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Notizie Est #307 - Kosovo/Serbia/Montenegro
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- Subject: Notizie Est #307 - Kosovo/Serbia/Montenegro
- From: "Est" <est@ecn.org>
- Date: Wed, 1 Mar 2000 14:48:57 +0100
- Posted-Date: Wed, 1 Mar 2000 15:00:52 +0100
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NOTIZIE EST #307 - KOSOVO/SERBIA/MONTENEGRO
1 marzo 2000
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KOSOVO: NUMERI & CIFRE
[Seguono alcune brevi da Kosovo, Serbia e
Montenegro che, in un modo o nell'altro, si
occupano tutte di "numeri". In fondo, due
aggiornamenti relativi a "Notizie Est" #305
(sugli scioperi nelle scuole in Serbia) e a
"Notizie Est" #306 (sui dissidi tra i partiti
albanesi di Macedonia e sull'universita' di
Tetovo - a.f.]
I NUMERI DELLA KFOR IN KOSOVO
("Albanian Daily News", 29 febbraio 2000)
BRUXELLES - La KFOR, la forza multinazionale di
mantenimento della pace, ha attualmente in
Kosovo 37.200 soldati, mentre altri 5.600
forniscono supporto logistico in Macedonia,
Albania e Grecia.
Secondo le ultime cifre fornite dalla NATO, in
Kosovo gli Stati Uniti hanno il numero piu' alto
di soldati dispiegati sul campo, con 5.400
effettivi, seguiti dall'Italia (4.200), dalla
Germania (3.900), dalla Francia (3.900), dalla
Russia (3.150) e dalla Gran Bretagna (3.000).
Nel totale di 36 stati che contribuiscono alla
missione, gli altri paesi che hanno fornito
contingenti sostanziosi sono stati l'Olanda
(1.400), gli Emirati Arabi Uniti (1.300), il
Canada (1.100), la Grecia (1.100), la Norvegia
(1.000) e la Spagna (900). I paesi NATO coprono
circa i quattro quinti degli effettivi totali,
con circa 30.000 uomini.
I contingenti di supporto si trovano in
Macedonia, dove ci sono 4.000 militari KFOR, in
Albania, dove ve ne sono 1.400, e in Grecia,
dove sono 100.
Il Kosovo e' stato diviso in cinque settori,
ognuno sotto il comando di una diversa forza
partecipante: i francesi nel settore nord, gli
americani in quello est, i tedeschi in quello
sud, gli italiani in quello ovest e i britanni
in quello centrale.
La KFOR attualmente e' amministrata dal
Landcent, le forze di terra NATO nell'Europa
Centrale, con sede a Heidelberg, in Germania,
sotto il comando del generale tedesco Klaus
Reinhardt. Lo stato maggiore della KFOR e'
composto da circa 1.500 uomini di tutte le
nazionalita'.
Il Landcent verra' sostituito in aprile dallo
stato maggiore dell'Eurocorps, formato da
ufficiali di Belgio, Francia, Germania e Spagna.
La KFOR sara' a partire da allora comandata dal
generale spagnolo Juan Ortuno, che e' diventato
comandante dell'Eurocorps il 26 novembre 1999.
I NUMERI SUI PROFUGHI SERBI DAL KOSOVO
("Danas", 26-27 febbraio 2000)
Nel corso di una conferenza stampa
"eccezionalmente affollata", tenutasi il 21
febbraio, l'ambasciatore jugoslavo a Mosca,
Borislav Milosevic [fratello del piu' noto
Slobodan - N.d.T.] ha comunicato che "piu' di
300.000 abitanti non albanesi sono stati
costretti" ad abbandonare il Kosovo. Tra loro vi
sono "piu' di 200.000 serbi". Tutto cio',
secondo le parole di Milosevic, e' successo
durante la presenza della missione
internazionale nella provincia. "Alla colonna di
250.000 serbi fuggiti quest'anno dal Kosovo si
sono uniti 30.000 albanesi leali nei confronti
dello stato serbo", ha dichiarato il 18 febbraio
Faik Jashari, membro del Consiglio esecutivo
temporaneo del Kosovo e Metohija. Un giorno
prima, al IV congresso del Partito Socialista
Serbo (SPS), Zivorad Igic ha illustrato ai
delegati la situazione in Kosovo: "In otto mesi
sono stati espulsi 350.000 cittadini, di cui
260.000 serbi e montenegrini". Igic parlava a
nome dei "70.000 membri del SPS nel Kosovo e
Metohija". Nel giro di cinque giorni, tre
statistiche diverse sui profughi, e la
differenza nei numeri citati arriva fino a
60.000. La cifra piu' drammatica e' quella
lanciata durante i dibattiti congressuali, nei
quali non sono mancate le lodi per i successi
conseguiti dalla Serbia nel corso dei quattro
anni intercorsi dal precedente congresso.
