verso tutto il resto
dei consumatori non critici-integrali, verso coloro che fanno scelte
diverse, verso coloro che non si pongono neppure davanti alla scelta e
seguono il normale flusso del consumo.

Ricordo un concetto espresso in lista qualche tempo fa, più o meno del
tipo:"e io che pensavo di trovare qui alleati per la mia battaglia di
consumo critico trovo invece dei nemici!": i nemici erano in questo caso
coloro che non abbracciavano completamente la filosofia che aveva guidato le
scelte di questo consumatore. Era come se lui avesse molto sofferto le sue
scelte e riversasse la fatica di queste scelte in termini di non
accettazione di un'altra possibile prospettiva.

Insomma c'è chi vede il rischio che il consumo critico venga preso in modo
troppo superficiale e chi come me teme invece che divenga un club così
ristretto, e con principi così radicali che finirà per rimanere sempre
circoscritto ad una piccolissima parte della popolazione occidentale.

Gesualdi nel suo ultimo libro ha ben indicato la meta di una società che
operi per il bene comune. Di quel libro manca di approfondire la
transizione: sappiamo dove siamo, sappiamo dove vogliamo arrivare, c'è
bisogno di sperimentazione!
A mio avviso non si inizia una transizione dicendo che da domani dobbiamo
andare tutti in bici: questo significherebbe che siamo già arrivati alla
meta: c'è un grandissimo bisogno di tappe intermedie, desiderabili,
socialmente condivise, solo così alla bici ci arriveremo, tutti e per
davvero.

saluti.....

daniele

----- Original Message -----
From: Giorgio <gioyann at aruba.it>
To: <consumocritico at peacelink.it>
Sent: Monday, March 14, 2005 5:51 PM
Subject: Re: Fw: [gas] lotta all


> Si, gli argomenti di consumo critico sono molti. Purtroppo, come in ogni
> frammento della realtà, c'è chi si accontenta di acquietarsi la
> coscienza con gesti insufficienti (come chi fa l'elemosina in chiesa e
> poi se ne strafrega se un barbone sta morendo ai suoi piedi) o chi fa le
> cose solo per moda.
> Non sono esempi da seguire, ma purtroppo esistono...
>
>
> Giorgio
>
>
>
>
>
> qwavem at libero.it wrote:
>
> >sopratutto usare le auto meno e in modo completamente diverso....
> >
> >Vorrei però richiamare la vostra attenzione su un problema di cui mi sto
rendendo conto in questi ultimi tempi...sto notando che, anche tra persone
attive nelle associazioni, il consumo critico viene inteso come un'attività
di nicchia una cosa molto bella ma che viene limitata a pochi prodotti, tipo
caffè te e poco altro, mentre sul resto delle campagne, vedo una pigrizia e
una scarsa attenzione, abbastanza preoccupanti anche ,insisto, da parte di
persone che sono dentro le questioni, in contatto con liste e botteghe del
mondo...parlo anche di volontari, quindi persone informate
> >nel cui frigo accanto al succo d'arancia del commercio equo trovi
tranquillamente la coca cola...o lo yogurt danone vitasnella (ora
chel'estate si avvicina) e quant'altro, ma non mancherà mai il caffe
equo...e qui mi ricollego ai recenti discorsi di gesualdi...ma qual'è il
prezzo equo del caffe?
> >il temntativo di coinvolgere questepersone in gruppi d'acquisto, o
addirittura progetti di autosufficienza si scontra con scuse stupide e
luoghi comuni, che pensavo potessero venire fuori solo da persone che certe
tematiche non hanno mai toccato...
> >per esempio per quanto riguarda la tecnologia a basso costo attualmente
disponibile...o anche gli incentivi alla rottamazione per l'auto...o
l'utilizzo appunto di carburanti alternativi...
> >devo esseere sincero che la cosa un pò mi deprime...e non riesco a capire
dove stia l'errore di comunicazione,
> >scusate il disturbo
> >f.
> >
> >
> >
> >____________________________________________________________
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> >
> >
> >--
> >Mailing list Consumo Critico dell'associazione PeaceLink.
> >Per CANCELLAZIONI: http://www.peacelink.it/mailing_admin.html
> >Se non riesci, scrivi a nicoletta at peacelink.org
> >inserendo "cancella" nel Soggetto.
> >Si sottintende l'accettazione della Policy Generale:
> >http://www.peacelink.it/associazione/html/policy_generale.html
> >
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