Fiume Veneto - Da eccellenza a “Seme” della discordia



Inclusione sociale e agricoltura solidale in pericolo

Da eccellenza a “Seme” della discordia

L’ad della Coop pordenonese si dimette anche da dipendente dell’Ass6

 

 

Fiume Veneto

 

Da 30 anni a questa parte rappresenta un modello di eccellenza a livello regionale e nazionale nell’ambito della Cooperazione sociale, quella vera, e della cosiddetta agricoltura sociale ovvero quella finalizzata all’occupazione ed al reinserimento lavorativo di persone svantaggiate. Si tratta della Cooperativa sociale Il Seme di Fiume Veneto che in questi giorni, tuttavia, ha visto quel modello – faro per il movimento cooperativo del Friuli Venezia Giulia e d’Italia – essere messo in discussione proprio dall’Azienda sanitaria n.6 Friuli Occidentale, peraltro direttamente impegnata nella promozione del tema e dell’immagine delle Fattorie sociali.

Tanto che, la notizia è di queste ore, proprio in questi giorni Giorgio Verardo, l’operatore che in questi 30 anni ha guidato la costruzione di questo grande “Capitale Sociale Comunitario”, ha restituito al Dipartimento di Salute Mentale di Pordenone il mandato di amministratore delegato del Seme, rassegnando al contempo le dimissioni da dipendente dell’Ass6.

 

I numeri del Seme

  • 24 persone occupate, di cui 10 sono lavoratori svantaggiati che percepiscono un regolare stipendio;
  • 7 le persone inserite in percorsi di formazione al lavoro;
  • il 70% della forza lavoro è rappresentato da persone in reinserimento lavorativo o in percorsi occupazionali protetti;
  • in 30 anni attivati oltre 100 inserimenti lavorativi;
  • la Cooperativa coltiva una superficie di circa 26.500 mq di colture orticole non protette e 9.000 mq di colture orticole ed ortofloricole protette in serre.
  • il valore della produzione nel 2009 è stato di 680 mila euro e nel 2010 è previsto un incremento del 10%;
  • ad aprile 2010 si sono recate al punto vendita circa 8 mila persone;
  • la frequenza media è di circa 100 persone al giorno;
  • in particolari periodi dell’anno passano al Seme anche 400 persone al giorno.

 

Tema questo sicuramente attuale e di prospettiva, nonché fortemente evocativo e di sicura presa nell’immaginario collettivo di chi sogna un’agricoltura socialmente responsabile. La tendenza del dibattito, e di ogni sua declinazione, affida fondamentalmente alle Fattorie sociali un ruolo centrale ed innovativo per il futuro dell’economia rurale e sociale. “Ruolo che oggi evidentemente è irresponsabilmente disconosciuto alla Cooperativa sociale Il Seme di Fiume Veneto” – affermano con forza Gian Luigi Bettoli, presidente di Legacoopsociali Fvg, e Paola Camber, presidente di Federsolidarietà Pordenone -.

“Conseguentemente un modello che funziona - oltre che per competenza, visione, capacità di sviluppo e per i delicati assetti ed equilibri sociali, produttivi e gestionali raggiunti con grande cura ed un lungo e faticoso lavoro quotidiano - rischia di saltare per mano della stessa istituzione sanitaria che, trent’anni fa, con ottima lungimiranza ne ha dato vita. Rischia di saltare – incalzano Bettoli e Camber - per antiche e sempre attuali questioni di potere. Su questo di innovativo sicuramente nulla c’è”.

“Riteniamo che oggi sul Seme si stia scrivendo una delle pagine sociali più preoccupanti della storia istituzionale della nostra provincia. Una pagina – sostengono ancora Bettoli e Camber, che la comunità locale, formata da migliaia di persone, organizzazioni ed istituzioni, di fatto il socio di maggioranza della più storica Fattoria Sociale del nostro territorio avrà diritto di leggere, giudicare e ricordare. Per il ruolo che ci compete riteniamo doveroso riaffermare che le Buone Pratiche sociali debbano continuare ad essere patrimonio pubblico della comunità”.

