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V° Conferenza Regionale del Volontariato : la proposta di legge regionale
- Subject: V° Conferenza Regionale del Volontariato : la proposta di legge regionale
- From: formica at volabo.it (Centro di Servizi per il Volontariato di Bologna)
- Date: Fri, 28 Jan 2005 10:54:33 +0100
Newsletter quindicinale di informazione e documentazione del Centro Servizi per il volontariato della Provincia di Bologna Numero 42 del 27/01/2005 Non utilizzare questo indirizzo e-mail per le risposte, il tuo messaggio verrà cestinato! Utilizza questo <mailto:info at volabo.it> info at volabo.it oppure<mailto:info at volabo.it> <mailto:redazione at bandieragialla.it>redazione at bandieragialla.it Speciale Verso la Quinta Conferenza Regionale del Volontariato La nuova legge sul volontariato In occasione della Quinta Conferenza Regionale del Volontariato che si svolgerà il prossimo 5 febbraio a Bologna, La Formica Alata uscirà con due numeri speciali; il primo, che segue, è dedicato alla proposta di legge sul volontariato che l'assessore Borghi presenterà alla conferenza. Abbiamo intervistato due rappresentanti delle istituzioni e due rappresentanti del mondo del volontariato per confrontare le loro opinioni sulla proposta di legge. Intervista a <>Gianluca Borghi, assessore regionale alle Politiche Sociali Intervista a <>Giuliano Barigazzi, assessore provinciale alle Sanità e ai Servizi Sociali Intervista a <>Giancarlo Funaioli, membro del Comitato di Coordinamento provinciale del Volontariato Intervista a <>Stefano Bertuzzi, membro del Comitato Paritetico regionale per i rapporti tra volontariato e istituzioni pubbliche Intervista a Gianluca Borghi Perché l'assessorato ha sentito il bisogno di proporre una nuova legge sul volontariato in questo momento? Da quali criticità ed esigenze locali e nazionali di settore è motivata la nuova legge? La proposta, in realtà, è venuta dal volontariato ed è stata da me sostenuta. Il pdl (ndr. proposta di legge), infatti, è il frutto di un aperto e condiviso dibattito iniziato nell'ottobre 2002 in occasione della IV Conferenza Regionale del Volontariato per svilupparsi fino ad oggi coinvolgendo - a livello dei singoli territori provinciali - volontariato, istituzioni e altri soggetti del Terzo Settore. Il pdl persegue quattro obiettivi: - ridefinire i rapporti tra volontariato e istituzioni attraverso una piena applicazione del principio di sussidiarietà, intesa come alta intensità di relazioni regolate dal reciproco rispetto delle identità, dei ruoli e delle competenze; - individuare il volontariato come soggetto atto a conseguire le più ampie finalità di carattere sociale, civile e culturale. Rispetto la L.R. n. 37 del 1996 viene dunque abbandonata l'inattuale idea di poter definire il volontariato in ambiti di attività limitati. Il pdl, giustamente, ispirandosi ai principi fondanti la Carta dei Valori del Volontariato, riconosce come organizzazioni inscrivibili tutte quelle operanti in qualsiasi ambito compatibile e coerente con i valori e i principi che fondano l'agire volontario; - introdurre nuove e più mirate forme di sostegno alle organizzazioni di volontariato per favorirne la partecipazione alla gestione di servizi ordinati alle programmazioni territoriali; - ridefinire il ruolo dei Centri di Servizio sia nei rapporti con il volontariato, sia nei rapporti con il Co.Ge. Quali sono le principali novità introdotte dalla legge? Il pdl regionale risponde principalmente all'esigenza di individuare il ruolo del volontariato nel nuovo sistema integrato dei servizi in quanto espressione della capacità di autorganizzazione della società civile e soggetto precursore. L'intento, infatti, è quello di favorire la partecipazione del volontariato alla programmazione, all'organizzazione e - secondo la propria natura - alla gestione del sistema integrato dei servizi sociali, dando rilievo appunto al principio di sussidiarietà posto alla base della L. 328/00 e promuovendo, in particolare, l'apporto delle piccole organizzazioni di volontariato, poiché meglio inserite nei micro territori. In questo contesto è fortemente evidenziato il compito determinante del