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Re: [FWD] jugocoord, jugoinfo, peacelink



On Monday, March 05, 2001 at 04:50:58 PM, pck-yugoslavia@peacelink.it wrote:
Da Fulvio Grimaldi. Caro Marco, trovo il tuo testo ineccepibile e concordo in tutto. Mi dispiace essere stato occasione per un dibattito abbastanza turpe e, per parte mia, abbondantemente emotivo. Credo che mi si possa giustificare per la bassezza e la dimensione degli attacchi subiti. Mi rimane però una domanda: che cosa ti fa concordare con i veleni lanciatimi dalla Lucchesi, che pure tu hai ripreso? Ciao e buon lavoro. Fulvio.
> Salve a tutt*,
> per correttezza mando questo messaggio che mi giunge da Andrea Martocchia.
> Nei giorni scorsi il dibattito della lista yugoslavia, in effetti, ha
> rischiato di precipitare nella diatriba politica inutile condita da
> personalismi. Ho scritto in privato ad alcuni dei protagonisti per
> segnalare il problema e fin da ora vorrei ringraziare tutt* se, nonostante
> tutto, il dibattito è rimasto nei limiti dello scambio di idee anche se
> fatto con toni accesi. Concordo sostanziale con le considerazioni di Andrea
> pur ribadendo, ancora una volta, che per ruolo e visione politica, e pur
> considerando interessante e legittima l'esperienza di jugocoord, la lista
> Yugoslavia di Peacelink è giusto che mantenga la prerogativa di essere un
> luogo aperto al confronto nei limiti di una dialettica che in nessun caso
> diventi spunto di propaganda per idee razziste, violente o guerrafondaie.
> C'è una policy nel merito ed indipendentemente dai punti di vista, mi sento
> di poter affermare che in nessun caso questa lista si è prestata a
> diventare un mezzo di propaganda per soggetti interessati ad idee del
> genere (e non solo, e per fortuna, grazie all'impegno dello staff di
> Peacelink al quale appartengo). E' vero, però, che in questo senso possono
> lo stesso passare spunti di dibattito piuttosto provocatori quando non
> dettati da precisi intenti diffamatori o strategicamente disinformatori. E'
> solo un problema di opzione politica. Ovvero scegliere di lavorare per
> aprire spazi di dibattito in una platea omogenea per esperienze e visioni
> politiche con tutto ciò che comporta in termini di qualità dialettica e
> capacità progettuale comune (nel bene e nel male), oppure accettare la
> sfida di uno spazio meno "selezionato" dove non venga negata la
> conflittualità tra visioni politiche diverse, dove interessi illegittimi di
> stampo interventista possano *forse* trovar "utile" partecipare (per quanto
> con bel altri investimenti in termini di risorse umane e non sanno
> benissimo di poter fare maggiori danni), ma dove soprattutto il variegato
> movimento che si oppone alla guerra e alle dinamiche che concorrono a
> scatenarla a difesa di un modello economico e sociale violento, possa
> trovare utile confrontarsi ed allargare uno spazio di consenso ed
> informazione che è una condizione necessaria (seppur non sufficiente) se
> davvero vogliamo chiudere con un secolo di violenze inaudite che in
> prospettive non sta promettendo nessun orizzonte di pace reale.
> E' una sfida, appunto, che implica il fatto di confrontarsi con rapporti di
> forza nettamente squilibrati (perché le logiche di guerra, da Wall Street
> fino agli identitarismi etnici aggressivi stile UCK, lavorano ogni giorno a
> questi obiettivi) ma anche a prendere atto dei propri limiti e delle
> proprie contraddizioni in termini di analisi e capacità politica di
> cambiamento del presente. E' una sfida che penso, come altri, bisogna
> accettare e che spero veda la partecipazione anche di chi legge e scrive in
> Jugocoord con la consapevolezza di utilizzare un mezzo, come quello
> telematico, tanto potente in termini comunicativi quanto controproducente
> se utilizzato per denigrare l'avversario a colpi di insulti e/o basse
> insinuazioni, soprattutto se è per difendere sacrosanti principi di
> giustizia sociale. L'aggravante è di farlo attraverso un mezzo che al più
> mette in comunicazione il 2% della popolazione *occidentale*, che per il
> momento si sta sviluppando secondo logiche di innovazione tecnologica ed
> espansione economiche che sono del tutto integrate nello stesso sistema
> violento che si contesta e cointribuendo ad un "chiacchericcio elettronico"
> drammaticamente incommensurabile rispetto al rumore sordo delle bombe,
> quelle vere, che continuano a cadere sulla popolazione civile inerme, in
> Iraq, in Palestina, in Congo come nei Balcani.