 

Ma chi è la Cooperativa sociale Il Seme?

Alla fine degli anni ’70 il Centro di Igiene Mentale di Pordenone, oggi Dipartimento di Salute Mentale, facendo propri i principi ed il pensiero della riforma Basaglia, avvia i primi processi di deistituzionalizzazione e di superamento della logica manicomiale.

Nel 1981 il Cim promuove la costituzione delle prime due Cooperative pordenonesi finalizzate all’inserimento lavorativo: Coop Noncello e Coop Il Seme. La prima avrà sede a Pordenone (oggi a Roveredo in Piano) la seconda presso la struttura riabilitativa “Le Fratte” a Fiume Veneto. La Cooperativa sociale Il Seme e il Dipartimento di Salute Mentale di Pordenone mantengono ancor oggi un collegamento diretto nella gestione dei programmi di reinserimento al lavoro.

Presso le Fratte lavorano in distacco due operatori del servizio psichiatrico. Uno di questi, Giorgio Verardo, ricopre il ruolo di Amministratore delegato della Cooperativa. L’attività principale del Seme è l’ortofloricoltura: produzione di ortaggi, piantine da orto e piante da fiore. La Cooperativa coltiva una superficie di circa 26.500 mq di colture orticole non protette e 9.000 mq di colture orticole ed ortofloricole protette in serre. Il terreno in affitto è di proprietà del Comune di Fiume Veneto.

Tra le 24 persone occupate presso Il Seme 10 sono lavoratori svantaggiati che percepiscono un regolare stipendio e 7 sono persone inserite in percorsi di formazione al lavoro. Il 70% della forza lavoro è dunque rappresentato da persone in reinserimento lavorativo o in percorsi occupazionali protetti. In 30 anni sono stati attivati un centinaio di inserimenti lavorativi. Sono numeri che da soli rappresentano lo straordinario lavoro d’inclusione sociale ed occupazionale svolto dal Seme in collaborazione con il DSM di  Pordenone.

Il Seme non è solo strumento per percorsi terapeutici deistituzionalizzanti. “Il Seme è anche e soprattutto comunità locale, luogo di reciprocità e legami sociali. Il paese di Fiume Veneto riconosce al Seme lo straordinario valore di riferimento che questa realtà rappresenta per il tessuto sociale del territorio. La comunità locale ha capito l’affidabilità sociale ed imprenditoriale del Seme, la capacità di far coabitare esigenze sociali con esigenze economiche d’impresa. Il Seme è da molti anni uno dei posti preziosi del paese. Un luogo straordinario per la sua normalità sociale, dove il disagio, la cura, il lavoro e le relazioni umane hanno trovato le condizioni ideali per sviluppare la qualità dello stare insieme. Il Seme da trent’anni è un bene comune”.

L’ottimo livello dei prodotti offerti dal Seme risponde alla cura di garantire dignità e stabilità occupazionale ai soci lavoratori. La Cooperativa vende i propri prodotti al dettaglio a clienti privati, la maggior parte dei quali residenti a Fiume Veneto e nei paesi limitrofi. Il valore della produzione nel 2009 è stato di 680.000 euro e nel 2010 è previsto un incremento del 10%. Nel mese di aprile 2010 si sono recate al punto vendita circa 8mila persone. La frequenza media è di circa 100 persone al giorno. In particolari periodi dell’anno passano al Seme anche 400 persone al giorno.

 

Venerdì (21 maggio) mattina, i rappresentanti delle Cooperative sociali pordenonesi distribuiranno pubblicamente il comunicato sottoscritto da Gian Luigi Bettoli, presidente di Legacoopsociali Fvg, e Paola Camber, presidente di Federsolidarietà Pordenone, ai partecipanti al convegno "Fattorie Sociali e nuovi sistemi a rete in agricoltura", che si terrà a Fiume Veneto presso l'Agriturismo Fossa Mala, promosso dall'Azienda per i Servizi Sanitari n.6 Friuli Occidentale, da Provincia di Pordenone e Regione Friuli Venezia Giulia.

 

Per Legacoopsociali Fvg e Federsolidarietà Pordenone

Ufficio Stampa