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Re: Catena di SanLibero 43



>Heil. Raduno dei veterani austriaci della Wehrmacht e delle Ss in
>Carinzia. Circa duemila, alla presenza di Haider che fa il discorso.
>"Non permetteremo che la storia dei nostri padri si trasformi in un
>album di criminali. Non permetteremo che vengano calpestate le vittorie
>della nostra storia nazionale". Presenti anche i rappresentanti dei
>gruppi di estrema destra provenienti da Germania, Francia e Italia. A
>novembre adunata generale a Trieste.

Guarda che e' un mese e mezzo che e' venuto fuori che era una bufala. Quei
quattro gatti di Forza Nuova a Trieste hanno detto che non ne sapevano
niente neppure loro. Pero Il Manifesto (o era Liberazione?) e compagnia
bella testardamente insistono con questa storia. Mi sto un po' rompendo le
palle...

Sabato sera a Trieste c'era un ricevimento per la Barcolana, la Coppa
d'Autunno, la regata piu' affollata del mondo: 1800 barche, 15.000 persone
in mare, Paul Cayard ad altri bei nomi fra gli ospiti.

Il ricevimento in onore degli equipaggi l'ha organizzato la Comunita'
Croata di Trieste.

Beh, caro Ric, se pensi che sia poca cosa sentire un vicesindaco di Trieste
salutare pubblicamente con un "dobra vecer", nel cuore dell'italianissima
citta'.... Io che qua ci sono nata e cresciuta, e i perche' e i percome
della destra locale li conosco bene, ho fatto un balzo e mi son detta
"siamo proprio nel 2000".

Laggiu' a Roma non si sta capendo un cavolo, come al solito, delle storie
di frontiera.

Una volta di piu', mi si torcono le budella a vedere una sinistra che sta
perdendo l'appuntamento con la storia e sta lasciando in mano agli Haider
la delicatissima questione dei piccoli popoli, delle complicate storie
locali.

Da qui al Kosovo la realta' e' che gli stati nazionali sono concetti
imposti dall'alto - con la forza delle armi e il sangue della gente -
forzati sopra un patchwork di gruppi che hanno lingue, storie e mentalita'
diverse. Lasciati a se stessi, per secoli hanno vissuto insieme, bene o
male, hanno mangiato lo stesso pane ed hanno continuato a far figli misti.
Mio nonno era un tenente degli alpini, sbattuto prima in Albania poi in
Russia, dove e' rimasto nella neve dalle parti di Nikolajevska con una
pallottola in fronte. Lasciando a Trieste una moglie slovena, che si era
sposato nel cuore di quegli anni in cui gli sloveni a Trieste venivano
privati della loro lingua, della loro identita', del loro diritto ad
esistere come popolo, e infine della vita, sbattuti in Risiera, l'unico
campo di sterminio nazista in Italia. Haider vuol venire proprio li' a
chiedere scusa? Sarebbe sempre ora. Il governo alleato - i democraticissimi
americani, inglesi e francesi - appena messo piede a Trieste fece
immediatamente sbiancare i muri della Risiera per nascondere le prove, le
scritte disperate dei condannati sulle pareti delle celle. Il governo
alleato PROIBI' ufficialmente qualsiasi inchiesta sui collaborazionisti
locali dell'Adriatisches Kustenland.

Sai perche'? Prova a indovinare.... Si', hai capito: li riciclarono
immediatamente in Gladio.

Sai che questa storia te la stavo preparando per Avvenimenti, tanti anni fa?

Mi misi a scavare intorno a Gladio, inciampai su Peteano, e indietro,
indietro nel tempo....

Perche' non l'ho mai scritta poi la storia? Ho avuto un momento di crollo:
accidenti, mi son detta, perche' mi prendo in giro? In questo benedetto
paese gia' lo sanno tutti. Magari non i dettagli, ma la sostanza si'.
Abbiamo scambiato il benessere per la tacita accettazione di non scavare
troppo nella merda, e buona pace ai morti.

Vabbe', comunque, la facenda sta prendendo una brutta piega. Mi sembra che
una vasta, vastissima, troppo vasta area della "sinistra" si stia facendo
abbindolare da un modo di leggere la realta' molto falso e molto pericoloso.

Da una parte si fanno marce anti-globalizzazione, dall'altro ci si bevono
le palle dei governi centrali che cercano di creare spauracchi per
demonizzare chiunque metta in dubbio la sacralita' dello stato-nazione,
l'autorita' morale di Roma su Trieste, di Bruxelles su Vienna (e delle
multinazionali su Bruxelles - by the way, ragazzi, lo sapete quanto prende
in un mese il nostro commissario europeo Monti? settanta milioni settanta;
non oso pensare quanto prenda Prodi; siamo un popolo di coglioni).

Ci si perde a gridare all'untore contro i vari Haider, e non si vede cosa
c'e' dietro, quali sono gli interessi veri in gioco.

A me non piace Haider, come non mi piaceva Tudjman. Ma ancora meno mi
piaceva De Michelis che stava a difendere la sacralita' dei confini
jugoslavi mentre sottobanco intrallazzava per far comprare le cementare di
Spalato da certi suoi amici. L'affare ando' in fumo all'ultimo momento per
via di una tangente da due milioni di marchi... Un pretesto, in realta', i
croati preferivano un altro acquirente. Scusa, vecchi pettegolezzi. A
Zagabria  era tutto sulle pagine dei giornali (ahem.... temo di averci
messo uno zampino anch'io), in Italia ovviamente non se ne seppe niente.
Pero' De Michelis e' di nuovo in tv, a momenti mi prendeva un infarto
l'altra settimana, quando me lo sono trovato davanti sullo schermo: me lo
sono rivisto in quella piazzetta di Dubrovnik, la sera del 26 luglio 1991,
sotto una dolce luna d'estate, mentre parlava tutto orgoglioso del "mio
amico Milosevic". La giornalista di Belgrado che lo stava intervistando
(Duska Jovanovic, figlia di un generale serbo, bella ragazza) fece un salto
sulla sedia e gelida rispose: "Ma a marzo ha mandato contro di noi i carri
armati!"

In tutto il solito osceno sproloquio dei talk show di questi giorni nessuno
si e' sognato di ricordare questo piccolo particolare.

Era il marzo del 1991, quando la gente di Belgrado scese in piazza,
cercando per la prima volta di scrollarsi di dosso Milosevic.

Piu' di duecentocinquantamila persone erano ancora vive, persone che oggi
non ci sono piu'.

Vukovar era ancora intera, e Sarajevo.

E tutti quei paesini che ho rivisitato quest'estate, in riva alla Sava e
alla Una, ancora in macerie dopo dieci anni.

Chi aiuto' Milosevic a restare in sella allora? E la volta dopo, che i
serbi ci riprovarono a cacciarlo via? Dimmi un po', chi?

I suoi buoni amici. I De Michelis, gli Eagleburger, i Chirac...

Basta, devo piantarla qui, mi e' scappata la lingua un'altra volta, sto
facendo un romanzo.

Scusate.

E' che mi fa incazzare come una belva l'idea che tanta brava gente, pur con
le migliori intenzioni, si lanci in crociate fittizie, confezionate nelle
solite stanze dei bottoni. Confezionate per calmarci la coscienza con
soluzioni facili, per non farci venire l'uzzolo di andare invece a scavare
- scusate - nella merda.

Ric, vecchio amico, abbiamo gia' avuto una storica discussione in
quell'estate del '91, ricordi? Beh, non ti sembra sia ora di fare del
giornalismo serio su queste faccende?

I Balcani, in fondo, non sono che uno specchio delle nostre stesse
contraddizioni.


paola