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Re: allucinazioni di mezza estate



At 16.44 14/08/00, Maurizio Cucci wrote:

>Bene allora ho scritto una letteraccia ma non potevo inviarla alla lista,
>perché ero senza portatile, così appena ho trovato un PC ho spedito la
>letteraccia al nostro "ex allenatore", il buon tiziano tissino, col quale ho
>avuto alcuni scambi.
>Purtroppo mi sono accorto che anche tra i più moderati circola, tra le
>righe, questo schifosissimo revisionismo storico che nega otto anni di
>carneficine compiute dall'Esercito Federale Serbo e dai suoi alleati etnici,
>sciacquando le pile di Milosevic e facendolo diventare la vittima dei
>balcani.

Visto che è Ferragosto e nessuno pare abbia voglia di reagire, provo a dire 
due cose io, dato che il buon Maurizio mi ha tirato in ballo.

Da parte mia, non credo di far parte della schiera dei 'revisionisti' che 
tanto ha sconvolto Maurizio: sono convinto anch'io che 'i serbi' siano 
responsabili di efferati delitti lungo tutta la guerra nella ex Jugoslavia 
e che portano anche una buona fetta di responsabilità per l'odio etnico 
nato e sviluppatosi tra i popoli della ex Jugoslavia.

Solo, mi permetto di far notare che quello serbo non era l'unico 
nazionalismo dei Balcani. Maurizio cita l'accademia delle Scienze di 
Belgrado; è che dire, allora, della prima bozza di costituzione croata, che 
recitava 'La Croazia è la patria dei Croati'? Ed anche nella 'multietnica' 
Bosnia, era presente il nazionalismo mussulmano.

I serbi hanno messo in atto la pulizia etnica, nei territori da loro 
controllati? E i croati, non hanno forse fatto lo stesso? Ti ricorda 
niente, l'Operazione Tempesta, messa in atto con la benedizione Usa? Sarà 
anche una nemesi storica, ma oggi la Serbia è il paese della ex Jugoslavia 
che ospita il maggior numero di sfollati e di rifugiati...

Vukovar è stata distrutta dalle Tigri di Arkan, certo, ma Paolo Rumiz - che 
ho qualche difficoltà a dipingere come filoserbo - nei suoi libri racconta 
di come Vukovar sia stata 'tradita' dagli stessi vertici croati, che mentre 
la città ancora resisteva hanno preferito riempire gli arsenali dell'HVO di 
Mostar (quando ancora la guerra non era scoppiata in Bosnia), anziché 
correre a difendere la città sul Danubio, forse considerata troppo 
multietnica per meritare l'aiuto dell'esercito croato.

L'assedio di Sarajevo non è assolutamente giustificabile, ma ho qualche 
difficoltà anche a giustificare una secessione fatta colpi di maggioranza, 
in aperta sfida ad oltre un terzo degli abitanti del paese; 'democrazia' 
significa governo del popolo, di tutti, non solo della maggioranza, 
soprattutto su questioni fondamentali come una dichiarazione di indipendenza.

Tutto ciò non per sminuire le responsabilità di Milosevic & Co., ma per 
mettere in guardia dal rischio di affibbiare tutte le colpe ad una sola 
delle parti, con ciò assolvendo tutti gli altri, ed autorizzandoli alle 
peggiori nefandezze, perché combattute in nome della vittoria del Bene sul 
Male.

Se Milosevic è il Male Assoluto, il Nuovo Hitler, allora qualsiasi atto per 
combatterlo diventa lecito: contro il male assoluto, ogni altro male è - 
per definizione - relativo, e quindi minore: era la logica dell'attacco 
Nato dell'anno scorso, con i suoi bombardamenti sul petrolchimico di 
Pancevo, con le cluster bombs e l'uranio impoverito, ecc. ecc.

C'è un modo di venir fuori da questa situazione, di denunciare la Nato 
senza dover essere considerato un alleato di Milosevic, di denunciare 
Milosevic senza essere definiti lacché di Washington?

Io credo di sì, anche se non è facile: intanto, è necessario fare luce 
sulla verità storica di questi ultimi dieci anni di sangue, individuando le 
responsabilità dirette ed indirette, di chi ha commesso crimini e di chi ha 
dato gli ordini, di chi non è intervenuto quando poteva farlo e di chi ha 
sparso benzina sul fuoco. Già questa è un'impresa titanica, che dovrà fare 
i conti con campagne di disinformazione che tutti i governi coinvolti 
(dentro e fuori i Balcani) hanno messo in atto ancor prima dell'inizio 
della guerra, e che hanno pesantemente contribuito a creare il consenso 
sociale sulla gestione del conflitto.

Ma tutto questo non basta, perché al di là delle responsabilità personali 
ci sono comunque le responsabilità collettive: è necessario che ogni popolo 
nei Balcani faccia i conti con la propria storia e chieda perdono per i 
crimini che ha commesso e offra riconciliazione per i crimini che ha 
subito. Questa fase è la più difficile, perché non può essere imposta 
dall'esterno, ma noi possiamo dare una mano, cercando di costruire ponti di 
comprensione ed occasioni di incontro e confronto tra i popoli, e 
soprattutto evitando di schierarci aprioristicamente per una sola delle 
parti in causa o isolando in un angolo quelli che consideriamo i 'cattivi'.


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Tiziano Tissino
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e-mail: tissino@tin.it
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... la gente non sarà guidata dalla macchina, né programmata dal computer, 
né comprata dal supermercato, né guardata dal televisore (Edoardo Galeano)