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viaggio tra i Rom in fuga dal Kosovo
VIAGGIO TRA I ROM IN FUGA DAL KOSOVO
Per il diritto all'accoglienza in Europa
Profughi, clandestini, definizioni dietro cui vivono centinaia di uomini,
donne, bambini che attraversano rigide barriere rappresentate dai confini
per cercare semplicemente di vivere.
Noi li incontriamo tutti i giorni nei campi precari delle nostre città,
"erranti" alla ricerca di un tetto, molte volte "sans papiers" perché
formalmente la concessione dello status di profugo dal Kosovo è scaduta.
Quelli che conosciamo e che vivono in Italia provengono dal Kosovo, da
quella regione che i bombardamenti dello scorso anno dovevano proteggere
dalla pulizia etnica e che oggi è teatro di pesanti forme di allontanamento
di chi non è albanese.
Tutto questo sotto gli occhi disattenti della KFOR.
Altri uomini, donne, bambini scappati dal Kosovo sono "parcheggiati" in
campi all'interno dei territori dell'ex Yugoslavia, in attesa molte volte
di attraversare i confini nell'unica maniera che gli è concessa: quella
illegale.
Un solo esempio: circa 2500 rom kosovari stipati all'interno del campo di
Konic (Montenegro) gestito dalla Missione Arcobaleno, in attesa di capire
che cosa li aspetta.
Oggi, in Italia, molti di loro (a Venezia, Roma, Firenze, Bologna,
ecc...) vivono con la spada di Damocle della precarietà, come se abbandonare
le loro case a Obilic, Pristina, Lipljan, Pec, ecc, fosse stata una libera
scelta.
Nonostante i pareri dei governi europei in Kosovo non c'è una situazione di
normalità. E' in atto una pulizia etnica che rende impossibile il ritorno a
casa per i profughi rom, anche perché molti di loro, materialmente, non
possiedono più un abitazione.
Il viaggio ha lo scopo di:
- In Montenegro accertare la situazione all'interno del campo di Konic,
(per esempio, dopo 9 mesi dalla costruzione nel campo non c'è ancora la luce)
- far presente al governo italiano che i profughi rom di Konic non possono
ne tornare indietro ne "andare avanti". Ribadire il diritto per i profughi
rom che vogliono venire in Europa la possibilità di farlo con un mezzo di
trasporto di linea e non con gli scafisti rischiando la vita.
- Garantire il diritto di circolazione in Europa tramite il riconoscimento
dello status di rifugiati e non, come adesso, da clandestini ed esclusi.
- Fornire una ampia documentazione sulla situazione dei rom in Kosovo
(foto, video, interviste)
per testimoniare la situazione e rendere evidente che lo status di profugo
del Kosovo non può avere una data di scadenza.
attraverseremo Montenegro e Kosovo dal 9 al 17 novembre, a più di un anno
dalla guerra,.
Gianni Boetto, associazione Razzismo Stop, Padova
Milena Zappon, Radio Sherwood, Padova
Vittoria Scarpa, associazione Razzismo Stop, Venezia
Chris Tomesani, Ufficio Immigrati e Nomadi, Comune di Venezia
Sergio Giovagnoli, Arci Solidarietà Lazio, Roma
Cinzia Gubbini, giornalista Mnifesto, Roma
Katia Gabrielli, associazione Ya Basta Roma
Stefano Montesi, fotografo, Roma
Mario Boccia, fotografo giornalista, Roma
Jason Nardi, Marta Benettin, Comitato Nazionale Rom e Sinti, Firenze
Maddalena Spada, associazione Amengià, Firenze
Francesca Cazzato, Gruppo Lavoro Rifugiati, Bari
Al viaggio partecipano parlamentari dei Democratici di Sinistra,
Rifondazione Comunista, Verdi.
(segue programma del viaggio)
Programma di massima dal 9 al 17 novembre 2000
Giovedi 9 novembre : partenza dal porto di Bari alle ore 22
Venerdi 10: arrivo al porto di Bar (Montenegro) alle ore 8
Visita e incontro al campo di Konic tra i parlamentari italiani, il console
italiano in Montenegro e i rappresentanti dei profughi rom kosovari.
Sabato 11: di buon'ora partenza per il Kosovo, arrivo a Pec nel primo
pomeriggio.
Incontro con gli operatori di Capodarco sulle zone da visitare nei giorni
successivi.
Domenica 12: il secondo gruppo parte per Pristina, mentre il primo rimane a
Pec.
A Pristina incontro con operatori dell'ICS sui paesi da visitare.
Lunedi 13, martedi 14, mercoledi 15 monitoraggio delle zone rom.
Per informazioni 049 8752129 redazione@meltingpot.org
Progetto Melting Pot Europa 2000
http://www.meltingpot.org
e-mail redazione@meltingpot.org