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comunicato stampa di PeaceLink



Condanniamo senza appello le violenze avvenute a Genova.
Sulla base delle informazioni che abbiamo raccolto tali violenze sono
partite da circa trecento fanatici "anarchici" provenienti dall'estero.

Va tuttavia ricordato che negli scorsi giorni i servizi di sicurezza
italiani segnalavano che alcuni neofascisti (membri torinesi di Forza
Nuova) stavano costituendo un nucleo di 25-30 'militanti fidati' da
infiltrare nel movimento anti-G8. (1)

E quindi quanto accaduto è ciò che i fascisti di Forza Nuova (e non solo
loro) auspicavano e hanno ottenuto.

Chi ha diretto a Genova le azioni di polizia e carabinieri, ha lasciato
fare i vandali per poi scatenare cariche contro manifestanti che non
avevano preso parte ad azioni violente. Alimentando una spirale di violenze
che potevano essere evitate.
E, dalle notizie che giungono, un giovane manifestante è stato ucciso in
circostanze da chiarire.

Il pacifico corteo dei manifestanti di Taranto non è riuscito a partire ed
è dovuto ritornare indietro dopo essersi disperso a causa delle violenze.
Una simile conclusione è stata frutto di una convergenza di fatto fra
individui violenti col volto coperto e alcuni dirigenti delle forza
pubblica. Qualunque sia l'identità politica dei violenti essi hanno fatto
il gioco dei potenti del G8.

Che cosa sta accandendo al vertice del G8? 
Le multinazionali stanno per essere promosse al rango di soggetti
politicamente riconosciuti al tavolo istituzionale.
Finorale multinazionali erano state fuori dal gioco politico - almeno
ufficialmente - ed entravano in gioco solo dopo, quando c'era da vendere,
ricostruire e investire capitali.
Ora invece anche i paesi del sud del mondo sembra che siano diventati
appetibili per cui le multinazionali vogliono deciderne le sorti. Quindi le
aziende diventarenno soggetti politici pari agli stati nazionali, nel
decidere non solo le politiche economiche ma la gestione degli aiuti
economici e sanitari (per esempio la gestione del fondo anti-AIDS) allo
stesso tavolo dei ministri degli esteri.
Questo è quello che ieri hanno proposto i ministri degli esteri del G8 a
Roma, nella riunione preparatoria. (2)
Quindi se passa tutto ciò si assistera' alla sparizione delle ONG
(organizzazioni non governative di solidarietà internazionale) che verranno
sostituite dalla Coca Cola o dalla Nestle' che avranno campo libero per
costruire nuovi mercati in tutto il mondo.

Chi ha promosso i disordini e chi li ha alimentati con un'irresponsabile
condotta della forza pubblica ha compiuto una straordinaria azione per
distogliere l'attenzione dai problemi di fondo del G8. Le multinazionali
avrebbero pagato a peso d'oro chi fosse riuscito a dirottare l'attenzione.
E il risultato è stato ottenuto. 

Facciamo appello ai giornalisti perché l'informazione venga data con la
massima obiettività possibile e perché questi nodi mondiali - da cui
dipende la morte o la sopravvivenza di migliaia di persone nel mondo - non
vengano oscurati dalla violenza idiota scatenata a Genova contro la
pacifica presenza di tanti manifestanti. Ricordiamo che ieri 60 mila
manifestanti sono sfilati a Genova con gli immigrati in un clima festoso,
pacifico e di grande dignità civile. (3)

PeaceLink ribadisce l'appoggio a tutti coloro che intendono proseguire in
modo nonviolento la lotta per un mondo migliore in cui ai deboli della
terra venga ridata dignità e speranza.

Infine: riteniamo indispensabile una riforma dell'addestramento delle forze
dell'ordine, includendo nel programma di formazione l'addestramento alle
tecniche della nonviolenza. Picchiare i nonviolenti e lasciare circolare
liberi i violenti non è stato un buon esempio di professionalità di chi
dirige la forza pubblica.

Alessandro Marescotti - presidente di PeaceLink 


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(1) "Tale gruppo, in possesso di armi da taglio, avrebbe come obiettivo
principale colpire, nel coso in cui si dovessero verificare incidenti, i
rappresentanti delle forze dell'ordine, screditando contestualmente l'area
antagonista di sinistra anti-G8".
Questo c'era scritto a pagina 34 dell'ordinanza di servizio distribuita la
settinana scorsa a tutti i funzionari delle forze dell'ordine e delle forze
armate che presidiano il capoluogo ligure; il documento (oltre 200 pagine a
firma del questore di Genova Francesco Colucci) e' stato presentato
venerdi' 13 luglio dal capo della polizia Di Gennaro al ministro degli
interni Scajola. Si tratta di un documento riservato di cui ha potuto
prendere visione il giornalista Paolo Colonnello, il quale ne ha riferito
il contenuto sul quotidiano La Stampa del 18 luglio 2001.

(2) Le informazioni sono state date dal giornalista Raffaele Masto di Radio
Popolare.

(3) Resoconto di Carlo Gubitosa, segretario di PeaceLink: 
 "Sandro Pertini marcia per i diritti degli immigrati". 
 GENOVA, 19 luglio. 50 o 70 mila poco importa. Quello che conta
 e' che nella marcia di oggi finalmente abbiamo potuto vederci,
 incontrarci, conoscerci. Le facce incontrate alla marcia dei
 migranti non erano molto diverse (con le dovute eccezioni) da
 quelle incontrate durante le varie edizioni della "Marcia per
 la Pace" nel cammino che da Perugia porta verso Assisi.
 L'immagine che mi e' rimasta impressa negli occhi e' quella di
 un ragazzo vestito nel piu' normale dei modi, senza scritte
 sulla maglietta, senza simboli o distintivi, con un solo,
 grande quadro sollevato sulla testa: un ritratto di Sandro
 Pertini, che in me ha rievocato l'amore per la Pace di un uomo
 che ha visto la guerra, l'amore per la Giustizia di un uomo
 che ha conosciuto i tribunali speciali, l'amore per la vita di
 un uomo che ancora oggi rappresenta uno dei pochi motivi per
 continuare ad avere fiducia in un sistema democratico che oggi
 e' purtroppo costellato da uomini piccoli e meschini di ogni
 colore politico. La manifestazione si e' snodata per le vie di
 Genova con un percorso circolare durato ben tre ore. Nessuno
 scontro, nessuna violenza. Prima vittoria per il popolo dei
 "sei miliardi meno otto".
 Mentre scrivo, in piedi e in mezzo ad una piazza gremita con un
 palmare in mano, la gente canta e balla per le strade, mentre
 al di la' della zona rossa i genovesi sono reclusi nelle loro
 stesse case, e non possono nemmeno ricevere visite da amici e
 parenti che vivono fuori dalla zona rossa e non hanno diritto
 al "pass". Genova e' diventata un immenso laboratorio sociale,
 in cui i cittadini stanno sperimentando sulla loro pelle la
 differenza tra due diversi modelli di sviluppo. Un modello
 chiuso ed escludente, che costruisce la sicurezza dei
 cittadini mostrando i muscoli della forza militare, si sta
 confrontando in questi giorni con le idee di chi vuole la
 sicurezza che nasce dalla giustizia sociale, dal benessere
 diffuso, dall'incontro di culture e popoli diversi.