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Rom, da profughi a nomadi e clandestini.



Rom, da profughi a nomadi e clandestini
di Fulvio Vassallo Paleologo
Associazione studi giuridici sull'immigrazione (ASGI)

Palermo, 11 agosto 1999

Vogliano rompere questo muro di indifferenza, se non di intolleranza, che
si sta alzando attorno ai Rom, ai quali in base ad una recente circolare
del Ministero degli interni,non si vuole piu' riconoscere lo status di
profughi di guerra.

Molti (anche tra le autorita' di governo) dopo avere promesso (e non sempre
elargito) accoglienza ai profughi Kosovari di etnia albanese, si fermano
adesso davanti ai profughi di etnia Rom, ai cosiddetti "nomadi": lo
stereotipo dello zingaro pericoloso, ladro, sporco e duro a morire, e in
pochi si domandono chi sono, da dove arrivano, che cosa hanno lasciato alle
spalle (spesso anche una casa in fiamme), quali concrete possibilita' di
inserimento abbiamo in Italia.

Dopo la legge 390, che prevedeva aiuti per i profughi della ex Jugoslavia,
sono rimasti ben 200 miliardi non spesi mentre tantissime persone si sono
trovate a vivere una vita di stenti, di malattie dentro i cosoddetti campi
nomadi, negli ultimi giorni - come al Casilino - sempre piu' frequentemente
oggetto di perquisizioni selvagge alla ricerca dei nuovi "clandestini"
arrivati dal Kosovo.

La circolare emanata dal Ministero degli Interni il 6 agosto scorso
costituisce un esempio preoccupante del livello di improvvisazione e di
ignoranza delle regole minime del diritto, interno ed internazionale,
raggiunto da chi dovrebbe avere le massime responsabilita' istituzionali
per disciplinare il flusso e la permanenza sul nostro territorio dei
profughi; e dunque anche dei Rom dalla Ex Jugoslavia che, sempre piu'
numerosi, continuano ad arrivare in Italia per effetto della pulizia etnica
praticata ai loro danni in Kosovo.
Appare del tutto illegittimo, innanzitutto, che una circolare - di fatto -
comporti la abrogazione delle parti piu' importanti di un Decreto del
presidente del Consiglio dei Ministri, adottato il 12 maggio scorso, a
favore di tutti profughi provenienti dalle "zone di guerra dell'area
balcanica".
Per effetto della circolare - parrebbe, ma molto restera' affidato come al
solito alla discrezionalita' delle singole questure -  sara' possibile
disporre il respingimento e l'espulsione di quanti continuano a giungere
dall'area balcanica (ormai in gran parte di etnia Rom) per effetto delle
gravissime e crescenti violenze che determinano ancora in quella regione,
settimana dopo settimana, decine e decine di morti e di feriti.

Scelte cosi' gravi non possono ricondursi alla responsabilita' (o alla
folgorazione estiva?) di un singolo ministro o di qualche suo zelante
funzionario.
L'intero governo avrebbe dovuto semmai assumere la responsabilita' della
abrogazione sostanziale del precedente DPCM del 12 maggio scorso che
prevedeva la possibilita di rilasciare uno specifico permesso di soggiorno
per motivi di protezione temporanea.
Appare ipocrita e discriminatorio, nel merito di quanto riporta la
circolare, affermare che "sono cessate le condizioni di guerra poste a base
delle generalizzate misure di protezione temporanea".

Orientare - o meglio costringere - tutti i nuovi profughi verso la
richiesta e la procedura individuale di asilo, senza che il Parlamento sia
riuscito ad approvare, dopo anni di attese, una disciplina specifica al
riguardo, significa soltanto ingolfare i lavori gia' lenti della
Commissione centrale, preposta ad esaminare le domande di asilo dei
profughi provenienti dalle altre zone di crisi, e dimenticare ancora una
volta che nel nostro ordinamento esiste gia' l'istituto del permesso di
soggiorno per motivi di protezione umanitaria (art. 5.6 del T.U. 286/98),
tutte le volte che il respigimento o l'espulsione della persona ne
potrebbero mettere a rischio l'integrita' fisica o la dignita' umana.

Ma il ricorso a procedure illegittime sta facendo rapidamente proseliti:
altre volte sono i sindaci, come e' avvenuto a Lucca ed a Firenze, ad
emanare provvedimenti del tutto arbitrari, intimando alle forze dell'ordine
di "impedire" l'ingresso nei campi anche ai parenti di coloro che vi
risiedono, pur se i nuovi arrivati sono regolarmente dotati di un permesso
di soggiorno per protezione temporanea, per motivi umanitari o per
richiesta di asilo.

Basta.
Se la circolare del 6 agosto scorso non verra' immediatamente revocata, se
le ordinanze dei sindaci continueranno a vietare la liberta' di movimento
riconosciuta a tutti gli stranieri dotati di un permesso di soggiorno, se
nei fatti nei confronti dei ROM continueranno - da parte del governo
centrale, e degli enti locali - tutte le pratiche discriminatorie che
abbiamo visto in questi giorni, non restera' altro che impugnare i
provvedimenti illegittimi a livello locale e denunciare l'Italia davanti
alle corti di giustizia internazionali, ed in particolare presso la Corte
Europea per i diritti Umani di Strasburgo per il suo comportamento
discriminatorio nei confronti dei profughi di guerra di etnia Rom.

Fulvio Vassallo Paleologo

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Mi scuso con tutti coloro che hanno gia' ricevuto questo testo,
e con tutti per l'arbitrio che mi prendo nel mandarvi questo tipo di documenti.
Chiedo a chi non vuole riceverli di mandarmi un cenno.
I contenuti qui espressi non corrispondono necessariamente col mio punto di
vista.
SDV
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