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Balcani-Kurdistan-Palestina: il filo nero



BALCANI-KURDISTAN-PALESTINA
IL FILO NERO

Uno degli aspetti più importanti, e forse il principale, che ha condizionato
gli avvenimenti più recenti nel mondo, è la "questione acqua". Infatti, se è
vero che viviamo in un mondo affamato di materie prime (petrolio, gas), è
altrettano vero  che la carenza d'acqua nel pianeta e la progressiva
desertificazione del territorio è una delle principali cause dei conflitti
in atto. Questo lo vediamo anche in Europa. Nel recente conflitto dei
Balcani, uno dei punti sul tappeto era la realizzazione del famoso corridoio
n°8, che doveva permettere non solo l'afflusso di petrolio dal Caucaso, ma
anche dell'acqua dall'est, via Bulgaria-Serbia-Albania. Non è un caso che si
facciano sempre più insistenti le voci di un accordo fra Albania ed ENEL,
l'ente che controlla l'acquedotto di una delle regioni più assetate
d'Italia: la Puglia.
Questo accordo prevederebbe la costruzione di un acquedotto sottomarino nel
Canale d'Otranto, capace di convogliare acqua dall'Albania verso la Puglia.
In cambio l'ENEL si assumerebbe l'onere di rinnovare l'impianto idrico
albanese talmente disastrato da non garantire l'acqua neanche agli albanesi.
Naturalmente, tenendo presente che difficilmente l'Albania potrà garantire
da sola il fabbisogno d'acqua alla Puglia,regione notoriamente a secco,
questo impianto sottomarino potrebbe essere il terminale di un più
impegnativo progetto per convogliare dall'est acqua verso un occidente
sempre più assetato.
Questo ambizioso progetto si accompagnerebbe all'altro disegno del corridoio
bulgaro atto a convogliare in Europa occidentale il petrolio caucasico. E'
per questo che nel recente trattato di Helsinki non è stato scelto il
corridoio petrolifero, ma solo il corridoio (quello turco) per il gas
turkmeno. Se, infatti, la guerra dei Balcani e la conquista del Kosovo ha
permesso agli americani di imporre il corridoio turco per il gas, i diversi
interessi nella NATO fra i turco-americani da una parte e i paesi europei e
la Russia dall'altra, hanno  portato a congelare la decisione riguardo al
petrolio. Si capisce allora come mai si sia deciso di usare armi micidiali
come l'uranio impoverito (ma non solo) nel Kosovo, pur sapendo che esso
avrebbe portato danni incalcolabili ad una popolazione che si "voleva
umanitariamente aiutare", come si capisce anche la tempestiva rimozione
dell'embargo da parte europea subito dopo la vittoria di Kostunika,
personaggio poco gradito agli americani. Infatti l'uranizzazione dei Balcani
e soprattutto del Kosovo è servita proprio per concludere velocemente quella
guerra in vista di Helsinki, dato che con Milosevic ancora al potere in
Serbia gli americani potevano trovare la scusa per sponsorizzare il
corridoio turco; invece il golpe di Kostunika è stato perpetrato, perchè col
cambio di potere a Belgrado, potesse essere caldeggiato il corridoio
bulgaro, alternativo a quello turco-amerikano.
Questa è l'area in cui si palesa lo scontro, per ora economico tra l'America
e l'Europa. Ma questa è anche l'area in cui vengono al pettine i nodi
cruciali in cui si dibatte la nascente Europa. La crescente influenza
tedesca in Slovenia, Croazia, parte della Bosnia, e ora anche in Montenegro,
fa intravvedere qual'è l'Europa sognata a Berlino: un'Europa guidata dalla
"locomotiva tedesca", in cui gli altri paesi possono solo aspirare al ruolo
di comprimari. Ciò ha causato  la crisi dell'asse franco-tedesco, così in
auge fino a pochi anni fa. Non è un caso che nel recente vertice di Nizza lo
scoglio più grosso si è avuto rispetto alla pretesa tedesca, subito
appoggiata dall'Italia, di avere una maggiore rappresentanza nelle
istituzioni comunitarie. E' interessante, a questo punto, vedere i
comportamenti dei singoli stati europei. La Francia, che finora era lo stato
più convinto dell'autonomia europea, anche in chiave militare (ricordiamo la
proposta francese di un esercito europeo autonomo dalla NATO), per paura
della forza tedesca, cerca ora di avviare contatti più stretti con
l'Inghilterra, che invece preferisce incrementare i già molto stretti
rapporti con gli USA piuttosto che con l'Europa. La Germania,  pur essendo
