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Re: Albright



Ciao a tutti.
Un saluto a Vittoria ('azz... questi personalismi non sarebbero da 
mailing list...), dato che ci siamo gia' visti in altra sede 
telematica.


Paola Lucchesi <paola.lucchesi@mail.inet.it> wrote:
> Accidenti, ma fan sempre tutti gli americani in questo pianeta....

olivavittoria@hotmail.com wrote:
> [...] succubi e deboli rispetto ad un potere
> più forte. Anche perché, in questa fase, non si vede, mi pare, 
> un ruolo Europeo di indipendenza e di resistenza.
> L'Europa sta in una situazione di "sovranità limitata" diciamo
> così.


Personalmente ho l'impressione che la nostra (italiana ed europea)
"classe dirigente" non sia per nulla scontenta di essere succube e
fanatica atlantista. Non penso che ci siano in questo momento
particolari canali attraverso cui si svolge il dominio politico
statunitense in Italia.

Piuttosto c'e' una netta adesione ai disvalori che governano la
societa' USA. L'Unione Europea e' stata messa in piedi sulla base di
una politica monetarista, politica killer quanto a tagli di bilancio 
e regressione nel campo dei diritti sociali; e' la via americana (o
amerikana) che nessuno ha imposto agli europei, siamo anzi andati a
cercarcela, dato che e' perfettamente funzionale agli interessi di
soggetti come Confindustria. E che viene perseguita di continuo da
praticamente tutti i soggetti politici, in modo coerente, cosicche'
non penso si possa dire che siamo dominati dall'esterno.

La stessa cosa penso valga per il piano militare e di politica 
estera: io ci ho perso la testa in ipotesi complottistiche sul 
perche' il governo D'Alema abbia calpestato tutti i tipi possibili 
di principi umani e giuridici facendosi criminale responsabile della 
morte di migliaia di persone nella guerra del Kosovo (per non parlare
del dopoguerra); ma poi (tardi) mi sono accorto che avevo scartato la
spiegazione piu' semplice: la nostra classe politica *voleva* la
guerra. Non e' una questione di dominio, ma di organicita': se
vogliamo, l'Italia e' parte dell'Impero ovvero le classi dirigenti
contano di averne una fettina per se'. Lo dice lo stesso D'Alema:

<< [se non avessimo partecipato alla guerra] Saremmo venuti meno ad
una delle funzioni che il nuovo equilibri europeo assegna al nostro
paese, quale frontiera esposta verso aree di grande turbolenza, nel
Mediterraneo e nei Balcani: il ruolo di un paese chiamato a 
proiettare stabilita'>>
<< [la guerra del Kosovo ha prodotto] teleconferenze quotidiane fra 
i ministri degli esteri di cinque paesi: Stati Uniti, Germania, Gran
Bretagna, Francia e Italia. Non sta scritto in nessun documento
ufficiale, ma di fatto e' nato intorno al Kosovo una specie di Club>>
<< E' difficile definire le regole di appartenenza al giro nobile dei
grandi, non esiste uno statuto. Di fatto ti rendi conto di essere
entrato in una certa agenda di telefonate del presidente degli
Stati Uniti>>.
  da: M. D'Alema "Gli italiani e la guerra", Mondadori



Un saluto a tutti
Francesco