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Re: Grimaldi e Kalajic



Invio nuovamente il mio messaggio qui sotto, già spedito ieri e che 
per qualche disfunzione non è stato distribuito alla lista:

From:           	Andrea Ferrario <a.ferrario@mclink.it>
To:             	pck-yugoslavia@peacelink.it
Subject:        	Grimaldi e Kalajic
Send reply to:  	a.ferrario@mclink.it
Date sent:      	Sat, 24 Feb 2001 14:36:48 +0100

Riporto qui sotto la mia risposta a un messaggio di Fulvio Grimaldi 
fatto circolare negli ultimi giorni in Internet e relativo al mio articolo
"Dragos Kalajic: nero profondo, occasionalmente rosso", riportando più
sotto il testo dello stesso Grimaldi. In questa lista sono stati sollevati
dubbi sulla buona fede del sottoscritto nel sollevare "solamente ora" la
questione dei rapporti ripetuti e amichevoli di Grimaldi con un
neofascista. Francamente non capisco perché, quando si parla di un fatto
così grave come le reiterate, amichevoli e, soprattutto, documentate
frequentazioni fasciste di un giornalista che scrive sull'organo di un
partito di sinistra italiano si debba spostare il discorso sui processi
alle intenzioni. Comunque, per la cronaca, il sottoscritto aveva sollevato
la questione **immediatamente** dopo avere riscontrato che alla
presentazione del Tribunale Clark avvenuta a Roma aveva preso parte il
neofascista Kalajic, insieme a un rappresentante diplomatico
dell'ambasciata jugoslava. Lo ho fatto nella stessa giornata del 1
novembre in cui si è svolta la riunione di Roma, con un messaggio di
protesta inviato a svariati compagni della rivista "Guerre & Pace", o che
collaborano a quest'ultima, uno dei quali, tra l'altro, fa parte della
stessa sezione italiana del Tribunale Clark. In "Notizie Est", che è un
bollettino che pubblica articoli di carattere informativo e non una
mailing-list di discussione politica, ho pubblicato l'articolo dopo avere
reperito ulteriori e più dettagliati materiali di Kalajic pubblicati in
Russia. La pubblicazione del mio articolo è stata stimolata, tra le altre
cose, dall'articolo in cui Grimaldi esibisce i suoi amichevoli rapporti
con il neofascista, pubblicato su "Liberazione" non in tempi remoti, ma
nella recente data del 7 ottobre 2000.

Andrea Ferrario ("Notizie Est") 

From:           	"Est" <est@ecn.org>
To:             	"Notizie Est" <est@ecn.org>
Date sent:      	Fri, 23 Feb 2001 20:01:27 +0100
Subject:        	Notizie Est - Grimaldi e Kalajic: una risposta
Send reply to:  	est@ecn.org
Priority:       	normal

