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La Finanziaria secondo noi...



Vi inviamo alcune note di proposta del Forum Nazionale del Terzo Settore
sulla Finanziaria 2001 del Governo.

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ARCI Nuova Associazione - Comitato Provinciale di Sassari
V. Manno 31, 07100 Sassari
Tel./fax: 079.234543
E-mail: sassari.arci@tin.it
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FORUM DEL TERZO SETTORE:
12 punti per la legge finanziaria 2001
e per l'ultimo scorcio di legislatura


Il Forum Permanente del Terzo Settore con questo documento intende:
- rappresentare le proprie istanze in vista della redazione della prossima
finanziaria;
- operare la verifica dei due accordi sottoscritti con i Governo Prodi e
D'Alema nel '98 e nel '99;
- rafforzare ed ampliare il contenuto programmatico del confronto tra Terzo
Settore e Governo.
Lo legittimano e sostengono nello sforzo propositivo due elementi.
Il primo è costituito dai milioni di cittadini di questo Paese che,
attraverso le organizzazioni associate fanno capo al Forum come soci, ma
soprattutto come beneficiari. Infatti, le Organizzazioni di Terzo Settore,
nelle loro diverse caratteristiche e funzioni (di promozione sociale, di
autorganizzazione dei cittadini, di promozione dell'impresa sociale), sono
sia soggetti organizzatori della domanda che dell'offerta di servizi
sociali.
Essi costituiscono, da un lato la parte del Paese più attiva ed impegnata
in attività di solidarietà umana, di partecipazione civile, di tutela e
promozione dell'ambiente e dall'altra sono quelli che, a causa di
condizioni di svantaggio, povertà, handicap, malattia, hanno bisogno più
degli altri di trovare un sostegno ed una risposta alle loro esigenze, non
solo dalla solidarietà privata, ma anche attraverso adeguate politiche
pubbliche.
Il secondo fattore di legittimazione del Forum è che, con le proprie
proposte, non pone come prioritarie le esigenze delle proprie
organizzazioni, bensì quelle dello sviluppo del Paese e della tutela delle
persone più bisognose, dei diritti di cittadinanza e dell'ambiente.
Forti di tutto ciò noi sosteniamo che l'occasione offerta - dopo tanti anni
di sacrifici - dalla prossima finanziaria, non deve andare sprecata e che
il "dividendo fiscale" resosi disponibile deve essere destinato in modo
esclusivo e mirato:
- a sostegno dei soggetti più deboli e della lotta all'esclusione sociale;
- a sostegno dello sviluppo del Paese mediante un investimento forte sui
giovani, per la loro formazione e per il loro inserimento nel mondo del
lavoro;
- ad una più diffusa, equa ed efficiente protezione sociale mediante il
sostegno alle famiglie e ai singoli cittadini perché possano meglio farsi
carico dell'educazione dei bimbi, della assistenza agli anziani, agli
handicappati e di tutte le altre persone bisognose, e perché, più in
generale, si possa allargare la gamma dell'offerta di servizi in modo da
corrispondere ad una più vasta articolazione dei diritti di cittadinanza;
- alla difesa ed alla valorizzazione dell'ambiente;
- alla solidarietà internazionale, perché il Paese non può reclinarsi
soltanto sui propri problemi e dimenticarsi del miliardo di persone che
ancora oggi vive con meno di un dollaro al giorno. Anche con loro dobbiamo
saper condividere una parte del "dividendo fiscale".

Per intervenire nei settori sopra delineati, oltre ad un intervento diretto
delle politiche pubbliche, che deve essere riequilibrato e che può anche
crescere con nuova efficienza, riteniamo da anni che si possa e si debba
operare in modo innovativo utilizzando principalmente la leva fiscale,
attraverso lo strumento delle deduzioni e detrazioni mirate. Strumento che
va articolato e affinato nelle sue applicazioni, introducendo adeguati
crediti di imposta per chi, percependo redditi particolarmente bassi non
può usufruire delle agevolazioni fiscali tradizionali. In tal modo si può
ottenere il duplice effetto di favorire l'espansione della domanda interna
ed al tempo stesso di orientare i consumi verso servizi di elevato pregio
per la collettività, quali la formazione, l'assistenza alle persone
bisognose, la promozione sociale, la protezione ambientale, le attività di
cooperazione allo sviluppo.
