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Il DOS (Pesic): Distruggere l'SPS, spartire il Kosovo (Fwd) [JUGOINFO]




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Date sent:      	Mon, 23 Oct 2000 11:27:55 +0200 (CEST) 
From:           	CN La Jugoslavia Vivra' <jugocoord@libero.it> 
Subject:        	[JUGOINFO] Distruggere l'SPS, spartire il Kosovo 

VESNA PESIC (DOS): 
BISOGNA DISTRUGGERE L'SPS E SPARTIRE IL KOSOVO IN ZONE 
ETNICAMENTE DISTINTE 

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I giorni 18, 19, 20 si e' svolto a Torino un convegno sui Balcani organizzato 
dalla Fondazione Agnelli a cui ho partecipato a nome dell'Ass. Naz. Slavisti. 
Vi mandero' tutti gli appunti che ho preso ppena li avro' ribattuti al computer. 
Il tenore degli interventi credo lo possiate immaginare fin da ora: saturnali sul 
cadavere della Jugoslavia e liturgia liberista-europeista-atlantista in tutte le 
salse. Ma qualcosa di interessante e' pure venuto fuori. Giudicate voi e 
fatene l'uso che ritenete piu' opportuno. 

Per ora vi mando una chicca: l'intervento della Pesic come saggio di oratoria 
minacciosamente delirante. Se questa e' la piu' equilibrata della coalizione 
DOS, chissa' gli altri. Credo che questa roba, opportunamente 
"commentata", sara' illuminante per chiarire ai compagni che razza di gente 
ha preso il potere a Belgrado. 

Concludo segnalando che solo i brani virgolettati sono citazioni letterali. Il 
resto comunque si discosta poco dall'originale ed e' solo una versione piu' 
stringata. 

Saluti 

Guido Carpi 

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Dopo l'intervento dell'ex Presidente macedone K. Gligorov, contrassegnato 
da un'appassionata denuncia alle pressioni internazionali contro la stessa 
esistenza del proprio paese, prende la parola Vesna Pesic, che porta un 
tono di ottimismo alla luce degli avvenimenti di Belgrado. Nell'analisi di 
Pesic, le varie fasi della crisi in ex Jugoslavia sono state determinate non 
tanto da fattori etnonazionali quanto, pił semplicemente, dalla linea politica 
costantemente perseguita da Milosevic, definita come consapevole "politica 
della crisi". 

"Ora che non c'e' pił Milosevic", - perora la pasionaria serba - "non 
dobbiamo pił nasconderci, possiamo mostrare i nostri veri volti. Ad 
esempio, si accusa Kustunica di essere un nazionalista. E perche' no? 
Forse che Hashim Thaci non lo e'?" Finche' Milosevic era al potere 
l'opposizione stessa aveva le mani legate, non poteva avanzare proposte 
costruttive e perseguire la politica che riteneva giusta, perche' questo 
avrebbe rafforzato proprio il dittatore di Belgrado. 

Ora e' diverso: ora e' possibile mettere sul tavolo diverse posizioni e vedere 
qual'e' la pił valida. "Ad esempio, quando parliamo del Kosovo, prima molte 
soluzioni non potevamo accettarle neanche noi, ma adesso, se alcuni paesi 
della NATO dicono che si potrebbe dividere il Kosovo in due parti, perche' 
no? Con Milosevic questa proposta non sarebbe stata neanche presa in 
considerazione, ma ora, senza pił questo tumore cerebrale, se ne puo' 
parlare..." 

Si trattava di un ancient re'gime militar poliziesco. Per decenni, quelli 
dell'e'lite andavano in pensione e si stabilivano a Belgrado, che era piena di 
questa gente, e Milosevic cercava di trovare le strategie per difendere 
questa gente decrepita. Il trucco fu quello di inventarsi che eravamo "una 
nazione a repentaglio", ossia sfogare all'esterno le magagne interne. Ma 
quando si comincia a fare la guerra, essa sfugge di mano, si ingigantisce, 
cosi' lui diceva: "Ecco, ci odiano! I Serbi sono in pericolo!". Per certi versi 
era pure vero, ma a Milosevic in fondo faceva comodo. 

Per il Kosovo e' stato diverso perche' da esterno il conflitto e' diventato 
interno, e noi siamo riusciti a rompere questo schema che tante volte aveva 
funzionato: "La gente pensava che Milosevic e l'esercito potessero 
difenderli, ma quando siamo stati sconfitti in Kosovo e abbiamo corso il 
rischio di essere occupati militarmente, tutti hanno capito che non era vero". 

Dal 1996-97 Milosevic aveva perso la sua legittimazione. Fino ad allora 
c'erano organismi democratici e nessuno era in prigione, ma poi le cose 
cambiarono: repressione, desaparecidos (es. Stambolic). Quest'anno 
abbiamo avuto pił di 2000 persone in prigione, ma cio' non ha fatto che 
logorare ulteriormente il consenso. "La gente ha capito che non era la NATO 
il nemico. E' vero, ci avevano bombardato, ma come si potevano vedere gli 
Americani come nemici? Gli Albanesi si che si potevano vedere come 
nemici, ma gli Americani..." 

