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Situazione in Yugoslavia (fwd) - 6-10 ottobre
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Date sent: Wed, 18 Oct 2000 09:51:43 +0200 (MET_DST)
Subject: Situazione in Yugoslavia (fwd)
Alcuni articoli di Michel Collon (giornalista indipendente Belga) sulla
situazione in Yugoslavia. (dal 6 al 10 ottobre)
Particolarmente interessante il primo (venerdì 6) e l'ultima parte dell'ultimo
("Le cinque ragioni della disfatta")
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Traduzione a cura del
Bollettino d'Informazione Antimperialista
http://www.bollettino.it
Per contatti: bollettino@tiscalinet.it
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GIORNALE DI BELGRADO - VENERDI' 6 OTTOBRE.
MICHEL COLLON
Le otto domande del momento
Proverò a rispondere alle otto domande che riassumono gli avvenimenti: 1. La
TV ha mostrato veramente tutto? 2. Siamo alla presenza di una strategia di
un colpo di Stato ben preparato? 3. Che cosa vogliono ottenere gli USA dalla
situazione attuale? 4. La gente ha votato per Kostunica o contro Milosevic?
5. Perché il potere non ha capito che stava arrivando la sua disfatta? 6. Le
elezioni sono state regolari? 7. Coloro che sostengono Kostunica sono per
questo alleati degli Stati Uniti? 8. Che cosa succederà adesso?
1. La TV ha mostrato veramente tutto? Niente da ridire sulle immagini
presentate dalla BBC o dalla CNN. C'era effettivamente una folla enorme, i
poliziotti hanno opposto una resistenza molto debole e hanno soprattutto
cercato di evitare degli scontri duri. Ma quello che non ho visto mostrare
in questi canali occidentali, è stato il saccheggio della sede del Partito
Socialista (quando Kostunica aveva annunciato che non ci sarebbe stata
vendetta nei confronti degli altri partiti), e l'abbattimento di diverse
imprese pubbliche. Né le vetrine sfasciate di un certo numero di negozi del
centro, che sono stati poi saccheggiati. Ho personalmente visto dei
manifestanti lasciare il centro dal ponte Sava trasportando dei computer
rubati sulle spalle. Nel centro, anche alcune persone che non manifestavano
hanno deplorato la distruzione di alcuni beni della vita pubblica: "Saremo
noi a ripagarli". Ma la cosa più importante è stata che all'opposizione è
riuscita una mobilitazione enorme e che il potere non ha potuto opporvi una
contro-mobilitazione.
2. Una strategia di colpo di Stato minuziosamente preparato? I manifestanti
erano capeggiati da qualche centinaio di giovani molto attivi, arrivati
soprattutto da Cacak, Kragujevac ed altre rocca forti dell'opposizione
(Belgrado è più tiepida). Si è potuto costatare che questi hanno proceduto
metodicamente per prendere il controllo di tutta una serie di obiettivi
chiave. Il Parlamento innanzi tutto. Un simbolo evidente. Ancora bisogna
rimarcare che il signor Kostunica, da sempre presentato come un
costituzionalista ed un legalista convinto, ha scavalcato questo parlamento
nel momento in cui è stato eletto e che l'opposizione non contestava i
risultati delle elezioni parlamentari. Cosa vogliono dunque gli USA? Ci
arriviamo subito.
La TV RTS innanzi tutto. Come in Romania nell'89 ed in ogni colpo di Stato,
controllare i grandi mezzi d'informazione e privare l'avversario del diritto
di replica sembra diventato l'obiettivo numero 1. Sono seguiti gli altri
mezzi d'informazione e l'abbattimento di certi palazzi pubblici.
Questo carattere sistematico e ben pianificato ci fa ricordare che il vero
capo dell'opposizione, Zoran Djindjic, aveva dichiarato già da qualche mese,
alla TV greca, che se avessero vinto le elezioni, avrebbero preso il
parlamento. (Niente di nuovo, nel '92, a Mosca, Eltsin sostenuto dagli Stati
Uniti aveva tranquillamente fatto incendiare il parlamento e ferito numerosi
deputati che stavano resistendo). Un'altra dirigente dell'opposizione, la
signora Pesic aveva evocato la necessità di "creare una sindrome di
Bucarest". Questo tipo di cose si preparano con molto tempo di anticipo.
3. Perché gli USA spingono ancora per la prova di forza? Perché questa
ricerca dello scontro totale? Perché rifiutano ogni compromesso negoziato
che permetterebbe di evitare il rischio di un bagno di sangue? Perché sanno
bene che l'opposizione che stanno accompagnando al potere soffre di gravi
debolezze che potrebbero essergli fatali in un lasso di tempo relativamente
breve. Quali sono queste debolezze?
Prima di tutto, la coalizione del DOS è completamente eterogenea. 19 partiti
che non hanno niente in comune se non la volontà di arrivare al potere e
l'appetito nei confronti dei dollari di Washington. In questa coalizione si
trova, in effetti, della gente che si è combattuta alla morte per lunghi
anni (Djindjic aveva escluso Kostunica e molti altri), dei monarchici e dei
repubblicani, degli unitaristi nazionalisti serbi e dei separatisti (del
Sandjak e della Vojvodina) i cui programmi sono diametralmente opposti. Una
volta al potere, è chiaro cominceranno di nuovo le divergenze ed i conflitti
d'interessi. Sarà assolutamente impossibile realizzare i programmi di tutti
questi partiti. La magia de "l'unità dietro Kostunica" finirà certamente in
un gran falò.
