28/06 Roma: dalle mutue ai centri sociali

[Lunaria <ts.lunaria@tiscalinet.it>]

 Vi invitiamo a partecipare all'incontro promosso dal Villaggio Globale
(in collaborazione con Usi e Lunaria), all'interno della Fiera dell'
Autorganizzazione, dal titolo:


DALLE MUTUE AI CENTRI SOCIALI
28 Giugno ore 17.00
Villaggio Globale Lungotevere testaccio snc Roma

 Nella riscoperta delle esperienze storiche di autorganizzazione economica,
sociale e sindacale, la ricerca di strumenti per intervenire nel presente.
 Partecipano: Pino Ferraris (saggista e giornalista), Bruno Morandi (resp.
naz. formazione del PRC), Unione Sindacale Italiana


  La storia del movimento operaio e dei soggetti subalterni in generale si
è dispiegata nel corso di oltre un secolo, attraverso la progressiva
nascita di forme di organizzazione economica, sociale e politica via via
più complesse e articolate. Dalle prime Società di Mutuo Soccorso, databili
negli albori della Rivoluzione Industriale, alle Cooperative di consumo e
di produzione lavoro, fino alle Leghe, ai Sindacati di categoria e ai
moderni partiti politici. In particolare agli inizi della
industrializzazione, in un contesto caratterizzato dalla totale assenza di
legislazione sociale e del lavoro, quindi di garanzie e di stato sociale,
l'organizzazione operaia fu principalmente economica e sociale: le mutue
avevano la funzione di sostenere il lavoratore di fronte ai normali e ai
possibili eventi del vivere, malattia, infortunio, maternità; la
cooperazione di consumo difendeva i salari dagli speculatori e
dall'oscillazione dei prezzi; quella di produzione lavoro mitigava la piaga
endemica e ricorrente della disoccupazione; la lega offriva al singolo
lavoratore il necessario supporto nel confronto con i padroni. Si trattò
quindi di un processo autorganizzativo legato a doppio filo ai bisogni che,
è opportuno ricordarlo, non fu esente, almeno nella fase iniziale, da
patrocini e tutori spesso confessionali o statali, i quali individuavano in
quelle strutture luoghi di contenimento del disagio sociale e quindi del
conflitto. Questo processo trovò la sua espressione più matura e complessa
nelle Camere del Lavoro che rappresentarono una sorta di "impresa sociale"
ante litteram, con bilancio e segretario stipendiato, nelle quali si
autogestiva e si autorganizzava la previdenza sociale attraverso mutue, il
consumo e il lavoro attraverso la cooperazione, la rivendicazione e il
conflitto attraverso la lega. Un organismo economico e di servizio che,
grazie al radicamento nel territorio, acquistava funzioni politiche fino a
giungere in diversi casi alla conquista delle istituzioni locali.
 E' possibile oggi osservare l'emergere del fenomeno non profit,
dell'impresa sociale, del cosiddetto Terzo Settore alla luce di quei fatti
e di quella storia?
 Molte sono le analogie: oggi come allora, ci troviamo di fronte ad una
nuova rivoluzione industriale, questa volta informatica e globale; si
modificano le vecchie figure sociali e professionali e ne emergono delle
nuove dai tratti imprecisi; riappaiono, attraverso nuove parole,
flessibilità, mobilità e lavoro interinale, vecchie conoscenze:
disoccupazione ciclica, precarietà, caporalato; grandi masse si spostano
dalle campagne del mondo,  paesi poveri, verso le città del mondo, i paesi
industrializzati; si assiste al progressivo smantellamento del Welfare,
alla liquidazione delle garanzie sociali e del lavoro e alla dimissione da
parte dei governi dei necessari servizi sociali, sanità, istruzione,
gestione del territorio.
 All'interno di questa nuova fase che sta portando nel suo dispiegarsi
profonde e laceranti trasformazioni, ma anche rinnovate esigenze e
necessità, è possibile individuare percorsi innovativi di autorganizzazione
e difesa del lavoro, dei servizi, dei bisogni e infine una nuova
prospettiva di organizzazione sociale e di  trasformazione?







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