Secondo il comunicato congiunto rilasciato da
UNHCR e OSCE in Kosovo sono rimasti poco piu' di
100.000 serbi, circa 30.000 rom, 35.000
musulmani, 12.000 gorani e 500 croati. Secondo
il censimento ufficiale jugoslavo, in Kosovo
vivevano 45.745 rom, 66.189 musulmani, 8.062
croati. Secondo i dati riportati dalle
organizzazioni internazionali, dal Kosovo sono
espatriati meta' dei serbi, meta' dei musulmani,
un terzo dei rom e quasi tutti i croati. Secondo
i dati definitivi dell'ultimo censimento della
popolazione, svoltosi nel 1991, redatti da
dall'Istituto federale per la statistica, in
Kosovo vivevano 194.190 serbi. Dati simili si
possono trovare anche sul sito web del governo
jugoslavo sul Kosovo. In breve, secondo i dati
diffusi la settimana scorsa, dal Kosovo sono
fuggiti piu' montenegrini e serbi di quanti ve
ne vivessero. Il paradosso di Igic e' il piu'
rilevante. In Kosovo nel 1991 vivevano 20.365
montenegrini. I montenegrini e i serbi erano
quindi insieme nel 1991, in Kosovo, 214.546. E
il sito del governo federale parla infatti di
214.555 serbi e montenegrini in Kosovo.
ECONOMIA JUGOSLAVA: I NUMERI SUGLI INVESTIMENTI
E SUGLI SCAMBI COMMERCIALI
("Danas", 29 febbraio 2000)
Belgrado - Il trend in discesa del commercio
estero jugoslavo, che ha avuto inizio lo scorso
anno, e' proseguito anche nel corso del mese di
gennaio 2000, durante il quale sono stati
realizzati scambi commerciali per un volume
complessivo di 541 milioni di dollari, il 37,9
in meno rispetto allo stesso mese dell'anno
scorso. La diminuzione delle importazioni (34,2
per cento) e' decisamente inferiore rispetto a
quella delle esportazioni, che e' del 46 per
cento, ma il deficit degli scambi esteri, pari a
150 milioni di dollari, e' uguale alla media del
1999, e' stato comunicato ieri dall'Istituto per
il commercio estero. Secondo Radovan Kovacevic,
direttore dell'Istituto, rimane in particolare
la domanda se vi sono o meno mezzi per il
finanziamento del deficit, oltre agli accordi
con la Cina [che nei mesi scorsi ha concesso un
credito di 300 miliardi al governo federale
jugoslavo - N.d.T.]. Grazie a tale ultimo
accordo le riserve valutarie del paese sono
migliorate, ma non bisogna dimenticare che esso
prevede comunque degli impegni. Vi e' interesse
alla collaborazione anche da parte di partner
della Germania e dell'Italia, ma per ora sono
molto prudenti e non rendono possibile alcun
accordo di credito. [...] I principali partner
commerciali continuano a rimanere la Germania,
l'Italia, la Russia, la Macedonia e la Bosnia,
ma vi e' un surplus solo con gli ultimi due.
Dall'elenco, nel frattempo, sono spariti gli USA
e la Gran Bretagna, mentre la Romania e' salita
al sesto posto. [...]