volontariato nel sistema integrato assolvendo, con autonomia e capacità progettuale, al ruolo di "istituzione privata con funzioni pubbliche". Dal punto di vista pratico e concreto quali cambiamenti porterà l'applicazione della nuova legge nel settore? Spero porti un modo nuovo di intendere la collaborazione tra istituzioni e volontariato. Ciò è indispensabile per una corretta riforma dello stato sociale regionale e locale e per la creazione di un sistema integrato da cui emergano nuovi ruoli e strumenti innovativi di risposta ai bisogni. La collaborazione tra istituzioni e volontariato troverà terreno fertile soprattutto nell'attuazione dei Piani di zona, strumento strategico per governare le politiche sociali a livello territoriale, a cui il volontariato, assieme a tutti gli altri soggetti del terzo settore, dovrà partecipare secondo regole e modi preventivamente definiti e attraverso rappresentanze ben individuate. Entro quanto entrerà in vigore la nuova legge? Confido che il pdl possa essere approvato dal Consiglio Regionale entro la fine della legislatura. Intervista a Giuliano Barigazzi La proposta di legge sul volontariato dell'assessore Borghi a suo avviso risponde positivamente alle criticità e alle esigenze del settore? Sì, la proposta ha sicuramente la capacità di ampliare la visione del volontariato, non circoscrivendolo più ad alcuni limitati ambiti. E' sicuramente una visione del volontariato più aderente alla realtà presente sul nostro territorio, vengono superati alcuni vecchi retaggi e percezioni del volontariato più prossimi al concetto di beneficenza. Il volontariato ne esce come l'insieme dei soggetti organizzati per agire ed operare a favore della collettività nei diversi ambiti. Questa visione è importante per l'affermazione di una nuova concezione del welfare come welfare community: infatti io ritengo, e l'abbiamo anche scritto nelle linee di indirizzo per la definizione dei Piani di zona, che le caratteristiche di vivibilità ed accoglienza di un territorio hanno come componente fondamentale la "qualità sociale" e dunque sviluppo economico, benessere sociale e salute sono in stretta correlazione tra loro. Politiche sociali e politiche di sviluppo sono conseguentemente inseparabili: il contrasto alla disuguaglianza in questo contesto è necessario non solo per ragioni di equità, ma per rimettere in moto sviluppo, per consentire la crescita economica. Il Terzo Settore e il volontariato, agiscono un ruolo fondamentale in tale senso sia come sensori dei bisogni del territorio, sia come interlocutori critici (nel senso più propositivo del termine) della pubblica amministrazione. Quali sono i principali punti di forza e debolezza della proposta di legge della Regione sul volontariato? La normativa, a mio avviso, ha il pregio in primo luogo di cogliere gli aspetti di grande attualità legati al rapporto del volontariato con l'Ente locale, cercando di introdurre elementi di trasparenza e prevedendo la possibilità di valorizzare interventi innovativi. In secondo luogo, il pdl ha il merito di introdurre il tema del controllo sulle organizzazioni di volontariato iscritte, nell'intento di andare a salvaguardare il "vero" volontariato, D'atra parte si può essere più o meno d'accordo con l'impostazione data alla definizione del ruolo di Centri di Servizio. Rimane vero comunque che la proposta di legge tenta di fare chiarezza su questo punto definendo, nella stessa relazione di accompagnamento, i Centri di Servizio come "soggetti tecnici" e non organismi di rappresentanza politica del organizzazioni di volontariato. Quali sono le eventuali proposte complementari o alternative che avanzerebbe in vista dell'eventuale implementazione della legge? Probabilmente: - una continua attenzione al ruolo del volontariato, come soggetto del Terzo Settore, nell'ambito delle attività di programmazione sociale e quindi un ulteriore approfondimento sul rapporto del volontariato con l'Ente Locale e con gli altri soggetti del Terzo Settore; - un raccordo maggiore con la normativa del servizio civile volontario; - prevedere maggiori interventi di promozione e valorizzazione del volontariato, tema sicuramente di attualità, ma molto