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Re: Fwd: Yugo Elections: Investigate US Corruptions



Date: Sun, 01 Oct 2000 21:04:53 +0200
To: pck-yugoslavia@peacelink.it
From: Tiziano Tissino <tissino@tin.it>
Subject: Re: Fwd: Yugo Elections: Investigate US Corruptions

>Appunto. Stiamo attenti con le semplificazioni, da una parte, ma anche
>dall'altra. Io non ho una particolare simpatia per Slobo, e so bene che non
>è un agnellino. Però mi fanno venire il nervoso le continue semplificazioni
>della Tv: tutti i TG allineati a spiegarci che da una parte c'è un feroce
>dittatore e dall'altra un campione di democrazia. Punto. Fine del servizio.

Eheheheheh....

Aneddoto.

Aprile 1990. Prime elezioni multipartitiche in Croazia. Gruppone dei
giornalisti italiani che vanno a pranzo insieme in un centralissimo
ristorante di pesce. Un grande corrispondente della tv di Stato sta
concionando sulla situazione politica in Croazia, illuminando tutti i
colleghi su vita morte miracoli e posizioni dei partiti in lizza. Ad una
cazzata più grossa delle altre, la sottoscritta sussulta ed interloquisce
"... veramente, la cosa e' un po' piu' complessa...". Lui si gira come una
vipera e sbotta "Io sono famoso per far capire sempre ai miei
telespettatori cosa succede, e non mettero' certo a rischio la mia fama per
le tue preziose informazioni!"

Silenzio e occhi sbarrati.

Penso abbia capito di aver esagerato, fu molto gentile con me per tutti i
giorni seguenti al centro stampa.

Lo rividi nove mesi dopo - piu' o meno - sui soliti schermi tv,
lanciatissimo nel ruolo di corrispondente da Desert Storm, sahariana e
abbronzatura di ruolo. E qualche anno piu' tardi, in uno "speciale" nel
quale spiegava che gli americani avevano preso tutti per i fondelli,
portando i giornalisti occidentali intruppati in gita turistica a
spiegargli che quella del Golfo era stata una guerra "pulita",  mostrando
ai corrispondenti "amici" quel che volevano loro. Non certo il carnaio
pochi chilometri piu' in la'.

"Ebbene si', abbiamo mentito", diceva Egli, contrito. Scusatemi, hanno
preso per i fondelli pure me. Devo dire che sono rimasta ammirata: figlio
di.... , ho pensato, devo ammettere che sei proprio un Grande
Professionista.

Io non mi incazzo piu' per queste cose. Mi limito a esser contenta che
Internet stia prendendo piede.


>Ti ricorderai certamente l'anno scorso, come i TG per un bel pezzo ci hanno
>detto che era Milosevic il cattivo a non volere l'accordo a Rambouillet e
>solo dopo abbiamo saputo che di razza di accordo capestro si trattava.

Beh, ti confessero' una cosa. A quell'epoca ho fatto un giro di telefonate
con una serie di ex colleghi e miei ex redattori a Roma (taccio i nomi per
discrezione, ma posso dirti che siam sempre in questa benedetta sinistra, e
quindi ormai stampa di governo - fra parentesi, anche questo mi ricorda
tanto la situazione attuale in Croazia). Chiedevo: "Ma ragazzi, davvero da
quelle parti non si sa, non si capisce, quel che sta succedendo davvero?"

Si sapeva, si sapeva. Sia i giornalisti, sia i politici.

Non gliene importava un accidente a nessuno, tutto qui.

Il problema era giocar bene le proprie carte per far bella figura con gli
alleati.

Ma questa commedia son dieci anni che va avanti, io non mi incazzo piu'. Il
mio cuore si e' spezzato nell'estate del '91, quando ho capito che non
gliene fregava niente a nessuno di quella gente angosciata che mi fermava
per strada e mi chiedeva quando noi - l'Occidente - saremmo venuti a
salvarli (perche' io piantavo casino alle conferenze stampa in diretta tv,
e poi avevo il nostro console italiano che mi invitava a bere cappuccini
insieme e mi pregava di darmi una calmata).

Son tornata quest'estate in alcuni posti dove ero stata nove anni fa. Sono
scoppiata a piangere come un'idiota sulle rovine di una chiesetta in riva
alla Una che mi era rimasta nel cuore perche' era tutta decorata di fiori,
invece che di santi. Ne e' rimasto qualche frammento, un mazzetto qui, una
ghirlanda li', ho qui le foto che devo decidermi a pubblicare in rete
insieme al progetto del Sentiero della Pace che stiamo mettendo insieme.

Quella volta ero coi croati, che furono cacciati a calci (bombe in testa,
per la precisione) dalle loro case quell'estate. Questa estate invece,
finito di piangere sono andata a dormire in una casa serba, in un villaggio
serbo: a loro e' toccata quattro anni dopo, nel '95, l'ondata di ritorno.

Potrei scrivere per ore, storie ben diverse da quelle che giustamente
lamenti tu. Storie della gente normale, storie assurde e contraddittorie...
Se per te sono difficili i Tg, pensa per me che quel paese l'ho nel sangue,
ci ho vissuto, lavorato, fatto figli, ne parlo la lingua... Sono pur sempre
una straniera, ma non una turista.


>Oggi, vogliono farci credere a tutti i costi che Milosevic ha imbrogliato i
>dati elettorali. Ancora una volta, è lui l'unico cattivo.

Beh, che li abbia imbrogliati - non e' mica la prima volta... - non
significa che non sia stata una porcata coprir di bombe mezzi Balcani. E
viceversa.


>Posso dire che
>faccio fatica a prendere per oro colato tutto questo senza sentirmi
>rinfacciare, come succedeva l'anno scorso, che sono amico di Milosevic?


Vedi sopra. A me fa accapponar la pelle proprio questo tentativo di
identificare i buoni e i cattivi. Con una foga, spesso, da guerra santa (o
da partita di calcio? non da elezioni, quelle ormai non scaldano piu'
nessuno). C'e' chi tiene per gli uni, chi per gli altri, tutti a spiegare
le loro ragioni con teorie che a me suonano spesso fantascientifiche.

Anche perche', purtroppo, sento in giro valanghe di argomentazioni
totalmente fuori strada, soprattutto per mancanza di dati. Sul che si
chiude il cerchio con la questione dei nostri mass media, con la quale
abbiamo aperto.

E ripeto: adesso abbiamo Internet. E guarda che noi pesciolini piccoli
qualche piccola chance cominciamo ad avercela, col nostro tam tam dei
poveri :-)

Ormai sta diventando molto difficile tenere le informazioni segrete, o
impedire a gente che ha qualcosa di intelligente da dire di farsi sentire.
Le cose in rete girano, ne ho avute molte prove.

Per quello diventano cosi' importanti il coraggio e l'umilta' che citavo la
volta scorsa: coraggio di confrontarsi con realta' nuove e sconosciute,
umilta' di ammettere che ancora non sappiamo nulla e c'e' sempre qualcosa
di nuovo da imparare.

Gli strumenti ormai ce li abbiamo.

paola