"Imbrogli di guerra"
Scienziate e scienziati contro la guerra
Sabato 4 dicembre alle ore 17.30
presso la Trattoria Sociale - Drustvena Gostilna
di Contovello 152, Kontovel-Contovello - Trieste
sarà presentato il libro
"Imbrogli di guerra: scienziate e scienziati contro la guerra"
il libro raccoglie gli atti del convegno del Comitato scienziate/i contro la guerra sui danni alle persone ed all'ambiente causati dai bombardamenti della NATO contro la Repubblica Federale di Jugoslavia.
Promuovono e intervengono:
- Comitato Scienziate/i contro la guerra
- Associazione "Uniti per la pace"
- Comitato di solidarietà al popolo jugoslavo
- rappresentanti della comunità serba di Trieste
- il Comitato Pace e Convivenza di Trieste
- Forum per il diritto alla comunicazione
- Andrea Martocchia, coautore del libro
- "La Nuova Alabarda"
- "Il Lavoratore"
Sarà inoltre proiettato il video:
"Missioni umanitarie: L'imperialismo all'assalto della Jugoslavia e dei Balcani" di Enrico Giardino, già giornalista RAI, del Forum per il diritto alla comunicazione. Nel corso dell'iniziativa saranno messi a disposizione libri, video e documenti sulla 'democratica' frammentazione della RFS di Jugoslavia e sugli 'umanitari' bombardamenti della NATO
INFO:
Andrea Martocchia, tel. 040-3787480, e-mail <martok@sissa.it>
Giorgio Ellero, tel. 040-416855, e-mail
------- Forwarded message follows -------
From: "Coordinamento Romano per la Jugoslavia" <crj@marx2001.org>
To: "Coordinamento Romano per la Jugoslavia" <crj@sigmasrl.it>
Subject: "Imbrogli di guerra": Abstracts
Date sent: Fri, 3 Dec 1999 01:14:05 +0100
>
> IMBROGLI DI GUERRA
>
> Scienziate e scienziati contro la guerra
>
>
> Contributi al Seminario sulla guerra nei Balcani
>
> Istituto per le Applicazioni del Calcolo - Consiglio Nazionale delle
> Ricerche
>
> Roma, 21 giugno 1999
>
>
> A cura di Franco Marenco
>
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>
> Indice
>
> 1. Prefazione
> 2. Introduzione
> 3. Alberto Di Fazio, Le connessioni fra la guerra dei Balcani e la
> crisi energetica prossima ventura
> 4. Vito Francesco Polcaro, L'imbroglio dell'intervento chirurgico
> 5. Silvana Salerno, Effetti aspecifici della guerra sulla salute
> umana
> 6. Lucio Triolo et al., Gli effetti dell'inquinamento chimico,
> causato dai bombardamenti, sull'ambiente e sulla salute umana in
> Serbia e nel Kosovo
> 7. Nicola Pacilio e Carlo Pona, Uranio impoverito
> 8. Angelo Baracca, Una svolta epocale e un'ipoteca sul futuro
> 9. Raniero La Valle et al., Appello per la ricostruzione del diritto
> e della democrazia internazionale dopo la guerra
> 10. Fulvio Grimaldi, Il ruolo dell'informazione
> 11. Antonino Drago, Il ruolo degli scientifici nell'interposizione
> nonviolenta contro l'ultima superpotenza
> 12. Elisabetta Donini, Scienza, genere e guerra
> 13. Michele Emmer, La matematica della guerra
> 14. Andrea Martocchia, Scienza e guerra "fin de siecle"
>
> ___________________________________________________ _________
>
* ABSTRACTS *
> ___________________________________________________ _________
>
> Le connessioni fra la guerra dei Balcani e la crisi energetica
> prossima ventura
>
> Alberto Di Fazio
>
>
> RIASSUNTO
>
> Una serie di crisi ambientali globali in atto e in arrivo
> interagisce con l'uso di combustibili fossili (che sono
> usati per generare il 95 per cento dell'attuale fabbisogno di
> energia). Sono in atto aspre negoziazioni nelle rispettive
> Conferenze delle Parti, sotto le rispettive Convenzioni,
> presso le Nazioni Unite. Tali negoziazioni avvengono con
> a latere un grande processo scientifico internazionale,
> coordinato dall'ICSU per parte accademica, e da diverse Agenzie
> ed Organizzazioni da parte delle UN. L'IEA e una serie di
> istituti specializzati (come la Petroconsultants di Ginevra)
> prevedono il raggiungimento del PICCO DEL TASSO DI ESTRAZIONE
> di petrolio e gas naturale nell'intervallo 2005-2013 (e piu'
> probabilmente prima del 2010). Ciononostante, NON e' stata
> firmata ancora alcuna Convenzione Quadro sull'argomento, e
> di conseguenza non e' in corso alcuna negoziazione ufficiale
> sul tema, anche se il G8, il Consiglio di Sicurezza e altri
> organismi, come il G77/China e la EU ne discutono ormai in ogni
> seduta. Visto il trattato di Kyoto e le necessarie estensioni
> per stabilizzare il sistema climatico, con il contenzioso
> sugli share di energia per l' ``Occidente'' e per quello che
> si puo' chiamare il blocco orientale (Cina, Russia e India), e
> vista la collocazione dei paesi islamici, nonche' il resto dei
> paesi OPEC, si delinea un imminente scontro per il dominio, la
> gestione e l'utilizzo delle rimanenti risorse energetiche. In
> questo quadro i Balcani giocano un ruolo essenziale, sia
> indipendentemente che in connessione al ruolo del Medio Oriente.