La gente si stanco' di queste storie che qualcuno voleva distruggerci, 
cominciammo a lottare e quando ci trovammo a scegliere fra cambiamento 
e conservazione la gente fece la scelta giusta. "Posso garantirvi io che ora 
tutto sara' pił facile! Non ci sara' pił violenza e instabilita', ne' la 
devastazione delle istituzioni (intendo quelle serbe, perche' in Montenegro e' 
da tre anni che hanno un governo nuovo): non ci sono giudici, manager, nulla 
funziona, lo stipendio medio e' di 90 DM, non ci sono giornalisti, non ci sono 
programmi, mancano proprio le persone..." 

In questo periodo di due mesi fino alle elezioni di dicembre in Serbia 
dobbiamo creare una discontinuita' totale col regime passato. "Milosevic ha 
salvato bene o male la vita, ha ancora le guardie del corpo e forse qualche 
carro armato. Bisogna vigilare... Io non accetterei che l'ex partito di Milosevic 
venga trattato come in Inghilterra: andrebbe smantellata del tutto come 
organizzazione criminale e malefica. Costoro vanno distrutti, devono sparire 
dal nostro orizzonte". Conclusione in tono maggiore: "Cercheremo di 
risolvere i problemi in un modo amichevole e creativo che non avevamo 
trovato finora". 

Durante il dibattito chiedono alla Pesic perche' secondo lei in giugno 
Milosevic abbia fatto gli emendamenti alla Costituzione, rischiando cosi' di 
venir battuto. Si levano voci sconcertate di fronte a una terminologia poco 
"democratica", come "eliminare", "distruggere" uomini e partiti (ma c'e' 
anche chi fa paragoni con l'Italia del 1946, quando "un'intera classe dirigente 
fu epurata e venne fuori un nuovo ordine democratico"). 

Stefano Bianchini si dice colpito dal fatto che "ora si possa parlare di 
spartizione del Kosovo". Milosevic o non Milosevic, un simile passo 
rimetterebbe in discussione tutti i confini della regione e si rifletterebbe in 
modo drammatico in Bosnia e in Macedonia. Quella dei confini e' una 
politica delicata da costruire su base regionale. Inoltre, Bianchini si dice 
scettico di fronte alle reali possibilita' del nuovo governo di operare una 
"chiara rottura" col passato. Cio' significherebbe dire al popolo che tutta la 
politica dall'1987 ora e' stata sbagliata. Stipe Mesic ci sta provando in 
Croazia ma incontra grandi difficolta', e per certi versi e' in una posizione 
migliore rispetto a Kustunica. Infatti nella base elettorale di quest'ultimo sono 
largamente presenti anche coloro che volevano punire Milosevic per aver 
perso Krajna, Bosnia e Kosovo. 

Replica della Pesic. 

Milosevic ha cambiato la costituzione e ha accettato di andare a elezioni 
subito perche' rimanendo in carica fino al giugno 2001 avrebbe dato pił 
tempo all'opposizione per organizzarsi, e non si aspettava la scesa in 
campo cosi' tempestiva di Kustunica. "Metafisica della dittatura": il dittatore 
prova il bisogno ciclico di rinnovarsi, cambiar pelle, ringiovanire. Essere 
rieletto per altri quattro anni direttamente dal popolo invece che dal 
parlamento avrebbe lanciato al mondo esterno un messaggio molto forte. I 
dittatori sono persone isolate dal mondo e dal popolo: tutti sapevano che 
avrebbe vinto Kustunica, tranne Milosevic. Kustunica era molto difficile da 
battere perche' aveva posizioni in un certo senso molto simili a Milosevic: si 
preoccupava del Kosovo, dei Serbi, agitava un certo nazionalismo, etc. 
Infatti Milosevic attaccava pił volentieri Djindjic, pił scopertamente 
filooccidentale. 

"A chi importa che l'Albania sia grande o piccola? Per me e' la stessa cosa. 
Il Kosovo diviso? Perche' no? Se questo si ripercuote sulla Macedonia, e' un 
problema che riguarda i rapporti fra la Macedonia e gli Stati Uniti". Il Kosovo 
e' un carico troppo grosso per la Serbia. E' meglio ed e' anche pił equo 
darne un pezzo all'Albania. Se la Serbia riterra' questo positivo per se', lo 
faremo. Non possiamo farci carico dei problemi della Macedonia. 

Sul fatto di "dire la verita' al popolo". Bisognera' avere un po' di sostegno dai 
mass media e dalla comunita' internazionale, perche' alla gente non piace 
sentire la verita', ma "se voi ci spingete un po' riusciremo a fare 
trasparenza". 

"Io non ho detto che bisogna eliminare fisicamente i socialisti, anche se tutti 
quelli che siedono li' in Parlamento sono dei criminali". I servizi segreti 
tedeschi hanno rivelato che "quelli" hanno rubato e messo all'estero 
centinaia di milioni. "Non voglio andare in giro con una pistola ad 
ammazzare questo centinaio di persone. Va bene: non linciamoli, pero' in 
galera ci devono andare. Non auspico nulla che non sia del tutto legale". 

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Bollettino di controinformazione del 
Coordinamento Nazionale "La Jugoslavia Vivra'" 

> http://digilander.iol.it/lajugoslaviavivra

I documenti distribuiti non rispecchiano necessariamente le opinioni delle 
realta' che compongono il Coordinamento, ma vengono fatti circolare per il 
loro contenuto informativo al solo scopo di segnalazione e commento ("for 
fair use only") 

Per contributi e segnalazioni: jugocoord@libero.it 


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Giorgio Ellero 
<glr_y@iol.it> 
http://digilander.iol.it/glry 

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