Re: R: Se questa è una donna che va portata a morire



Non entro nel merito se Luana sia ancora cosciente nel suo corpo perchè questo forse lo può capire solo chi le sta fisicamente vicino e la osserva. Su tutto il resto però che hai scritto faccio un'osservazione: non ti hanno mai detto che il corpo umano è una macchina? Lo dicono tutti i medici e biologi. Può essere si influenzato dal nostro umore e dalla nostra personalità ma rimane pur sempre una macchina che se alimentata continua a svolgere le sue funzioni. Anche una macchina si può mantenere bene, basta accudirla, starci dietro, non attendere che si rovini. E per questo ci sono proprio degli infermieri che provvedono ad avere cura del corpo di Luana, esattamente se si pulisse un pc dalla polvere o si sistemasse un cavetto. Certo, esiste pure l'usura di una macchina e nel caso del corpo umano si chiama semplicemente vecchiaia. Quindi per favore...se volete si può disquisire su cos'è il coma, se Luana ha reazioni "meccaniche" oppure da persona senziente, ma non tiriamo in ballo lo stato del suo corpo perchè non c'entra nulla.
Grazie e ciao,
Davide

Luca Bigolin ha scritto:

"....e così braccia e gambe sono tornite, non avvizzite e magre, il viso è paffuto, la pelle morbida come un velluto.." decisamente discordante dalla descrizione del il medico che l'ha accolta a udine. Siete andati a visitarla anche voi in ospedale per conoscerla così bene?

"..È il suo unico ausilio, l’unica richiesta: negargliela significa ucciderla" a dire il vero lei aveva chiesto un'altra cosa, che voi le vorreste negare. oppure anche in questo caso volete dirci voi quali sono i suo pensieri.

Se io chiedo di non volere questo tipo di non vita, mi spiegate chi siete voi per negarmelo?



david.gianetti at libero.it ha scritto:

Se questa è una donna che dovete continuare a torturare

    ----Messaggio originale----
    Da: associazioneamicidilazzaro at yahoo.it
    Data: 04/02/2009 19.39
    A: <<Undisclosed-Recipient:>, <>>
    Ogg: Se questa è una donna che va portata a morire

    *Se questa è una donna che va portata a morire *
    /Al mattino, come tutti noi, apre gli occhi. Più tardi, come
    capita a tanti disabili, viene sottoposta a fisioterapia. Nel
    pomeriggio, quando il tempo lo permette, è accompagnata in
    giardino per la passeggiata. Ecco la quotidianità di Eluana. Fino
    a ieri. /*

    IL RISVEGLIO*
    Risveglio: per tutti noi un gesto quotidiano, l’alzarci dal letto
    e affrontare una nuova giornata. Per le persone in stato
    vegetativo invece una parola che assume tutto un al­tro
    significato: se avvenisse, vorrebbe dire il ritorno a una vita
    piena e consapevole... Risveglio: la meta agognata da parenti che
    attendono anni, a volte decenni. Il 'miracolo' che una volta ogni
    tanto avviene. Di recente è successo alle porte di Milano:
    Massimiliano, rimasto nel suo limbo lontano per oltre un decennio,
    ha improvvisamente alzato un braccio e ha ri­preso la trama della
    vita dal punto in cui l’aveva lasciata, da un gesto antico quanto
    la sua esi­stenza, quell’abbraccio con cui prima dell’incidente
    cingeva il collo di sua madre per baciarla. Per Eluana 'questo'
    risveglio non c’è stato, forse non ci sarà mai, forse invece è
    dietro l’ango­lo. Chissà. Ma anche lei, come tutti, saluta il
    mattino con la prima azione di ogni uomo vivo: a­pre gli occhi.
    Chi si immagina Eluana come un essere inanimato, un corpo sempre
    dormiente, è lontano da una realtà molto più semplice e in fondo
    commovente: i grandi occhi neri di E­luana ad ogni sorgere del
    sole si aprono al mondo. Si richiuderanno solo all’arrivo della
    sera...


