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Notizie Est #286 - UE/Kosovo



"I Balcani" - http://www.ecn.org/est/balcani

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NOTIZIE EST #286 - UE/KOSOVO
3 dicembre 1999
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UE: GRANDI MANOVRE INTORNO AL KOSOVO

[Nei giorni scorsi e' stata avanzata, da 
francesi e tedeschi, la proposta di assegnare 
all'Eurocorps (una struttura militare alla quale 
partecipano vari paesi europei) il compito di 
rilevare la "missione di pace" in Kosovo. Ieri, 
2 dicembre, la Gran Bretagna ha ufficialmente 
aderito alla proposta, rendendola cosi' ancora 
piu' incisiva. Ripercorriamo qui sotto la 
maturazione e il percorso di questa proposta, 
cosi' come riportato da alcune fonti nel corso 
delle ultime settimane, notando che secondo noi 
questi sviluppi non sono estranei al generale 
contesto "agitato" intorno al Kosovo, di cui 
avevamo gia' scritto nell'ultima parte del 
dossier sulle speculazioni relative alle vittime 
in Kosovo e che ci sembra confermato anche dalle 
recenti denunce di un "complotto" per uccidere 
Milosevic, accuse non a caso rivolte proprio 
contro i francesi]

In un articolo di Daniel Vernet, pubblicato dal 
quotidiano "Le Monde" il 16 novembre, si scrive 
della riunione dei ministri della difesa dei 15 
paesi UE svoltasi il giorno stesso. Secondo 
Vernet, "la riunione di Bruxelles e' una nuova 
tappa verso il Consiglio europeo di Helsinki 
[previsto per il 10 e 11 dicembre prossimi - 
N.d.T.], che fissera' le scadenze per dotare 
l'Unione Europea (UE) di una capacita' di 
intervento nelle crisi regionali", una tappa che 
fa seguito ai precedenti della dichiarazione 
franco-britannica di Saint-Malo (dicembre 1998), 
del summit franco-tedesco di Tolosa (maggio 
1999) e del Consiglio europeo di Colonia (giugno 
1999). "A Bruxelles", scrive Vernet, "dovranno 
essere fatti passi in tre direzioni: il 
rafforzamento del ruolo dell'alto rappresentante 
per la politica estera e la sicurezza comune 
("Sig. PESC"), il quadro istituzionale della 
politica di difesa, la definizione delle 
capacita' militari europee". Nell'ambito di 
questo processo, il "sig. PESC", cioe' l'ex 
segretario della NATO Solana, e' stato "nominato 
a inizio novembre anche segretario generale 
dell'Unione Europea Occidentale (UEO), l'unica 
organizzazione europea che fino ad allora era 
competente in maniera di difesa. In tale 
contesto, la Francia ha proposto a luglio la 
creazione di un Comitato politico e di sicurezza 
(COPS), presieduto dal "sig. PESC" e composto da 
rappresentanti permanenti dei Quindici [...] sul 
modello del Consiglio della NATO". Il COPS, 
secondo la proposta francese, dovra' essere 
affiancato da "uno stato maggiore europeo e da 
una cellula di pianificazione, sufficientemente 
robusta da potere provvedere a una sintesi delle 
informazioni, analizzando le situazioni e 
proponendo degli scenari di azione. Gia' a meta' 
novembre, quando l'articolo e' stato scritto, si 
notava che "gli europei devono dotarsi dei mezzi 
per dispiegare una forza terrestre del livello 
di un corpo di armata (da 50.000 a 60.000 
uomini), corrispondente all'incirca alla KFOR in 
Kosovo". Vernet, infine, nota che "la Francia 
non sembra essere favorevole alla definizione a 
priori di scenari di intervento europei che 
possano essere restrittivi, oppure di obiettivi 
troppo precisi che lascino trasparire un limite 
alle ambizioni dell'UE in materia di difesa 
comune".

