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Re: "Reds" tra virgolette



Caro Fulvio Grimaldi,

Le tue risposte mi lasciano esterefatto. Cerco di spiegare il perché:

1) non capisco perché di fronte ad una contestazione molto puntuale che 
l'articolo di Ferrario solleva, in  maniera estremamente civile (chi volesse 
andare a rileggerselo: http://www.ecn.org/reds), quella cioé di una  
relazione tra una fetta di sinistra antagonista e l'estrema destra fascista 
e antisemita serba, tu allarghi il  ventaglio delle accuse, con una sequela 
di insulti, insinuazioni e volgarità che, francamente, non ti fanno onore, 
e, credo, possano mettere a disagio gran parte dei lettori, 
indipendentemente dalla loro posizione sulle vicende
balcaniche.

2) ho seguito con interesse alcune delle tue battaglie ambientaliste  ed 
internazionaliste condividendone molto  spesso i contenuti, ma non posso  
condividere la tua simpatia per Milosevic. Del resto ti assicuro che non 
sono  tanti i giovani che, pur schierandosi contro la guerra imperialista 
della NATO,  hanno provato la minima simpatia per Milosevic. Non capisco 
perché invece di  rispondere in maniera puntuale ad una contestazione molto 
specifica, riempi  quasi l'intera lettera dei tuoi meriti. Per quanto mi 
riguarda non ve n'era alcun
bisogno.  Avevo bisogno invece di una netta presa di distanza dal tentativo 
dell'estrema destra serba di infiltrarsi nel movimento antimperialista 
italiano. Non l'hai fatto.

3) nella tua prima risposta ("his master's voice" che è stata fatta 
circolare nella mailing list dei Giovani Comunisti e che allego) c'è una 
contraddizione molto evidente. Affermi che in occasione dell'ultimo dei tuoi 
incontri pubblici insieme al fascista Kalajic: "A quel punto ho saputo e 
letto alcune cose di Kalajic (erano passati tre mesi dal primo incontro) e 
sulle sue vedute e ho avvisato, come molti ricorderanno, gli organizzatori 
di incontri di evitare il personaggio". Dato che questo è avvenuto divesi 
mesi PRIMA che tu scrivessi l'articolo del 7 Ottobre 2000 su Liberazione, 
non capisco perché su Liberazione  definisci Kalajic "l'amico analista". A 
questa
contestazione nella tua risposta eviti di controbattere.

4) trovo estremamente sgradevole che tu insulti pesantemente Ferrario, un 
compagno che conosco personalmente e la cui produzione è interamente 
visibile su internet dove appare assolutamente evidente l'audacia con cui 
attacca instancabilmente l'imperialismo italiano e quello americano
(http://www.ecn.org/est/balcani), e invece non prendi chiaramente le 
distanze da Kalajic e dall'estrema destra serba. Perché Ferrario sarebbe un 
"trombettiere dei fascisti" mentre nessun duro aggettivo è riservato a 
Kalajic che fascista è sul serio? Se io dovessi usare tue stesse armi non 
riesci ad immaginare cosa potrei dire di te che
un fascista l'hai frequentato sul serio e ci hai fatto pure delle iniziative 
insieme ed hai pubblicato articoli su Liberazione in cui, dopo aver saputo 
chi è il personaggio, hai continuato a chiamarlo "l'amico analista"? NON 
stiamo parlando di fascistelli qualsiasi, tipo quelli di Forza Nuova che 
ancora non hanno prodotto morti (ma
temo che se non ci svegliamo cominceranno presto). Stiamo parlando di 
fascisti che hanno sulla coscienza migliaia di morti ammazzati, di stragi, 
stupri e pulizia etnica.