"I Balcani" - http://www.ecn.org/est/balcani

GRIMALDI E KALAJIC: UNA RISPOSTA
23 febbraio 2001

Nel mio articolo "Dragos Kalajic: nero profondo, occasionalmente 
rosso", pubblicato in "Notizie Est" #395 del 1 febbraio 2001, avevo 
rilevato, tra le tante altre cose, come Fulvio Grimaldi, ex giornalista
RAI e oggi editorialista dell'organo di Rifondazione Comunista,
"Liberazione", avesse partecipato a numerose iniziative a fianco del
neofascista serbo Kalajic. Inoltre, avevo documentato come Grimaldi avesse
infine portato Kalajic sulle pagine di "Liberazione" con un articolo del 7
ottobre 2000 in cui lo stesso Grimaldi raccontava del suo peregrinare a
Belgrado in compagnia dell'estremista di destra suo amico. Nei giorni
scorsi Grimaldi ha diffuso in Internet, in risposta "al libello" (cioe' il
mio articolo), un lungo messaggio che e' stato fatto circolare in varie
mailing-list e che riporto integralmente piu' sotto. Non rispondo qui ai
pesanti apprezzamenti che Grimaldi fa sulla mia persona, tanto confusi
quanto grotteschi: svolgo da anni un lavoro interamente pubblico sui
Balcani e pertanto non ve ne e' alcun bisogno. Mi interessano solo i
fatti. E i fatti sono che nel suo verboso messaggio Grimaldi scrive, nel
tentativo di giustificarsi, tre bugie. A tali tre bugie aggiunge inoltre
un particolare che rende ancora piu' gravi le sue frequentazioni
amichevoli con il neofascista. Grimaldi infatti scrive: " Dragos Kalajic
e' quello che e' e ovviamente va **intervistato** [sottolineatura mia, si
veda piu' sotto - a.f.] in quanto noto e informato come pochi sugli eventi
jugoslavi, comunque li interpreti". Poco piu' sotto aggiunge: "Ho
partecipato a tre eventi pubblici con Kalajic. Il primo - non lo conoscevo
per niente, neanche dalla TV - su invito della Federazione PRC di Genova
alla locale Festa di Liberazione. Un secondo, mi pare a un controvertice
di Bari, insieme a sette altre persone. Il terzo, alla presentazione del
Tribunale Clark, con Giovanni Russo Spena e lo stesso Ramsey Clark. A quel
punto ho saputo e letto alcune cose di Kalajic (erano passati tre mesi dal
primo incontro) e sulle sue vedute e ho avvisato, come molti ricorderanno,
gli organizzatori di incontri di evitare il personaggio. La mia
'intimita'' con lui, per quanto la mia professione mi imponga di
frequentare anche il diavolo, non e' mai esistita". Quindi: 1) Grimaldi
afferma di avere saputo delle "vedute" di Kalajic in corrispondenza ("a
quel punto") della presentazione del Tribunale Clark, che si e' svolta
alla Casa delle Culture di Roma il 1 novembre 1999 (Tanjug, 2 novembre
1999), e di avere avvisato chi organizzava incontri di evitare il
personaggio. Tuttavia, il primo a non ascoltare questo avviso e' stato...
lo stesso Grimaldi! Infatti, in Internet si trova una testimonianza nero
su bianco della partecipazione di Grimaldi a un'altra iniziativa con
Kalajic, piu' precisamente alla Casa del Popolo di Bologna, si noti bene,
il **29 gennaio 2000**, cioe' piu' o meno tre mesi dopo avere avvisato di
evitare il personaggio, come afferma egli stesso. L'iniziativa era stata
pubblicizzata con largo anticipo, il 19 gennaio, nella mailing list
yugoslavia@peacelink.it, con un messaggio in cui una breve biografia di
Grimaldi appariva accanto a quella di Kalajic, del quale naturalmente non
si diceva che era un estremista di destra
(http://www.peacelink.it/appuntam/calendario%20%20gennaio.htm);
 2) nel suo messaggio Grimaldi cerca di fare credere che il suo 
articolo "Belgrado, il silenzio del giorno dopo", pubblicato da 
"Liberazione" il 7 ottobre 2000, sia "solo" un'intervista al 
neofascista (si veda sopra). E' una bugia: nell'articolo Grimaldi 
descrive il suo girovagare per le strade di Belgrado in compagnia di
Kalajic (si danno del tu), intercalandolo con alcuni scambi di opinione
con il neofascista, con il quale, tra l'altro, la comunita' di vedute e'
quasi totale (unica eccezione: le valutazioni su Kostunica), come chiunque
puo' constatare leggendosi l'articolo
(http://www.peacelink.it/webgate/yugoslavia/msg00339.html); 3) Grimaldi
dice di non avere alcuna "intimita'" con Kalajic - non so cosa intenda lui
per "intimita'", termine che io non ho usato, avendo scritto che Grimaldi
e' in rapporti "di amicizia" con il neofascista. Lo ho scritto non per
deduzione, ma semplicemente perche' e' lo stesso Grimaldi ad averlo
scritto in maniera inequivocabile: nel summenzionato articolo egli
definisce infatti Kalajic, letteralmente, "l'amico analista". Va notato
che Grimaldi era amico di Kalajic nell'ottobre 2000, cioe' quasi un anno
dopo avere appreso delle sue "vedute" fasciste e avere avvisato gli
organizzatori di iniziative di evitarlo.