Sempre "Le Monde" (il giornale che ha seguito 
con maggiore attenzione gli sviluppi relativi 
all'Eurocorps) ha pubblicato il 23 novembre un 
articolo di Jacques Isnard sulla riunione dei 
ministri della difesa dei dieci paesi dell'UEO 
(ai quali si sono aggiunti i rappresentanti di 
altri undici stati europei facenti parte della 
NATO e/o dell'UE), durante la quale e' stata 
esaminata la proposta di assegnare durante il 
2000 all'Eurocorps la missione della KFOR in 
Kosovo. Nel corso della riunione, i 
rappresentanti hanno esaminato la documentazione 
degli esperti dell'UEO che segnala i vari 
problemi tecnici e organizzativi per il 
conseguimento di un tale obiettivo. 
"L'inventario [dei problemi] consentira' ai 
paesi di identificare meglio le aree nelle quali 
le capacita' sia nazionali che multinazionali 
dovranno essere rafforzate, [permettendo cosi' 
di arrivare a] decisioni che potrebbero essere 
rese pubbliche dai capi di stato e di governo 
europei in occasione del loro incontro previsto 
per meta' dicembre a Helsinki". Lo scopo e' 
quello di "omogeneizzare, in tempi piu' o meno 
brevi, i contributi militari degli stati membri, 
con l'obiettivo, sostenuto soprattutto da Gran 
Bretagna e Germania, di costituire nel 2002-2003 
[...] una forza terrestre di reazione rapida, 
l'equivalente di un corpo di armata (circa 
50.000 uomini), appoggiato da un numero di 300-
500 apparecchi (comprendenti tra 150 e 300 
aerei) e una quindicina di grandi navi da 
combattimento, e che possa essere dispiegata per 
una durata di almeno un anno fuori dal 
territorio dell'UE". Tra gli altri progetti, 
scrive Isnard, vi sono quello della creazione di 
uno stato maggiore dell'Eurocorps sotto il 
comando di un generale spagnolo e, per 
l'appunto, quello dell'assunzione del controllo 
della KFOR, succedendo all'ARRC (il Corpo di 
reazione rapida alleato del generale Michael 
Jackson) e all'attuale Landcent del generale 
Klaus Reinhardt.

La tappa successiva del processo di creazione di 
una struttura militare europea che prenda il 
controllo della missione KFOR e' stato il summit 
franco-britannico svoltosi a Londra il 25 
novembre. Ne parla ancora Isnard su "Le Monde" 
dello stesso giorno. Nel corso del vertice, 
Chirac, Jospin e Blair hanno discusso dei 
progetti che intendono presentare il 10 e 11 
dicembre alla riunione UE di Helsinki. Tra tali 
progetti, che riprendono quanto formulato nel 
precedente vertice franco-britannico di Saint-
Malo, vi e' la creazione di "un corpo 
multinazionale di pace dell'UE, in Europa, che 
offra, per interventi comparabili a quello in 
Kosovo, rapidita', flessibilita' e mobilita', 
come proposto a suo tempo da Robin Cook, e sia 
in grado di operare in una situazione di crisi 
in cui l'Alleanza atlantica non sia impegnata in 
quanto tale. Composta da circa 40-50.000 uomini, 
questa forza, che potrebbe vedere la luce entro 
due o tre anni, non sara' un esercito europeo 
permanente, ma verra' invece composta fase per 
fase in un periodo di sei-otto settimane di 
fronte all'escalation di una situazione di 
crisi, a differenza dell'Eurocorps - costituito 
da distaccamenti tedeschi, belgi, spagnoli, 
francesi e lussemburghesi - che e' invece 
permanente e che e' composto da molti 
circoscritti, difficili da mobilitare per delle 
operazioni esterne. La guerra del Kosovo e' 
stata, da questo punto di vista, rivelatrice di 
alcune deficienze europee e dei rimedi che vi 
devono essere apportati. [...] Tra gli europei 
il dibattito comincia quando bisogna definire le 
relazioni di questa "forza proiettabile" con le 
istanze di decisione della NATO e, 
eventualmente, le garanzie da dare agli 
americani riguardo al fatto che non e' in 
questione un doppio impiego delle capacita' 
dell'Alleanza. Tony Blair, infatti, lo ha 
ripetuto ancora di recente: "la mia visione per 
la Gran Bretagna e' che essa costituisca un 
ponte tra gli Stati Uniti e l'UE". Riguardo agli 
USA, Isnard scrive piu' nello specifico che 
"degli inviati speciali dell'amministrazione 
americana sono stati incaricati, all'inizio 
della settimana, di richiamare l'attenzione dei 
responsabili della difesa di Parigi e Londra 
sulle garanzie che, secondoWashington, i due 
paesi devono dare alla NATO per quanto riguarda 
l'autonomia della sicurezza in Europa. L'idea 
che hanno elaborato e' che converrebbe 
riconoscere alla NATO un 'diritto di primo 
rifiuto' che consentira' di bloccare 
un'operazione militare degli europei lanciata 
senza una previa consultazione con gli Stati 
Uniti. La priorita', hanno spiegato tali 
inviati, e' quella di dare vita, in via 
anticipata, a 'un processo sequenziale', vale a 
dire il decorso degli ordini al termine del 
quale verranno prese le decisioni di impegnarsi, 
per evitare che la NATO e l'Unione Europea si 
trovino in opposizione, mentre esse devono 
invece essere complementari. Gli emissari 
americani hanno accuratamente evitato di 
impiegare la parola veto".