Condanno con forza, QUALSIASI strage di civili e pulizia etnica (quindi 
OVVIAMENTE anche quelle a danno dei serbi), ma su questo non voglio perdere 
nemmeno un secondo, perché ho la netta sensazione che usi
quegli argomenti per sviare il discorso dal caso specifico. Per questo, mi 
spiace, ma non ci sto a rispondere a tutta la sequela di complotti che 
fantasiosamente disegni e dei quali la mia lettera sarebbe strumento, mi 
pareva molto più semplice una risposta del tipo "sì, ho fatto una stronzata, 
quel Kalajic è uno sporco fascista e penso
che bisogna troncare ogni rapporto con il fascismo serbo come con qualsiasi 
fascismo". Vedi, ovviamente non penso affatto che tu abbia qualche simpatia 
nei confronti dei fascisti, penso però che tu, e diversi altri compagni di 
settori interni ed esterni al PRC, abbiate fatto una cosa e continuate a 
farla, che è ben peggiore della lettera disonorevole che hai mandato: 
contribuire agli occhi di tanti giovani, con la vostra adesione al 
nazionalismo gran serbo, con le vostre doppie unità di misura per cui le 
stragi compiute dalla propria parte
sono sempre "presunte" e quelle degli altri gridate, a far identificare il 
comunismo con qualcosa di sporco e sanguinario. No, questo lo trovo 
imperdonabile! Per me che sono un giovane comunista, o il comunismo è
un'idea nuova, bella, pulita, o non è.

