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Fw: Ricordando Franca Ongaro Basaglia
- Subject: Fw: Ricordando Franca Ongaro Basaglia
- From: "Tranchina" <tranteo at cosmos.it>
- Date: Fri, 14 Jan 2005 20:46:20 +0100
RICORDANDO FRANCA ONGARO BASAGLIA Carissimi è con profondo dolore che vi annuncio la scomparsa di Franca Ongaro Basaglia, che si è spenta ieri pomeriggio, 14 gennaio. Le esquie avranno luogo domenica alle ore 11 al Municipio di Venezia, a Rialto. Franca è stata una protagonista intelligente, acuta, intransigente, dei processi di rinnovamento della salute mentale nel nostro paese, che ha sempre sostenuto con forza e passione, sia a livello culturale, che politico. I suoi scritti si distinguono per una particolare dialettica, sciolta ma rigorosa, che affronta i diversi temi con acutezza e logica stringente, ponendo sempre al centro l'uomo, la donna nel loro diritto a non essere strumentalizzati, umiliati, fatti oggetto di saperi e pratiche istituzionali che non controllano e che li disumanizzano. Nel suo lavoro teorico l'ideologia occupa un posto ovviamente di primo piano, sia per quanto riguarda la medicina che la psichiatria nel loro intersecarsi nella definizione e gestione della salute e della malattia. Nel processo di definizione dei loro saperi queste scienze si sono staccate via via dalla globalità di un corpo immerso nel suo ambiente, un corpo che è natura e cultura al tempo stesso, un corpo globale, per farne un corpo separato, un oggetto avariato da riparare. La malattia si è così separata violentemente dalla salute diventando un corpo estraneo, rendendo impossibile un riconoscimento autentico sia della salute che della malattia, e degli inscindibili legami che le iscrivono in sensi condivisi. Oltre che a L'istituzione negata, Franca Ongaro Basaglia, in collaborazione con Franco Basaglia, ha pubblicato La maggiornza deviante dove si riflette sul problema del controllo sociale e, in collaborazione con altri: Crimini di pace. Personalmente ritengo che il suo libro Salute/Malattia, le parole della medicina, che raccoglie interventi apparsi nella Enciclopedia Einaudi, sia uno dei testi più ricchi e profondi prodotti dal movimento della nuova psichiatria italiana. Anche se alcune parti sono frutto di collaborazione sia con Franco Basaglia che con Giorgio Bignami, l'impronta di Franca si manifesta forte e inconfondibile. Amo talmente questo libro che l'ho portato come testo sia alla Clinica Psichiatrica dell'Università di Verona, sia come momento di studio e riflessione nel lavoro culturale di èquipe psichiatriche territoriali, come quella di Orzinuovi, in provincia di Brescia. Dallo specifico della malattia mentale e dei processi di esclusione che caratterizzano le pratiche manicomiali, la riflessione investe aspetti fondametali della vita e della morte. Scrive Franca nella sua prefazione a Salute/Malattia: "Quando la salute come progetto prende il posto della vita, è la vita stessa a svuotarsi di significato, di fronte a un'astrazione da perseguire e da raggiungere. E quando la morte viene messa tra parentesi per poter lottare contro una malattia che non è più automaticamente morte, è ancora la vita a cambiare di significato. L'individuazione della malattia crea l'illusione che la morte non esista o che si possa rinviarla indefinitivamente, affidandola al medico. Tutto appare dominabile e rimediabile: sopportare dolore e soffrerenza diventa inutile e privo di significato se c'è qualcosa in grado di eliminarli. Alla fine di una serie di rinvii capita anche di morire, ma non si tratta più dell'incontro dell'uomo con la morte e con la propria finitudine, ma di un'operazione tecnica mal riuscita che lascia sul letto un cadavere: l'esperienza della morte, diventata il limite della medicina di fronte alla malattia". Solo processi di rappropriazione della propria salute come della propria malattia possono contrastare questi tragitti, valorizzando la soggettivita contro ogni espropriazione, oggettivazione. "Il valore dell'uomo, sano o malato che sia va oltre il valore della salute e della sua malattia che, come ogni altra contraddizione umana, può essere usata come occasione di appropriazione o di alienazine di sè, quindi come strumento di liberazione o di dominio...Se il valore è l'uomo, la malattia non può servire come occasione per eliminarlo, ma diventa occasione di una riappropriazione del corpo, delle esperienze della vita; così come la salute non può rappresentare la 'norma', se la condizione dell'uomo è di essere contemporanemente sano e malato". Anche a nome di Psichiatria Democratica Toscana esprimo tutta la nostra vicinanza ai familiari Paolo Tranchina
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