Fino al momento che, ed è il secondo fattore, il DOS deluderà fortemente i
suoi elettori. Questi, spossati economicamente e moralmente da dieci anni di
sanzioni, aspirano a "vivere normalmente" (è l'idea che mi è stata espressa
più spesso dai manifestanti, ieri, quando li ho intervistati), quindi a
raggiungere un livello di vita più vicino a quello dell'Ovest. Ma, come
abbiamo già spiegato in un precedente articolo, il programma "G-17"
dell'opposizione prevede la liquidazione delle protezioni sociali e delle
imprese pubbliche, dei licenziamenti di massa e carta bianca alle
multinazionali per rilevare le imprese che gli interessano e sfruttare più
efficacemente i lavoratori. Qualcuno vivrà meglio, molti vivranno peggio.
In maniera che, presto o tardi, Kostunica deluderà ed il soffio di speranza
crollerà. Ci sarà a quel punto un'alternativa? I partiti di sinistra, e
quelli difensori dell'indipendenza del paese, ritorneranno al potere (a
condizione, lo esamineremo più in là, di effettuare un certo esame di
coscienza) come potrebbe essere il caso alle prossime elezioni di tre paesi
vicini: Macedonia, Repubblica Serba di Bosnia e Romania? E' proprio per
evitare questa possibilità di un ritorno, legittimo, al potere, alle
elezioni seguenti, che gli USA si apprestano a distruggere l'apparato di
governativo attuale e quello dei partiti della sinistra jugoslava.
In Macedonia, alle ultime elezioni, quando il candidato di sinistra era in
testa, gli incidenti violenti si sono moltiplicati al punto da costringere
alla fine il leader della sinistra a ritirarsi per la paura di incidenti
sanguinosi. Bisogna dire che le truppe americane e degli altri alleati
occupano il paese e che il loro intervento per frenare la sinistra è stato
esplicito. Aggiungiamo che, per l'occidente che si dice rispettoso della
legalità, queste elezioni sono state "cristalline".
4. Hanno votato per Kostunica o contro Milosevic? La risposta esatta è la
seconda secondo molta gente con cui ho parlato. Malgrado dieci anni di
potere, Milosevic aveva acquisito un grande prestigio durante la guerra
resistendo fermamente alla Nato, cosa che era in sintonia con la volontà di
tutto il suo popolo. Ma il partito al potere ha sprecato le sue chances
commettendo due errori fondamentali.
Prima di tutto ha permesso, anzi a volte ha favorito, l'aumento della
disuguaglianza sociale. Si, le sanzioni (l'embargo) sono un crimine
dell'Occidente che fa soffrire crudelmente la popolazione. Ma questa ha
visto anche moltiplicarsi, sotto i suoi occhi, degli arricchimenti
spudorati. Non è esatto credere, come è stato detto sui media occidentali,
che "tutta la nomenclatura vive nel lusso". Mi è capitato di entrare negli
appartamenti privati di alcuni quadri intermedi ministeriali; erano tutti
modesti come quelli dei loro vicini, dentro complessi residenziali popolari
che non avevano niente di lussuoso. Allo stesso modo, però, c'erano anche,
nel mondo degli affari e dei traffici illeciti, degli standard di vita
scandalosi. Per conservare il sostegno popolare, il regime avrebbe dovuto
combattere questi immensi arricchimenti e dedicare un maggiore sforzo alle
questioni sociali.
Oltretutto, la strategia di comunicazione sia dei dirigenti sia dei mezzi di
comunicazione pubblici non è stata fruttuosa. Circolavano numerose
barzellette sulla televisione RTS e i messaggi dall'alto hanno perso la loro
credibilità a forza di ripetere che tutto andava bene.
5. Perché Milosevic non se n'è accorto in tempo? Come mai è stato Milosevic
stesso a decidere di convocare le elezioni anticipate? E come mai, fino
all'ultimo minuto, i partiti al potere si sono mostrati sicuri di vincerle,
tanto da essere presi alla sprovvista quando hanno dovuto "gestire" la loro
disfatta?
La risposta ha la forma di un certo burocratismo. Si trovano, tra i
funzionari ed i responsabili politici, parecchie persone molto devote e
piene d'entusiasmo nel difendere il proprio paese. Si trova anche un certo
numero di burocrati che non si affaticano certo molto per cercare delle
soluzioni ai problemi. E si ha l'impressione molto netta che i rapporti che
questi inviano "in alto" sono del genere "Tutto va bene signora marchesa".
Il potere non si è reso conto di aver perduto una gran parte della
popolarità della guerra. Ha creduto di aver vinto le elezioni ancor prima di
farle. E la sua strategia nella campagna elettorale non è stata molto
efficace: Milosevic assente, discorsi di "autocompiacimento" sulla
ricostruzione che è stata reale, ma anche la negazione del problema sociale
ed un messaggio sistematico del genere "tutto andrà bene" che ha perso la
sua credibilità.
6. Le elezioni sono state regolari? Sicuramente, questo tentativo d'analisi
dei punti deboli dei partiti in campo non toglie nulla alle constatazioni
che abbiamo precedentemente fatto. Si, le elezioni non sono state regolari.
Quando si bombarda un popolo, gli si distruggono le fabbriche, le sue
installazioni pubbliche di elettricità e di riscaldamento, le sue strade ed
i suoi ponti, quando gli si usano contro delle armi terribili come le bombe
a frammentazione e all'uranio, quando si sottopone la sua popolazione ad un
martellamento ossessivo "Votate per i partiti filo-occidentali o
continuerete a crepare di fame", quando si riversano centinaia di milioni di
dollari per aiutare certi partiti politici ad ammaliare la gente grazie a
dei consiglieri specializzati in campagne menzognere dal metodo scientifico,
allora bisogna concludere che queste elezioni sono regolari come Jamie Shea
è un uomo obiettivo e sincero.
