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MASSACRO IN ATTO NELLE PRIGIONI TURCHE (FWD)
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Date sent: Tue, 19 Dec 2000 17:27:00 +0800
Subject: Turchia: 14 prigionieri uccisi
From: VOCEOPERAIA <voceoperaia@tin.it>
FERMIAMO IL MASSACRO IN ATTO NELLE PRIGIONI TURCHE!
Solidarieta' coi prigionieri antimperialisti di tutto il mondo!
Dal mese di ottobre piu' di un migliaio di rivoluzionari e antimperialisti
prigionieri nelle carceri turche sono in sciopero della fame contro il
trasferimento, deciso dalle autorita' fasciste, in celle di "tipo F" (vere e
proprie tombe) appositamente costruite per annientare i prigionieri stessi.
Alle quattro di questa mattina il regime ha inviato, armate fino ai denti,
truppe d'assalto e "teste di cuoio" in tutte le 20 prigioni in cui e' in
corso lo sciopero della fame (Ulucanlar, Canakkale, Bursa, Umraniye,
Cankiri, ecc.)
Trovatisi difronte ad un'accanita resistenza, gli sgherri hanno gia' fatto
14 morti tra i prigioneri (tra cui una compagna che si e' data fuoco pur di
non farsi trasferire). La situazione e' dunque gravissima e richiede la piu'
vibrata e ampia protesta a livello internazionale.
Occorre fermare questo massacro! Occorre la piu' forte solidarieta'!
Occorre organizzare sit-in di protesta, a cominciare dall'ambasciata turca a
Roma e sotto i vari consolati!
Ultim'ora
Afapp e Tayad informano:
- Alle ore 17,00 i prigionieri politici che si sono arsi vivi per protesta
contro il feroce attacco alle carceri sono saliti a 14.
Il numero dei prigionieri assassinati dalla polizia è altissimo, ma non si
sa ancora esattamente quanti siano.
In tutta la Turchia la gente è scesa in piazza per protestare: la polizia
attacca i manifestanti, pestandoli a sangue; non è noto il numero delle
persone arrestate in piazza, come non è noto il numero dei familiari che
sono stati prelevati dalle loro case e imprigionati.
Mentre in Turchia i prigionieri, stremati da uno sciopero della fame che
dura da due mesi resistono all'aggressione, in altre parti del mondo, altri
prigionieri rivoluzionari e antimperialisti conducono in queste stesse ore
una lotta disperata tra l'indifferenza della societa' borghese.
#In Perù, dopo le sommosse del 30 novembre all'interno del Carcere di Canto Grande che hanno visto ammutinarsi oltre 400 Prigionieri Politici, i
Prigionieri Politici del Movimento Rivoluzionario Tupac Amaru, dal carcere
di Yanamayo, hanno lanciato un drammatico appello chiedendo: la chiusura
immediata della prigione militare della base navale del Callao (le cui celle
sono a 8 metri sotto il livello del mare) e delle carceri di Yanamayo e
Challapalca (entrambe costruite sopra i 4000 metri), la libertà di tutti i
Prigionieri Politici del Paese ed una soluzione per i gravi problemi che
colpiscono il paese (la corruzione fujimorista ha dissanguato il paese).
# In Cile, i militari stanno portando avanti i loro interessi per una legge
di "Punto Finale", che garantisca l'impunita' per tutte le violazioni dei
diritti umani che hanno commesso. In questo scenario pero' i numerosi
Prigionieri Politici del Cile rimangono nelle carceri di massima sicurezza.
Domenica 17 dicembre l'ennesimo episodio di violazione dei diritti
fondamentali: i familiari dei Prigionieri Politici avrebbero dovuto
spogliarsi nudi e subire perquisizioni fisiche qualora avessero voluto
incontrare i propri cari. Due settimane prima gli stessi Prigionieri avevano
sofferto le efferate torture della gendarmeria condotta da Hugo Espinoza,
famoso per le torture inflitte ai prigionieri già nel 1998 (quando la
vicenda approdò al Senato Italiano grazie ad una interrogazione parlamentare presentata dal senatore Giovanni Russo Spena). Ai Prigionieri Politici si aggiungono 7 Prigionieri Politici Mapuches, colpevoli di rivendicare come proprie le terre che il governo cileno usurpa regalandole agli investitori stranieri.
