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22 Agosto 1999     


APPELLO
Guerra nei Balcani: non e` ancora finita
MASSIMO TODISCO (Osservatorio di Milano) 

L'ultimo eccidio dei cittadini serbi in Kosovo, avvenuto nonostante la
presenza di militari della Nato nella regione, dimostra come non esista
nessuna volonta` delle potenze occidentali di fermare gli eccidi e di
disarmare l'Uck, responsabile di tanto odio e tanta morte nei Balcani.

Non solo, ma quando i profughi lasciavano il Kosovo ogni giorno, nessuno si
e` preoccupato dei 150 mila serbi costretti a lasciare la propria casa e che
oggi vivono in condizioni disumane nel territorio serbo. Non sono anche loro
esseri umani? E' vergognoso l'atteggiamento delle potenze occidentali verso
questa tragedia che continua.

"Continuano sotto gli occhi della Kfor - ha affermato il premio Nobel Dario
Fo e primo firmatario dell'appello - le violenze in Kosovo contro i
cittadini serbi. I due giovani uccisi, a colpi di mortaio, nel villaggio di
Klokot, nel settore orientale della regione controllata dalle truppe
americane, dimostra la totale inerzia e mancanza di volonta` di fermare il
massacro. Non puo` il governo italiano, ha concluso Dario Fo, rimanere a
lungo complice di tale inerzia, lasciando che giorno dopo giorno sia
sterminato un popolo".

Rivolgiamo, quindi, un appello al governo perche' venga impedita con tutti i
mezzi ogni forma di pulizia etnica in Kosovo nei confronti della popolazione
serba, che va aiutata con tutti i mezzi a ritornare nella propria regione
d'origine.

C'e` da aggiungere che gli organi di informazione parlano sempre meno del
disastro causato dai bombardamenti in Jugoslavia.

Non possiamo dimenticarci delle condizioni drammatiche in cui vivono 11
milioni di jugoslavi. Centinaia di fabbriche distrutte, distrutte scuole,
ospedali, ponti, centrali elettriche, un milione di lavoratori disoccupati,
oltre 2 mila cittadini morti e 6 mila gravemente feriti: questo il risultato
dei bombardamenti.

Anche se i bombardamenti sono cessati prosegue l'embargo nei confronti della
Jugoslavia e sul piano degli aiuti questo paese e` fortemente discriminato.

Dinanzi a questa situazione a dir poco allarmante giunga forte questo
appello a chi governa:

- perche' venga fermata la pulizia etnica nei confronti dei serbi e dei rom
che devono ritornare nella propria regione;

- perche' cessi immediatamente l'embargo nei confronti della Jugoslavia;

- perche' cessi ogni forma di discriminazione negli aiuti alimentari,
medicinali e per la ricostruzione nei confronti del popolo jugoslavo. Questo
deve avere, senza che vengano poste condizioni politiche, la stessa
attenzione sul piano umanitario che hanno gli altri paesi dei Balcani, in
particolare la regione del Kosovo.

Come allora rendemmo pubblico il nostro no alla guerra, il nostro no alle
bombe, il nostro no alla pulizia etnica messa in atto nei confronti degli
albanesi, oggi rendiamo pubblico il nostro no alla pulizia etnica di serbi e
rom, no all'embargo, no alle discriminazioni verso il popolo serbo.

Questo appello ha tra i primi firmatari: Dario Fo e Franca Rame; Gabriele
Salvatores; il direttore dell'Osservatorio, Massimo Todisco; don Gino
Rigoldi; il direttore di Liberazione, Alessandro Curzi; l'euro parlamentare
Luigi Vinci; l'onorevole Walter De Cesaris e l'onorevole Giovanni Bianchi.
Gia` abbiamo raccolto oltre 5 mila firme per chiedere al presidente del
consiglio, Massimo D'Alema, di intervenire affinche' cessi la pulizia etnica
nei confronti dei serbi e dei rom e si metta fine all'embargo nei confronti
della Jugoslavia, fornendo aiuti immediati al popolo serbo per la ricostruzione.

Chiediamo, quindi, che questo appello venga sottoscritto da migliaia di
cittadini e lo si puo` fare presso la sede dell'Osservatorio di Milano, in
via Ugo Foscolo 3 oppure contattandoci telefonicamente al numero 02 874800.


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