7. Quelli che sostengono Kostunica si sono per questo alleati agli USA? Ho
discusso con alcuni sostenitori di Kostunica. E' stato istruttivo. Visto che
questi partiti d'opposizione sono finanziati - ampiamente - da Washington,
si potrebbe credere che i sostenitori di Kostunica siano automaticamente
partigiani degli Stati Uniti.
Falso. Un proverbio, che i serbi applicano a sé stessi con autoironia, dice:
"Se voi avete due Serbi, avrete tre opinioni." Molti manifestanti mi hanno
detto spontaneamente: "Noi non siamo la Nato". Un barbiere, d'origine
francese, avendomi riconosciuto per strada (a causa di alcune mie
apparizioni televisive) è venuto spontaneamente a dirmi che apprezzava molto
le mie critiche contro la Nato, ma che avevo torto a mettere tutti i partiti
d'opposizione nello stesso calderone. "Noi detestiamo gli Americani,
sappiamo molto bene chi sono e quali sono i loro interessi".
"Ma non vogliamo più Milosevic, vogliamo vivere normalmente senza sanzioni
come voi altri all'Ovest." Come i disoccupati e gli immigrati dell'Ovest o
come i ricconi dell'Ovest? Non si rende conto che le multinazionali
occidentali non porteranno la prosperità ma uno sfruttamento più spietato?
No, questo discorso, per ora, non lo vogliono capire: "Voi potrete avere
ragione, ma bisogna provare, ci vuole un cambiamento, un cambiamento! E se
questi nuovi dirigenti non manterranno le loro promesse, si cambierà di
nuovo!" Questa è una grande illusione di credere che la Nato permetterà una
"marcia indietro", ma questo è lo stato d'animo oggi.
Un altro elemento importante è che gli strateghi della campagna elettorale
del DOS sono riusciti a far passare un'idea curiosa, ma efficace: Milosevic
sarebbe stato, infatti, l'uomo degli Stati Uniti, perché gli servirebbe a
raggiungere i propri obiettivi. Questa tesi non spiega come mai gli USA
farebbero di tutto per eliminare colui che gli servirebbe così tanto - ma
funziona nell'immaginario di qualcuno. In effetti, è un metodo classico
pubblicitario: colui che ruba, grida "al ladro". Colui che è pagato dagli
Americani, sembra che gridi "Abbasso gli Stati Uniti!"
8. Che cosa succederà? Questo pomeriggio, una vita più o meno normale è
ripresa nelle strade, anche se i negozi sono ancora chiusi. Ma l'opposizione
vuole mantenere le sue "truppe" nel centro, per evitare che un qualsiasi
intervento poliziesco possa riprendere la situazione in mano. Questi
annunciano una mobilitazione ancora più imponente.
Da una parte, l'opposizione DOS tenta di raggiungere un'alleanza
parlamentare cercando di frantumare il partito montenegrino di Bulatovic
raccogliendone i pezzi che gli mancano per acquisire la maggioranza. Si può
essere certi che i dollari di Washington serviranno da esca. Dall'altro
lato, il governo ostenta sicurezza senza averla. Afferma di non voler
lanciare l'esercito per evitare un bagno di sangue, chiede che la legalità
sia rispettata. Si sforza di ritrovare un mezzo di comunicazione che gli
permetta di far passare i suoi messaggi. Ma la sua strategia di
comunicazione si rivela sempre troppo lenta e confusionaria. Si sta
attendendo invano una presa di posizione ufficiale. Milosevic dovrebbe
pronunciare un discorso...Aspettiamo. A presto!
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GIORNALE DI BELGRADO - SABATO 7 OTTOBRE.
MICHEL COLLON
Questi prossimi dodici mesi saranno quelli che decideranno le sorti della
Jugoslavia
Delle novità importanti sono ci sono state ieri sera. Quella di cui parlano
tutti i media occidentali. Milosevic ha riconosciuto la vittoria di
Kostunica alle presidenziali.
E quella di cui invece non parlano ma che potrebbe rivelarsi ancora più
importante negli otto mesi cruciali che verranno. Il tentativo
dell'opposizione di corrompere alcuni parlamentari montenegrini per formare
una maggioranza di governo di ricambio è fallito.
Ancora con il beneficio del dubbio, il prossimo governo jugoslavo dovrebbe
dunque essere formato dal SPS, il partito di Milosevic, il suo alleato
tradizionale YUL ed i deputati montenegrini del SNP di Momir Bulatovic. Ci
troveremmo in una situazione quindi di doppio potere? No, perché quello del
presidente è meno importante di quello del governo jugoslavo, e meno
importante ancora di quello del governo serbo che dispone della maggioranza
del budget economico.
Kostunica presidente e Milosevic primo ministro?
Kostunica presidente e Milosevic primo ministro? Questo scenario surrealista
che abbiamo prefigurato da qualche giorno, questo scenario sarebbe l'incubo
di Washington. Ed è per questo che l'Occidente si prepara a fare di tutto
per eliminare definitivamente dalla vita politica Milosevic ed il suo
partito.
Da Belgrado, ho visto la BBC, la CNN e una TV tedesca. Tutte presentavano
un'immagine caricaturale: un popolo intero unito contro un dittatore. La
realtà è differente. Milosevic conserva un sostegno importante -
l'opposizione non contesta i risultati delle elezioni parlamentari - e ci si
trova piuttosto di fronte ad un paese diviso in due campi, dopo mesi di
pressioni e di campagne estere enormi.
Come ho scritto ieri, i dirigenti dell'opposizione hanno tentato di creare
una "sindrome di Bucarest". Milosevic ha fatto di tutto per evitare di
cadere in questa trappola, ha atteso in una guerra di logoramento, una
guerra di nervi, come ai tempi dei precedenti scontri lanciati
dall'opposizione ('91 e '96-'97) ai quali era sopravvissuto: "In ogni caso,
noi non intendiamo inviare l'esercito e provocare un bagno di sangue",
m'hanno detto dei responsabili del governo.