Tutto quello che ho scritto nell'articolo si conferma pertanto esatto, e
d'altronde avevo rigorosamente citato le fonti, i nomi e le date. Ora in
piu' sappiamo che Grimaldi ha continuato a frequentare il neofascista e a
esserne amico pur sapendo da tempo che e', per l'appunto, un neofascista.
E sempre sapendo che e' un neofascista lo ha portato, con apprezzamenti
positivi, sull'organo di Rifondazione Comunista. Di fronte al mio articolo
nel quale venivano rilevati i suoi rapporti con un estremista di destra,
Grimaldi non ha trovato di meglio che raccontare tre maldestre bugie,
circondandole nella nebbia di lunghe tirate retoriche. Ogni altro commento
mi sembra superfluo.

Andrea Ferrario


> ------- Forwarded message follows -------
> Copies to:      <jugocoord@yahoogroups.com>
> From:           "Fulvio Grimaldi"
> Date sent:      Sat, 17 Feb 2001 19:43:56 +0100
> Subject:        [JUGO] his master's voice
> 
> 
> Rispondo al libello "Chi è Dragos Kalajic".
> Naturalmente a quell'Andrea Ferrario, di non dubbi natali
> giornalistici e politici, non ho alcun motivo di rispondere. Ma
> neanche con le pinze, neanche con una pertica sarebbe da avvicinare.
> Detto questo, alcune delucidazioni ed alcune considerazioni.
> 
> Dragos Kalajic è quello che è e ovviamente va intervistato in quanto
> noto e informato come pochi sugli eventi jugoslavi, comunque li
> interpreti. Non per nulla ho considerato buoni colpi d'informazione mie
> interviste, per esempio, a Abu Nidal o Tarik Aziz, a Hussein di
> Giordania e a Concutelli, e bene ha fatto il giornale Liberazione a
> pubblicare una degnissima intervista a Milosevic. Certi "giornalisti"
> pensano che si debba intervistare solo il padrone di casa. 
> 
> Ho partecipato a tre eventi pubblici con Kalajic.
> Il primo - non lo conoscevo per niente, neanche dalla TV - su invito
> della Federazione PRC di Genova alla locale Festa di Liberazione. Un
> secondo, mi pare a un controvertice di Bari, insieme a sette altre
> persone. Il terzo, alla presentazione del Tribunale Clark, con Giovanni
> Russo Spena e lo stesso Ramsey Clark. A quel punto ho saputo e letto
> alcune cose di Kalajic (erano passati tre mesi dal primo incontro) e
> sulle sue vedute e ho avvisato, come molti ricorderanno, gli
> organizzatori di incontri di evitare il personaggio. La mia "intimità"
> con lui, per quanto la mia professione mi imponga di frequentare anche
> il diavolo, non è mai esistita. Quanto ad eventuali contiguità politiche
> con chi raffigura un'Europa cristiana da difendere contro l'assalto
> islamico, basta leggere e vedere quello che da 40 anni in qua vado
> comunicando.
> 
> Dell'essere stato affiancato, nell'azione dell'idrante CIA-Mossad-UCK, a
> Ramsey Clark, considerato specularmente dall'establishment USA la
> massima spina nel fianco interno ed esterno, mi faccio un grande vanto e
> ringrazio. Anch'io avrei voluto incontrare il capo di un paese assaltato
> all'uranio e alla chimica da USA e Nato, jugoslavo o iracheno o cubano o
> vietnamita che fosse. E tralascio gli sterotipi della disinformazione
> imperialista e dei suoi subalterni sui "nazionalismi" che difendono la
> propria integrità e sovranità dal più feroce nazionalismo comparso
> nell'ultima metà del secolo. Come tralascio le stantie, ribadite veline
> albrightiane sugli orrori e tesori dei nemici da abbattere, sui
> "dittatori" che accettano la più ostile pluralità di media e partiti e