> 
> A presto. Marco.
> Mod. Lista Yugoslavia - Peacelink (www.peacelink.it)
> 
> 
> 
> 
> 
> 
> --Cut-here---------8<------------------8<------------------8<-------------
> From: crj <crj@sigmasrl.it>
> To: jugocoord@yahoogroups.com
> Subject: jugocoord, jugoinfo, peacelink
> Date: Mon, 05 Mar 2001 13:58:11 +0100
> 
> Ciao a tutti,
> 
> nei giorni scorsi ho avuto un interessante scambio di opinioni con Marco
> Trotta, uno dei moderatori della lista jugoslava di peacelink. Su
> quest'ultima, in seguito alla diffusione dell'articolo di Andrea
> Ferrario su Kalajic, si e' scatenato uno scambio polemico molto acceso
> ma - nell'opinione comune mia e di Marco - assai poco costruttivo. Con
> questo messaggio vorrei tra l'altro ribadire a Marco, a scanso di
> equivoci, che le mie critiche al dibattito in corso su peacelink non
> sono critiche ai moderatori, ma bensi' si fondano sulla constatazione
> che chi interviene su quella lista (ahinoi non solo su quella) troppo
> spesso lo fa in maniera davvero indecente, o per far passare
> surrettiziamente posizioni inaccettabili, oppure usando un linguaggio
> verboso ed aggressivo che impedisce la comprensione dei problemi
> anziche' facilitarla.
> 
> Ferrario, che conosco da anni per le sue posizioni, favorevoli alla
> Grande Albania nonche', in generale, antijugoslave, cura un sito
> internet dove diffonde traduzioni italiane della stampa filooccidentale
> (es: tutte le pubblicazioni legate alla Fondazione Soros) dei paesi
> balcanici spacciandola per "antimperialista". In realta' il suo
> antimperialismo e' esclusivamente antiitaliano, antigreco ed
> antifrancese, poiche' si limita a contestare atti e politiche di questi
> paesi quando sono troppo "filoserbe". Questa sua posizione anziche'
> evidenziare contrasti tra diverse strategie imperialistiche ha
> l'esclusivo scopo di rafforzare la campagna antiserba ed antijugoslava
> in quanto occulta i fatti piu' rilevanti dando peso e visibilita' a
> questioni sostanzialmente secondarie o contraddizioni, con l'effetto di
> depistare l'opinione pubblica di sinistra. Faccio tre esempi:
> 
> - Ferrario e' stato tra i primi a battere il tasto della questione della
> Telekom serba per avvalorare la tesi di un Milosevic filooccidentale che
> vuole svendere il suo paese. Percio' non ha mai parlato di episodi, come
> quello del sequestro della Galenika da parte dell'ex governo serbo nel
> febbraio 1999, che dimostrano che le istituzioni jugoslave nella
> gestione Milosevic, pur trovando il modo di far entrare valuta straniera
> nel paese, non hanno mai concesso il controllo dei settori strategici al
> capitale straniero (neanche nel caso Telekom, vedansi le interessanti
> dichiarazioni di Bernabe' a "Repubblica" dove si dice che la Jugoslavia
> ha sostanzialmente ingannato l'Italia prendendosi i soldi in cambio di
> niente).
> 
> - Nel 1998-1999 Ferrario sosteneva che la missione OSCE in Kosovo era
> filoserba e che la NATO non avrebbe mai attaccato la Jugoslavia; di
> converso, a tutt'oggi Ferrario non ha scritto nemmeno una riga sulla
> grande base statunitense di Camp Bondsteel in Kosovo o sugli appoggi
> NATO all'UCK.