>
> ___________________________________________________ _________
>
> L'imbroglio dell'intervento chirurgico
>
> Vito Francesco Polcaro
>
> ___________________________________________________ _________
>
> Effetti aspecifici della guerra sulla salute umana
>
> Silvana Salerno
>
>
> RIASSUNTO
>
> La SALUTE FISICA delle popolazioni e' messa a repentaglio
> dall'uso di armi, dai bombardamenti e dagli effetti fisici
> (radiazioni ecc.) e chimici diretti (uso di armi chimiche e uso
> di bombe con uranio impoverito) ma anche dai rischi ambientali
> legati alla liberazione di sostanze tossiche e nocive (v. VCM,
> derivati del petrolio, solventi, diossine, ecc.). Rischi
> per la salute fisica possono nascere anche dall'inquinamento
> delle fonti idriche o dalla scarsita' di acqua a causa dei
> disastri ambientali con possibile incremento di incidenza di
> malattie infettive (es. tifo, paratifo, colera, ecc.) a causa
> anche dell'uso di latrine non necessariamente protette. La
> promiscuita' ambientale (esempio il sovraffollamento nel
> caso dei profughi) causa ulteriori rischi per le malattie
> infettive trasmissibili per via aerea (es. broncopolmoniti,
> tubercolosi). I rischi per la salute fisica nascono anche dalla
> carenza alimentare che e' legata ad approvvigionamenti limitati
> e non integrati rispetto al fabbisogno proteico e vitaminico.
>
> RISCHI INDIRETTI sulla salute fisica nascono dalle mancate
> terapie in caso di patologie generali non direttamente causate
> dalla guerra ma che in guerra non possono essere adeguatamente
> curate (ad esempio non potersi sottoporre a dialisi, non avere
> l'antibiotico, non avere ambienti sterili, non avere medici
> in grado di fare diagnosi, ecc.). Tra i rischi per la salute
> fisica possiamo collocare anche quelli legati agli effetti
> sulla salute riproduttiva quali amenorree (War amenorrhea,
> JAMA, 1944), aborti "spontanei", parti prematuri, effetti sul
> concepito per esposizioni ambientali, mortalita' per parto delle
> donne e morte alla nascita dei bambini per sofferenza. Anche in
> questo caso esistono gli effetti indiretti legati alla mancanza
> di assistenza medica, di medicinali, di terapie intensive per
> prematuri, ecc.
>
> La SALUTE MENTALE e' a forte rischio per gli effetti
> dello stress con ansie, paure, depressioni (la guerra
> puo' "slatentizzare" disagi mentali contenuti nella
> comunita'). L'ansia determina malattie correlate con lo stress
> tra queste e' certo un incremento della patologia cardio-
> vascolare (es. infarti, ictus, ecc.).
>
> Nello studio sul disastro di Seveso si e' evidenziato
> un incremento statisticamente significativo di morti per
> malattie cardio-vascolari tra coloro che furono costretti
> ad abbandonare la casa poiche' residenti nelle aree A e B
> (Bertazzi et al., 1995). Questa e' stata la prima causa di
> morte per quella popolazione e quindi non la diossina ma lo
> stress legato all'improvviso cambio di contesto ha generato
> piu' morti. Questo aspetto e' talmente importante che nei
> disastri ambientali viene ormai considerato fondamentale
> (v. terremoto in Umbria) l'intervento di tecnici capaci di
> sostenere moralmente le popolazioni danneggiate attraverso
> una ridefinizione della propria immagine e del nuovo contesto.