in prima fila nella costruzione europea, preferisce intessere rapporti con
paesi come la Turchia, che finora sono molto più legati agli USA, nonostante
ci siano interessi economici e geopolitici diversi. Infatti è vero che il
corridoio bulgaro per la Germania sarebbe più conveniente geograficamente ed
economicamente, ma per ora i tedeschi appaiono più interessati ad
un'espansione nei Balcani settentrionali, in concomitanza con l'espansione
turco-albanese nei Balcani meridionali. Sembra quasi di rivivere vecchie
alleanze fra austro-ungarici ed ottomani. Non è quindi un caso che la
Germania favorisca di fatto la candidatura turca nell'UE, mantenendo
l'accusa di terrorismo nei confronti del PKK, anche dopo l'offerta di pace
avanzata da Apo Ocalan al regime turco. In parole povere c'è uno scontro fra
due diverse concezioni dell'Europa. Una, quella francese, vorrebbe cementare
i rapporti fra gli stati europei più forti, per diventare autonomi e magari
alternativi agli USA; l'altra, quella tedesca, vorrebbe un'Europa basata sui
rapporti di forza economici esistenti, cioè a forte guida tedesca. In
pratica l'Europa politica entra in crisi prima di nascere. Ed è proprio per
fomentare queste divisioni che l'Impero Amerikano persegue una politica
guerrafondaia, che lega l'Europa al carro americano. Anche in questi giorni
abbiamo avuto un esempio. Quando in Europa è "scoppiato" il caso uranio
impoverito, e alcuni paesi hanno tentato di rilanciare l'idea dell'esercito
europeo autonomo dalla NATO, subito gli USA, e soprattutto l'entourage di
Bush j., hanno mandato un ultimatum all'Inghilterra, invitandola a scegliere
fra Europa ed USA. Il risultato lo hanno visto tutti: la proposta di
moratoria dell'U238 è finita nel cassetto, e il sinistro di governo Fassino
ha dichiarato che l'esercito europeo non poteva essere autonomo dalla NATO
sia per motivi tecnici (la debolezza nei cieli), sia per non specificati
motivi politici. Possiamo tranquillamente affermare che la guerra nei
Balcani ha sancito la morte dell'Europa politica (e militare) e la vittoria,
per ora definitiva, dell'Impero USA. Risolto questo problema, gli USA
possono dedicarsi, insieme ai loro alleati-satelliti Turchia ed Israele,
alla normalizzazione del medio-oriente, soprattutto con l'eliminazione dei
due popoli scomodi dell'area: Kurdi e Palestinesi. Eliminare questi due
popoli significa anche mettere sotto torchio due stati recalcitranti: Siria
ed Iraq. Il recente accordo fra Turchia ed Israele mette le ali ai piedi di
questo progetto. Ed è anche per questo che le forze anglo-amerikane
continuano a stazionare nel Golfo, tanto che proprio nel territorio del
Kurdistan formalmente assegnato a quell'Iraq, da dieci anni sotto controllo
amerikano, la Turchia scatena la guerra contro il popolo kurdo, aiutata dai
peshmerga del PUK. Ormai quello che fino al '91 si chiamava Kurdistan
iraqeno è sotto il controllo militare turco, in attesa che presto questo
controllo divenga totale. Non si tratta di un obiettivo di poco conto:
controllare il Kurdistan significa controllare quasi completamente i
corridoi del petrolio e del gas, e soprattutto, col dominio dell'acqua,
significa avere nelle proprie mani il destino di paesi come l'Iraq e
soprattutto la Siria. Già questo potere è stato usato per costringere la
Siria a cacciare i guerriglieri Kurdi, con la conseguente cattura di Apo.
Adesso, con la diga di Ilisu, si vuole mettere in ginocchio questi due
stati, per risolvere definitivamente il problema palestinese. Non è un caso
che questi due conflitti riesplodano insieme, come è ormai chiaro che a
questi due conflitti è finalizzata la presenza anglo-amerikana nella zona.
Oltretutto una pax amerikana in quei territori metterebbe l'Europa ancor più
sotto tutela, visto che porterebbe gli USA a controllare del tutto le fonti
energetiche sia dei paesi ex-sovietici, sia dei paesi arabi, con le
prevedibili ripercussioni anche economiche (ricordiamo che il dollaro è
l'unica moneta internazionale). E' questo il vero obiettivo che gli USA
perseguono. E' questo il vero significato della parola globalizzazione.
Bisogna smetterla di inseguire obiettivi finti. La fine degli stati-nazione,
in nome della globalizzazione, è solo uno slogan, oltretutto truccato.
