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pedofilia - intervento per il Corriere del Giorno
"Professore, che cosa si può fare?" Allo scoccare dell'ultima ora
dell'ultimo giorno dell'anno scolastico un mio studente quarta superiore mi
racconta di essersi imbattuto in siti Internet "per pedofili". E, invece di
far finta di nulla, sente il dovere morale di segnalarlo. In quel momento
percepisco che il dialogo educativo - di cui tanto si parla a scuola - ha
dato uno dei suoi più importanti frutti: vincere l'indifferenza e l'omertà.
La società dello spettacolo e delle "emozioni contro la noia" ci propina
alle 9 di sera trasmissioni televisive come "Xfiles", con scene di orrenda,
gratuita e disgustosa violenza. Dentro questo meccanismo perverso di
offerta di sensazioni forti e insolite può collocarsi la visita alla
"Internet" proibita della violenza e della pedofilia. Se vogliamo che nelle
nuove generazioni vengano coltivati valori umani positivi occorre che la
scuola affronti questo problema della curiosità morbosa, che oggi spinge a
guardare le raccapriccianti scene di "Xfiles" e domani potrà dare
l'assuefazione a tutto ciò che di strano, di violento e di perverso si pò
trovare su qualunque mass media, Internet compreso. Ecco perché ho trovato
importante, che dicendo no all'indifferenza, alla deresponsabilizzazione e
- diciamolo pure - all'assuefazione alla violenza esibita come spettacolo,
quel mio studente abbia reagito pensando: "Ho visto siti dove c'erano
bambini veri, non attori". Può darsi infatto che di fronte alla
spettacolarizzazione di immagini di pedofilia ci si formi una morale
provvisoria: io non sono responsabile di tutto ciò (e non lo approvo) ma
guardo incuriosito così come guardo con curiosità morbosa alcune scene
raccapriccianti di "Xfiles" in TV. Quel mio studente ha sentito il bisogno
di spezzare il meccanismo dell'indifferenza, quello stesso che anestetizza
il passante che "si fa i fatti suoi" e che, pur vedendo stuprare una donna,
guarda e va oltre senza sentire il bisogno di avvisare la polizia. E' bene
formare anche su Internet il senso civico, e il dovere morale, che ci
spinga a denunciare ciò che vediamo: sia esso un sito di pedofilia o di
nazisti. La morale del "farsi i fatti propri", se attecchisse su Internet,
lascerebbe la "polizia telematica" da sola a scandagliare un'universo
virtuale non meno difficile da controllare di quanto non sia una città o
una nazione. Partendo da quella segnalazione, ho cercato di ripercorrere la
"navigazione" dello studente e, con imbarazzo e disgusto, mi sono imbattuto
per la prima volta nella mia vita nell'"universo pedofilio" su Internet.
Arrivarci non era facile. Si favoleggiava esistesse ma io, in tanti anni di
navigazione, non l'avevo mai trovato ed ero scettico che esistesse. E
invece è bastato digitare una parolina-chiave di sei lettere e ho avuto
accesso ad una quantità sterminata di siti in cui, a colpi di mouse, ci si
doveva fare largo in una selva di immagini di minori esibiti "on line". A
dire la verità non occorreva "cercare" quei siti perché, una volta trovato
uno, gli altri poi ti comparivano automaticamente uno dopo l'altro. Si
aprono in automatico infatti sul monitor, alla velocità di una ogni cinque
secondi, come tante "finestre" (del resto il sistema operativo si chiam
Windows) che sembrano cercarti e attirare la tua attenzione. Una volta
entrato in quel meccanismo non sei più tu a cercare le immagini ma sono
loro che cercano te: non mi era mai capitata una cosa simile su Internet. E
devo dire che ho avuto timore che non fossi più io a usare Internet ma
diventasse Internet ad usare il mio computer, in quanto si sono
autoinstallati sul disco rigido e sul sistema operativo dei dispositivi che
ho dovuto poi disinstallare. Una volta scollegato da Internet, quei siti
sono svaniti nel nulla e non hanno lasciato traccia (in genere è poi
possibile ritrovarli in una navigazione cosiddetta "off line") ed è allora
stato necessario ricollegarsi più volte per annotarsi gli indirizzi
Internet e tante altre cose... per preparare un dossier di denuncia. Sì,
proprio così. Perché ho promesso a quello studente che denuncerò quello che
ha visto lui e che ho visto pure io.
Alessandro Marescotti
Presidente di PeaceLink
PS - chi volesse segnalare siti di pedofilia da inserire nel dossier è
invitato a farlo inviando le informazioni all'e-mail: volontari@peacelink.it