>
> La SALUTE SOCIALE e' ugualmente a forte rischio per le
> perdite relazionali (amici, parenti, familiari diretti) anche
> quelle legate al lavoro (anche con la diminuzione del reddito
> pro-capite). Anche per la salute sociale si determinano malattie
> correlate con lo stress che determinano ansia, depressione, ecc.
>
> ___________________________________________________ _________
>
> Gli effetti dell'inquinamento chimico, causato dai bombardamenti,
> sull'ambiente e sulla salute umana in Serbia e nel Kosovo
>
> Lucio Triolo, Vincenzo Caffarelli, Pietro Cagnetti, Giovanni
> Grandoni, Antonella Signorini, Willy Bocola, e Valerio Gennaro
>
> ___________________________________________________ _________
>
> Uranio impoverito
>
> Nicola Pacilio e Carlo Pona
>
> ___________________________________________________ _________
>
> Una svolta epocale e un'ipoteca sul futuro
>
> Angelo Baracca
>
>
> RIASSUNTO
>
> L'intervento della NATO nei Balcani segna un punto di svolta
> nelle relazioni mondiali: nel mondo post-Guerra Fredda, il
> paese piu' forte si arroga il diritto di intervenire ovunque
> per imporre o difendere i propri interessi.
>
> La natura della guerra sta cambiando profondamente. Le armi
> convenzionali ad alta tecnologia vengono utilizzate per colpire
> obiettivi strategici. Ma quando si colpiscono le strutture
> produttive di un paese che utilizza tecnologie moderne, gli
> effetti divengono simili a quelli delle armi di distruzione
> di massa. Questo e' avvenuto nei bombardamenti degli impianti
> chimici della Serbia (Pancevo, ecc.), dove si sono liberati
> nell'ambiente quantitativi grandi e imprecisati di sostanze
> altamente tossiche, cancerogene e mutagene.
>
> Questi tipi di interventi e lo sviluppo esasperato di armi
> ad alta tecnologia da parte degli U.S.A. stanno aumentando
> i rischi di proliferazione e di ricorso effettivo alle armi
> nucleari e di distruzione di massa. Il sistema militare russo
> si sta deteriorando rapidamente. Ne' la Russia, ne' la Cina,
> ne' nessun altro paese puo' competere tecnologicamente con
> gli U.S.A.: il riarmo americano e' percepito come una minaccia
> concreta e crescente alla loro sicurezza. In questa situazione
> il ricorso alle armi nucleari e di distruzione di massa e'
> visto come l'unica risorsa: il rischio del loro uso effettivo e'
> piu' alto che mai.
>
> ___________________________________________________ _________
>
> Appello per la ricostruzione del diritto e della democrazia
> internazionale dopo la guerra
>
> Raniero La Valle e altri
>
> ___________________________________________________ _________
>
> Il ruolo dell'informazione
>
> Fulvio Grimaldi
>
> ___________________________________________________ _________
>
> Il ruolo degli scientifici nell'interposizione nonviolenta
> contro l'ultima superpotenza
>
> Antonino Drago
>
>
> RIASSUNTO
>
> Oggi una gran parte della ricerca scientifica nel
> mondo e' dedicata allo sviluppo di ulteriori armi. Dopo
> l'invenzione della bomba nucleare, alcuni scienziati
> (appello Einstein-Russell) hanno formato un'associazione per
> diffondere la responabilita' sociale degli scientifici per
> le proprie scoperte scientifiche (Pugwash). Successivamente
> sono sorte altre associazioni di tipo analogo. In Italia ci
> sono due associazioni, la sezione italiana del Pugwash e
> l'Unione degli Scienziati Per Il Disarmo (USPID). Ambedue
> sono criticabili per il loro atteggiamento elitario. C'e'
> spazio per una associazione di scientifici che accetti una
> committenza (ideale) dal movimento per la pace italiano e
> mondiale. Si elencano i compiti che potrebbe svolgere questa
> associazione. Tutti questi la qualificherebbero come una
> interposizione nonviolenta tra l'umanita' e gli Stati nucleari
> che dominano la politica mondiale. Il suo scopo sarebbe quello
> di delegittimare le armi di distruzione di massa. Si danno
> ragioni per indicare come primo passo quello di abolire il
> ruolo di superpotenza che gli USA esercitano grazie al loro
> arsenale di armi di distruzione di massa, il piu' efficiente
> del mondo. In alternativa si suggerisce una gestione mondiale
> affidata ad un ONU rinnovato nelle sue strutture.