Non sarebbe stato meglio riconoscere da subito la vittoria di Kostunica?
Molti, anche nel suo schieramento, lo pensano: "La gente ha creduto che si
stesse tentando qualche manovra e questo non gli è piaciuto", mi spiega
Ivana, che ha comunque votato Milosevic.
Ma sullo schieramento di Kostunica, ci si può porre un'altra domanda: perché
hanno rifiutato il secondo turno che sembravano sicuri di vincere? Noi
pensiamo che Washington ed i dirigenti dell'opposizione hanno cercato di
provocare la "sindrome di Bucarest" per tentare di eliminare definitivamente
Milosevic dalla scena politica.
Ma si tratta solamente di Milosevic? No. Si tratta di tutta una corrente
della società jugoslava che resiste alla presa del controllo delle
multinazionali. Il 17 novembre '98, l'agenzia ufficiale britannica Reuter
menzionava un sondaggio su circa 300 società, secondo il quale "la
privatizzazione non suscita entusiasmo in Serbia, i lavoratori hanno paura
di licenziamenti di massa. Alcune compagnie non sono ancora state
privatizzate dopo la nuova legge di privatizzazione adottata da un mese."
Inoltre, la volontà di eliminare Milosevic non riguarda solamente la
Jugoslavia. Perché Milosevic è la bestia nera di Washington?
"Perché simbolizza la resistenza al Nuovo Ordine Mondiale e potrebbe dare
delle cattive idee ad altre forze nei Balcani, mi spiega Ljliljana,
funzionaria in ministero. Agli occhi di Washington, Milosevic è un virus
pericoloso che può contagiare i Balcani."
Clinton e la demonizzazione dei Serbi
Al momento, Kostunica si trova di fronte a due problemi. Uno immediato:
l'incendio del parlamento non è stato approvato e compreso neanche dai suoi
stessi sostenitori. "La stessa Nato aveva risparmiato questo simbolo, è
indegno questo. Hitler aveva incendiato il Reichstag come provocazione prima
della Seconda Guerra Mondiale. E la televisione RTS era stata bombardata
dalla Nato: 16 vittime. Queste ferite sono ancora fresche. E' indegno."
Secondo problema: le ingombranti felicitazioni degli USA. Ieri sera, stavo
ascoltando il discorso di Bill Clinton. In sintesi: "Questa vittoria è la
nostra, è la consacrazione delle battaglie degli Stati Uniti in questi dieci
anni. Noi abbiamo impedito a Milosevic di continuare ad attaccare la
Croazia, la Bosnia ed altri paesi. Con la manifestazione di Belgrado,
abbiamo messo fine alla minaccia di un uomo che aveva fatto centinaia di
migliaia di vittime."
Ah, si? Milosevic avrebbe ucciso tanta gente? Ah, lui tutto da solo? Clinton
può essere rassicurato che nessun serbo pensa questo. Praticamente tutti
continuano a pensare che il loro paese è stato attaccato dalle grandi
potenze che hanno sostenuto degli estremisti come Tudjman ed Izetbegovic e
si sono dimostrate ingiuste contro i Serbi. Alcuni - anche tra gli elettori
dell'opposizione - rimproverano a Milosevic persino di non essere stato
troppo fermo fino in fondo.
Comunque sia, questo discorso di Clinton mira alla demonizzazione dei Serbi
presentati come dei mostri poiché è evidente che se ci sono "delle centinaia
di migliaia di vittime", un gran numero di Serbi sono criminali, e la caccia
alle streghe prosegue con tutta la selettività e l'arbitrarietà di cui
Washington è capace.
Inoltre, Washington non pensa assolutamente a dare giustizia ai Serbi, per
esempio in Kosovo. Bernard Kouchner ha appena annunciato che bisognerà
rimanere laggiù una generazione e che le truppe americane ci resteranno
"almeno dieci anni." (Washington Times, 30 settembre)
Con lo stesso Kostunica, i Serbi non vedranno il colore della pace perché
gli USA hanno bisogno di una situazione di conflitto di "bassa intensità"
permanente. Una situazione che gli permette di mantenere la tensione in
questa regione, e la pressione contro un paese. Credere che gli USA siano in
Kosovo per ristabilire la pace ed aiutare gli Albanesi, è come credere che
Hitler era andato ad occupare la Cecoslovacchia per amore delle minoranze
sudete tedesche. Pretesti, pretesti...Tutto quello che conta per le grandi
potenze, è di occupare delle regioni strategiche.
I dodici mesi che verranno, prima delle elezioni in Serbia, saranno
decisivi. La Jugoslavia diventerà o no una colonia del FMI e della Nato? Se
vorranno ribaltare la tendenza elettorale attuale - soprattutto tra i
giovani - Milosevic ed i suoi alleati dovranno condurre una politica ancora
più attenta alle problematiche sociali, una lotta più ferma contro i
privilegi. Ed una strategia di comunicazione più efficace, soprattutto verso
i giovani. Ma le forze progressiste del mondo intero avranno anche loro un
ruolo da giocare per smascherare l'azione di Washington dietro queste
elezioni veramente poco libere.
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GIORNALE DI BELGRADO - DOMENICA 8 OTTOBRE.
MICHEL COLLON
CNN: "Allora, il signor Milosevic dirigerà il paese?"