# In Brasile, dal 14 dicembre 6 Prigionieri Politici appartenenti al
Movimento Sem Terra (ancora in attesa di processo dopo essere stati
arrestati il 10 novembre del 1999), sono in sciopero della fame.
# In Argentina allo sciopero della fame dei Prigionieri Politici de La
Tablada, oramai a 106 giorni di sciopero della fame, si sono aggiunti vari
Prigionieri Politici, tra cui Emilio Alí (dirigente sindacale dei
disoccupati), cui il governo De la Rúa nega i diritti di cui dovrebbero
godere tutti i cittadini di fronte alla "Giustizia Argentina".
# In Spagna, mentre sono 600 i baschi rinchiusi nei penitenziari di massima
sicurezza (altri giovani baschi sono stati arrestati a Nizza per avere
partecipato alla manifestazioni contro il vertice europeo), Prigionieri
Politici di GRAPO sono anch'essi entrati in sciopero della fame in
solidarietà con i Prigionieri Politici Turchi. Ad essi si aggiungono quelli
degli anarchici italiani Claudio Lavazza e Michele Pontolillo, condannati
recentemente ad 11 anni di carcere per la presunta partecipazione ad un raid all'interno del Consolato Italiano di Malaga,. Essi chiedono tra l'altro: la
chiusura dei moduli di isolamento e l'abolizione dei moduli FIES (moduli di
carcerazione che violano i diritti fondamentali che dovrebbero essere garantiti ad ogni essere umano) e la libertà immediata per tutti i prigionieri e le prigioniere affetti da malattie incurabili.
Campo Antimperialista - Italia
Comitato Internazionalista Arco Iris
Per adesioni immediate e informazioni:
campo@antiimperialista.com
www.antiimperialista.com (il sito e' gia' aggiornato sui fatti turchi)
arco@comite-arcoiris.com
www.comite-arcoiris.com
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From: "Laboratorio Marxista" <laboratorio_marxista@hotmail.com>
To: "Circolo Iskra" <CircoloIskra@lycosmail.com>
Subject: I fascisti turchi assassinano decine di prigionieri rivoluzionari
Date sent: Wed, 20 Dec 2000 02:52:16 +0100
I fascisti turchi assassinano decine di prigionieri rivoluzionari
Le compagne ed i compagni del Laboratorio Marxista esprimono la
loro più ferma solidarietà attiva nei confronti della resistenza
dei prigionieri politici turchi che in queste ore stanno subendo
la vigliacca aggressione dello stato fascista turco. Non ancora
soddisfatto delle brutali condizioni di detenzione, il regime
fascista turco ha cercato di “murare vivi” i prigionieri nelle
celle speciali di “tipo F” scatenando una grande resistenza. Per
vendicarsi i fascisti turchi accelerano verso la “soluzione
finale” e iniziano il massacro dei rivoluzionari prigionieri
carcere per carcere, cella per cella. Le immense responsabilità
dell'imperialismo europeo, americano e italiano nel foraggiare di
armi e nel sostenere politicamente il regime fascista di Ankara
non saranno dimenticate. In queste settimane i nostri compagni
sono stati presenti sul nostro territorio con presidi militanti a
sostegno della lotta dei prigionieri rivoluzionari turchi,
argentini e spagnoli e hanno svolto un lavoro di
controinformazione su una lotta che tutti gli organi di
informazione italiani hanno ignorato. Rafforzeremo nel nostro
lavoro, non dimenticando che quanto più forte sarà la nostra lotta
contro l'imperialismo di “casa nostra”, tanto più forte sarà la
lotta contro l’imperialismo in tutto il mondo. I rivoluzionari di
tutto il mondo non dimenticheranno le azioni assassine del regime
fascista turco e quando arriverà il momento i martiri turchi
avranno giustizia.
