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Notizie Est #290 - Kosovo
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- Subject: Notizie Est #290 - Kosovo
- From: "Est" <est@ecn.org>
- Date: Tue, 14 Dec 1999 21:13:37 +0100
- Posted-Date: Tue, 14 Dec 1999 21:24:37 +0100
- Priority: normal
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NOTIZIE EST #290 - KOSOVO
14 dicembre 1999
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LA FRANCESE ALCATEL IN KOSOVO
di Fehim Rexhepi - (AIM Pristina, 2 dicembre
1999)
[Nella prima parte di questo lungo articolo, qui
tradotto solo in parte, il giornalista Rexhepi
descrive il disastroso stato delle
telecomunicazioni in Kosovo, che rende
praticamente impossibile la comunicazione tra i
diversi centri abitati del paese e ostacola
gravemente il funzionamento dei mezzi di
informazione]
[...] Dall'inizio dell'estate, fino alla fine
dell'autunno, non si e' potuto osservare alcun
miglioramento nelle comunicazioni telefoniche.
Il direttore delle Poste e Telecomunicazioni del
Kosovo (PTK), Agron Dida, spiega ormai da mesi
che la tecnologia della PTK e' decisamente
invecchiata e completamente logora. Durante i
bombardamenti della NATO essa e' stata inoltre
danneggiata in maniera significativa. Per questa
tecnologia invecchiata non vi sono pezzi di
ricambio ed eventuali riparazioni e rappezzi
rappresentano un'inutile sperpero di fondi. Il
team direttivo degli esperti delle PTK, guidato
da Dida, ritiene che se devono essere spesi dei
soldi, cio' deve avvenire per nuove tecnologie
che possano essere utilizzate per un lungo
tempo. La ricostruzione e' prevista in due fasi.
Nella prima, a causa dell'urgente necessita' e
per mettere in atto piu' facilmente il piano,
bisogna costruire e quindi installare un sistema
GSM, mentre nella seconda, che avra' durata un
po' piu' lunga, verrebbe creato un sistema di
telefonia completo.
A tale fine, in qualita' di unica persona
giuridica autorizzata dall'UNMIK a condurre i
lavori in tale settore all'interno del Kosovo,
la PTK ha indetto una gara di appalto. E' stata
fatta la selezione delle migliori offerte e
l'intero lavoro e' terminato il 19 ottobre. La
documentazione e' stata passata all'UNMIK, data
l'urgenza del problema, e ci si attendeva che si
sarebbe proceduto in tempi brevi alla soluzione
del problema. Tuttavia, l'UNMIK ha ritardato i
tempi. Cio' ha causato numerosi sospetti non
solo tra gli esperti, ma tra l'opinione pubblica
in generale. Nonostante i numerosi dubbi dalle
sfumature politiche, gli esperti della PTK hanno
evitato di spostare il problema sul terreno
politico, ma hanno apertamente insistito
affinche' l'intero programma di costruzione e
dell'offerta di appalto venissero motivati in
maniera convincente, affermando inoltre che,
vista l'assoluta chiarezza del Decreto n. 12 di
Bernard Kouchner sulla PTK, non esistono motivi
validi e razionali per ritardi da parte
dell'UNMIK. Non potevano davvero immaginarsi il
groviglio a cui si sarebbe arrivati a meta'
novembre. Quando le cose hanno cominciato a
surriscaldarsi e quando si e' iniziato a
sospettare, riguardo alla decisione dell'UNMIK,
che si stesse preparando qualcosa di strano,
hanno dichiarato che la Commissione civile
congiunta (CCC), creata mediante il decreto di
Kouchner, poteva solo accettare o rifiutare la
scelta delle PTK e che in nessun modo essa
poteva adottare una propria decisione di
cancellazione della scelta delle PTK. Tuttavia,
quello che e' successo e' proprio questo.
Esaminando la struttura del programma, le
offerte di fornitura e la proposta delle PTK, la
CCC dell'UNMIK ha rifiutato il 13 novembre,
contro l'opposizione dei membri albanesi, la
proposta della PTK di accettare come migliore
l'offerta della ditta tedesca Siemens. Allo
stesso tempo, e' stato deciso di affidare i
lavori per la costruzione e la riparazione delle
strutture della PTK alla ditta francese Alcatel
e, tramite di essa, alla telecom del Principato
di Monaco.