Sono stato ieri alla sessione del parlamento che ha incoronato il nuovo
presidente Kostunica. Centinaia di giornalisti internazionali, una ressa
indescrivibile per accroccare le "immagini indispensabili" ed in definitiva
molti bla-bla-bla. Una cosa interessante tuttavia: mi trovo a fianco di
Vladimir Stambuk, responsabile delle relazioni internazionali del partito
della YUL e vicepresidente del parlamento serbo, che io conosco da molto
tempo, e stavamo conversando quando un giornalista della CNN si avvicina per
intervistarlo con delle belle domande. Non so se le trasmetterà sulla sua
emittente, comunque eccole:
- Sembra che il nuovo governo jugoslavo sarà formato da una coalizione del
partito socialista del signor Milosevic e del SNP, i socialisti del
Montenegro?
- Si, ho appena avuto la conferma da tre minuti. Ed il nostro partito YUL
sosterrà questo governo dall'esterno.
- Cosa farà allora l'opposizione del DOS? Accetterà questo?
- E bene, avete un parlamento eletto, è un suo diritto sovrano di decidere
se la sua maggioranza sarà di sinistra o di destra.
- Allora, il signor Milosevic dirigerà il paese?
- D'altronde, avete un presidente eletto, il signor Kostunica, dovreste
essere soddisfatti...
- Ma la presidenza è una funzione piuttosto simbolica.
- Senza dubbio, e quindi anche quando era presidente il signor Milosevic!
- Ma il signor Milosevic era anche il presidente di un grande partito...
- In effetti. Il partito più forte.
- E quando lui stesso sarà all'opposizione? Lui ha annunciato che si
concentrerà sul suo ruolo di presidente del partito... E come leader
dell'opposizione, sarà un buon leader per il paese?
- Ah, ci troveremo in una situazione molto buffa. Sapete, il signor
Milosevic è come De Gaulle: la metà dei francesi l'adoravano, l'altra metà
lo detestavano. Ma è stato un grande dirigente.
Vladimir Stambuk si è sforzato anche di spiegargli che quello che avevano
fatto gli USA era inammissibile: "Voi finanziate dei partiti politici a suon
di milioni di dollari. Se qualcuno facesse la stessa cosa agli Stati Uniti
per un candidato americano, la vostra polizia molto efficiente
l'arresterebbe immediatamente! Perché da voi un simile comportamento è
vietato per legge. Non potete accettare il fatto di lasciarci, a noi
jugoslavi, decidere da soli?"
La domanda di questo giornalista indica chiaramente la preoccupazione più
grande per Washington oggi e conferma ciò che abbiamo scritto ieri. Il
potere è al governo, non alla presidenza, gli Stati Uniti non saranno
soddisfatti fino a quando non avranno eliminato Milosevic ed il suo partito
come fattore di resistenza. I prossimi giorni diranno se il DOS perseguirà
queste azioni di destabilizzazione per eliminare Milosevic o se si concederà
una pausa di qualche mese prima di rilanciare l'attacco.
Per ora, il presidente Kostunica designerà un incaricato di formare il
governo del partito montenegrino del SNP. Questo non sarà Momir Bulatovic,
l'ex-primo ministro, ma Predrag Bulatovic. Logicamente, dovrà allearsi con
il partito di Milosevic. Il primo ministro non sarà quest'ultimo, come
indicato come ipotesi un po' provocatoria, ma Predrag Bulatovic stesso.
Nell'attesa, queste elezioni hanno dimostrato che il Montenegro - proprio
come il Kosovo - farebbe sempre parte della Jugoslavia in barba alle manovre
secessioniste. Questo ruolo-chiave del partito d'opposizione montenegrino
non piace a tutti. In particolare al primo ministro attuale del Montenegro.
Djukanovic teme anche la più piccola collaborazione tra Kostunica ed il
nuovo primo ministro jugoslavo Bulatovic. Poiché questo lo emarginerebbe e
non potrebbe più giocare il ruolo di uomo indispensabile. Di colpo, lui ha
rilanciato la proclamazione della secessione. Dichiarando di non vedere che
due possibilità: o una confederazione molto leggera tra due Stati, con delle
funzioni centrali molto limitate oppure due Stati separati. Kostunica ha
replicato che la Costituzione Federale attuale della Jugoslavia è al
contrario troppo decentralizzata, assomigliando alla Costituzione titoista
del 1974 che aveva favorito lo smembramento del paese.
Di contro, Djindjic, presidente del quartier generale elettorale del DOS, ha
immediatamente appoggiato Djukanovic dichiarando questa mattina su Politika:
"Il futuro Stato non sarà la Jugoslavia, ma l'unione della Serbia e del
Montenegro; queste non avranno in comune che gli affari esteri, la difesa e
la moneta. Tutte le altre cose come un parlamento, un governo o un
presidente, saranno superflue".
Non molto gentile con il suo amico Kostunica, appena eletto! Le
contraddizioni che noi preannunciavamo dentro questa coalizione eterogenea e
senza ideali non si fanno attendere! Ma molto compiacente, al contrario, nei
confronti dei suoi padroni tedeschi e americani che non hanno smesso di
volere e di perseguire lo smembramento totale della Jugoslavia.
Alcuni, dal lato del partito socialista, sperano di veder sorgere in fretta
dei litigi nella coppia Kostunica-Djindjic. Arriveranno. Ma è più importante
sapere se ci sarà una pronta ripresa della sinistra. Milosevic ha annunciato
che effettivamente si concentrerà sul suo ruolo di presidente del SPS e che
andrà a fare la "resa dei conti", eliminando quelli che avevano approfittato
della loro posizione per acquisire dei privilegi. Questa è la carne sul
fuoco.
Più a sinistra, un'alternativa comunista si profilerà? Questo sarà argomento
dei prossimi articoli.
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GIORNALE DI BELGRADO - LUNEDI' 9 OTTOBRE.
MICHEL COLLON
Le violenze di cui non si parla. Verso una nuova prova di forza?