> vengono sostituiti da un regime monolitico come in Europa non ce n'è.
> 
> Credo di poter individuare alcune linee direttrici della manovra.
> Ramsey Clark e il suo tribunale nelle varie parrti del mondo hanno
> smascherato metodi e motivi delle guerre e degli embarghi di sterminio
> USA e Nato; hanno rivelato per primi l'uso dell'uranio in Iraq,
> Jugoslavia e Palestina e ne hanno fornito documentazione
> incontrovertibile, infliggendo al sistema imperialistico e ai suoi
> ascari la più grande botta da parecchio a questa parte; hanno mobilitato
> l'opinione pubblica internazionale contro una cosa demodè come
> l'imperialismo che si sta mangiando il mondo; hanno portato una protesta
> di massa in tutte le strade degli USA e davanti alla Casa Bianca,
> venendone ripagati con bastonate ed arresti; sono tornati sugli scudi
> dell'informazione corretta e della verità politica in questa fase di
> risveglio contro le distruzioni di massa allestite da USA e Nato; hanno
> aperto il primo varco nell'embargo recandosi, Clark in testa,
> ripetutamente in Iraq, fin dal 1991 sotto le bombe, e rischiando dieci
> anni di prigione e un milione di dollari di multa in patria.
> 
> E volete che Andrea Ferrario e il suo entourage, trombettieri dei
> fascisti, tagliagole e narcotrafficanti UCK per la Grande Albania, non
> scrivessero quello che hanno scritto in perfetto sincronismo con i nuovi
> bombardamenti angloamericani dell'Iraq, il casino UCPMB in Presevo, le
> mosse di Djindjic e della Del Ponte per mettere i ferri ai polsi di
> Milosevic e smantellare quel che resta della Jugoslavia indipendente e
> sociale?
> 
> Il Tribunale Ramsey Clark, in USA, Europa (maxiconvegno internazionale a
> Berlino il 22-23 marzo) e Italia sta lavorando a una grande
> mobilitazione antimperialista coordinata a livello internazionale. Io ne
> faccio parte in Italia. Volete che un miserello tra i trombettieri non
> se la prendesse con un miserello di questo Tribunale? A ognuno la preda
> alla sua altezza, si insegna a Langley. 
> 
> Il Tribunale Clark, insieme alle RSU e al Ponte per Belgrado in Terra di
> Bari e con il concorso di vasta parte di Rifondazione Comunista ha
> promosso il primo tour italiano delle sindacaliste della Zastava
> malmenate e sputate dalle squadracce DOS . E' dunque ovvio, anche se
> vile, che Ferrario e i suoi sponsor colpissero il presunto anello
> debole.
> 
> Il sottoscritto ha avuto l'onere e il triste privilegio di denunciare
> per primo in TV e sulla stampa in Italia il crimine dell'uranio contro
> Iraq, Jugoslavia e Palestina e, prima, l'ignobile e sospetto paradosso
> del nè-nè, roccaforte degli utili idioti o utili paraculi degli
> aggressori. Volete che non bastasse questo a Ferrario per recepire
> inviti a esternare?
> 
> Il sottoscritto, con i video su Jugoslavia e Iraq, ha contribuito alla
> controinformazione visiva e pubblica sulla verità delle diffamazioni
> pianificate nelle agenzie - e sottoagenzie mascherate di rosa - nei
> confronti di popoli e personaggi. E ora sta per far circolare il primo
> video comprensivo, storico e cronachistico, sull'Intifada e le vicende
> di Palestina, urticando non poco i dominatori filoisraeliani del sistema
> informativo e i loro editori politici e militari di riferimento. Per
> tale umile opera bastava l'umile squadroncino della morte civile del
> giro Ferrario.
> 