complesso. Questo è in realtà un tema più generale che non può essere risolto dalla legge, ma l'esigenza che avverto è quella - rifuggendo in modo netto dalla istituzionalizzazione del volontariato - che il pubblico si occupi sempre più di creare condizioni , percorsi e opportunità per contribuire a ridare smalto, vigore e fiducia ad un settore talvolta, per sua stessa ammissione, in difficoltà a dispiegare tutte le sue potenzialità. Intervista a Giancarlo Funaioli Le chiediamo un breve commento sulla proposta di legge sul volontariato che l'assessore Borghi presenterà alla V Conferenza Regionale del Volontariato prevista per il prossimo 5 febbraio. La proposta di legge ha due aspetti preminenti: il raccordo delle iniziative del mondo del volontariato con la nuova legge regionale sul welfare e una puntualizzazione sull'attività dei Centri di Servizio. Mi pare che nel complesso il primo punto presenti al tempo stesso una opportunità ed un rischio: l'opportunità di essere presenti "istituzionalmente" nei luoghi di approfondimento ed approvazione degli interventi di Welfare su scala locale (i Piani di Zona) ed il rischio di diventare in questo modo "funzionali" al sistema. Credo sia importante infatti che il volontariato mantenga un ruolo di "volontariato leggero", capace di farsi carico di alcune situazioni ma anche di indicare con chiarezza limiti ed inadempienze in altre. Credo che il volontariato non possa certamente pensare di fare opera di supplenza degli impegni che competono ad altri. Se il volontariato e le istituzioni saranno in grado di capire queste specificità reciproche il confronto potrà effettivamente produrre risultati positivi. Sul fronte dell'attività dei Centri di Servizi la maggior parte delle indicazioni mi paiono condivisibili. Io faccio però parte di coloro che ritengono sbagliato non assegnare scadenze temporali alle associazioni. E credo che questo problema riprodurrà in futuro altri guasti. Credo in sostanza che su questo aspetto si sia persa un'occasione. Che ruolo e valore assumono gli organi istituzionali di rappresentanza del volontariato nella proposta di legge? In generale mi pare molto difficoltoso il cammino per identificare una rappresentanza del volontariato che riesca veramente a far emergere ed a contemperare le esigenze dei "vari volontariati". Nella proposta di legge compare una modifica rilevante a questo riguardo. Viene infatti soppresso il Comitato Paritetico Regionale, le cui funzioni vengono affidate alla Conferenza Regionale del Terzo Settore. Il concetto è per certi versi analogo a quello precedentemente ricordato: è infatti innegabile che si debba rafforzare la cooperazione tra tutti le componenti del Terzo Settore per inquadrare i problemi e le loro possibili soluzioni in un contesto condiviso; d'altro lato si può rischiare di disperdere in questo modo il patrimonio di analisi ed idee che la varietà di sensibilità ed azioni presenti all'interno del volontariato potrebbero suggerire. In sostanza il problema è capire in quale luogo formulare una sintesi delle diverse istanze del volontariato. L'esperienza ci insegna che farlo all'interno di un "contenitore Terzo Settore" non è facile. Anche se personalmente è una scommessa che credo vada affrontata. A livello provinciale la proposta di legge rafforza la possibilità di costituire Comitati provinciali. A Bologna questa esperienza è già in atto, e si tratta soprattutto di riuscire a farne un elemento coordinato con le altre forme di rappresentanza. Quale ruolo e funzione hanno gli organi istituzionali di rappresentanza del volontariato rispetto alla definizione delle politiche pubbliche? A livello regionale, come ho ricordato, cambia l'organo di rappresentanza che dovrebbe peraltro garantire uno spettro di presenza più ampio. L'esperienza del Comitato Paritetico Regionale è stata, a mio parere, poco incisiva infatti. Si tratta però di costruire un percorso che non deve ridurre le proposte del volontariato a idee generiche che riescano ad andare incontro ad una più vasta platea. Credo che specialmente in una prima fase debba essere cura anche delle istituzioni garantire consultazioni efficaci ed effettive. Come pure bisognerà