    *LA FISIOTERAPIA*
    Non ci sono macchinari intorno al letto di Eluana, non monitor,
    non grovigli di fili, né spettrali bip bip, freddi e disumani come
    echi di un altro mondo. Il suo letto ha solo lenzuola candide e
    biancheria profumata: nulla più. E intorno al suo corpo si danno
    da fare a turno quattro fisioterapisti: non sta mai 'ferma',
    Eluana, grazie a loro, e così braccia e gambe sono tornite, non
    avvizzite e magre, il viso è paffuto, la pelle morbida come un
    velluto. Ogni giorno le suore la spalmano di creme e pettinano i
    suoi capelli ancora nerissimi... «Staccare la spina», si dice, ma
    si fa presto: non c’è niente che si possa staccare, perché Eluana
    a niente è 'attaccata' se non, tenacemente, alla vita. Non le
    hanno nemmeno ferito la gola con la tracheotomia perché respira
    come tutti noi, autonomamente, non c’è traccia di cannule o tubi,
    niente che la possa infettare con tremori di febbre... È una
    disabile grave ma non ha malattie - ammette anche il neurologo
    Defanti, amico di suo padre - «è una donna molto sana». Troppo.
    Perché muoia non resta che negarle cibo e acqua, renderla
    'terminale' per fame e per sete: un sistema infallibile, alla
    lunga chiunque soccombe.

    *LA PASSEGGIATA
    *Se a Eluana sarà concessa un’altra primavera, fra tre mesi al
    primo tepore del sole potrà scendere di nuovo in giardino. Aria
    buona e pulita dopo un inverno trascorso in camera. Da anni e anni
    ci pensano le suore, a volte qualche amica, spesso suo padre, a
    portarla nel verde che circonda la clinica, sulle sponde del lago
    di Lecco, seduta sulla sedia a rotelle. È la stessa casa di cura
    in cui ormai tanti anni fa sua madre l’ha partorita, il primo
    ambiente che i suoi occhi hanno visto... da quindici anni è anche
    la sua casa. Eluana, con quella sua vita ai minimi termini, ha
    bisogno di poco, quasi di niente, un niente cui le suore
    aggiungono un surplus di amore: parole, silenzi, carezze, piccole
    e continue attenzioni. Le sente Eluana? Dietro il suo muro di
    incomunicabilità forse il fruscio di quelle vesti, le voci ormai
    note, il contatto di quelle mani familiari le danno sensazioni e
    sicurezza: là ' fuori' qualcuno la veglia. Nessun neurologo,
    nessuno scienziato ha mai saputo varcare la soglia misteriosa e
    valutare quanta coscienza resti a questi pazienti. Loro, quando ne
    escono, raccontano: « Sentivamo tutto, non sapevamo dirvelo».

    *IL RIPOSO
    *Sogna Eluana la notte? Se lo sono chiesto medici e neurologi, ma
    risposta non c’è. Forse notte e giorno nel suo limbo sono
    indistintamente un lungo strano sogno mai interrotto, chissà. Quel
    che è certo è che anche Eluana come tutti noi quando è sera chiude
    i grandi occhi neri e si addormenta. Notte e giorno, veglia e
    sonno, senza confondersi mai, e al calare del buio anche il suo
    corpo chiede riposo alla fine di una giornata come tante. Un sonno
    tranquillo, senza incubi, ed è proprio mentre dorme che un sottile
    sondino le instilla lentamente quella linfa vitale che chiamano
    'alimentazione e idratazione', ma che sono solo cibo e acqua.
    Goccia a goccia ogni sera per ore entrano in lei e il suo corpo le
    assimila, si nutre, cresce, vive. È il suo unico ausilio, l’unica
    richiesta: negargliela significa ucciderla. E infatti è questo il
    metodo previsto dai 'protocolli' giudiziari per condurla alla
    morte... Nel silenzio della sera il mistero si infittisce, i dubbi
    crescono. Sulla parete della stanza sono incorniciate tante
    Eluane, belle, sorridenti, giovani, piene di vita, maliziose,
    allegre, spensierate: crudele guardare quelle foto e chiedersi in
    che piega è nascosto oggi il sorriso di diciassette anni fa.
    Eluana - la sua anima - gioca a nascondino ma da qualche parte
    c’è. Che cosa ha vissuto in sé Eluana di questa ennesima giornata?
    Che cosa ha avvertito? A volte ha sussultato, altre ha sospirato,
    talvolta ha persino teso la bocca in un sorriso, ma era poi un
    sorriso? Inutile farsi domande, impossibile darsi risposte, Eluana
    è viva e questo basta.
    http://www.avvenire.it/Cronaca/Eluana+vita+quotidiana.htm


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Luca Bigolin
luca.bigolin at 99studio.it
www.baccobar.wordpress.com