Pensiamo, infatti, che interventi fiscali di tal genere non possano essere
riservati soltanto ad alcuni settori produttivi: questa concezione
riduttiva rinuncia a vedere le politiche sociali, ambientali e di
solidarietà come una risorsa per lo sviluppo economico e occupazionale del
Paese.
1. Soggetti deboli. Per interventi diretti rivolti ai soggetti più deboli
intendiamo provvedimenti che concludano e concretizzino discussioni aperte
da tempo e già configurate in disegni di legge o avviate come
sperimentazioni parziali: il "minimo vitale", il "reddito minimo di
inserimento per i disoccupati", la definizione della figura del "tutor per
gli handicappati gravi".
2. Sostegno alla formazione e al lavoro dei giovani. Entrando più nel
dettaglio della manovra fiscale, invece, chiediamo il riconoscimento in
capo alle famiglie e ai cittadini oltre che per lavoratori autonomi ed
aziende della deducibilità fiscale dei costi sostenuti per formazione.
In una fase di vertiginosa espansione del sapere in cui la competitività
dei singoli, al pari di quella complessiva del Paese, dipende dal livello
di formazione, debbono essere incentivati tutti i comportamenti orientati a
migliorare la conoscenza. Le famiglie ed i singoli cittadini debbono poter
dedurre dalla loro Irpef i costi sostenuti per mandare i figli all'estero
ad imparare l'inglese, per frequentare un corso di informatica, per
qualificarsi e riqualificarsi, partecipando a corsi di formazione
professionale.
E' questo il miglior investimento che si possa fare a favore dei giovani,
sollecitando loro stessi e le loro famiglie a "consumare in sapere".
Il miglioramento qualitativo del sistema di formazione professionale è in
generale (per i giovani, per gli adulti, per la terza età) una questione
decisiva per il futuro del Paese e a questo proposito formuliamo proposte
specifiche che riportiamo in allegato (allegato A).
Inoltre, per quanto concerne l'entrata dei giovani nel mondo del lavoro
proponiamo l'istituzione generalizzata di borse di lavoro di un anno,
riconoscibili da qualsiasi datore di lavoro a giovani sotto i trent'anni.
Il compenso sarà di 15/20 milioni lordi l'anno, per il 50% a carico del
datore di lavoro e per l'altra metà a carico dello Stato, attraverso la
concessione di un credito d'imposta per pari importo. Nel tempo potranno
continuare a godere di un simile sostegno i datori di lavoro che abbiano
assunto a tempo indeterminato almeno il 50% dei giovani precedentemente
ingaggiati attraverso le borse lavoro.
3. Servizio Civile. A completamento del "pacchetto giovani" chiediamo che
venga garantita la copertura finanziaria all'Agenzia per il Servizio
Civile. Il servizio civile, grazie anche allo sforzo di centinaia di
organizzazioni non profit sparse su tutto il territorio nazionale sta
dimostrando di essere, oltre che una esperienza di solidarietà, anche
un'ottima occasione di professionalità ed in molti casi, un utile "scivolo"
per entrare nel mondo del lavoro. Chiediamo con forza che il diritto di
tutti i giovani che intendono compiere una simile esperienza venga
garantito.
"L'obiettivo di attuare pienamente un efficace servizio civile degli
obiettori nel 2001 è una delle condizioni per dare credibilità all'impegno
assunto dal Governo di riformare in senso professionale in questa
legislatura sia il servizio militare che il servizio civile.
Il forum chiede quindi che nella Finanziaria 2001 siano stanziati 300
miliardi per la legge 230/98 permettendo non solo l'assegnazione degli
obiettori che ne hanno titolo, ma soprattutto il decollo di una vera
strategia di formazione e addestramento di questi giovani, l'inizio di
efficaci esperienze di servizio civile all'estero, sia in missioni di pace
che di cooperazione internazionale, la sperimentazione di esperienze di
servizio civile femminile volontario, venendo incontro alla forte richiesta
delle ragazze di veder riconosciuto il loro impegno civile.
4. Deducibilità fiscale dei costi sostenuti per prestazioni
socio-assistenziali. Il secondo fronte su cui riteniamo si debba
intervenire è quello degli altri "consumi sociali delle famiglie".
Anche qui si tratta di rendere possibile la deduzione fiscale delle spese
sostenute per l'assistenza all'infanzia (asili nido, scuole materne), agli
anziani (assistenza domiciliare, ricovero in strutture residenziali,
servizi riabilitativi ecc. ........) ed in generale per far fronte a tutte
le situazioni di disagio, handicap, malattia ecc..
