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Documento politico del CN "La Jugoslavia Vivra'" (Fwd) [JUGOINFO]
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Date sent: Mon, 18 Dec 2000 13:35:59 +0200
From: CN La Jugoslavia Vivra' <jugocoord@libero.it>
To: jugoinfo@ecircle.it
Subject: [JUGOINFO] Documento politico del CN "La Jugoslavia Vivra'"
DOCUMENTO POLITICO
DEL COORDINAMENTO NAZIONALE "LA JUGOSLAVIA VIVRA'"
Dalla fine della guerra fredda è in corso nell'Est europeo una grande
offensiva di conquista economica e militare da parte degli Usa e dei loro
alleati. La tenaglia imperialista agisce sul lato occidentale nell'area
balcanica e su quello orientale nell'area del Medio Oriente e dell'Asia
centrale, in particolare in Palestina e Iraq, in vista del successivo balzo verso
il Caucaso e la Russia - ed in prospettiva contro la Cina.
In questi ultimi anni l'azione si è concentrata contro i Balcani.
Dalla fondazione della Repubblica Federativa Socialista di Jugoslavia, il 29
novembre 1943, a Jaice in Bosnia-Erzegovina, tutte le nazionalità che la
costituivano hanno fatto blocco contro le ingerenze dell'imperialismo, a
partire dalla lotta eroica della Resistenza contro l'occupazione nazifascista.
L'autonomia della Jugoslavia è stata tollerata fino a che il perdurare della
guerra fredda ha ostacolato di fatto i progetti di egemonia globale del
capitalismo occidentale. Con la crisi degli anni '80 e soprattutto dopo
l'annessione della DDR alla Repubblica Federale Tedesca, l'imperialismo
ha operato per inasprire e rendere esplosive le contraddizioni interne alla
RFSJ, promuovendone e sponsorizzandone lo smembramento, sostenendo
dirigenze filooccidentali e secessioniste, creando le condizioni per la
campagna di occupazione militare. Con la secessione sanguinosa di quattro
Repubbliche, la RFSJ è stata ridimensionata a Repubblica Federale di
Jugoslavia, costituita da Serbia e Montenegro.
La RFJ è stata fatta bersaglio di otto anni di pesanti sanzioni economiche,
poi aggredita e devastata, infine sottoposta ad un embargo che ha ridotto
allo stremo la popolazione, soprattutto la sua parte più povera comprendente
il milione di profughi dalla Croazia e dalla Bosnia. Nel 1999 la macchina
bellica della Nato ha scaricato sulla RFJ 45.000 tonnellate di esplosivo,
bombe alla grafite e a frammentazione (cluster bombs), e bombe all'uranio
impoverito che, come è già avvenuto in Iraq, produrrà in futuro malattie e
morte. Sono stati distrutti obiettivi civili e complessi industriali come quelli di
Pancevo, Novi Sad, Cacak, con stabilimenti chimici e petrolchimici,
volutamente causando la diffusione nell'ambiente di sostanze altamente
tossiche destinate ad entrare nella catena alimentare. Tutto questo allo
scopo di colpire la resistenza della stessa popolazione di un paese
refrattario ad aderire ad alleanze imperialiste e a sottomettersi agli
imperativi del Fondo Monetario Internazionale.
Dopo la fine dei bombardamenti è stata scatenata la guerra di "bassa
intensità": embargo, assassinio di esponenti politici, erogazioni di fondi per
centinaia di milioni di dollari per corrompere dirigenti, militari, organizzazioni
sindacali, sociali, culturali e politiche, o per crearne ex novo (OTPOR,
D.O.S.), e per assumere il controllo di mezzi d'informazione come Radio B2-
92 o l'emittente televisiva Studio B, tutto allo scopo di destabilizzare il paese
secondo uno schema ben collaudato (Italia, Grecia, Cile, Nicaragua,...). Ne è
prova il fatto che il 25 settembre il Congresso Usa stanziava ancora 105
milioni di dollari per l'appoggio simultaneo ai partiti compiacenti ed ai
movimenti secessionisti, mentre il 27 settembre 2000 la D.O.S. (unione delle
opposizioni filooccidentali) e il F.M.I. concordavano in Bulgaria il piano
economico di liberalizzazioni e di privatizzazioni.
