Fontanafredda 21 maggio - Le badanti quale ruolo nell'attuale sistema socio sanitario?



Cittadini stranieri e cittadini italiani a confronto "Sullo stesso autobus"
Le badanti quale ruolo nell'attuale sistema socio sanitario?
Prosegue il ciclo di incontri organizzato dall'Ambito di Sacile


Fontanafredda

"Il ruolo delle badanti nel'attuale sistema socio sanitario" è il tema in discussione domani alle 17.30 a Fontanafredda nella locale Sala consiliare, incontro pubblico cui partecipano tra gli altri Anna Crognolin dell’Agenzia Regionale del Lavoro FVG e Janette Tah Tabou Operatrice Socio Sanitaria di origine ivoriana. Prosegue con successo il ciclo di cinque incontri complessivi (quello di domani è il terzo) organizzato dall’Ambito Sociale 6.1 di Sacile e dalla Cooperativa Itaca. Intitolato "Sullo stesso autobus" ha visto nei primi due appuntamenti trattare della sicurezza sociale e delle risorse per rispondere alla crisi.  L’Ambito comprende, oltre a Sacile, i comuni di Aviano, Brugnera, Budoia, Caneva, Fontanafredda e Polcenigo. «Dimenticate la parola assistenza», ha detto il responsabile Roberto Orlich, «I Servizi Sociali sempre più propongono un’offerta cucita sulle esigenze della persona, anche se i bisogni del territorio risultano sempre maggiori rispetto alle risorse a nostra disposizione».
Una componente importante della popolazione dell’Ambito è infatti costituita ormai da cittadini stranieri, il 9% dei residenti, provenienti da circa 80 Paesi diversi. Con questo ciclo di incontri, l’Ambito sacilese propone una riflessione concreta, al di là delle ideologie, su tematiche connesse al tema dell’immigrazione e della cittadinanza attiva, in rapporto allo sviluppo dell’intera comunità locale. Di fronte alla chiusura in se stessi, sia da parte degli italiani, sia da parte degli stranieri, il presidente dell’associazione “Sacile Mondo Insieme”, il senegalese Daouda Seck, ha ricordato: «Siamo prima di tutto uomini. Se una persona ha bisogno di aiuto, non importa da dove viene, è giusto fare quello che si può per dare una mano».
L’immigrazione ha rappresentato nel territorio dei sette Comuni, come in tutto il Nordest, un’importante risorsa perché ha fornito, e fornisce ancora, la manodopera che in loco non si trova. «È giusto che il permesso di soggiorno per gli stranieri sia legato al lavoro, ma nessuno si aspettava che scoppiasse questa crisi. Oggi la politica deve dimostrare buon senso e dobbiamo tutti assieme, imprenditori e lavoratori, rimboccarci le maniche per superare le difficoltà», ha dichiarato Alessandro Zanetti, il Presidente dei giovani industriali del Friuli Venezia Giulia. «Non sappiamo dove ci porterà questa crisi e quali saranno le nuove esigenze del mondo del lavoro, ma certamente è opportuno sfruttare questo momento per migliorare la formazione, soprattutto manuale, dei lavoratori», ha proseguito Zanetti, concorde con la direttrice della sede di Pordenone dell’Enaip, Agnese Francescato.
Daniele Morassut, della Cisl ha aggiunto che «il 25-30% dei lavoratori nei mobilifici è straniero. Sono persone colpite come le altre dalla crisi, che ha portato alla perdita di circa 4mila posti di lavoro nella provincia di Pordenone. Credo che gli abitanti di questo territorio, abituati a lavorare duramente, si sentano traditi. E chi si è arricchito in questi anni deve rispondere riconoscendo il dovere di restituire al territorio parte delle risorse che ha sfruttato, a partire dal verde ingoiato dai capannoni».
Quanto alla tutela dei lavoratori stranieri, Abdou Faye, senegalese nel direttivo nazionale della Cgil, d’accordo con Zanetti, ha ricordato quanto sia importante trovare soluzioni come i contratti di solidarietà: «Senza contratto, lo straniero perde il permesso di soggiorno e diventa clandestino. Vale anche per persone che sono in Italia e lavorano regolarmente da vent’anni, hanno mogli e figli qui». L’Ambito 6.1 ha registrato, tra le altre cose, un aumento proprio nelle richieste di aiuto da parte delle famiglie immigrate in difficoltà. E c’è anche chi è costretto a mandare in patria mogli e figli perché non riesce a sostenere le spese.
Gli incontri proseguiranno giovedì 28 maggio alle 17.30, a Caneva, Auditorium Scuola Media: si parlerà dell’educazione all’intercultura con il prof .Franco Santamaria, Docente di Pedagogia della marginalità dell’Università di Trieste. Gli incontri termineranno con “Il dialogo tra le religioni: un confronto obbligato o un processo naturale?”, a Sacile, Sala Affreschi Palazzo Ragazzoni Flangini Bilia, giovedì 11 giugno alle 17.30. Parteciperannp il Pope della Chiesa ortodossa di Pordenone, l’imam Mohamed Ouatiq e Don Livio Tonizzo, parroco referente per il dialogo interreligioso della diocesi di Pordenone.

Fabio Della Pietra
Ufficio Stampa
Cooperativa sociale Itaca
Pordenone
www.itaca.coopsoc.it