capire come facilitare la partecipazione ai Piani di Zona, le cui prime esperienze a livello provinciale non hanno mostrato una presenza del volontariato particolarmente vivace. Intervista a Stefano Bertuzzi Le chiediamo un breve commento sulla proposta di legge sul volontariato che l'assessore Borghi presenterà alla V Conferenza Regionale del volontariato prevista per il prossimo 5 febbraio. Credo che la proposta di legge abbia il merito di avere affrontato l'argomento della rappresentatività politica e tecnica del volontariato con un unico difetto fondamentale ossia il poco coinvolgimento delle stesse associazioni di volontariato. Riconoscendo comunque alla legge notevoli meriti a riguardo, emerge qualche ombra in merito alla definizione delle scadenze temporali per i Centri di Servizio. L'esperienza bolognese da cui provengo mi fa ritenere che sia sbagliato non assegnare scadenze temporali alle associazioni e credo che questo problema riprodurrà in futuro le stesse situazioni che, infatti, già si intravedono negli altri Centri di Servizio della Regione. A questo riguardo all'interno del Comitato Paritetico Regionale - riunitosi non certamente molte volte nel periodo in cui è stato in carica - si è verificata l'unica divisione netta tra favorevoli e contrari rivelando comunque una significativa coincidenza tra chi era contrario alle scadenze e chi è rappresentante nel Comitato Paritetico e contemporaneamente coinvolto nella gestione dei Centri di Servizio. Che ruolo e valore viene dato agli organi istituzionali di rappresentanza del volontariato nella nuova legge? Nella proposta di legge compare una modifica rilevante a questo riguardo. Viene infatti soppresso il Comitato Paritetico Regionale, le cui funzioni vengono affidate alla Conferenza Regionale del Terzo Settore. Ho già accennato al fatto che a mio avviso il Comitato Paritetico non abbia lavorato molto e credo che questo sia stato un grosso errore, il volontariato non ha saputo sfruttare lo spazio "politico" che la precedente legge aveva concesso. Nello stesso tempo però è stato un vero e proprio "autogol" delle istituzioni non saper garantire una reale efficacia del Paritetico assumendosi responsabilità non proprie a scapito sicuramente della qualità ed operatività del rapporto amministrazione - volontariato. Questo lo dico nella convinzione più generale, sostenuta in diverse occasioni di discussione, che vede il volontariato come parte integrante e attiva all'interno delle politiche di Welfare. Rimane fermo comunque che questa decisione non doveva essere presa dalle istituzioni bensì da una discussione e successiva decisione da parte del volontariato stesso. Quale ruolo e funzione hanno gli organi istituzionali di rappresentanza del volontariato rispetto alla definizione delle politiche pubbliche? Se a livello provinciale la volontà di attuare Comitati mi sembra utile e significativo, è altrettanto vero che a livello regionale il Paritetico non poteva andare avanti secondo le stesse modalità. D'altra parte la legge dovrebbe dare la possibilità al volontariato di esprimere e discutere le diverse proposte in condizioni che garantiscano una progettualità sociale integrata e una effettiva partecipazione ai Piani di Zona. La FORMICA ALATA e’ una newsletter realizzata da Bandiera Gialla (<http://www.bandieragialla.it/letterit/index.php?lsid=86&lisite=www.bandieragialla.it>www.bandieragialla.it) e dal Centro Documentazione Handicap di Bologna (<http://www.bandieragialla.it/letterit/index.php?lsid=86&lisite=www.accaparlante.it>www.accaparlante.it) sostenuta dal Centro Servizi per il volontariato di Bologna (<http://www.bandieragialla.it/letterit/index.php?lsid=86&lisite=www.volabo.it>www.volabo.it). Il Centro Servizi per il Volontariato è gestito dall’A.S.VO. (Associazione per lo Sviluppo del Volontariato) per delibera del COGE del 04/04/2003. Il Centro Servizi di Bologna ha sede operativa in via Legnano 2 a Bologna, telefono: 051/40.69.26, fax: 051/41.44.378, e-mail: <mailto:info at volabo.it>info at volabo.it AVVERTENZA!!! - Legge 675/96: tutela delle persone rispetto al trattamento di dati personali. 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