Davide Volante




>1. Fulvio Grimaldi
>
>------- Forwarded message follows -------
>Copies to:      <jugocoord@yahoogroups.com>
>From:           "Fulvio Grimaldi"
>Date sent:      Sat, 17 Feb 2001 19:43:56 +0100
>Subject:        [JUGO] his master's voice
>
>Rispondo al libello "Chi è Dragos Kalajic".
>Naturalmente a quell'Andrea Ferrario, di non dubbi natali giornalistici e
>politici, non ho alcun motivo di rispondere. Ma neanche con le pinze,
>neanche con una pertica sarebbe da avvicinare.
>Detto questo, alcune delucidazioni ed alcune considerazioni.
>
>Dragos Kalajic è quello che è e ovviamente va intervistato in quanto noto e
>informato come pochi sugli eventi jugoslavi, comunque li interpreti. Non 
>per
>nulla ho considerato buoni colpi d'informazione mie interviste, per 
>esempio,
>a Abu Nidal o Tarik Aziz, a Hussein di Giordania e a Concutelli, e bene ha
>fatto il giornale Liberazione a pubblicare una degnissima intervista a
>Milosevic. Certi "giornalisti" pensano che si debba intervistare solo il
>padrone di casa.
>
>Ho partecipato a tre eventi pubblici con Kalajic.
>Il primo - non lo conoscevo per niente, neanche dalla TV - su invito della
>Federazione PRC di Genova alla locale Festa di Liberazione. Un secondo, mi
>pare a un controvertice di Bari, insieme a sette altre persone. Il terzo,
>alla presentazione del Tribunale Clark, con Giovanni Russo Spena e lo 
>stesso
>Ramsey Clark. A quel punto ho saputo e letto alcune cose di Kalajic (erano
>passati tre mesi dal primo incontro) e sulle sue vedute e ho avvisato, come
>molti ricorderanno, gli organizzatori di incontri di evitare il 
>personaggio.
>La mia "intimità" con lui, per quanto la mia professione mi imponga di
>frequentare anche il diavolo, non è mai esistita. Quanto ad eventuali
>contiguità politiche con chi raffigura un'Europa cristiana da difendere
>contro l'assalto islamico, basta leggere e vedere quello che da 40 anni in
>qua vado comunicando.
>
>Dell'essere stato affiancato, nell'azione dell'idrante CIA-Mossad-UCK, a
>Ramsey Clark, considerato specularmente dall'establishment USA la massima
>spina nel fianco interno ed esterno, mi faccio un grande vanto e ringrazio.
>Anch'io avrei voluto incontrare il capo di un paese assaltato all'uranio e
>alla chimica da USA e Nato, jugoslavo o iracheno o cubano o vietnamita che
>fosse. E tralascio gli sterotipi della disinformazione imperialista e dei
>suoi subalterni sui "nazionalismi" che difendono la propria integrità e
>sovranità dal più feroce nazionalismo comparso nell'ultima metà del secolo.
>Come  tralascio le stantie, ribadite veline albrightiane sugli orrori e
>tesori dei nemici da abbattere, sui "dittatori" che accettano la più ostile
>pluralità di media e partiti e vengono sostituiti da un regime monolitico
>come in Europa non ce n'è.
>
>Credo di poter individuare alcune linee direttrici della manovra.
>Ramsey Clark e il suo tribunale nelle varie parrti del mondo hanno
>smascherato metodi e motivi delle guerre e degli embarghi di sterminio USA 
>e
>Nato; hanno rivelato per primi l'uso dell'uranio in Iraq, Jugoslavia e
>Palestina e ne hanno fornito documentazione incontrovertibile, infliggendo
>al sistema imperialistico e ai suoi ascari la più grande botta da parecchio
>a questa parte; hanno mobilitato l'opinione pubblica internazionale contro
>una cosa demodè come l'imperialismo che si sta mangiando il mondo; hanno
>portato una protesta di massa in tutte le strade degli USA e davanti alla
>Casa Bianca, venendone ripagati con bastonate ed arresti; sono tornati 
>sugli
>scudi dell'informazione corretta e della verità politica in questa fase di
>risveglio contro le distruzioni di massa allestite da USA e Nato; hanno
>aperto il primo varco nell'embargo recandosi, Clark in testa, ripetutamente
>in Iraq, fin dal 1991 sotto le bombe, e rischiando dieci anni di prigione e
>un milione di dollari di multa in patria.
>
>E volete che Andrea Ferrario e il suo entourage, trombettieri dei fascisti,
>tagliagole e narcotrafficanti UCK per la Grande Albania, non scrivessero
>quello che hanno scritto in perfetto sincronismo con i nuovi bombardamenti
>angloamericani dell'Iraq, il casino UCPMB in Presevo, le mosse di Djindjic 
>e
>della Del Ponte per mettere i ferri ai polsi di Milosevic e smantellare 
>quel
>che resta della Jugoslavia indipendente e sociale?
>
>Il Tribunale Ramsey Clark, in USA, Europa (maxiconvegno internazionale a
>Berlino il 22-23 marzo) e Italia sta lavorando a una grande mobilitazione
>antimperialista coordinata a livello internazionale. Io ne faccio parte in
>Italia. Volete che un miserello tra i trombettieri non se la prendesse con
>un miserello di questo Tribunale? A ognuno la preda alla sua altezza, si
>insegna a Langley.
>