Viva l’eroica resistenza dei prigionieri rivoluzionari nelle
carceri turche.
Viva la lotta contro l’imperialismo e per il socialismo.
20 dicembre 2000
Laboratorio Marxista
Pietrasanta, Viareggio, Massa
Per info: Circolo Iskra, via IV novembre 51, Viareggio (LU) 55049
Web: http://CircoloIskra.freeweb.org
E.mail:CircoloIskra@lycosmail.com
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De: DHKC [mailto:dhkc@dhkc.org]
Enviado el: martes 19 de diciembre de 2000 7:08
Asunto: Le 19 décembre 2000
Importancia: Alta
19 diciembre 2000
07:04
LLAMAMIENTO URGENTE A LA OPINION PUBLICA
Las autoridades acaban de empezar una masacre en todas las
carceles de Turquia con la ayuda de armas de fuego y bombas. Esta
madrugada hacia las cuatro, los policias y los militares han
lanzado un asalto a todas las carceles donde los presospolíticos
llevaban a cabo una huelga de hambre hasta la muerte. Este ataque
inhumano se produce en el 61 dia de la huelga de hambre hasta la
muerte, qui traera consigo la muerte de centenares de detenidos.
Estoa ultimos no han tardado en oponer resistencia. La operacion
de intervencio se ha conseguido solamente en la carcel de
Ulucanlar, donde se han hospitalizado a dos presas que seguian la
huelga de hambre. Los otros detenidos han sido transferidos hacia
otras prisiones. En otras carceles las operaciones han resultado
infructuosas, ya que las fuerzas del orden no han conseguido
desalojar a los resistentes. En respuesta a estos ataques, los
resistentes del Ayuno hasta la muerte de la carcel de Ümraniye han
empezado a inmolarse. El 16 de diciembre, los resistentes habian
ya puesto en guardia a las autoridades, anunciando que se
inmolarían en caso de intervención. Una vez más, el facismo de
nuestro país expone su cara sangrienta y esta vez, mas que nunca,
bajo un dia mas claro. En efecto, el facismo nunca habia tenido el
valor de actuar asi.
LLAMADA A NUESTRO PUEBLO EL ESTADO ASESINA A NUESTROS CAMARADAS DE LA FORMA MAS FLAGRANTE CON ESTE ATAQUE, EL GOBIERNO ECEVÝT A DECLARAD UNA NUEVA GUERRA AL PUEBLO TODO EL MUNDO DEBE ACTUAR FRENTE A ESTA SALVAJADA.
Todos los estados y todas las instituciones que apoyan y alientan al estado turco a atacar asi son responsables de la matanza en curso.
Encabezan la lista, la Union Europea, el Consejo de Europa y el Parlamento
Europeo que actuan en favor de la adhesión de Turquía a su club.
Estas instancias son directa o indirectamente responsables de esta
matanza.
MENSAGE DE ATENCION A TODOS LOS EUROPEOS ES CON ESTE
ESTADO CON EL CUAL COLABORAN SON PUES COMPLICES DESDE ENTONCES DE SUS CRIMENES TENGAN POR LO MENOS LA AMABILIDAD DE OBSERVAR LA CARA SANGRIENTA DEL ESTADO TURCO TOMEN LA RESPONSABILIDAD HISTORICA DE NO PERMANECER SILENCIOSOS FRENTE A UNA MASACRE SEMEJANTE SU HISTORIA HA SIDO TESTIGO DEL FASCISMO Y DE LAS MATANZAS, HAN VIVIDO USTEDES EL HORROR; UNA VEZ MAS: NO TARDEN EN ACTUAR.