Dopo questa decisione, si e' prodotta quasi
immediatamente una seria politicizzazione del
problema. All'interno della direzione della PTK
vengono apertamente criticate sia la decisione
sia la scelta. Non c'e' una risposta ufficiale,
perche' la PTK non ha ancora ricevuto il
documento ufficiale con le decisioni o le
raccomandazioni della CCC. Le critiche per ora
sono limitate all'ambito degli argomenti legali.
Si afferma che nei paesi democratici non e'
normale che qualche organo superiore, anche se
statale, rifiuti le proposte degli esperti senza
avanzare nutrite argomentazioni, o addirittura
che prenda una decisione senza precederla con
una soluzione o una raccomandazione di esperti.
Se la CCC avesse sospetti riguardanti
corruzione, dazi e simili, tutti i libri, la
vasta documentazione e tutto quant'altro si
vuole sapere sul lavoro della PTK e dei suoi
uomini, possono essere messi a disposizione di
tutti coloro che siano interessati al caso,
spiegano quelli della PTK. Ritengono inoltre che
l'intera strutturazione dell'offerta di appalto
sia stata formulata in modo tale che chiunque
puo' controllare le offerte e giudicare la
scelta del team di esperti della PTK.
Essi affermano inoltre che nel decreto di
Bernard Kouchner viene stabilito con chiarezza
che durante l'amministrazione dell'UNMIK, la PTK
e' l'unica persona giuridica che ha il diritto
di condurre attivita' postali e relative alle
telecomunicazioni in Kosovo. Inoltre, in
conseguenza di tale decreto, la PTK ha la
facolta' di utilizzare il capitale postale e
telecomunicativo esistente, ivi incluso il
diritto di ampliarlo in futuro. L'argomento
chiave e' il punto 2 del terzo paragrafo, nel
quale si dice letteralmente che la CCC
sorvegliera' le attivita' della PTK e le
fornira' degli orientamenti. Non vi e' quindi
alcun dubbio sul fatto che la CCC non ha alcun
potere decisionale e non puo' svolgere il ruolo
di arbitro finale. Il direttore Dida ha detto
che proprio il modo in cui la CCC e' giunta alla
sua decisione costituisce un motivo sufficiente
per ritenere la sua scelta non vincolante.
Gli amministratori dell'UNMIK avanzano
valutazioni e argomentazioni diverse. Il loro
rappresentante per le telecomunicazioni, Pascal
Copin, ha dichiarato in una conferenza stampa
che la CCC agisce come proprietario a pari
diritto della PTK, poiche' la PTK non e' una
societa' privata, bensi' pubblica. Copin,
contraddicendosi, ha detto che la CCC ha un
diritto di proprieta' analogo a quello che
spetterebbe a un azionista, proprio come se la
PTK fosse una societa' privata, e ha aggiunto
che e' la CCC a essere competente per le piu'
importanti decisioni politiche. Copin ha inoltre
affermato che la CCC e' l'istituzione che deve
adottare le decisioni riguardanti la vita di
tutti i kosovari. L'intera valutazione non
direttamente politica del rappresentante
dell'UNMIK e' stata su questi toni. Tutto il
resto e' rientrato nell'abituale opera di
reclamizzazione o di lobby nell'interesse di
qualche azienda. Egli ha affermato che l'offerta
dell'Alcatel era la migliore, che la decisione
della CCC e' perfetta ed e' stata adottata per
il bene dei kosovari e del Kosovo. Alla domanda
del perche' non la Siemens, Copin ha detto che
l'UNMIK non e' sicura se tale azienda riuscira'
a creare il sistema GSM entro la scadenza
proposta dalla Alcatel, mentre l'UNMIK e'
interessata a risolvere l'attuale problema della
telefonia in Kosovo e non a impegnarsi in
progetti a lungo tempo, che i Kosovari
potrebbero utilizzare per periodi protratti.