>
> ___________________________________________________ _________
>
> Scienza, genere e guerra
>
> Elisabetta Donini
>
>
> RIASSUNTO
>
> Molte analisi critiche degli anni recenti hanno indagato i
> nessi tra scienza e guerra da un punto di vista di genere nella
> duplice ottica del discutere da un lato come protagonisti di
> entrambe le imprese siano stati (e tuttora siano) soprattutto
> uomini e dall'altro come in entrambe prevalgano modi di agire
> e orientamenti conoscitivi improntati a caratteristiche che
> nella storia moderna dell'Occidente sono state legate alle
> specificita' del maschile.
>
> Se sul lunghissimo periodo si possono riscontrare persistenze
> significative su ambedue i piani, a partire da quei racconti
> delle origini che pretendono di esaltare nella clava o in
> altri strumenti di offesa gli esordi del cammino di un "homo"
> insieme "sapiens" e "faber" verso la padronanza tecnica sul
> mondo, rispetto alle peculiarita' dei nostri giorni puo'
> essere interessante discutere soprattutto di come scienza
> e guerra sono attualmente concepite e condotte all'interno
> di un universo mentale e pratico che e' al tempo stesso
> ipertecnologico nel suo impianto strutturale e proiettato invece
> nella smaterializzazione virtuale al livello dell'immaginario
> e delle percezioni culturali diffuse.
>
> In particolare, le questioni che verranno toccate riguarderanno:
>
> - il rapporto tra la razionalita' scientifica (e connessi
> requisiti di oggettivita' e univocita' ascritti alle scienze)
> e le catene deduttive con cui la guerra del Golfo prima e
> oggi i bombardamenti della NATO sono stati legittimati come
> soluzione "necessaria" e quindi "giusta", trascorrendo dai
> giudizi di fatto ai giudizi di valore in forza di un criterio
> strettamente affine a quello che ha presieduto all'invenzione
> moderna della nozione scientifica di "legge";
>
> - l' "ossessione di morte" (come spesso e' stata chiamata)
> inscritta nel codice genetico di un sapere scientifico che sin
> da Bacone ha perseguito la dissezione dei fenomeni nella loro
> complessita' e ha mirato alla sostituzione dell'artificiale
> al naturale, attribuendo al maschile la capacita' di agire
> e produrre confinando il femminile nella passivita' di una
> natura ridotta a oggetto;
>
> - il coinvolgimento diretto degli scienziati nello sviluppo
> delle tecniche di guerra, non solo perche' spesso a questo
> sono stati sollecitati dalle varie "committenze" (dallo
> sviluppo della balistica al piu' recente progetto Manhattan),
> ma per il fascino esercitato dal riuscire a realizzare armi
> di sempre maggiore potenza: brani di varie fonti, in vari
> contesti, ne possono dare una documentazione impressionante,
> mettendo in risalto anche di quanto maschilismo siano intrisi
> tali atteggiamenti;
>
> - il rapporto tra mezzi e fini e l'ottica dell'efficacia che
> informano il processo contemporaneo di professionalizzazione
> tanto delle attivita' militari quanto di quelle scientifiche,
> con esiti di deresponsabilizzazione dei singoli.
>
> ___________________________________________________ _________
>
> La matematica della guerra
>
> Michele Emmer
>
>
> RIASSUNTO
>
> "Matematica Etica Pace" e' il titolo di un numero speciale della
> rivista ZDM (Zentralblatt fur Didaktik der Mathematik, 98/3)
> a cura di Ubiratan D'Ambrosio, dell'Universita' di Sao Paolo e
> di Marianne Marme' dell' Universita' di Karlsruhe. Anche io ho
> collaborato a questo numero speciale che e' stato pubblicato
> nella seconda meta' del 1998. Nell'articolo parlavo della
> guerra del Golfo (avevo scritto un articolo su l'Unita'
> all'epoca) e dell'iniziativa del gruppo Abele di Torino che
> aveva realizzato un libretto per le scuole su "La Matematica
> della Guerra". Non avrei mai pensato che molte delle cose
> contenute nel numero speciale sarebbero divenute di stretta
> attualita' pochi mesi dopo.
>
> Ho aggiornato le mie riflessioni sul ruolo dell'informazione.