Al vertice franco-britannico del 25 novembre ha 
fatto seguito quello franco-tedesco svoltosi a 
Parigi il 30 novembre. Ne riferisce un articolo 
di Douglas Hamilton per l'agenzia Reuters: "Il 
presidente Chirac e il cancelliere tedesco 
Schroeder hanno reso pubblica oggi una 
'Dichiarazione di Parigi' sull'idea europea di 
un piu' alto profilo nel campo della difesa, 
sottolineando che desiderano vedere assegnato 
all'Eurocorps il comando del Kosovo". Secondo 
funzionari NATO anonimi citati da Hamilton, 
l'Eurocorps si trova a competere, per quanto 
riguarda il Kosovo, con i due comandi 
subregionali NATO di stanza in Italia e in 
Turchia. "La decisione sara' delicata. Gli Stati 
Uniti, come partner dominante della NATO, sono 
irritati da alcuni aspetti del progetto europeo 
per un'identita' militare a se' che utilizzi 
risorse destinate all'alleanza atlantica. 
Washington e' determinata a insistere per un 
aumento e un perfezionamento delle capacita' 
militari degli alleati europei che studi 
recenti, oltre alla recente campagna aerea in 
Kosovo, hanno rivelato essere gravemente 
indietro rispetto a quelle dell'America. Gli 
alleati europei, e in particolare la Francia, 
vogliono rendere la difesa una parte visibile di 
un'Europa unita e, pur riconoscendo il primato 
della NATO, sono riluttanti a subordinare 
pubblicamente tutti i loro piani alla NATO". Nel 
suo pezzo, scritto il 30 novembre, Hamilton 
ricorda che la settimana precedente "il generale 
spagnolo Juan Ortuno ha preso il comando 
dell'Eurocorps, che in precedenza spettava al 
generale belga Leo van den Bosch", e che, sempre 
nella settimana precedente, e' stata presentata 
una domanda ufficiale al comandante supremo 
della NATO in Europa, Wesley Clark, per 
l'affidamento della missione KFOR all'Eurocorps. 
Clark dovrebbe dare una risposta entro il 
termine dell'anno. Il giornalista della Reuters 
scrive infine che per l'Eurocorps gli europei 
propongono "una forza di 60.000 uomini, con 
aerei da combattimento, trasporti, elicotteri e 
navi. Ma finora non e' chiaro se e quanti di 
tali dispositivi saranno nuovi e aggiuntivi 
rispetto agli impegni europei della NATO, oppure 
consisteranno unicamente in trasferimenti sulla 
carta". Hamilton ha scritto, sempre per la 
Reuters, un ulteriore approfondimento 
sull'argomento, pubblicato il 1 dicembre. La 
decisione di Clark, secondo quanto scrive il 
giornalista, non sara' facile: "rifiutare la 
proposta [degli europei] potrebbe essere 
interpretato come uno schiaffo in faccia della 
NATO agli europei, ansiosi di esibire la loro 
capacita' e il loro impegno militare. [...] Ma 
dare il benestare a un comando da parte 
dell'Eurocorps di una forza di pace di 42.000 
uomini in Kosovo potrebbe non essere facile per 
motivi puramente militari. 'Clark fara' le sue 
raccomandazioni, ma ci saranno molte manovre 
politiche dietro le quinte', ha detto un 
ufficiale alla Reuters". Hamilton ricorda che 
l'attuale mandato del generale Reinhardt, che ha 
avuto inizio lo scorso ottobre, scadra' 
nell'aprile del 2000 e "una soluzione potrebbe 
essere quella di estendere il mandato di 
Reinhardt per il Kosovo fino a quando 
l'Eurocorps non sara' pronto. Un'altra opzione, 
invece, e' quella di assegnare il comando della 
KFOR al Comando NATO subregionale meridionale 
con sede a Verona". I problemi principali, per 
l'Eurocorps, sarebbero costituiti dal fatto che 
la struttura militare non e' saldamente inserita 
nella NATO, che le unita' militari utilizzate 
dall'Eurocorps sono costituite soprattutto da 
soldati di leva e sono configurate soprattutto 
per la difesa, e non per la reazione rapida. 
Inoltre, la lingua di lavoro della KFOR e' 
l'inglese, mentre l'Eurocorps utilizza in 
massima parte il francese e, oltretutto, 
utilizza delle procedure diverse, che dovrebbero 
essere modificate. Infine, alla NATO ci si 
chiede ancora se l'Eurocorps sara' messo a 
disposizione delle missioni NATO, se fara' 
esercitazioni nell'ambito del sistema 
dell'alleanza e se sara' pienamente integrato, 
interoperabile e compatibile con la NATO".