Un primo passo in questo senso era stato compiuto l'anno passato con le
disposizioni contenute nel collegato - peraltro non ancora approvate. si
tratta di compiere un deciso e significativo passo in avanti.
Oltretutto, incentivando la spesa per formazione e consumi sociali, si
determina un poderoso effetto di sviluppo economico e di crescita
occupazionale, non solo qualitativo, ma anche quantitativo, nettamente
superiore a quello derivante dalla espansione della domanda di altri beni.
in questi settori bastano 50 milioni di spesa aggiuntiva a determinare la
creazione di un nuovo posto di lavoro; posto di lavoro che tra irpef ed
oneri contributivi permette alla finanza pubblica di introitare circa 20
milioni aggiuntivi, con un evidente ritorno, anche sotto questo profilo,
per la collettività.
5. Redditi integrativi per gli anziani. A completamento della manovra, su
questo fronte, in particolare riguardo agli anziani, proponiamo che tutti i
compensi percepiti da pensionati entro il limite dei 30 milioni globali
annui siano esonerati dal divieto di cumulo con i redditi da lavoro e siano
assoggettati ad una imposizione separata con un'aliquota unica del 25%
comprensiva di oneri fiscali e contributivi. Ciò permetterà di portare in
emersione una larga quantità di lavoro nero svolto da pensionati,
garantendo loro la possibilità di conseguire redditi integrativi senza
intaccare quello pensionistico. D'altro canto, a fronte di una dinamica in
atto caratterizzata dalla riduzione del valore reale delle pensioni,
permettere ai cittadini il conseguimento di redditi integrativi rappresenta
un importante fattore di riequilibrio. Non va inoltre sottovalutato il
positivo impatto sulle dinamiche occupazionali, in quanto l'esperienza
dimostra che gli anziani che operano come collaboratori esterni delle
imprese, non sono sostitutivi rispetto ai giovani, ma anzi sono per loro
una preziosa occasione di affiancamento nello sviluppo professionale.
6. Impresa Sociale:
a) Si deve definitivamente approvare e rendere operativa (attraverso un
DPCM) l'estensione dei benefici previsti per le PMI anche alle imprese
sociali, così come già disposto nell'articolo 74 della Legge finanziaria
dell' '89 con riferimento ala legge 448/'98;
b) si deve finanziare il "Progetto Fertilità" elaborato dalla Commissione
"Terzo Settore" costituitasi presso il Ministero del lavoro;
 c) Si propone la realizzazione di una "Conferenza nazionale su Terzo
Settore, Servizi e Occupazione" che faccia il punto sugli indirizzi di
medio periodo per l'implementazione del ruolo del Terzo Settore sulla
riforma del Welfare, nell'allargamento e nella regolazione del mercato dei
servizi e nella creazione di lavoro;
d) va finalmente concluso l'iter legislativo per la definizione della
figura giuridica del socio-lavoratore di cooperativa di lavoro (peraltro
impegno già preso nel Patto per il lavoro del 1998) in assenza della quale
permarrebbe uno stato di incertezza su un'area di estremo rilievo e di
valenza democratica quale quella del lavoro associato;
e) va completato il percorso di miglioramento dell'assetto previdenziale
dell'impresa sociale con particolare riferimento alla possibilità per le
cooperative sociali di poter pagare i contributi previdenziali su una base
imponibile rapportata ai salari effettivamente erogati anche laddove viga
un sistema di salari medi convenzionati, misura che, peraltro, porterebbe
un maggior gettito previdenziale aumentando al contempo il beneficio per i
soci lavoratori;
f) si ritiene di portata fondamentale l'emanazione di una norma specifica
volta a scoraggiare la pratica delle gare di appalto al massimo ribasso nei
servizi alla persona, nella promozione sociale e culturale e anche in campo
ambientale;
g) si richiede, infine, la modifica del regime fiscale previsto dal Dlgs
460/'97 (Onlus) per i consorzi di cooperative sociali uniformandolo così al
disposto della legge 381 (istitutiva delle cooperative sociali).