Copin ha proseguito con variazioni di queste sue
affermazioni, dichiarando che l'UNMIK desidera
cominciare subito i lavori e non impegnarsi in
processi a lungo termine. Come buon conoscitore
della propaganda politica, Copin ha dichiarato
ai giornalisti che il sistema GSM proposto non
verra' finanziato con il denaro dei kosovari.
Anzi, noi porteremo (cosi' si e' espresso) molto
denaro in Kosovo. Egli ha anche spiegato che
l'offerta della Alcatel e' stata studiata
[dall'UNMIK] per un periodo di tempo piu' lungo,
un'affermazione che puo' essere interpretata
anche come un pregiudizio, e che la CCC con
l'Alcatel portera' le apparecchiature piu'
moderne che consentiranno una soluzione completa
del sistema. Va aggiunto infine che, secondo
Copin, la Alcatel ha offerto la costruzione di
otto grandi centri in Kosovo, che saranno
coperti da un sistema GSM entro 12 settimane
(fino a poco tempo fa l'UNMIK e l'Alcatel
promettevano di portare a termine tale lavoro
nel giro di un mese), nonche' la copertura
dell'intero Kosovo nel giro di un anno. Di
fronte a queste argomentazioni, in parte
propagandistiche, la direzione della PTK e gli
esperti albanesi rispondono affermando che uno
straniero, per quanto sincero ed esperto possa
essere, non puo' valutare cosa sia nel migliore
interesse degli albanesi e del Kosovo. Il
direttore Dida afferma che "noi vogliamo creare
un sistema di telefonia che controlleremo noi
stessi e i cui proventi verranno utilizzati in
Kosovo. L'Alcatel propone che sia la telecom di
Monaco a costruire il sistema GSM in Kosovo, un
fatto che non e' consentito dal decreto di
Kouchner". Riguardo a questa disputa, qui in
Kosovo si osserva che la telecom di Monaco non
ha un proprio sistema GSM per Monaco e vuole
creare un tale sistema in Kosovo. Gli esperti
della PTK spiegano che l'Alcatel, e la telecom
di Monaco, intendono chiaramente ampliare il
proprio sistema al Kosovo e che secondo
l'offerta dell'Alcatel, alla PTK non rimarra'
altro compito che quello di vendere carte
telefoniche o di provvedere alla manutenzione
delle antenne. Insomma, affermano che in tal
modo viene formalmente e di fatto liquidata la
PTK stessa. Tutto il lavoro si svolgera' a
Monaco, dove avra' sede anche il gestore del GSM
"del Kosovo". Tutte le conversazioni
telefoniche, ivi incluse quelle locali, andranno
prima fino a Monaco, per tornare poi in Kosovo.
Agli argomenti gia' menzionati riguardo
all'annessione "sui generis" del sistema GSM del
Kosovo da parte della telecom di Monaco, il
membro albanese della CCC Ilir Lemani, ne
aggiunge altri. Egli afferma che la tedesca
Siemens offre alla PTK la possibilita' di
diventare un gestore di pari diritto e di
provvedere al pagamento dei conti direttamente
in Kosovo. Inoltre, secondo la sua opinione, la
Siemens offre la prospettiva di risolvere il
problema delle frequenze all'interno del Kosovo
e aggiunge che l'interesse sui crediti e'
inferiore a quello proposto dalla Alcatel. Il
responsabile della PTK per gli aspetti legali,
Avdi Ahmetaj, afferma che la firma di un
contratto alle condizioni proposte dalla Alcatel
sarebbe dannosa per l'economia del Kosovo. La
firma di un tale accordo costituisce una
violazione penale perseguibile per via
ufficiale. Il firmatario di un tale accordo, ha
detto Ahmetaj, puo' finire in prigione e quindi
la direzione della PTK non firmera' l'accordo
con l'Alcatel.