Del vertice franco-tedesco scrive anche "Le Monde", sempre il 1 dicembre, in un 
altro articolo di Jacques Isnard che richiama l'attenzione sulla proposta del 
ministro della difesa tedesco, Rudolf Scharping, per la creazione di un 
"comando europeo per il trasporto aereo" che farebbe da pendant a un'altra 
iniziativa, di ispirazione britannica, che ha portato nel 1994 alla 
costituzione di un gruppo aereo europeo (GAE) per l'aviazione da combattimento. 
Il gruppo e' stato recentemente allargato all'Italia e presto dovrebbero 
aderirvi anche la Germania, il Belgio, l'Olanda e la Spagna. Finora il gruppo 
ha avuto come proprio scopo quello di "organizzare l'addestramento e la 
capacita' dell'aviazione militare francese e britannica per condurre degli 
insiemi di operazioni del tipo del Kosovo". Con la nuova proposta tedesca, 
approvata dalla Francia, a partire dai primi mesi del 2000 questo "progetto 
prendera' la forma di una 'mutualizzazione' delle flotte aeree di trasporto da 
parte di ogni paese europeo che accettera' di parteciparvi, vale a dire che i 
rispettivi parchi aerei verranno messi in comune [...] a sostegno di operazioni 
congiunte condotte in ambito NATO o al di fuori di esso". Secondo quanto 
riferisce Isnard, i principali paesi europei (piu' la Turchia) intendono 
rinnovare la propria flotta logistica, aprendo un mercato per 300 nuovi aerei. 
Per tale mercato sono in lizza il C-130J americano, l'Airbus A-400M europeo e 
l'Antonov-70 russo americano e, naturalmente, il favorito in partenza e' 
l'Airbus, che gode di carte particolarmente buone soprattutto dopo la 
creazione, per la sua produzione, di un consorzio tra la tedesca DASA, la 
spagnola CASA e la francese Aerospatiale Matra. Riguardo all'Eurocorps, "Le 
Monde" scrive che nella domanda presentata a Clark per l'assegnamento al corpo 
europeo della missione KFOR, sarebbe stato specificato che esso lavorera' in 
Kosovo "sotto il controllo della NATO [...]. E' un modo per mettere con le 
spalle al muro Washington, che insiste, in teoria, su una 'suddivisione del 
fardello' con gli alleati, ma che preme in generale per il rispetto di una 
rigorosa ortodossia atlantica". Il giornalista francese riporta anche un'altra 
decisione presa durante il vertice franco-tedesco: "francesi e tedeschi si sono 
messi d'accordo per 'raccomandare' al consiglio europeo di Helsinki, il 10 e 
l'11 dicembre, di adottare delle misure concrete mirate a dotare l'Unione 
Europea 'di organi di decisione e di strumenti militari'. Tali decisioni 
dovranno essere prese 'sulla base del documento intitolato Organi militari, 
pianificazione e conduzione di operazioni organizzate dall'UE. Tale documento 
e' stato ratificato da Italia, Francia, Gran Bretagna e Germania. Belgio e 
Spagna potrebbero aderirvi prima di Helsinki. Esso descrive la 'cassetta degli 
attrezzi' della futura difesa europea, vale a dire le istituzioni che 
permetterebbero ai Quindici di adottare delle decisioni, nonche' di organizzare 
e di condurre delle operazioni militari (comitato militare, stato maggiore 
europeo, cellula di pianificazione). Tale proposta incontra ancora le riserve 
di alcuni partner europei".