7. A.I.D.S. Un'attenzione particolare richiediamo per la realtà drammatica
dell' AIDS :
a) chiediamo per l'ennesima volta la riconversione delle risorse stanziate
nel '90 per costruire reparti di malattie infettive mai realizzati e ora
non più necessari, in spesa corrente destinata a sostenere l'assistenza e
la prevenzione, la diagnostica e gli altri costi delle terapie.
b) Chiedere un aumento dei fondi destinati specificatamente alla
prevenzione dell' AIDS che in modo erroneo oggi viene ampiamente
sottovalutata. Infatti le nuove terapie non sono certo in grado di
distruggere il virus, ma di prolungare la vita delle persone sieropositive,
risultato questo molto importante ma che in assenza di precise continuative
campagne di prevenzione rischia di coincidere con un aumento della velocità
di diffusione del virus HIV.
8. Alcune leggi fondamentali: Protezione sociale, Associazionismo di
promozione sociale, Cooperazione internazionale allo sviluppo,
Dilettantismo sportivo. Per realizzare credibilmente gli obiettivi sinora
elencati e quelli che seguono è condizione fondamentale l'approvazione
entro la legislatura da parte del Parlamento di tre leggi chiave da tempo
attese due delle quali hanno già superato l'esame della Camera dei
Deputati. Si tratta della "legge di riforma del sistema di protezione
sociale" ( legge sull'assistenza) che prefigura una vera e propria riforma
istituzionale delle politiche sociali italiane; della "legge
sull'associazionismo di promozione sociale" il tassello mancante al quadro
di riconoscimento giuridico dei soggetti del Terzo Settore; della "legge di
riforma della cooperazione internazionale allo sviluppo" che è più indietro
sul piano parlamentare, ma per la quale è necessario uno straordinario
sforzo politico-istituzionale per dare al paese uno strumento essenziale di
politica estera nel mondo complicato della globalizzazione; della legge sul
dilettantismo sportivo anch'essa gravemente in ritardo in Parlamento e che
invece è fondamentale per portare a termine la riforma dello sport in
Italia definendo l'area vitale dello "sport per tutti" che ha bisogno di
riconoscimento pieno e di risorse certe come lo sport agonistico in quanto
rappresenta sempre più una risorsa strategica per le politiche sociali del
Paese.
9. Immigrazione. Un'attenzione particolare riserviamo al rifinanziamento
della legge sull'immigrazione e in particolare dl Fondo Nazionale per le
Politiche Migratorie previsto dall'articolo 45 del Testo unico n°286/98. Il
Fondo Nazionale finanzia gli articoli 20, 38, 40, 42 e 46 riguardanti
l'accoglienza,le politiche abitative, l'istruzione e l'integrazione sociale
decisivi per una politica di convivenza. In riferimento alla precedenti
finanziarie riteniamo realistica una copertura di 75 miliardi. Inoltre
chiediamo la piena applicazione della legge, in particolare degli articoli
in cui i cittadini stranieri in possesso di carta di soggiorno vengono
equiparati ai cittadini italiani ai fini della fruizione delle provvidenze
e delle prestazioni anche economiche di assistenza sociale ( articolo 41).
In particolare riteniamo importanti l'estensione alle donne immigrate delle
misure riguardanti la tutela della maternità previste per le donne italiane
(sussidi di maternità e sussidi per il terzo figlio
10. Ambiente Sul fronte delle politiche ambientali, l'attenzione va puntata
in questo momento soprattutto sulla difesa, sulla manutenzione del
territorio e sulla riqualificazione urbana incentivando i settori economici
più innovativi e direttamente rivolti al miglioramento della qualità
ambientale. Servono una politica tariffaria e sgravi fiscali, ancor più
forti per le famiglie a basso reddito, che inducano il contenimento dei
consumi e comportamenti ecocompatibili.
Tutto ciò unito ai necessari stanziamenti per l'emergenza rifiuti, per
quella relativa alla rete idrica, per le aree protette, per il trasporto
pubblico e la mobilità locale, può costituire un fattore decisivo se
strategico per il rilancio dell'occupazione e dell'economia.
Vanno mantenuti e rafforzati gli incentivi al recupero edilizio e
urbanistico (detrazioni IRPEF e riduzioni IVA) utili a riconvertire
l'industria edilizia verso la manutenzione e a valorizzare il nostro grande
patrimonio di città e di beni culturali. Questi incentivi vanno inoltre
estesi agli interventi di coibentazione, energia solare, abbattimento delle
barriere architettoniche.