In questo clima di intimidazione, scandito e amplificato dall'uso strategico
dei media jugoslavi e stranieri, si sono svolte le elezioni, coronate
dall'assalto al Parlamento, dall'incendio dell'ufficio della Commissione
elettorale, dalla distruzione delle schede elettorali, da minacce e violenze
contro esponenti della sinistra politica e sindacale. La destra filooccidentale
ha potuto così appropriarsi di tutti gli organi di informazione ed ha
immediatamente ottenuto il riconoscimento internazionale al quale sono
seguite la richiesta di ammissione al F.M.I. ed all'ONU con l'implicita
dichiarazione di discontinuità rispetto alla vecchia Jugoslavia. La produzione
e la ricostruzione si sono subito bloccate, e le condizioni sociali sono
immediatamente precipitate ; la liberalizzazione dei prezzi ha subito prodotto
aumenti fortissimi.
Il Coordinamento Nazionale La Jugoslavia Vivrà, alla sua costituzione
nell'estate 2000, si era dato il compito di lottare in Italia contro le varie forme
di aggressione della Nato contro la Repubblica Federale di Jugoslavia e di
fare controinformazione. In particolare il Coordinamento intendeva
organizzare, assieme ad altre realtà internazionali antiimperialiste, una nave
che rompesse l'embargo imposto da Usa e UE contro quel Paese: un'azione
emblematica contro tutti gli embarghi nel mondo. Questo progetto
attualmente deve essere sospeso, fino ad un chiarimento degli equilibri
politici nella RFJ e sulla effettiva rimozione dell'embargo.
Con la proclamazione di Kostunica a Presidente della RFJ l'imperialismo
occidentale ha segnato una tappa importante a suo favore, benché non
necessariamente decisiva: si rende ora necessaria una verifica della nostra
strategia.
Rientra nell'ambito specifico del nostro compito di informazione e denuncia
del progetto imperialista in Jugoslavia:
* Denunciare il carattere di luogotenenza servile dell'attuale presidenza
jugoslava.
* Denunciare il mancato rispetto della risoluzione Onu 1244, risoluzione
peraltro non frutto di un trattato ma conseguenza della violenza stragista della
Nato, e che pure già contiene in sé il vizio della falsità in quanto
programmaticamente disattesa da parte delle potenze Nato che sostengono
le dirigenze secessioniste.
* Mobilitarci per l'espulsione di tutti i rappresentanti dei Paesi Nato dalle
strutture civili e militari dell'amministrazione straniera in Kosmet e per il ritiro
delle truppe Nato da tutto il territorio balcanico.
* Smascherare la falsa informazione diffusa anche dalla stampa della
sinistra, distintasi nuovamente durante le recenti elezioni jugoslave per
disinformazione. In particolare, nonostante alcune preziose eccezioni, le
testate giornalistiche "Il Manifesto" e "Liberazione" hanno plaudito, se non
addirittura inneggiato, alla presunta "rivoluzione democratica" di Kostunica,
della DOS e dei loro programmatori economici del G17, organici al F.M.I.
* Continuare l'opera di concreta solidarietà con la popolazione soggetta al
ricatto neocoloniale.
Riconfermiamo il nostro sostegno a chi si è battuto, si batte e si batterà
contro l'aggressione della Nato e del F.M.I. e per la difesa delle condizioni di
vita, di lavoro e di potere dei lavoratori in Jugoslavia.
Un conflitto acuto è già in atto nei Balcani tra le forze della riforma in senso
liberista e chi difende gli interessi delle masse lavoratrici e l'indipendenza
nazionale. Auspichiamo che questi ultimi possano sostenere una forte
opposizione per impedire l'attuazione del "nuovo corso" liberista e delle sue
politiche di massacro sociale. Già le prossime elezioni del 23 dicembre
nella Repubblica di Serbia ci potranno fornire importanti indicazioni, tenendo
conto che le pressioni occidentali continuano ad esercitare una influenza
determinante. Una responsabilità primaria di questa ingerenza illecita è
dell'Europa di Prodi, che, con le sue false promesse e regalie clientelari, i
suoi inganni, i suoi "summit" , intende sottomettere la Jugoslavia alle
esigenze del mercato globalizzato.
