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re: allucinazioni di mezza estate
At 14.57 19/08/00, Maurizio Cucci wrote:
>ciao,
>
>io credo che se si è contro l'aggressione della nato si è contro tutte le
>aggressioni, compresa quella di milosevic.
Sottoscrivo in pieno.
>io credo che se si è contro i lager nostrani si debba coerentemente essere
>anche contro quelli serbi.
Certo, e anche contro quelli croati e bosniaci.
>io credo che il tribunale internazionale dell'aia per i crimini di guerra in
>ex jugoslavia sia l'unico baluardo istituzionale rimasto a dare un senso
>alla dignità dei morti e all'impegno e al sacrificio dei vivi.
Carissimo Maurizio,
lascia che ti dica che ho qualche perplessità sul ruolo del Tribunale
Internazionale per la ex Jugoslavia (il che non vuol dire automaticamente
chiederne la chiusura).
Le mie perplessità non sono, ovviamente, sulla necessità di fare giustizia,
ma sul rischio - molto forte - che le decisioni del tribunale dell'Aja
siano in qualche modo pilotate (o comunque utilizzate) politicamente.
Il Tribunale dell'Aja ha deciso, per esempio, che nei tre mesi di
bombardamenti Nato contro la Serbia dell'anno scorso non è stato commesso
nessun crimine di guerra, mentre sappiamo tutti che la Nato ha violato
tutte le convenzioni possibili ed immaginabili in tema di diritto umanitario.
Ora, cosa diresti se in Italia un Tribunale appioppasse 50 anni di carcere
ad un uxoricida e che mandasse assolto il proprietario di una fabbrica che
ha fatto venire il cancro a qualche decina di suoi operai? Sarebbe
giustizia, questa?
Voglio dire: ci sono crimini efferati, che colpiscono l'opinione pubblica;
e ci sono crimini 'bianchi', in cui non c'è un'immediata percezione del
collegamento tra l'atto e le sue conseguenze, ma che producono danni e
sofferenze ben maggiori.
E poi ci sono crimini fatti da 'poveri cristi' e crimini fatti da
personaggi intoccabili; crimini fatti da assassini impresentabili ed altri
da presentabilissimi uomini d'affari in doppiopetto.
Ecco, io non saprei che farmene di una giustizia che si accanisse solo sui
pesci piccoli e che abdicasse al suo ruolo di garante della legalità anche
nei confronti dei potenti. Questi ultimi, hanno già la forza delle armi e
del denaro per far valere i loro interessi.
Visto dal basso, dal lato della povera gente, Milosevic non appartiene
certo alla categoria dei 'poveri cristi'; ma se vediamo le cose dall'alto,
dal livello della politica internazionale, Milosevic mi pare piuttosto un
povero 'picciotto' che ha alzato troppo la testa e che si è permesso di
contrastare più del consentito i desiderata della Cupola.
Allora, se il processo a Milosevic lo fa la gente comune, se gli abitanti
della Serbia aprono gli occhi e si rendono conto delle atrocità commesse
(anche) dai soldati serbi, tutto ciò mi va benissimo, e spero che succeda
il più presto possibile.
Se invece la 'giustizia' dobbiamo aspettarla dai capi-bastone, allora
stiamo freschi...
A proposito di Tribunali, che ne pensi del costituendo Tribunale
Internazionale sui crimini di guerra? Sai come funzionerà, vero? Il
tribunale potrà agire solo nei confronti dei cittadini degli stati che ne
avranno accettato la giurisdizione, oppure in tutti i casi in cui il suo
intervento sia richiesto dal Consiglio di Sicurezza dell'Onu. Gli Stati
Uniti hanno già detto che loro non accetteranno mai che un Tribunale
Internazionale metta il becco nei loro affari; al tempo stesso, gli Usa
controllano de facto il Consiglio di Sicurezza. Il risultato è che gli Usa
possono portare in giudizio qualsiasi Stato, mentre le loro operazioni
continueranno ad essere al di sopra della Legge... Che te ne pare, in
quanto a giustizia?
Lo sai qual è stato il modello su cui ci si è basati, per costituire il
Tribunale sui crimini di guerra? Quello del Tribunale per i crimini di
guerra nella ex Jugoslavia...
>[...]
>
>ps: non ho mai scritto a info@peacelink.it, e non ho mai nascosto la mia
>identità dietro una sigla o un KOMITATO. e considero aggressivo e poco
>democratico fagocitare i lettori ad inviarmi risposte personali!!!
>
>caro marco non è stata una buona idea!!!
>
>arrisaluti.
Maurizio,
se tu avessi scritto che consideravi aggressivo l'intervento di Giorgio
Ellero, avrei potuto capire, ma nel messaggio di Alessandro non ci ho
trovato proprio niente di aggressivo...
Credo che le cose siano andate così: Gianni Zampieri ha scritto un
messaggio in risposta al tuo che cominciava con 'Caro Maurizio'; Alessandro
si è accorto che il tuo messaggio era stato immesso in lista non
direttamente da te, ma tramite l'intervento di Marco Trotta. A quel punto,
ne ha dedotto che tu probabilmente non eri iscritto alla lista e che in tal
caso non avresti ricevuto le risposte al tuo messaggio; quindi ha pensato
bene di avvisare chi volesse interloquire con te che per farlo doveva
scrivere direttamente a te e non solo alla mailing list... Ho indovinato,
Alessandro?
Poi, che Marco Trotta abbia ricevuto il tuo messaggio tramite un'altra
mailing list anziché - come ipotizzato da Alex - tramite info@peacelink.it,
mi pare un dettaglio del tutto secondario, un po' poco per costruirci sopra
un'ipotesi di complotto, non trovi? ;-)
Ti prego, Maurizio, resta con noi, non andartene via sbattendo la porta
solo perché noi non abbiamo la stessa tua percezione della gravità dei
crimini commessi dall'esercito serbo.
Credo che sia importante che nessuno si cristallizzi nel vedere tutto il
bene da una parte e tutto il male dall'altra; mentre è fin troppo semplice
che ciò avvenga, a seconda delle informazioni parziali (nel duplice
significato di 'non complete' e di 'di parte') che ciascuno di noi riesce a
raccattare e a rielaborare. Ti chiedo, tu che per lungo tempo hai vissuto
la guerra dal di dentro, di aiutarci a ricordare e a riscoprire quel che è
successo solo pochi anni fa alle porte di casa nostra. Al tempo stesso,
lascia che ti chieda un'altra cosa: non certo di assolvere Milosevic da
ogni sua colpa, ma di contestualizzare il suo ruolo in una situazione che
aveva, ed ha, molti più attori di quel che sembra.
Con affetto,
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Tiziano Tissino
via Pola 3 - 33080 Porcia PN - Italy
e-mail: tissino@tin.it
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... la gente non sarà guidata dalla macchina, né programmata dal computer,
né comprata dal supermercato, né guardata dal televisore (Edoardo Galeano)