11. Solidarietà internazionale. Oltre e contestualmente alla decisiva
approvazione della riforma della cooperazione internazionale è necessario
comunque operare una correzione e un rilancio della cooperazione italiana e
delle azioni di solidarietà internazionale dell'Italia.
a) Prevedere uno stanziamento da destinare all'APS decisamente più consono
a quanto sottoscritto dal nostro Paese in sede di Nazioni Unite
impegnandosi per l'allocazione del 0,7% del PIL. Questo per concretizzare
un doveroso e qualificato impegno di un "G8" nella responsabilità per la
costruzione di una maggior giustizia sociale a livello mondiale.
b) Riequilibrare, all'interno del fondo destinato all'APS, la quota
destinata all'aiuto bilaterale e quella al multilaterale a favore della
prima grandemente penalizzazione degli ultimi anni ( nel 1998 67,6% al
multilaterale di cui 45% alla UE, 43% a BM e Banche Regionali di sviluppo,
12% NU ed altri Org. Internaz.) in questo ambito, vincolare maggiormente
gli stanziamenti multibilaterali al reale coinvolgimento nei programmi
internazionali dei soggetti della società civile e delle ONG italiane.
L'attuale distribuzione delle risorse tra tali canali finanziari infatti,
ancorché giustificata come una volontà di partecipazione ai programmi
internazionali, legittima una deresponsabilizzazione del MAE e, di fatto,
perpetua la non soluzione di pastoie burocratiche paralizzanti la
cooperazione e in particolare la cooperazione del non governo e della
società civile organizzata.
c) Sostanziare la volontà politica espressa in sede di Governo e di
Parlamento per una maggior valorizzazione della cooperazione non
governativa e della società civile destinando alle ONG riconosciute una
quota superiore all'attuale 10% dei fondi del capitolo "a dono" dell'APS.
Questo anche per maggior coerenza per indirizzi a più riprese espressi, ivi
compreso il disegno di legge in discussione al Parlamento per la riforma
della legge di cooperazione allo sviluppo, per allargare la rosa dei
soggetti organizzati della società civile ammissibili ad un contributo
pubblico.
d) Richiedere una rapida approvazione del regolamento della Legge n.
209/2000 sulle misure per la riduzione del debito estero dei paesi a più
basso reddito e maggiormente indebitati, consentendo così il rispetto dei
tempi in essa stabiliti.
e) Approvazione entro il 2000 del disegno di legge per la partecipazione
dell' Italia alla ricostruzione dell'Europa sud-orientale ("disposizione
per la partecipazione italiana alla stabilizzazione, ricostruzione e
sviluppo dei Paesi dell'area balcanica ", C. 6466), con la valorizzazione
ed il rafforzamento dei provvedimenti previsti a favore della ricostruzione
sociale, civile e democratica dei Balcani, predisponendo la messa in
finanziaria della copertura prevista della legge e portando al 30% al 40%
(da 120 a 160 miliardi) i fondi previsti dal disegno di legge in gestione
al Ministero Affari Esteri per gli interventi di cooperazione allo sviluppo.
12. Misure di sostegno del Terzo Settore. Infine è urgente definire una
serie di misure che sostengano ed esaltino le capacità operative e le
condizioni di vita e di lavoro delle organizzazioni di terzo settore, le
quali non agendo per fini di profitto, essendo prive di capitalizzazione e
unendo la dimensione partecipativa e di volontariato a quella di creazione
di lavoro e di impresa, trovano in tante normative vigenti, come in tante
legislazioni in formazione, un ostacolo pesante alla loro crescita e non
una sollecitazione a un incoraggiamento positivo a crescere.
A) ISTITUZIONE DELL'AUTORITY SUL TERZO SETTORE
è necessario istituire secondo quanto disposto nella Legge 662/96 e nella
Legge Finanziaria per il 1999 l'Autority del Terzo Settore con compiti di
valorizzazione, monitoraggio e controllo delle attività delle
organizzazioni. Un'Autority riduttivamente istituita soltanto attorno alle
funzioni di controllo finirebbe per essere un altro ostacolo burocratico e
non uno strumento di una crescita corretta della realtà del Terzo Settore
italiano.
B) RIDUZIONE DELL' IRAP
riduzione della base imponibile per l'applicazione del 'IRAP nei rapporti
di lavoro delle organizzazioni di terzo settore. L'avvento di questa
tassazione è stato infatti un limite significativo per organizzazioni che
svolgono attività a forte intensità occupazionale e con caratteristiche
contrattuali fortemente flessibili.
