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Notizie dalla Zastava - 28 nov. (Fwd)
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From: "Rossi Alma" <alma@pmp.it>
To: "0 -CGIL-Lomb-Lino" <rosolino_anelli.cgil_regionale@lomb.cgil.it>
Subject: Notizie dalla Zastava
Date sent: Wed, 29 Nov 2000 05:13:10 +0100
Le notizie che ci vengono dalla Jugoslavia parlano di una situazione niente
affatto ‘normalizzata’.
Alla Zastava-automobili di Kragujevac dovevano tenersi il 24 novembre le
elezioni per il rinnovo dei delegati sindacali del Samostalni Sindikat (il
più grande sindacato jugoslavo).
Le elezioni sono state boicottate e sospese a causa dell'ennesima azione
intimidatoria da parte della componente del sindacato che fa riferimento al
DOS.
Come è noto, nei giorni immediatamente successivi al 5 ottobre, alla
Zastava-Iveco, erano stati già
aggrediti, e costretti alle dimissioni, il segretario Sekula e il
vicesegretario Milan Doncic del sindacato Zastava Iveco.
Gli stessi agressori nominavano successivamente, nelle cariche sindacali
rimaste "vacanti", elementi iscritti al DOS, a partire dalla teoria che
essendo cambiato il governo dovevano cambiare anche le rappresentanze
sindacali in fabbrica. Il tutto, come evidente, al di fuori di qualsiasi
legalità, tanto è vero che (come succederebbe in ogni organizzazione
sindacale) la struttura nazionale del sindacato e la stessa segreteria
nazionale del sindacato dei metalmeccanici invalidavano l'operazione, in
quanto avvenuta senza alcuna votazione da parte dei lavoratori della
zastava-iveco, ed imposta con procedure illegali ed arbitrarie.
Sempre nella stessa occasione era invece fallito il tentativo di imporre con
la forza le dimissioni del
presidente del sindacato della Zastava, Ruzica Milosavljevic, per la ferma e
decisa risposta di quest’ultima.
In risposta all’ondata di violenze scatenata dagli appartenenti alla DOS, la
presidente del sindacato Zastava proponeva quindi di andare ad una
consultazione tra i lavoratori iscritti per il rinnovo di tutti gli
incarichi sindacali all’interno del Samostalni della Zastava, attraverso
congressi ed elezioni, secondo il regolamento statutario e procedure
democratiche.
Le elezioni vengono fissate per il 24 novembre
Nelle settimane precedenti si svolgono riunioni ed assemblee nei singoli
reparti della fabbrica per la designazione dei candidati. Alcuni ex delegati
del Samostalni della Zastav decidono di non ricandidarsi
proprio per non dare adito ad alcuna accusa di “occupazione delle poltrone”,
e favorire così un rinnovo delle cariche sindacali in un clima di minore
tensione.
Ma questo evidentemente non basta ai membri DOS della Zastava.
Da lunedì 20 novembre un gruppo di loro ha iniziato un’agitazione nei
reparti che è divenuta sempre più violenta e aggressiva. L'iniziativa punta
esplicitamente ad impedire la presentazione di candidature di quanti non si
riconoscono nella corrente della DOS ed è sostenuta da vere e proprie
minacce di linciaggio e con la devastazione degli uffici sindacali.
Il culmine delle agressioni e delle violenze si è registrato giovedì 23
novembre, con l'occupazione degli uffici sindacali della Zastava-auto e con
l'aperto boicottaggio delle elezioni convocate il giorno successivo.
Venerdì 24 la TV privata locale di Kragujevac, “Canale 9”, annuncia l’
annullamento delle elezioni sindacali previste per il 24. E questo senza che
nessuno dei componenti le comissioni elettorali precedentemente istituite in
zastava avesse comunicato alcunchè a riguardo.
La decisione di boicottare le elezioni è quindi chiaramente stata decisa
altrove, non certo in fabbrica.
L'inasprimento delle violenze, fino al boicottaggio, nasce da una
valutazione su come sono andate le assemblee precongressuali di reparto (una
specie di elezioni primarie) dove gran parte delle candidature espresse dai
lavoratori iscritti al sindacato zastava (il 94% dei lavoratori della
fabbrica) non risultavano probabilmente gradite alla componente della DOS
che non era riuscita ad imporsi come avrebbe voluto in occasione di queste
assemblee precongressuali di reparto.
Subito dopo il boiccotaggio delle elezioni (boicottaggio riuscito grazie ad
una ben orientata campagna di stampa su giornali e TV private locali e
grazie ad una presenza minacciosa di militanti del DOS davanti alla fabbrica
per scoraggiare quanti si presentavano alle urne) la componente DOS, che si
è rifiutata di confrontarsiin una democratica verifica elettorale, ha
iniziato una raccolta di firme per chiedere una sostituzione d'ufficio,
degli attuali rappresentanti sindacali.
Ogni lavoratore viene avvicinato singolarmente da un gruppo di militanti
della DOS che si è nominato "Comitato rivoluzionario per la difesa della
democrazia". Molti lavoratori, a casa perchè ancora senza lavoro, vengono
cercati nelle loro abitazioni e "costretti a firmare" pena l'essere
etichettati "Filo Milosevic" e quindi minacciati di ritorsione sulle loro
aspettative di tornare al lavoro o di avere i sussidi comunali e
governativi.