Infine, il 2 dicembre e' venuta la decisione cruciale, da parte della Gran 
Bretagna, di appoggiare la richiesta avanzata da Francia e Germania per 
l'assegnazione all'Eurocorps della missione KFOR, mettendo inoltre a 
disposizione proprie truppe. Ne riferisce "Albanian Daily News" di oggi, 3 
dicembre: "il sostegno britannico alla domanda di assegnare all'Eurocorps, a 
partire dal prossimo aprile, il comando della forza di pace KFOR, forte di 
42.000 uomini, [...] aumenta in maniera significativa le sue possibilita' di 
essere approvata. Il segretario della difesa britannico Geoff Hoon, giunto al 
Quartier generale della NATO per una conferenza di due giorni dei ministri 
della difesa, ha detto che la Gran Bretagna e' pronta a complementare gli 
effettivi dell'Eurocorps, se necessario. [...] Egli ha detto che la Gran 
Bretagna 'ha dimostrato di avere le capacita' necessarie per organizzare questo 
tipo di campagne... e se hanno bisogno del nostro aiuto saremo certamente 
disposti a darlo". [...] Il segretario generale della NATO, Robertson, ha 
confermato che i ministri della difesa di tutti i paesi NATO esamineranno se la 
forza Eurocorps potra' assumersi la responsabilita' della KFOR. [...] 'C'e' una 
serie di opzioni sul tavolo, una delle quali e' quella dell'Eurocorps 
franco-tedesco", ha detto Robertson. L'Eurocorps viene visto da alcuni come 
l'embrione di un futuro esercito europeo, ma Robertson ha respinto una tale 
idea come 'irreale'. [...] Fonti britanniche prevedono che l'offerta ricevera' 
in linea di principio una buona accoglienza da parte dei ministri della difesa 
NATO, anche se il corpo potrebbe non essere pronto a un dispiegamento fino al 
prossimo autunno o alla primavera del 2001. [...] Alcuni alleati della NATO, 
tra i quali gli Stati Uniti, mettono in dubbio che [l'Eurocorps] sia in grado 
di gestire la missione KFOR, la cui lingua operativa e' l'inglese. Ma fonti 
britanniche hanno affermato che l'Eurocorps ha adottato l'inglese come propria 
lingua operativa 'alcuni mesi fa'. Essi affermano che il corpo dovrebbe essere 
modificato e aumentato, nello stesso modo in cui sono gia' stati riorganizzati 
in passato i comandi in Bosnia e in Kosovo, che non erano certo piu' 'costruiti 
su misura' per la loro missione di quanto non lo 
sia l'Eurocorps. Tali fonti hanno liquidato come 
ridicole le affermazioni secondo cui gli Stati 
Uniti non avrebbero piu' voce nel comando della 
KFOR e potrebbero considerarla come un'occasione 
per ritirare i propri 9.000 soldati. Gli Stati 
Uniti, come la Gran Bretagna, invierebbero 
presso l'unita' proprio personale di 
collegamento, ha detto un funzionario 
britannico. L'iniziativa potrebbe tuttavia 
sollevare delle questioni nel Congresso USA, 
dove alcuni sospettano l'UE di cercare di creare 
una fazione UE all'interno della NATO, traendo 
dal progetto europeo vantaggi politici, invece 
di provvedere ai necessari perfezionamenti della 
capacita' militare".


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