> 
> - Ferrario e' riapparso in lista adesso solamente per far scoppiare un
> "caso" su di un fatto ultracircostanziato e sostanzialmente
> anacronistico, visto che Kalajic da molti mesi non e' stato piu'
> invitato da nessuna parte, mentre le iniziative pubbliche di Grimaldi,
> Trib. Clark, nonche' degli
> Scienziati/e, nostre (CNJV), insomma dei settori antimperialisti
> ("filoserbi" o - meglio - filojugoslavi) sono state incessanti e sempre
> piu' frequenti. Ferrario scrive quattordici (14!!!) pagine per parlare
> di un singolo fascista infiltrato tra noi (guardacaso grazie alla...
> RAI-TV) laddove, ad esempio, a proposito di fascismo nessuno spiega mai
> il fascismo *storicamente* che cosa e' stato, che cosa ha fatto, da chi
> parte stava il fascismo vero, storico, italiano e tedesco in primis, ad
> esempio sulla questione kosovara.
> 
> Questo per quanto riguarda Ferrario; contemporaneamente e' intervenuto
> un signore, Giovanni Trupo, che (come potete vedere dai siti internet
> che cita e che cura) e' espressione dichiarata del lottarmatismo
> grandealbanese: il suo messaggio ve l'ho riportato in un mio precedente
> mail e non mi ripeto.
> 
> Marco mi ha ribadito il ruolo che cercano di assegnare a peacelink, ed
> io gli ho risposto che devo purtroppo registrare, in base alla mia forse
> troppo parziale esperienza, che - per ragioni indipendenti dalla
> volonta' o strategia di chi gestisce la lista - sulla lista jugoslava di
> peacelink purtroppo si finisce spesso con polemiche come quella recente.
> 
> Cosicche' ad esempio l'articolo recente di Ferrario, formulato in modo
> stilisticamente molto accattivante e "ragionevole", nasconde una serie
> di "vipere" (altro che le "vipere" di Trupo, secondo lui nascoste nel
> Monastero di Decani...) e rispondere richiede una dedizione (tempo, e
> quindi anche danaro) che solo pochi fortunati posso avere... Reagire con
> scatti ed accuse trancianti serve a poco, e sicuramente non convince
> nessuno dei molti che hanno poche certezze, i quali per capire si basano
> piu' sullo stile che sulla conoscenza dei fatti specifici. In questo
> senso forse solamente Giorgio Ellero ha potuto/saputo intervenire con
> cognizione di causa, citando fonti e circostanze. Tuttavia, spesso
> nemmeno questo e' sufficiente.
> Nel 1998, quando esplose la campagna di disinformazione strategica sul
> Kosmet in vista della aggressione,
> io risposi "scientificamente" (credo, spero) a Tissino/L'Abate, e
> Ferrario interveni' solo per darmi del bugiardo (bugiardo lui, nel
> merito del problema della Ruder&Finn) e "fascista rautiano" perche' non
> mi accodavo alla campagna antijugoslava.
> 
> Che cosa voglio dire? Voglio dire che peacelink ha due limiti
> strutturali, indipendenti dai moderatori: l'uno e' legato alla presenza
> di questi personaggi che sono veri e propri disinformatori, lo sono
> oggettivamente, quantomeno per fanatismo; l'altro consiste nella
> impossibilita' ed incapacita' di saper intervenire e rispondere con i
> fatti anziche' con gli slogan.
> 
> Questi limiti non esistono nella nostra lista interna JUGOCOORD poiche'
> essa e' espressione di una parte precisa nella polemica, ed i nostri
> scazzi interni sono assolutamente impolitici (e quindi anche molto piu'
> squallidi) poiche' su certe cose siamo tutti d'accordo. Peacelink si
> prefigge invece di consentire il confronto tra posizioni diametralmente
> opposte, quindi intervenire su quella lista significa "partire da zero":
> percio' io non me la sento piu' di farlo, ma chi lo fa dovrebbe
> veramente dedicarci tutto il tempo e la pazienza del mondo.
> 
> Chiudo con una informazione: la lista JUGOINFO (che non e' una lista di
> discussione ma di circolazione di materiali che altrimenti non
> circolerebbero in nessuna sede) ha dei problemi tecnici ancora
> irrisolti. Pare che il server eCircle (che finora ha funzionato
> MALISSIMO) stia per essere ristrutturato. Prego tutti di avere ancora un
> po' di pazienza.
> 
> Andrea
> --Cut-here---------8<------------------8<------------------8<-------------
> 
> 
> 

bassottovic
e-mail: bassottovic@tiscalinet.it


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