ATTACCO DI ANDREOLI ALLA 180



Carissimi
              Commentando i tragici fatti di Signa, in provincia di
Firenze, in cui un assicuratore in pensione
ha ucciso il figlio, la moglie e poi si è tolto la vita, la Nazione e il
Resto del Carlino hanno pubblicato un pesante intervento di Vittorino
Andreoli che ne approfitta per attaccare la legge 180. Il Resto del
Carlino, esce addirittura in prima pagina con una una grande foto che
insieme a una bara riporta la foto di Andreoli con le seguenti scritte:

LE STRAGI DELLA PSICHIATRIA

DOPO IL MEDICO DI BOLOGNA CHE HA TRUCIDATO LA FIGLIOLETTA
PRIMA DI SUICIDARSI, ALLE PORTE DI FIRENZE UN ASSICURATORE
DI 55 ANNI IN PENSIONE AMMAZZA LA MOGLIE, IL FIGLIO  E SI SPARA.
DURISSIMO ATTO DI AC:CUSA DELLO PSICHIATRA VITTORINO ANDREOLI:
LA LEGGE CHE CHIUSE I MANICOMI LI HA DI FATTO RIAPERTI
TRA LE MURA DI CASA. E I DELITTI SONO IN SPAVENTOSA CRESCITA

"Basta, la 180
distrugge le famiglie"

Ho criticato l'intervento di
Andreoli con un comunicato a diversi giornali che vi riporto in allegato.

saluti
              Paolo Tranchina



IN DIFESA DELLA LEGGE 180

Firenze 20 gennaio 2005
Gentile direttore
                          commentando la tragica vicenda di un assicuratore
in pensione che, a Signa, in provincia di Firenze, ha ucciso il figlio e la
moglie e poi si è tolto la vita, Il Resto del Carlino spara in prima pagina
la foto di una bara con accanto il profilo dello psichiatra Vittorino
Andreoli e la sua lapidaria ingiunzione virgolettata: "Basta, la legge 180
distrugge le famiglie".
Il giornale, insieme a "La Nazione", è sempre stato un profondo avversario
del rinnovamento psichiatrico italiano. Ricordo per esempio, agli inizi
degli anni '70, quando lavoravo all'Ospedale Psichiatrico di Arezzo, con
Agostino Pirella e la sua équipe,  titoli come "Gli agit prop della
psichiatria", "La psichiatria secondo Marx", "Liberano i matti perchè
facciano la rivoluzione", ai quali puntualmente rispondevano Maurizio
Chierici dalle pagine del Corriere della Sera, Fabio Ismam del Messaggero,
Paolo Zardo di Paese Sera e così via.
Andreoli sventola la frusta bandiera della pericolosità sociale del malato
di mente, ma ognuno di noi può diventare pericoloso, in determinate
condizioni. Anzi, secondo certe statistiche, è più facile che commetta un
delitto chi non ha mai avvicinato la psichiatria rispetto a chi è già stato
psichiatrizzato. In quanto agli omicidi, poi, per non citare che situazioni
come la macelleria in atto a Napoli, con che coraggio invocare la
pericolosità della follia?
Andreoli parla anche di scarsa prevenzione, alludendo alla probabile
depressione dell'assicuratore in pensione di Signa, richiedendo interventi
precoci, ricoveri prolungati e, ovviamente, reclusione. Ma se si dovessero
segregare tutti i depressi italiani, tutti potenzialmente pericolosi
secondo Andreoli, dovremmo recludere oltre cinque milioni di persone.
Interessante notare che mentre si chiede più psichiatrizzazione, più
intervento, più controllo, su altri giornali leggendo l'intervento di
Garattini a commento della lettera sui farmaci di Berlusconi, riscontriamo
che in Italia si consumano  troppi antibiotici e troppi antidepressivi,
anche per situazioni in cui non andrebbero usati.
Un'ultima notazione, la Toscana è ai primi posti nel consumo di
psicofarmaci contro la depressione, non fosse altro per la Clinica
Psichiatrica di Cassano, che, come sappiamo, privilegia questa forma di
intervento.
Insomma sospettiamo che i tragici fatti di Signa siano solo un pretesto per
attaccare la legge 180. 

Cordiali saluti

Paolo Tranchina
Presidente di Psichiatria Democratica Toscana