MONTENEGRO: SOLDATI, POLIZIOTTI E ALTRI
(SRNA, 29 febbraio 2000)
L'agenzia serbo-bosniaca SRNA ha diffuso ieri il
riassunto di un articolo pubblicato dal
quotidiano tedesco "Welt" sulle voci che parlano
di una messa in allerta delle unita'
dell'esercito jugoslavo in Montenegro. Secondo
tale fonte, 120 ex ufficiali del Corpo di armata
del Kosovo e 130 di altre unita' della Serbia
meridionale dovrebbero essere presto trasferiti
in Montenegro. Sempre secondo "Welt", solo meta'
del Secondo corpo d'armata di stanza in
Montenegro e' formato da montenegrini e negli
ultimi mesi circa il 10 per cento dei 1.000
ufficiali ha dato le dimissioni ed e' passato
alla polizia [che, al contrario dell'esercito
federale, e' schierata con il presidente
Djukanovic - N.d.T.]. Il Secondo corpo d'armata,
prosegue il giornale tedesco, ha in Montenegro
8.000 soldati attivi e piu' di 1.000 ufficiali e
in caso di mobilitazione il numero dei soldati
dovrebbe teoricamente aumentare a 17.000, ma
potrebbe realisticamente contare solo su
12.000/15.000, se si tiene conto della scarsa
motivazione di molti riservisti. "La polizia
montenegrina dispone di 15.000 uomini, che nei
fatti rappresentano un esercito. Oltre a cio' vi
e' la polizia speciale, che dispone anche di
armi pesanti, ed e' formata da 1.500 uomini e
[...] l'organizzazione illegale 'Montenegro-
Organizzazione di liberazione' [?] che
disporrebbe di 1.500 uomini".
AGGIORNAMENTI (1): SERBIA - SCIOPERO DEI
LAVORATORI DELLA SCUOLA
Il quotidiano serbo "Danas" (1 marzo 2000)
scrive che ieri il Consiglio dell'Unione dei
Sindacati della Serbia (SSS) [i cosiddetti
"sindacati statali" - N.d.T.] ha chiesto ai
lavoratori delle scuole di cessare lo sciopero e
di accettare l'offerta del governo di un aumento
delle retribuzioni del 10 per cento. Il Comitato
serbo dei sindacati della scuola ha rifiutato
tale invito. Oggi a Belgrado vi sara' una
riunione durante la quale decidere se passare
dalla diminuzione dell'orario scolastico allo
sciopero completo e presto i sindacati
dovrebbero discuterne anche a livello
dell'intera repubblica. Nelle scuole di molte
citta' lo sciopero e' gia' totale, come a
Kragujevac, dove gli studenti sono scesi in
piazza in solidarieta' con i loro insegnanti,
chiedendo tuttavia anche che quest'anno gli
esami di maturita' si tengano in ogni modo. Nel
Primo liceo tecnico della citta' il direttore ha
sostituito i professori in sciopero con
professori di altre scuole e addirittura con
ingegneri dell'azienda "Elektrosumadija".
AGGIORNAMENTO (2): MACEDONIA - MAX VAN DER STOEL
E L'UNIVERSITA' DI TETOVO
Il 27 febbraio e' giunto a Skopje, per una
visita di alcuni giorni, il commissario OSCE per
le minoranze nazionali, Max Van der Stoel che,
insieme a tre esperti europei per l'educazione
universitaria, cerchera' di trovare, in
collaborazione con le autorita' macedoni, una
soluzione per l'istruzione universitaria degli
albanesi. Secondo quanto riferisce il quotidiano
"Dnevnik", Stoel e gli esperti finora si sono
incontrati con il ministro dell'educazione Galev
e i rappresentanti dei due partiti degli
albanesi, il DPA e il PDP e, a quanto pare, e'
stato gia' raggiunto un consenso politico sulla
proposta di Stoel di dare vita a un college
trilingue (inglese, macedone e albanese),
finanziato dalla comunita' internazionale (per
almeno cinque anni), con corsi di studio mirati
esclusivamente alla formazione di quadri per
l'amministrazione pubblica. Insieme a queste
misure, si provvederebbe anche a un ampliamento
della Facolta' di Pedagogia dell'Universita' di
Skopje con un nuovo gruppo di studio per gli
albanesi. In tal modo sarebbe possibile
provvedere a una riforma senza rivedere la
costituzione. Arben Xhaferri, del DPA, si e'
detto favorevole a una soluzione che non preveda
la revisione della costituzione e implichi solo
una revisione della legge sull'educazione. Il
rappresentante del PDP, Ismet Ramadani, ha
invece dichiarato che il suo partito rimane
fermo nella sua opinione che l'universita' di
Tetovo debba essere legalizzata come universita'
statale e che tutte le altre soluzioni ibride
sono inaccettabili (da MILS, 29 febbraio 2000).
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