Così, i lavoratori, sono privati del loro diritto democratico ad esprimere
le loro preferenze sulle candidature sindacali e sulla stessa linea
sindacale proprio in un momento importante della lotta per la sopravvivenza
della fabbrica.
Il nuovo governo transitorio della repubblica serba e quello della
Federazione non stanno mantenendo gli impegni assunti dal precedente
governo, che aveva destinato molte risorse per la ricostruzione della grande
fabbrica automobilistica.
La mancata erogazione negli ultimi due mesi dei fondi previsti ha bloccato
praticamente la produzione. Per pagare i salari sono stati “mangiati” i
fondi destinati all’investimento: 1.100.000 DM che servivano a finanziare la
fase 2 del programma di ricostruzione, ed erano destinati al reparto
verniciatura.
Sta saltando in tal modo il programma di ricostruzione brillantemente
realizzato nei mesi precedenti con grandi sacrifici e lavoro degli operai e
che faceva prevedere una produzione di 20.000 vetture entro la fine del
2000. Ora, invece, non si produce, e non si vende.
Di questo passo, si prevede che tra qualche mese non sarà possibile più
pagare i salari. Agitazione e malcontento diffusi tra i lavoratori
potrebbero sfociare in clamorose azioni di lotta. E’ per questo che la DOS
vuol buttare fuori i compagni del Samostalni oggi impegnati sull'obiettivo
di aprire una vertenza col governo per il rilancio della fabbrica ?
Se non c’è una chiara inversione di tendenza nella politica del governo
serbo e della Federazione, tra qualche mese la situazione si farà
drammatica, col rischio di bancarotta della fabbrica.
Ma i segnali che sono venuti sinora dal nuovo governo vanno in senso
opposto: la produzione e la vendita delle autovetture della Zastava non
vengono più protette dallo Stato. Dinkic, il leader del G-17 plus (il gruppo
di economisti neoliberisti che ha stilato il programma economico della DOS),
dichiara di voler ridurre le tasse sull’importazione di autovetture
straniere. E per quelle usate, il limite massimo di anzianità viene elevato
da 4 a 6 anni. Inoltre, vengono fortemente abbassati i controlli sulle auto
provenienti dal Montenegro (in sostanza, sarà più facile riciclare in Serbia
le auto rubate...).
All’aeroporto di Belgrado è esposta una fiammante Peugeot, l’impresa
automobilistica francese, che, secondo notizie diffuse da radio e
televisione di Kragujevac ai primi di ottobre, avrebbe acquisito gli
stabilimenti della Zastava. Ma su di essi sembra riaffacciarsi l’attenzione
della FIAT.
Che intendono fare le multinazionali?
Nel comitato di gestione (upravni odbor) della Zastava sono entrati due
rappresentanti del minuscolo partito democristiano, conquistando addirittura
la presidenza con Milorad Savicevic. Qualche giornale di Kragujevac ha anche
ironizzato, con qualche preoccupazione, sul peso eccessivo che ha ottenuto
nella grande fabbrica un partito che nella coalizione della DOS non conta
molto. Anche questo sembra essere un cattivo segnale per le prospettive di
sopravvivenza della grande fabbrica.
In queste condizioni, con un consiglio d’amministrazione controllato dagli
“amici” della DOS e un sindacato, i cui dirigenti più combattivi e vicini ai
lavoratori vengono allontanati con la violenza, le multinazionali possono
imporre prezzi stracciati per l’acquisto della grande fabbrica. Per farne
che? Forse semplicemente comprarla per farla chiudere definitivamente,
eliminando il più grande produttore di auto nell’area balcanica: è così che
l’Europa “entra” in Serbia, imponendo le sue merci...
Oppure per ristrutturarne qualche reparto, mantenendo al più un migliaio di
lavoratori e “mettendo in libertà” tutti gli altri.
E’ per questo probabilmente che si scatena l’offensiva contro gli attuali
rappresentanti del sindacato Zastava. Le multinazionali - è noto - tollerano
al più un sindacato giallo, non un sindacato che si opponga alla loro
penetrazione.
Queste notizie sono state raccolte sulla base di testimonianze di alcuni
delegati zastava, di lavoratori della zastava che, per via dell'iniziativa
di adozioni a distanza sono in contatto con alcune famiglie italiane, e
della testimonianza di Andrea Catone della associazione "un ponte per .. in
terra di Bari" presente a Kragujevac proprio nei giorni precedenti il 24
novembre per consegnare le quote relative a 270 adozioni a distanza raccolte
in Puglia.
Una delegazione del Coordinamento nazionale delle RSU andrà a Kragujevac nei
giorni 8 e 9 dicembre.
Faremo il punto della situazione al ritorno
ciao alma
Alma Rossi - email - alma@pmp.it
indirizzo email del coordinamento RSU - coord.naz.rsu@ecn.org
indirizzo internet del Coordinamento RSU - http://www.ecn.org/coord.rsu/
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