> Sul perche' e' stato cosi' difficile coinvolgere scienziati,
> artisti, studenti in una discussione sul nostro ruolo di
> educatori. Si e' parlato tanto di complessita'; davanti a un
> problema realmente complesso nessuno aveva nulla da dire.
>
> ___________________________________________________ _________
>
> Scienza e guerra 'fin de siecle'
>
> Andrea Martocchia
>
>
> RIASSUNTO
>
> Nei paesi a capitalismo avanzato la divisione del lavoro
> intellettuale, nel quale pure e' impiegata una parte
> maggioritaria e sempre crescente di forza-lavoro, e'
> diventata labile e confusa. Questo fatto e' dovuto alla rapida
> trasformazione socio-economica in atto; d'altro canto, e'
> esso stesso causa di una gravissiva crisi culturale e di una
> atmosfera "decadente". Al contempo, chi detiene il potere usa in
> maniera sempre piu' spregiudicata l'arma della disinformazione
> per orientare l'opinione pubblica su tutte le questioni
> cruciali. Questa societa', nella quale la trasmissione delle
> conoscenze e' cosi' malata, puo' essere definita semplicemente
> "societa' della propaganda".
>
> In questo contributo si vogliono fornire una serie di elementi
> di fatto per dimostrare le tesi di cui sopra. Si citano casi
> concreti relativi alla guerra civile jugoslava, ma non solo,
> di giornalisti che non ricercano ne' tantomeno verificano le
> informazioni, storici che non raccontano la storia, slavisti
> che inventano lingue secondo l'opportunita' politica, sociologi
> e filosofi che usano a casaccio le parole degli scienziati,
> tuttologi che teorizzano inesistenti differenze etniche, e
> chi dovrebbe far notare tutto questo tace. Una enorme schiera,
> insomma, di "impostori intellettuali", parafrasando il titolo
> di una importante opera qui citata.
>
> Questa situazione ha, logicamente, reso possibile una guerra
> di aggressione per scatenare la quale le classi dirigenti
> hanno violato tutte le norme legali in materia violabili,
> sia nazionali che internazionali, mentre, oltre agli
> ambienti intellettuali ed universitari, pure le organizzazioni
> tradizionali della sinistra si sono ridotte a svolgere un ruolo
> "di servizio".
>
> ___________________________________________________ _________
>
>
> Distributori che hanno "Imbrogli di guerra"
> (e altri libri della casa editrice Odradek)
>
> Il vostro libraio puo' ordinare il libro
> tramite il distributore piu' vicino.
>
>
> LOMBARDIA E CANTON TICINO
> Distribook
> via Quintiliano, 20
> 20138 MILANO
> 02-58012329
> 02-58012339 fax
>
>
>
> PIEMONTE E VALLE D'AOSTA
> Italia libri
> via Challant, 35/a
> 10142 TORINO
> 011-7073962
> 011-7707645 fax
>
>
> LIGURIA
> Il libro
> via Adamoli, 331 rosso
> 16138 GENOVA
> 010-8356581
> 010-8356865 fax
>
>
> EMILIA ROMAGNA, MARCHE CHIETI E PESCARA
> Albolibro
> via F.lli Pinardi, 20/a
> 40129 BOLOGNA
> 051-327084
> 051-322315 fax
>
>
> TOSCANA, UMBRIA
> Degl'Innocenti
> via Avogadro, 18
> Osmannoro
> 50019 SESTO FIORENTINO
> 055-301274
> 055-311248
> 055-308507 fax
>
>
> VENETO, FRIULI, VENEZIA GIULIA
> Vecchi Angelo & C.
> via Vincenzo Stefano Breda
> 35010 LIMENA (PADOVA)
> 049-8840299
> 049-8840277 fax
>
>
> LAZIO
> Erre libri
> via Francesco Saverio Solari, 16
> 00149 ROMA
> 06-5576086 e fax
>
>
> CAMPANIA
> Pde-Napoli srl
> via Scarfoglio, 28/B
> 80078 AGNANO (NAPOLI)
> 081-2428311
> 081-5700413
> Jole Pirozzi 0336-845919
>
> ___________________________________________________ _________
>
> Imbrogli di guerra, pubblicato dalla Odradek Edizioni SRL (1999),
> sara' in libreria per i primi di dicembre.
>
>
> Per maggiori informazioni: http://www.iac.rm.cnr.it/~marco/SP/libro/
>
>
> Scienziate e scienziati contro la guerra
> scienzaepace@iac.rm.cnr.it
>
>
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Giorgio Ellero
<glr_y@iol.it>
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