Si va senza dubbio verso una nuova manifestazione di piazza, senza dubbio
più piccola. Il parlamento di Serbia si riunisce oggi e l'opposizione del
DOS ha lanciato un ultimatum: se la legge sulle Università non sarà abolita
(una legge che mirava ad impedire l'organizzazione delle attività
d'opposizione utilizzando l'Università), allora ci sarà una manifestazione
ed il parlamento potrebbe essere di nuovo occupato, in tutti i casi
circondato e bloccato.
Ma il vero scopo è un altro. Il DOS ha ottenuto il presidente, ma nessun
governo. Né quello della Jugoslavia dove ci si aspetta un governo dei
socialisti serbi (Milosevic) e montenegrini (Bulatovic), né quello di Serbia
che è in carica da qualche anno ed ha davanti a sé ancora un anno in teoria,
e che riflette i vecchi rapporti di forza elettorali.
Quale maggioranza nel parlamento serbo? L'imbroglio totale.
Nel parlamento serbo, il partito più forte (83 seggi su 255), sono i
radicali (la destra nazionalista) di Seselj alleato di Milosevic. Ma questo
partito è stato ridimensionato alle ultime elezioni, ha rischiato di
scomparire ed i suoi dirigenti cercano disperatamente di salvarlo. Per
mantenere l'alleanza attuale, hanno formulato una serie di richieste
giudicate non realiste da un dirigente del SPS che io ho incontrato. Per
esempio, la legge elettorale dovrebbe essere rivista per fare del paese una
sola grande circoscrizione, cosa che assicurerebbe ai radicali delle
possibilità maggiori di essere rieletti. Da questo governo il SPO di
Draskovic (anche lui in via di sparizione) si è ritirato e non vuole più
sostenerlo. In realtà, questi due partiti sono obbligati: visto come il DOS
li ha sostituiti nelle preferenze dell'elettorato, sarebbero definitivamente
liquidati in caso di elezioni. Allora, il SPO ed i radicali sono tentati di
formare insieme un governo serbo - senza nuove elezioni e senza i
socialisti - che potrebbe durare un anno.
Ma d'altra parte, questi due partiti avanzano le loro pretese soprattutto
per far crescere il loro prezzo nelle negoziazioni con il DOS e con il SPS.
Senza nessun principio, cercano solamente di ottenere il potere, in un modo
o nell'altro.
Le grandi manovre politiche ruotano anche intorno al nuovo governo federale.
Il partner indispensabile e fortemente corteggiato è il partito socialista
montenegrino. Il DOS gli ha immediatamente fatto delle proposte. Solo che
entro un anno avranno luogo le elezioni nella repubblica del Montenegro che
in questo paese sono ancora più importanti in termini di competenze e di
budget. I socialisti montenegrini hanno il vento in poppa e potrebbero
vincere contro la destra filoamericana di Djukanovic. Ma se andassero con la
destra serba del DOS, che ha esattamente lo stesso programma stile-FMI di
Djukanovic, la loro immagine sarebbe deteriorata. Ecco perché essi hanno
scelto piuttosto il SPS di Milosevic come alleato. Tutto è stato frutto di
negoziati. Non rimane che un ostacolo. Messo fuori gioco, il DOS ha
cominciato a contestare il mandato di 18 deputati socialisti.
Lontano dalle telecamere, le violenze di Djindjic
E' forse proprio per questo che il DOS mantiene la pressione. Quali sono i
metodi impiegati? Minacce di manifestazioni e di blocchi delle istituzioni
legali, violenze fisiche e minacce contro i membri del partito socialista e
di diverse istituzioni dello Stato, messa sotto controllo con la forza di
alcune imprese pubbliche.
Dietro la figura simbolica di Kostunica che occupa la scena, è Zoran
Djindjic che organizza tutto.
Venduto da tempo agli interessi tedeschi, in seguito americani, come ognuno
qui sa bene, Djindjic, fortemente disprezzato, si è servito di Kostunica per
battere Milosevic ed ora si avventa sul potere reale. Con la violenza. La
sede belgradese del partito socialista è stata completamente distrutta.
Kostunica ha inviato un fotografo sul posto, che si è mostrato indignato.
Alcune case di membri del SPS sono state date alle fiamme. Numerose imprese,
ad es. la fabbrica di tabacco DIN - sono state prese di forza da uomini di
Djindjic. In questo momento il DOS sta espellendo con la forza il direttore
dell'ospedale dei bambini, Scepanovic, molto competente, ma colpevole di
essere membro del partito socialista. Altri eventi di questo genere non
possono ancora essere pubblicizzati perché le vittime hanno troppa paura. Ma
i fatti sono stati riportati e se accadesse qualcosa, sarebbero diffusi. Ed
in provincia le aggressioni terroristiche sono ancora più gravi che a
Belgrado dove bisogna conservare un'immagine presentabile.
Non è evidentemente per questo che il popolo ha votato. Ha votato per vivere
meglio e per il fatto che la maggioranza aveva perso la fiducia in
Milosevic. E per impedire che questi fatti siano conosciuti dall'opinione
pubblica, tutti i media sono stati messi sin dall'inizio sotto controllo del
DOS, più precisamente di Djindjic.
E' il DOS e l'Occidente che hanno instaurato il controllo sui mezzi
d'informazione!
E' Djindjic, non Kostunica, ad aver organizzato molto efficacemente
l'occupazione dei media pubblici: RTS, l'agenzia di stampa Tanjug, il
quotidiano Politika. Con la complicità di alcuni responsabili di questi
media, ed escludendo di forza gli altri giornalisti o sottoponendoli a
fortissime pressioni.