> Il sottoscritto aveva, quasi unico prima delle ammissioni della grande
> stampa USA e degli organi DS, documentato la vera natura della DOS e del
> suo "movimento progressista giovanile" Otpor, con relativi finanziamenti
> e istruttori USA e CIA, quando questo Otpor dal pugno nero doveva dare
> una verniciata democratica alla "rivolta di popolo" allestita in
> Jugoslavia da coloro che con le bombe, la fame, l'uranio non ce
> l'avevano fatta.
> 
> E' un classico. 
> Nel 1967, alla guerra dei sei giorni, riferendo su Paese Sera quanto
> succedeva laggiù , venni definito "antisemita" ("nazionalista" ancora
> non usava). Ma poi la forza della verità impose la rimozione del
> direttore filosionista Fausto Coen da Paese Sera e il sottoscritto dette
> un piccolo contributo alla correzione di linea del PCI e dell'opinione
> pubblica di sinistra. Attorno al 1972, raccontando da in mezzo alla
> sparatoria della Domenica di Sangue a Derry, il piccolo contributo fu
> quello alla trasformazione del "terrorismo" nazionalista nordirlandese
> in lotta di liberazione di popolo. Nel 1975, il "terrorismo
> libano-palestinese", divenne per i compagni la rivoluzione
> antimperialista e antifeudale delle masse libanesi unite ai profughi
> palestinesi, cui posero fine Sharon e poi i marines USA e i bersaglieri
> italiani. Partecipai in piccola misura anche a quella operazione e poco
> mancò che non mi dessero del terrorista dirottatore. Nel 1976, Adriano
> Sofri, passato dal marxismo ad altri patronati, dopo un mio primo e
> purtroppo unico viaggio in Libia al Congresso del Popolo, insieme a
> centinaia di inviati, mi definì "spia libica". Oggi Gheddafi pare
> onorato da tutti. Qualcosa di analogo sta succedendo per Iraq,
> Jugoslavia e la Palestina della "violenza nei territori" o del
> "terrorismo islamico", dove stiamo cercando di far emergere le corna del
> nazismo israeliano e USA.  E, se il cielo me lo consente, domani in
> altri posti seviziati da coloro che, in questi giorni, sicuramente
> gongolano per Ferrario.
> 
> In effetti non vedo molta differenza tra Kalajic e Ferrario, se non per
> la circostanza che il primo è più onesto. Tiè Ferraio, usa questa. Per
> finire, è la terza volta che circola una ferrariata: la prima si scatenò
> allorchè feci presente al colto e all'inclita che certa gente adornata
> di solidarietà per i serbi andava facendo connubi con le quinte colonne
> jugoslave capeggiate da Vesna Pesic, diplomata all'Istituto CIA
> "National Endowment for Democracy". La seconda spurgò allorchè mi riuscì
> ad illustrare l'opera dei "caritatevoli" in Iraq e ebbi l'impudenza di
> intervistare per Liberazione Tariq Aziz, che, porca miseria, suonava
> pure dignitoso e corretto. La terza è quella che, in risposta ai
> disvelamenti sulla reale natura del golpe di Belgrado, si incarta
> affannosamente col "dandy di Belgrado". 
> 
> Ora aspettiamo che esca il mio video su Cuba, nonchè il mio sostegno a
> quella gentaglia nazionalista e antidemocratica, e ci godremo un altro
> motore che fonde. Cosa volete, non tutti i giornalisti sono giornalisti.
> Non tutti i compagni combattono i pulitori etnici UCK e relativi padrini
> genocidi e la madre di coloro che preferiscono allinearsi con il
> carnefice piuttosto che con le vittime è sempre incinta. Non tutti,
> infine, hanno la faccia che si meritano.
> 
> Fulvio Grimaldi 
> 
> Evitiamo solidarietà pelose ed insincere. Alle altre, grazie.