Indignazione su come le istituzioni pugliesi e joniche stanno gestendo l'emergenza acqua



Al Presidente della Regione Puglia
Al Sindaco di Taranto
Al Prefetto di Taranto



Sono una cittadina tarantina che ha deciso di scrivervi qualche riga per rappresentarvi non solo il disagio ma soprattutto una profonda indignazione per come le istituzioni pugliesi e joniche stanno gestendo l’emergenza idrica, almeno nella città in cui abito.
Mi chiedo: sarebbe stato possibile fare  peggio?
Domande semplici, che ancora non trovano risposta. Come è possibile che si decida di lasciare completamente, per vari giorni, la città senz’acqua? Perché non prevedere l’erogazione almeno per qualche ora della giornata per poter far fronte ai bisogni primari? Come è possibile che si prenda questa grave decisione senza informare, prima e in modo capillare, la cittadinanza? Dopo oltre 48 ore di mancanza di acqua, sabato mattina sui giornali locali c’erano ancora generici riferimenti alla mancanza di acqua piovana e ad un abbassamento della pressione. Come è possibile decidere di lasciare a secco una città e non allertare ed organizzare prima un servizio di protezione civile, per censire le situazioni di disagio (invalidi, anziani, … non in grado di approvvigionarsi autonomamente), ed approntare un numero di telefono efficiente per i cittadini in difficoltà? E’ mai possibile che un incontro per capire cosa è successo e come far fronte, sia convocato dopo ben quattro giorni in Prefettura? C’è un’emergenza istituzionale oltre che idrica? Saranno o no individuati i responsabili? Ai responsabili sarà chiesto di lasciare immediatamente l’incarico per metterci persone più capaci? Viviamo in un territorio in cui sono presenti molte attività a rischio, tanto da essere interessate dalla Direttiva Severo. Non oso pensare cosa potrebbe accadere in presenza di un incidente rilevante, viste le sensibilità e le capacità organizzative che hanno dimostrato le nostre istituzioni, con un’emergenza prevista da settimane. Mi e vi auguro che questa vicenda non sia archiviata come “normale” cattiva gestione pubblica ma che valga come insegnamento per fare un po’ meno peggio la prossima volta.

Cordiali saluti
Maria Maranò
m.marano at mail.legambiente.com