Risultato: quando oggi accendete la TV, vedrete la stessa cosa dappertutto:
Kostunica ed il DOS, oppure il DOS e Kostunica. Nient'altro. Mai un punto di
vista dell'altro schieramento. Era quello che si rimproverava prima a
Milosevic. Ma, sotto Milosevic, anche se vi sono state delle sospensioni in
certi periodi, l'opposizione aveva tre volte più mezzi di informazione del
potere e cinque volte di più a livello di comunicazione elettronica. Ed
anche le proprie televisioni. La popolazione riceveva costantemente quelle
opinioni che l'hanno del resto fortemente influenzata. Adesso tutta
l'informazione è controllata da un solo partito, e questa la chiamano
"democrazia".
Con metodi psicologico-mediatici modernissimi, da cui si vede che sono stati
preparati da tempo. I dollari di Washington (vedere i nostri precedenti
articoli) sono stati investiti per preparare questi media moderni.
Cosa accadrà? Il DOS cercherà di mantenere la pressione per impedire il
funzionamento di governi che non controllerebbe. Sia con delle
manifestazioni e con degli scontri, ma la maggior parte delle persone qui
desiderano la fine delle violenze ed il ritorno alla calma. Sia con delle
ostruzioni istituzionali come quelle descritte precedentemente. Più il tempo
passa , meno potranno usare la forza. O almeno è quello che molti sperano.
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GIORNALE DI BELGRADO - MARTEDI' 10 OTTOBRE.
MICHEL COLLON
Nuove elezioni il 19 dicembre. Le istituzioni sono ancora paralizzate dalle
violenze e le minacce
In simili momenti storici, gli eventi si susseguono di ora in ora, e la
verità della mattina è già superata nel pomeriggio. Sotto la pressione
dell'opposizione e delle violenze che si svolgono qui, con uno Stato e delle
istituzioni completamente paralizzati, il Parlamento serbo si è appena
autodisciolto. Le prossime elezioni avranno luogo il 19 dicembre.
Con un nuovo sistema elettorale: proporzionale, ed una sola circoscrizione
per tutto il paese. Ciò che dovrebbe favorire i radicali del DOS, ma anche i
socialisti di Milosevic. Non si sa ancora se anche il presidente serbo
Milutinovic darà le dimissioni.
Gli stessi risultati? Una situazione di doppio potere? Quali potrebbero
essere i risultati tra due mesi? Probabilmente gli stessi, non avendo la
gente ancora avuto l'esperienza di ciò che significherà concretamente un
governo DOS per l'occupazione ed i loro stipendi. Certamente, le violenze e
le attività mafiose perseguite da Djindjic hanno colpito persino una parte
dei sostenitori di Kostunica. Ma l'euforia per la vittoria e la persistenza
delle illusioni "si vivrà meglio, si guadagneranno 5.000 dollari come ci ha
promesso l'opposizione", questi fattori ed anche la perdita di prestigio
dell'uomo forte Milosevic, così come l'indebolimento del suo partito, tutti
questi elementi prefigurano un risultato favorevole del DOS. I partiti di
Seselj e di Draskovic - che hanno entrambi violentemente criticato le
violenze mafiose - potrebbero riprendere un po' di fiato, ma non è del tutto
certo.
Allora ci si troverà, nei prossimi anni, in una situazione di "doppio
potere" con un governo jugoslavo sotto il controllo di Milosevic ed un
governo serbo sotto l'autorità di Djindjic e dell'Occidente? Sarebbe una
situazione storica assai originale ed esplosiva. Ma non è sicuro. Il DOS fa
pressione per le sue soluzioni: o un governo minoritario del DOS, o un
governo cosiddetto "tecnico" di esperti, o un'alleanza DOS-SNP montenegrino.
Si dice anche che il SPS- attualmente sotto una pressione terribile -
potrebbe accettare di far entrare il DOS nel governo jugoslavo; si avrebbe
allora un governo d'unità nazionale SPS-DOS-Radicali-SPO (Draskovic). In
ogni caso, le schermaglie dovrebbero continuare. Una divisione dei poteri
non è mai soltanto una soluzione temporanea, e gli appetiti attuali sono
troppo forti.
La partita non è conclusa, ma il margine d'azione è ristretto.
In ogni caso, per i progressisti del mondo intero, sarà importante seguire
questa situazione attentamente ed aprire gli occhi su questi partiti
jugoslavi cosiddetti "democratici" ma il cui programma è effettivamente
quello del FMI. I mesi a venire saranno di grande importanza, e la
situazione non è ancora completamente definita.
Come abbiamo già detto, una buona parte degli elettori di Kostunica resta
anti-Nato: "Sono contento che Milosevic è caduto, mi ha detto Darko,
giurista. Perché non ha condotto fino in fondo la battaglia per difendere i
serbi in Croazia, poi in Bosnia. Ed ha trascurato tutti quei giovani che
furono vittime di queste guerre. Ma con questo nuovo regime, avremo un
problema ancora più grave. E' la NATO che sta arrivando qui. Non dovremo
permetterglielo."
Le cinque ragioni della disfatta
Come spiegare la vittoria di Kostunica? Con un insieme di fattori di cui la
maggior parte è stata trattata negli articoli precedenti. 1. La violenza
della NATO. 2. Dieci anni di privazioni con lo strangolamento economico del
paese. 3. Il denaro della CIA che è piovuto a fiotti e che ha causato
ovviamente delle defezioni. 4. Una campagna mediatico-psicologica
intelligente attorno all'uomo nuovo e credibile Kostunica. 5. Gli errori del
regime di Milosevic.