C) MISURATORI FISCALI
rivedere l'obbligo di dotarsi di misuratori fiscali previsti in ogni caso
anche per le organizzazioni associative dalla nuova disciplina sugli
intrattenimenti. Questa infatti comporta un'operazione insostenibile per
quelle attività che in numero limitato vengono svolte a sostegno dei fini
istituzionali dell'associazione.
D) FINANZA ETICA E LOTTA ALL'USURA
- definire un'azione del governo volta a sostenere e incentivare le
iniziative, pubbliche o private, di finanza etica che già sono attive nel
nostro Paese e che si potrebbero attivare a beneficio del terzo settore.
Manca infatti un preciso indirizzo a questo riguardo, mentre si manifestano
azioni disordinate e resistono ostacoli e diffidenze verso le esperienze
positive già in atto;
- unitamente a ciò, chiediamo di confermare il rifinanziamento della legge
108/'96 di prevenzione e lotta all'usura con particolare sostegno ad
Associazioni e Fondazioni che garantiscono ai cittadini e alle famiglie
l'accesso al credito grazie all'articolo 15.
E) TARIFFE POSTALI
Mantenimento delle attuali tariffe agevolate per l'editoria di Terzo
Settore. Il nuovo regolamento postale deve tener conto della specificità
(pubblica utilità, informazione etica, ruolo sociale dell'informazione)
delle "postalizzazioni etiche". Per l'editoria di Terzo Settore, ad
esempio,le condizioni per accedere alle tariffe agevolate potrebbero
essere:
- la proprietà della testata deve essere di una associazione (o comunque ad
un ente non profit);
- la pubblicità deve essere in percentuale bassissima ad esempio non
superiore al 10%;
- iscrizione all'albo delle testate di Terzo Settore che dovrebbe essere
istituito presso il Ministero della Solidarietà Sociale.
F) LEGGE SULL'EDITORIA
- andare all'approvazione della riforma sull'editoria che innovi la vecchia
legge 416 del 1981. siamo d'accordo con una proposta che incentivi i
progetti e non più contributi a pioggia. All'interno dei progetti deve
essere visibile l'intento di premiare anche "Progetti Sociali".
- Chiediamo un riconoscimento di ruolo del prodotto editoriale di Terzo
Settore (etico, sociale...) sulla base dei contenuti e della qualità.
Chiediamo agevolazioni per l'acquisto della carta e incentivi tariffari.
G) RIDUZIONE IRPEG SU IMMOBILI ONLUS
- Si deve dare coerenza alla normativa fiscale sulle ONLUS andando ad una
riduzione dell'IRPEG sugli immobili utilizzati dalle ONLUS ai fini
istituzionali o per lo svolgimento di attività ad essi connesse.







ALLEGATO AL DOCUMENTO DEL FORUM SULLA "FINANZIARIA"


La proposta del Forum riprende quanto era già stato accolto, almeno in
linea di principio, nel protocollo d'intesa sottoscritto il 14 febbraio con
il Governo D'Alema.

Lì si prevedeva che si potesse utilizzare la leva della deducibilità
fiscale da parte delle persone e delle famiglie per spese di formazione ed
educazione permanente.

Ora che esistono le risorse disponibili occorre passare dall'affermazione
di principio ad una proposta operativa lungo tre linee:

a) modificare l'art. 13 bis comma 1 lettera del TUIR DPR 917/1986
estendendo la detraibilità oggi prevista per spese di istruzione secondaria
e universitaria anche alla formazione e all'addestramento professionale;
b) estendere anche ai lavoratori dipendenti, collaboratori, atipici,
autonomi la possibilità di dedurre le spese volontariamente sostenute per
finalità di educazione o istruzione.;
c) introdurre un nuovo strumento di deducibilità per le spese di istruzione
e formazione sostenute dai lavoratori che decidono di usufruire del congedo
formativo previsto nella legge 53 dell'8 marzo 2000;
d) all'interno dell'ammontare ricavato dalla vendita dell'UMTS destinare
700 miliardi per un piano di alfabetizzazione informatica per le categorie
che sono più escluse dall'acceso alle nuove tecnologie.

Tutte queste misure hanno un unico ratio: rendere possibile la formazione
permanente per tutti e per tutta la vita. Lo Stato premiando fiscalmente
l'investimento dei singoli opera anche un investimento sul capitale umano
del Paese.