>Il Tribunale Clark, insieme alle RSU e al Ponte per Belgrado in Terra di
>Bari e con il concorso di vasta parte di Rifondazione Comunista ha promosso
>il primo tour italiano delle sindacaliste della Zastava malmenate e sputate
>dalle squadracce DOS . E' dunque ovvio, anche se vile, che Ferrario e i
>suoi sponsor colpissero il presunto anello debole.
>
>Il sottoscritto ha avuto l'onere e il triste privilegio di denunciare per
>primo in TV e sulla stampa in Italia il crimine dell'uranio contro Iraq,
>Jugoslavia e Palestina e, prima, l'ignobile e sospetto paradosso del nè-nè,
>roccaforte degli utili idioti o utili paraculi degli aggressori. Volete che
>non bastasse questo a Ferrario per recepire inviti a esternare?
>
>Il sottoscritto, con i video su Jugoslavia e Iraq, ha contribuito alla
>controinformazione visiva e pubblica sulla verità delle diffamazioni
>pianificate nelle agenzie - e sottoagenzie mascherate di rosa - nei
>confronti di popoli e personaggi. E ora sta per far circolare il primo 
>video
>comprensivo,
>storico e cronachistico, sull'Intifada e le vicende di Palestina, urticando
>non poco i dominatori filoisraeliani del sistema informativo e i loro
>editori politici e militari di riferimento. Per tale umile opera bastava
>l'umile squadroncino della morte civile del giro Ferrario.
>
>Il sottoscritto aveva, quasi unico prima delle ammissioni della grande
>stampa USA e degli organi DS, documentato la vera natura della DOS e del 
>suo
>"movimento progressista giovanile" Otpor, con relativi finanziamenti e
>istruttori USA e CIA, quando questo Otpor dal pugno nero doveva dare una
>verniciata democratica alla "rivolta di popolo" allestita in Jugoslavia da
>coloro che con le bombe, la fame, l'uranio non ce l'avevano fatta.
>
>E' un classico.
>Nel 1967, alla guerra dei sei giorni, riferendo su Paese Sera quanto
>succedeva laggiù , venni definito "antisemita" ("nazionalista" ancora non
>usava). Ma poi la forza della verità impose la rimozione del direttore
>filosionista Fausto Coen da Paese Sera e il sottoscritto dette un piccolo
>contributo alla correzione di linea del PCI e dell'opinione pubblica di
>sinistra.
>Attorno al 1972, raccontando da in mezzo alla sparatoria della Domenica di
>Sangue a Derry, il piccolo contributo fu quello alla trasformazione del
>"terrorismo" nazionalista nordirlandese in lotta di liberazione di popolo.
>Nel 1975, il "terrorismo libano-palestinese", divenne per i compagni la
>rivoluzione antimperialista e antifeudale delle masse libanesi unite ai
>profughi palestinesi, cui posero fine Sharon e poi i marines USA e i
>bersaglieri italiani. Partecipai in piccola misura anche a quella 
>operazione
>e poco mancò che non mi dessero del terrorista dirottatore.
>Nel 1976, Adriano Sofri, passato dal marxismo ad altri patronati, dopo un
>mio primo e purtroppo unico viaggio in Libia al Congresso del Popolo,
>insieme a centinaia di inviati, mi definì "spia libica". Oggi Gheddafi pare
>onorato da tutti.
>Qualcosa di analogo sta succedendo per Iraq, Jugoslavia e la Palestina 
>della
>"violenza nei territori" o del "terrorismo islamico", dove stiamo cercando
>di far emergere le corna del nazismo israeliano e USA.  E, se il cielo me 
>lo
>consente, domani in altri posti seviziati da coloro che, in questi giorni,
>sicuramente gongolano per Ferrario.
>
>In effetti non vedo molta differenza tra Kalajic e Ferrario, se non per la
>circostanza che il primo è più onesto. Tiè Ferraio, usa questa.
>Per finire, è la terza volta che circola una ferrariata: la prima si 
>scatenò
>allorchè feci presente al colto e all'inclita che certa gente adornata di
>solidarietà per i serbi andava facendo connubi con le quinte colonne
>jugoslave capeggiate da Vesna Pesic, diplomata all'Istituto CIA "National
>Endowment for Democracy". La seconda spurgò allorchè mi riuscì ad 
>illustrare
>l'opera dei "caritatevoli" in Iraq e ebbi l'impudenza di intervistare per
>Liberazione Tariq Aziz, che, porca miseria, suonava pure dignitoso e
>corretto. La terza è quella che, in risposta ai disvelamenti sulla reale
>natura del golpe di Belgrado, si incarta affannosamente col "dandy di
>Belgrado".
>
>Ora aspettiamo che esca il mio video su Cuba, nonchè il mio sostegno a
>quella gentaglia nazionalista e antidemocratica, e ci godremo un altro
>motore che fonde.
>Cosa volete, non tutti i giornalisti sono giornalisti. Non tutti i compagni
>combattono i pulitori etnici UCK e relativi padrini genocidi e la madre di
>coloro che preferiscono allinearsi con il carnefice piuttosto che con le
>vittime è sempre incinta.
>Non tutti, infine, hanno la faccia che si meritano.
>
>Fulvio Grimaldi
>
>Evitiamo solidarietà pelose ed insincere. Alle altre, grazie.

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