Perchè rimane sempre uno stato-nazione, che non solo non si annulla negli
organismi, che dovrebbero sovrintendere a questo processo, ma li domina e se
ne serve per i suoi progetti imperiali: GLI USA. A cosa serve infatti il WTO
se non a costringere l'Europa ad importare, per esempio, prodotti americani,
anche quando questa ritenesse di preferire altri prodotti? Basti pensare
alle banane: il WTO ha costretto l'Italia ad importare le banane delle
multinazionali americane, invece di quelle somale. Non parliamo poi degli
OGM, che i paesi europei possono non produrre, ma sono costretti ad
importare, senza poter richiedere neanche le etichette che specificano la
loro natura geneticamente modificata. Parliamo poi della NATO. Essa era, a
parole, nata come alleanza paritaria degli stati nord-occidentali,
finalizzata alla difesa di detti paesi dall'espansionismo sovietico. Se le
parole hanno un senso, la NATO doveva chiudere nel '91, invece essa è stata
semmai rafforzata. Cosa significa poi "paritaria" lo si vede in questi
giorni. Infatti abbiamo avuto la conferma che gli USA non hanno alcuna
intenzione di far partecipare gli "alleati" alle inchieste sulla
pericolosità dell'U238. Non solo, in Bosnia hanno usato l'U238 senza
informare nessuno e non hanno neanche fornito indicazioni sulle tecniche di
protezione da adottare; ed anche oggi si limitano a dichiarare che "non ci
sono prove che indichino una correlazione tra U238 e i tumori riscontrati in
questi giorni fra i militari". PAROLA DI PENTAGONO!!!
Naturalmente queste assicurazioni vengono fatte proprie dai comitati
d'affari degli USA: NATO e OMS in testa. Ma siccome alla protervia non c'è
mai limite, per far capire chi comanda, l'America, pardon la NATO, decide
esercitazioni nei cieli italiani, senza degnarsi di avvisare l'aviazione
civile, fregandosene altamente della possibilità di una nuova Ustica.
                                                           E' L'IMPERO!!!
E' contro questo Impero che dobbiamo combattere. Bisogna smetterla con le
parate, che vogliono parodiare Seattle; bisogna cercare di capire anzitempo
le mosse del nemico e
controinformare in anticipo. Bisogna capire dove l'Impero vuole colpire ed
intervenire tempestivamente e in maniera capillare, onde evitare che la
propaganda imperiale metta la maschera di mostro a chi gli si vuole opporre.
                        SE STIAMO ATTENTI CAPIREMO LA SUA TATTICA!!!
Se non vogliamo parlare di Milosevic o di Saddam, esaminiamo come viene
preparata la campagna anti-Palestinese: vista la sottile tecnica persuasiva
portata avanti? La Shoah, Forza Nuova appoggia i palestinesi, Arafat non si
accontenta di Gerusalemme est, vuole cacciare Israele. Neanche una parola
sulle condizioni di vita dei palestinesi, e neanche sulla pretesa israeliana
di impedire il rientro dei profughi.
Uguale situazione per i Kurdi. Neanche un rigo sull'aggressione turca nel
Kurdistan meridionale, e i Kurdi, che sbarcano in Italia, non sono più
chiamati profughi o rifugiati, sono definiti clandestini. Che siano loro i
"mostri" del prossimo futuro? Questo è molto probabile, anzi è nell'aria, a
meno che questi due popoli non cedano alla forza di Turchia ed Israele,
rinunciando alle loro richieste di autonomia ed indipendenza.
Ma in prospettiva, nel quadro del dominio mondiale, l'obiettivo più
ambizioso sembra essere quello di piegare del tutto i due paesi, che pur
avendo fatto passi da gigante sulla strada dell'omologazione, continuano a
far parte della cerchia degli Stati inaffidabili. Ci riferiamo alla Russia e
alla Cina: vedremo meglio in un prossimo documento il loro ruolo in questo
scacchiere, quello che per ora ci preme sottolineare è che a medio lungo
termine sembrano essere proprio questi due paesi l'obiettivo dell'Impero. La
Russia è diventata da tempo "aspirante mostro". Tutti gli attacchi ai Russi
per l'intervento in Cecenia, assomigliano sempre di più a quelli contro la
politica di Milosevic in Kosovo; i ceceni, come i kosovari albanesi, sono
delle povere vittime, i russi sono i satana in Cecenia, come Milosevic fu in
Kosovo. Non parliamo poi delle illazioni, senza fondamento provato, sull'uso
di armi non convenzionali (si sa che queste devono essere monopolio
amerikano!!!). I guerriglieri ceceni, come fu per l'UCK, sono diventati una
sorta di Santa Maria Goretti. Nessuno dice che in mezzo a questi
guerriglieri sono annidati talebani afgani e lupi grigi turchi, come nessuno
ricorda che furono i ceceni a cominciare le ostilità, attaccando in
Dagestan. Naturalmente dopo toccherà all'Armenia, già nel mirino di turchi e
azeri. Questi sono i presupposti politici con cui l'Impero si prepara ad
intervenire in Russia.
La Cina, per adesso, è più lontana dal mirino, ma gli attacchi alla politica
"repressiva" del governo cinese sono sempre all'ordine del giorno.
E poi non ci scordiamo che proprio l'ambasciata cinese a Belgrado fu
bombardata durante la guerra dei Balcani.
                    CHE SIA STATO UN PRIMO AVVERTIMENTO?

huambo de
L'Avamposto degli Incompatibili
http://www.controappunto.org