Lamamos a nuestros compatriotas y a todas las personas con
sentimietnos humanistas condenar estea matanza perpetrada por el
Estado de Turquia y a actuar por todos los medios. Hemos empezado
huelgas de hambre en tiendas de campaña en diversas ciudades de
Europa. Habiamos concretado que cada martir que dieramos, nuestras
tiendas serían nuestros santuarios.
OS ROGAMOS DE ACUDIR CON URGENCIA A NUESTRAS TIENDAS.
P.S.: Lugar de la huelga de hambre en
Holanda: Eendrachtsplein, Rotterdam Lugar de concentración en
Belgica: Bureau d'information du DHKC, Rue Belliard 197, 1040
Bruxelles
FRONT REVOLUTIONNAIRE DE LIBERATION DU PEUPLE, Hollande
INFORMACIONES DE ULTIMA HORA DE ANATOLIE-INFO INDICAN QUE
4 presos politicos se han inmolado para protestar por el ataque
del Estado en la cárceles de Turquia.
Fidan KALSEN en la carcel de Canakkale
Murat OZDEMIR en la carcel de Bursa
Ahmet IBILI en la carcel de Umraniye
Hasan GUNGORMEZ en la carcel de Cankiri
Otros prisioneros politicos siguen inmolandose en otras carceles
de Turquia.
ANATOLIE-INFO
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----- Original Message -----
From: FACUM
To: LA NOUVEL OBS ; LE MATIN ; LIBERATION ; L-Le Monde
Sent: Tuesday, December 19, 2000 2:17
PMSubject: !!!!!OCUPATION DE IS BANKASI à PARIS URGENT!!!
La banque turc "IS BANKASI" pres de la place de l'Opera à Paris a
été occupé par les manifestants pour protester le massacre des
prisonniers politiques en Turquie. Depuis 4h00 du matin des
centains des policiers et des gendarmes porte un assaut dans 20
prisons en turquie contre les prisonniers politiques. Selon les
nouvelles il y a beaucoup des prisonniers ont été massacré et
certains d'entre eux se sont immolés pour protesté contre cet
assaut.
ANATOLIE-INFO
http://www.multimania.com/nonisolement
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From: "Salvatore Mica" <raptus@sistemia.it>
Subject: appello alla mobilitazione DA DIFFONDERE URGENTEMENTE!!!
Date sent: Tue, 19 Dec 2000 21:10:46 +0100
Send reply to: gio-co@ecircle.it
TURCHIA E KURDISTAN IRAKENO:
APPELLO ALLA MOBILITAZIONE
TREDICI I MORTI NELLE CARCERI, MENTRE L'ESERCITO TURCO SCONFINA
L'Ufficio d'informazione del Kurdistan in Italia (Uiki) e
l'associazione Azad fanno appello a tutte le comunità kurde e ai
democratici italiani per una mobilitazione nazionale venerdì
prossimo, con presìdi e delegazioni in tutte le prefetture e a
Roma alle 15 presso la sede delle Nazioni unite, contro la guerra
interna ed esterna nuovamente scatenata dai militari turchi.
Testimonianze raccolte in diretta dall'emittente kurda Media-Tv
fanno ascendere a ben tredici il numero dei detenuti morti nelle
venti prigioni assaltate all'alba, fra cui uno suicida con il
fuoco a Ulucanlar (Ankara) e gli altri, dal fisico già provato dai
quasi sessanta giorni di sciopero della fame, stroncati dalla
violenta irruzione con largo uso di gas. Anche all'esterno delle
prigioni la polizia ha attaccato con violenza i familiari dei
detenuti, molti dei quali anch'essi in sciopero della fame.
Nello stesso tempo, da due giorni migliaia di militari turchi
hanno varcato la frontiera di Habur attestandosi con artiglieria e
blindati presso le città kurdo-irakene di Ranya e Cakurna. Il
contingente appare destinato a intervenire nel drammatico
conflitto interkurdo in corso nell'area di Suleymaniye, con
l'obiettivo di annientare militarmente la resistenza kurda e
seppellire così qualunque speranza di pace e di dialogo.
