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di ritorno da Genova, una testimonianza
Salvatore De Rosa, psicologo tarantino e attivista anti-G8, e appena
tornato da Genova e mi ha scritto subito una e-mail.
Eccola.
A.M.
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Sono tornato da Genova, da questi due giorni pazzeschi. Per quel che ho
visto e ascoltato (e che coincide, ho notato, con diversi articoli di
giornali di vario orientamento) non c'e stato paragone tra l'incoscienza di
qualche piccolo gruppo di partecipanti sotto i vent'anni e la violenza della
polizia. C'e un salto di qualita, che gia si preannunciava da Napoli e che
adesso s'e chiarito: vengono repressi i manifestanti propositivi e
responsabili perche sia chiaro a tutti, a chi c'era e a chi non c'era, che e
pericoloso contrastare i potenti. Eravamo moltissimi, ma chissa quanti
saremmo stati se gia a Napoli non ci fossero stati pestaggi indiscriminati.
Ora il messaggio, terroristico, e evidente: questo tipo di globalizzazione
deve continuare a comprimere la democrazia, ad affamare interi popoli e a
peggiorare le nostre condizioni di vita e di lavoro. Tutto cio che si potra
avere sara merce, di cui non si potra neanche indagare troppo la qualita.
Per questo processo non e prevista opposizione, ogni cambio di governo deve
essere ininfluente (gia si vede). La dichiarazione finale del vertice e
anch'essa come una manganellata o una pallottola: loro tireranno diritto.
Ora bisognera che non ci si illuda piu di costruire un buon futuro senza
impegno, con una semplice croce su una scheda elettorale.
I genovesi sono stati per lo piu solidali con noi, ci hanno dato bottiglie
d'acqua e indicazioni, entrambe preziose.
Salvatore De Rosa - Taranto