E' nostro compito denunciare tutto ciò e lottare contro questa nuova fase
della ricolonizzazione.
I conflitti per il controllo e l'esproprio delle risorse, dopo le aggressioni
all'Iraq e alla Jugoslavia, sono ridiventati elemento costante dello scenario
internazionale. Scopo evidente, anche se coperto dalla onnipresente
falsificazione dei media, è destrutturare gli assetti e gli ordinamenti nazionali
esistenti per realizzare una nuova spartizione delle risorse materiali e umane
(il "Nuovo ordine mondiale"), e distruggere ogni forma di rappresentanza
collettiva capace di opporsi allo sfruttamento indiscriminato delle classi
subalterne.
In questa fase storica è nostro compito identificare e sostenere tutti quei
movimenti di lotta, di liberazione nazionale e quegli Stati che oggettivamente
agiscono in opposizione al dominio imperiale.
Per contribuire alla crescita di un movimento che si proponga di interferire
nella pianificazione imperialista dei conflitti e che si opponga con grandi
battaglie di controinformazione e mobilitazione alle nuove avventure militari
delle "democrazie" occidentali, è necessario assumere un punto di vista
globale già nell'attività di informazione e denuncia che ora siamo in grado di
sviluppare: è necessario che le realtà organizzate, nate sulla spinta della
solidarietà con specifiche lotte contro l'imperialismo, riuniscano in un
orizzonte unitario le varie forme di resistenza alla ricolonizzazione in atto nel
mondo, dalla Jugoslavia alla Palestina - alla cui Intifada esprimiamo piena
solidarietà -, dall'America latina al Medio Oriente, dall'Africa al Sud-Est
asiatico.
Il nostro impegno sull'area balcanica è centrale per le prospettive del
movimento antiimperialista in Italia e fuori, in quanto:
* I governi occidentali stanno creando in quest'area le condizioni per una
destabilizzazione globale che può far esplodere le contraddizioni inter-
imperialiste.
* L'Italia, anche se per ora in posizione subalterna, sta assumendo un ruolo,
tanto politico-economico quanto militare, in un'area che l'ha già vista
protagonista di avventure coloniali (ricordiamo che oggi l'Italia è al comando
delle truppe di occupazione della provincia serba del Kosmet così come nel
periodo 1941-43).
* La distruzione pianificata delle strutture istituzionali, sociali e produttive
della Jugoslavia - operata attraverso l'imposizione di politiche neoliberiste di
indebitamento, la strumentalizzazione e l'enfatizzazione delle contraddizioni
inter-regionali, il pesante condizionamento nella vita politica - rappresentano,
al di là dell'aggressione militare e dell'embargo, un modello riproducibile per
modificare gli equilibri geoeconomici in tutta l'Europa centro-orientale e per
l'imposizione di "NATOcrazie" compiacenti verso gli interessi degli azionisti
della nuova colonizzazione.
In Italia in particolare ci proponiamo di contribuire alla costruzione di un
movimento di resistenza centrato sul rigetto delle basi Usa e Nato sul nostro
territorio, sull'opposizione all'impiantarsi dell'esercito UE come nuovo
strumento di dominio dell'imperialismo europeo, sulla lotta al nuovo modello
di difesa che prevede la professionalizzazione dell'esercito, ed in generale
contro il ruolo sempre più decisivo che lo sviluppo del settore militare-
industriale va assumendo nell'assetto politico-economico del nostro Paese.
Il nostro impegno deve integrarsi nella lotta dei popoli contro le ingiustizie e
le diseguaglianze di classe che il capitalismo perpetua oggi nelle forme della
globalizzazione e del neoliberismo. L'aggressione imperialista alla
Jugoslavia si inscrive nel processo di crisi del modo di produzione
capitalista , crisi che produce un progressivo approfondirsi della
contraddizione tra capitale e lavoro, tra imperialisti e popoli soggetti a
ricolonizzazione. Il governo e i paramilitari colombiani, il governo e le forze di
repressione in Israele, la DOS e i suoi squadristi hanno alle spalle gli stessi
uffici di Washington: la resistenza si annuncia come una istanza
necessariamente comune.
Coordinamento Nazionale "La Jugoslavia Vivra'", dicembre 2000
(per contatti: jugocoord@libero.it -- 0338-9116688)
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