La comunità internazionale deve muoversi immediatamente per far
cessare il massacro nelle carceri in Turchia, l'aggressione
militare turca e la guerra fratricida nel Kurdistan irakeno. Le
Nazioni unite, che hanno responsabilità formali nel Kurdistan Sud
(irakeno), e in particolare l'Unhcr e l'Alto commissariato per i
diritti umani di Ginevra, non possono continuare a ignorare una
tragedia che fra l'altro moltiplicherà l'esodo disperato dei
profughi.
Un documento in questo senso sarà consegnato venerdì al delegato
dell'Onu in Italia, De Mistura, e alle varie prefetture, perché il
governo italiano rompa il silenzio e assuma le necessarie
iniziative internazionali.
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From: "Elis" <helis@libero.it>
To: <pck-diritti@peacelink.it>
Subject: FERMARE IL MASSACRO DEL POPOLO KURDO
Date sent: Tue, 19 Dec 2000 21:28:46 +0100
Forwarded by: pck-diritti@peacelink.it
Send reply to: pck-diritti@peacelink.it
PER FERMARE IL MASSACRO DEL POPOLO KURDO, per impedire che lo sciopero della fame nelle carceri turche si trasformi, come già
sta accadendo, in una nuova occasione di morte indiscriminata,
perché il mondo intero metta sotto processo lo Stato turco in
quanto oppressore di un popolo di cui viola i diritti
fondamentali, Venerdì 22 Dicembre, sotto le Prefetture di tutta
Italia ci saranno dei presidi con delegazioni che consegneranno ai
Prefetti, rappresentanti locali dello Stato, il dossier sulla
situazione esplosiva della Turchia.
A VENEZIA l’appuntamento è
VENERDÌ 22, DALLE ORE 14, SOTTO LA PREFETTURA
(vicino a campo S. Maurizio), lungo la fondamenta e nel campiello. Invitiamo tutti ad aderire, fermare il massacro è anche compito nostro.
I Kurdi di Venezia, la Rete Antirazzista di Venezia, il Partito della Rifondazione Comunista del Veneto.
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L'Avamposto degli Incompatibili
www.controappunto.org
Riceviamo e diffondiamo
Partiya Karkeren Kurdistan
Partito dei Lavoratori del Kurdistan
Kurdistan Isci Partisi
Il nostro popolo e l'opinione pubblica sanno, fino a che punto, il
PUK ha intensificato i suoi attacchi e le sue aggressioni
politiche e militari nei confronti del nostro Partito, confermando
la sua volontà di spingere con l' intento di annientare il nostro
movimento. Il nostro Partito, senza soluzione di continuità, ha
sempre informato l' intera opinione pubblica al fine di bloccare
al più presto questa guerra indesiderabile. Il PUK ha fatto la sua
scelta: invece di prendere in considerazione la volontà e i
sentimenti del nostro popolo, ha preferito condurre una tale
guerra d'annientamento contro il nostro Partito, agendo secondo il
volere delle forze straniere. Gli attacchi del PUK, mobilitando le
proprie truppe intorno ai nostri campi, dopo il 14 settembre, sono
passati ad un livello superiore. Le nostre forze, per la maggior
parte costituite da nuovi combattenti, sono state accerchiate. A
seguito di questo una parte di loro è stata abbattuta senza pietà.