D'accordo, fondamentalmente, è una vittoria della Nato, una vittoria della
violenza. Nella primavera del '99, durante i più intensi bombardamenti
contro gli obiettivi civili (installazioni elettriche, depositi di benzina,
strade, ponti...), il generale USA Michael Short dichiarava: "Sono convinto
che se la gente non ha la corrente per far funzionare i frigoriferi, il gas
per la cucina, se non possono andare al lavoro perché i ponti sono distrutti
e se non smettono di pensare alle bombe che possono cadere in ogni momento,
arriveranno i tempi in cui vorranno veder finire tutto questo". Tutto
questo, era il regime di Belgrado.
Ecco quello che la Nato chiama "elezioni democratiche". Proprio come la
signora Carla Del Ponte, sedicente magistrato internazionale imparziale, in
realtà semplice arma di Washington nello stesso modo che un Tomahawk o un
volgare spione della CIA. Questa tizia ha dichiarato: "E' giusto da parte
mia esprimere il mio stupore davanti agli avvenimenti drammatici che si
svolgono a Belgrado, io auguro loro (al DOS ndr) un successo pieno con tutta
la loro nuova democrazia." (Comunicato del 6 ottobre)
Curioso magistrato, curioso tribunale, quelli che chiudono gli occhi sul
regno di terrore e di mafia in Kosovo e osano applaudire la "democrazia",
tutto continuando dedicarsi al loro lavoro sporco di satanizzazione dei
Serbi!
Al momento, noi non svilupperemo qui gli altri fattori della disfatta
(trattati precedentemente), ma arriviamo al quinto fattore, sul quale ci
poniamo molte domande. "Perché non ci sono state contromanifestazioni nelle
strade?" "Che pensano i lavoratori?" "Perché l'esercito non si è mosso?"
Perché il regime ha perso il suo sostegno
Ieri, ho incontrato dei sindacalisti di provincia, venuti a trovarmi per
parlare del mio libro "La Nato alla conquista del mondo" ed invitarmi tenere
una conferenza davanti ai loro militanti ed affiliati. La loro
organizzazione - che si definisce "indipendente" ma che è molto vicina al
partito socialista - conta 35.000 membri. Io li ho ovviamente interrogati
sulla situazione attuale. Ho ascoltato le loro risposte veramente vaghe e
confuse. Penoso. Finalmente, uno dei responsabili mi ha detto: "Io ho
attaccato tutti i manifesti di Milosevic che ho ricevuto, ma ho votato
Kostunica."
Eccoci di fronte ad un chiaro esempio di perdita
Domenica, sono andato a Novi Sad come osservatore al secondo turno delle
elezioni regionali della Vojvodina. In un intervista (da pubblicare) il
segretario del partito socialista della regione Dusan Bajatovic mi ha detto:
"Noi siamo un partito molto grande, con un gran numero di quadri, e dieci
anni al potere, è molto. Cosa che ha provocato uno scontro tra i quadri.
Molta gente non si trovava nel nostro partito per ragioni serie, ma per
interesse. Ed in un paese povero, essere in un partito stimola gli appetiti.
Il popolo ha visto gente arricchirsi dall'oggi al domani e senza valide
ragioni. Ci sono molti casi. Da dove veniva questo denaro? E la gente ha
pensato che era la posizione del SPS che provocava questi privilegi.
La grande maggioranza dei membri sono tuttavia onesti e devoti al loro
paese, e loro stessi giudicano severamente questi casi. Ci sono state anche
delle false accuse contro i dirigenti del SPS e dello Stato, ma in queste
condizioni, i suoi membri non hanno potuto rispondere adeguatamente a questi
attacchi."
Confessione interessante. Resta evidentemente da sapere perché questi
arricchimenti e questi privilegi non sono stati combattuti. Perché i
beneficiari erano in posti troppo in alto?
"Non resta che il SPS, mi spiega Branko, ingegnere. Anche il partito della
YUL, che si dichiara di posizioni ancora più a sinistra del SPS, ha perso la
sua credibilità. Questo contava nelle sue fila su numerosi padroni molto
ricchi. Non si può avere una teoria di sinistra ed una pratica di destra."
Ma aggiunge: "Non è per questo che bisogna buttarsi tra le braccia della
destra. Sono passati dieci anni, le stesse promesse occidentali sono state
fatte ai rumeni. Ma io conosco questo paese, poiché il mio lavoro mi ci
porta spesso. Oggi, la situazione in questo paese è talmente catastrofica
che voi potete trovare persino dei lavoratori rumeni occupati nei campi,
qui, in Jugoslavia, a Pojurevac! E loro non hanno delle sanzioni."
Un altro intellettuale progressista, Darko, pensa lo stesso e aggiunge:
"Milosevic dovrebbe fare come Castro. Quello lì lo si vede sempre a
discutere con la gente semplice, con i contadini, per capire come va, quello
che pensano, i loro problemi. Cuba anche è sotto attacco, ma si difende
bene."
Quando si prova a valutare il peso rispettivo di questi diversi elementi,
bisogna mostrarsi prudenti. I fatti che abbiamo esaminato sono molto
importanti e ci torneremo sopra. Ma non sono una novità, la gente ne era a
conoscenza da molto tempo. E nessuno ha grande fiducia nell'onestà
dell'opposizione sul piano della corruzione. Bisogna comprendere che a
queste elezioni, in effetti, il SPS ha sfruttato un poco l'onda delle
elezioni precedenti. Il fattore nuovo, è l'affermazione del DOS. Anche su
questo ci torneremo sopra.
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Bollettino di controinformazione del
Coordinamento Nazionale "La Jugoslavia Vivra'"
> http://digilander.iol.it/lajugoslaviavivra
I documenti distribuiti non rispecchiano necessariamente le
opinioni delle realta' che compongono il Coordinamento, ma vengono
fatti circolare per il loro contenuto informativo al solo scopo di
segnalazione e commento ("for fair use only")
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