Nei corridoi politici del Kosovo, la decisione
della CCC rappresenta la prima grave divergenza
e provoca i primi pesanti dubbi sulle effettive
intenzioni dell'UNMIK riguardo agli aspetti
chiave dello sviluppo economico del Kosovo. Un
esperto internazionale albanese di
telecomunicazioni ha accusato la CCC di
comportarsi come lobbista di altre aziende a
danno della PTK, affermando inoltre che in
particolare alcuni esponenti dell'UNMIK si
comportano in maniera monopolistica. Qui in
Kosovo tale questione viene vista anche in
termini di aziende straniere rivali che lottano
per accaparrarsi gli affari piu' redditizi, un
fatto che viene interpretato come comportamento
neocolonialista. Quando si tratta di interessi
finanziari, si afferma, non ci sono piu' ne'
legge ne' altre regole che ostacolino la
risoluzione dei rapporti di proprieta'. Nei
corridoi, inoltre, si dice che la decisione
presa a Pristina di optare per l'Alcatel e'
stata in realta' concordata in precedenza con
Belgrado. Paranoia e cospirazione?! Forse, ma e'
stata creata una coincidenza di circostanze di
fronte alla quale non e' possibile ribattere
cosi' semplicemente ai sospetti. Ditte francesi
e greche sono immischiate nel problema della
proprieta' di Trepca e di alcune altre
importanti aziende pubbliche in Kosovo e ora
l'Alcatel ottiene la PTK, riguardo alla quale
aziende greche, insieme ad altre italiane, hanno
anch'esse ambizioni proprietarie A Pristina da
un po' di tempo si diffondono voci secondo cui
la decisione dell'UNMIK di scegliere l'Alcatel
ha passato ogni misura e che forse per questo
motivo il presidente del Governo temporaneo del
Kosovo, Hashim Thaqi, boicottera' i lavori del
Consiglio di consultazione di Kouchner. Thaqi
non ha partecipato alla seduta del Consiglio
tenutasi il 1 dicembre. Ma non e' stata data
alcuna spiegazione della sua assenza.
[Alcuni giorni dopo l'uscita dell'articolo di
Fehim Rexhepi, e piu' precisamente l'8 dicembre,
il direttore della PTK, Agron Dida, e' stato
"licenziato" d'autorita' (sospeso a tempo
indefinito) da parte dell'UNMIK per essersi
opposto alla firma dell'accordo con l'Alcatel.
Ne riferisce l'agenzia Reuters: "[...] [Il
licenziamento di Dida] sgombra la via per la
firma nei prossimi giorni, da parte
dell'amministrazione guidata dall'ONU, di un
contratto con la francese Alcatel per la
costruzione della nuova rete telefonica. [...]
Funzionari dell'ONU dicono che la decisione di
sospendere Agron Dida e' stata presa a
malincuore. "E' stata davvero l'ultima risorsa",
ha detto Gerard Fischer, che dirige il
direttorato dell'ONU per gli affari economici e
che e' stato nominato per il momento come
sostituto di Dida. "Mi dispiace che non sia
stato possibile giungere alla collaborazione che
desideravamo", ha dichiarato alla Reuters.
"Vogliamo tutti lavorare con in kosovari nella
maggiore misura possibile, e non senza di loro".
Fischer ha dichiarato all'inizio di questa
settimana che l'accordo per la creazione della
nuova rete avra' un valore di circa $35 milioni.
La PTK prendera' denaro in prestito per pagare
il fornitore della rete e quindi li rimborsera'
con i redditi ottenuti mediante la fornitura di
servizi, hanno affermato funzionari della PTK.
L'ONU era ansiosa di avviare il prima possibile
il funzionamento della rete [tra le altre cose]
anche perche' sara' rapidamente una fonte
preziosa di fondi di cui vi e' necessita'
urgente. [...] La PTK ha affermato di preferire
la Siemens per motivi tecnici e insiste
nell'affermare che la missione ONU qui in
Kosovo, denominata UNMIK, non ha alcun diritto
di interferire nelle sue decisioni. "Il
proprietario dell'azienda e' il popolo del
Kosovo, e non l'UNMIK", aveva detto lo scorso
mese Dida in un'intervista alla Reuters. Fischer
ha dichiarato che, poiche' l'UNMIK ha un mandato
per gestire il Kosovo, tutte le proprieta'
pubbliche, ivi incluse le aziende come la PTK,
sono sotto il suo controllo. Ma ha teso un ramo
d'ulivo al resto del personale della PTK,
chiedendogli di collaborare con l'ONU" (Reuters,
8 dicembre)]
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