Per evitare che la guerra, cominciata con l'assedio del Monte
Karadag, si amplificasse, il nostro Partito ha preferito decretare
unilateralmente il cessate il fuoco. Le trattative informali non
hanno portato a niente e il PUK ha, semplicemente, approfittato di
questo periodo, per mobilitarsi e per passare ad un livello
superiore d'attacco. Il 3 dicembre, il PUK, sostenuto dalla
Turchia e dalle altre forze della regione, ha intrapreso una vasta
offensiva contro i guerriglieri delle Forze di difesa pubblica. I
nostri guerriglieri, resistendo eroicamente agli attacchi, hanno
saputo far indietreggiare il cammino alle forze del PUK. Fino ad
oggi il numero dei nostri martiri è giunto a 43 e raggiunge
diverse centinaia fra le forze del PUK. Da quando gli scontri si
sono fatti più gravi, il Congresso Nazionale Kurdo (KNK) ha
richiamato al cessate il fuoco e alla pace. Mentre noi sosteniamo
nella maniera più assoluta questo appello, il PUK non ha dato
alcuna risposta in tal senso. Anzi, ne è uscito che il PUK ha
preferito attirare le potenze straniere all'interno del conflitto,
ancora prima che dare una risposta alle sollecitazioni del KNK. Il
PUK non ha potuto sconfiggere le nostre forze, nonostante
l'apporto di armi, logistica e munizioni che la Turchia e le altre
forze della regione hanno fornito, coinvolgendo in questo modo, di
fatto, le forze armate turche nel conflitto. Ieri ed oggi,
centinaia di veicoli militari, oltre che migliaia di soldati hanno
passato la frontiera di Habur per andarsi ad installare
principalmente a Ranya e Carkurna. Numerose unità militari, dotate
di armi pesanti e soprattutto di carri armati, aspettano in questo
momento alla frontiera di Silopi. Non è altro che una questione di
attimi, prima che un attacco congiunto delle armate turche e delle
forze del PUK sia sferrato contro le nostre forze. Lo scopo di
questa offensiva è di portare a compimento, quello che il
complotto contro il nostro Partito aveva avviato. Colpendo i
membri del nostro partito e i nostri guerriglieri, si sta
realizzando una grossa impresa di trama e cospirazione contro il
popolo. Il popolo patriottico del Kurdistan e l'opinione pubblica
democratica devono protestare a viva voce contro questo sfortunato
tradimento e complotto affinché falliscano. Quindi, il nostro
popolo deve dar vita ad "alzate di testa" - Serhildan - contro
questo tradimento. Il nostro popolo patriottico del Soran e le
forze democratiche devono indirizzarsi contro questo tradimento,
dimostrando ai compagni e ai nemici, attraverso le forme di
serhildan che andrà a realizzare, che il tradimento non metterà
mai radici su quelle terre. Noi chiamiamo il PUK a rinunciare alla
sua attuale politica, che nuoce al nostro popolo e che rafforza i
nemici, e ad assumere una linea di condotta nazionale, democratica
e pacifica. Noi lo richiamiamo a prendere in considerazione le
aspirazioni di pace e democrazia del nostro popolo. Lo Stato turco
deve abbandonare questa politica che rischia di riportare la
Turchia alla guerra, insieme con tutta la regione. Una guerra che
riprendesse nel sud rischia, inevitabilmente, di propogarsi a
tutta la regione. I problemi della Turchia, a cominciare dal
problema kurdo, non possono essere risolti attraverso i complotti
e le guerre. Solo una politica pacifica e democratica metterebbe
sul tavolo tutte le questioni. Prima di tutto la Turchia dovrà
porre fine alla sua politica guerrafondaia e di negazione, che per
prima cosa rischia di danneggiarla. Noi ci appelliamo, inoltre, a
tutte le forze della regione, che sostengono il PUK solo per
vedere indebolire il PKK, di tenere da parte queste politiche
pericolose, dato che questa guerra una volta cominciata, sfuggirà
da ogni controllo e nuocerà a tutti. Già da qualche anno questa
politica di annientamento è perseguita contro il nostro Partito,
ma così come abbiamo fatto fino ad oggi, continueremo a resistere.
Fintanto che anche un solo militante del PKK sopravviverà, la
bandiera della libertà e della democrazia sventolerà. La libertà e
la democrazia vinceranno finché il tradimento e le cospirazioni
verranno sconfitte.
17 dicembre 2000
Consiglio di Presidenza del PKK
Visitate il sito dei Kurdi in Italia
http://digilander.iol.it/CONTROAPPUNTO1
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