Rigassificatore di Taranto: ricorso per omissione di valutazione di incidenza



Alla COMUNITA’ EUROPEA
-BRUXELLES -
al MINISTERO DELL’AMBIENTE
- via C. Colombo, 44 - ROMA
alla REGIONE PUGLIA
- assessorato all’ambiente-
- via delle Magnolie -Modugno -
p.c : all’AMMINISTRAZIONE PROVINCIALE
- via Anfiteatro, 4 - Taranto -
alla PREFETTURA
- via Anfiteatro, 4 - Taranto
al COMUNE di TARANTO
-p-za Castello - Taranto -
alla SOVRINTENDENZA BENI A.A.A.
- via Viola - Taranto
OGGETTO: RICORSO PER OMISSIONE DI VALUTAZIONE DI INCIDENZA DA PARTE
DELLA SOCIETA’ ‘GAS NATURAL’ PER PROGETTO COSTRUZIONE DI
UN TERMINALE DI RIGASSIFICAZIONE NEL PORTO DI TARANTO
i sottoscritti cittadini in rappresentanza di associazioni ambientaliste, culturali ed organizzazioni
sindacali costituenti il ‘COMITATO CONTRO IL RIGASSIFICATORE A TARANTO’
PREMESSO CHE
. nella rada Mar Grande di Taranto insiste l’isola di San Pietro dichiarata sito di interesse
comunitario (s.i.c.) con codice IT 9130008 per la presenza sui suoi fondali di importanti
associazioni biologiche come posidonia oceanica, zoostere e cimodocee. Trattasi, in particolare
dell’unico posidonieto del territorio ed uno dei sedici della mappatura regionale redatta dal
Ministero dell’Ambiente nel 2002 in base alla L.426/98.
. la posidonia oceanica è pianta protetta dalle direttive europee e dalle leggi di recepimento
nazionale. Risulta infatti importante per la salvaguardia dell’ecosistema marino e della
biodiversità. Oltre ad essere produttore primario di ossigeno (circa 14l/mq/anno) e di
sostanze organiche (circa 20 t/ha/l’anno) è fondamentale per la sopravvivenza di numerose specie di pesci, molluschi, echinodermi e crostacei, costituendo il riparo ideale per questi organismi marini che si trovano tra le sue fronde , condizioni ottimali per la riproduzione e l’alimentazione , parte della quale è costituita dalle foglie stesse della pianta e dagli ‘epifiti’ che vivono adesi ad essa ed ai rizomi.
( dal sito del Ministero dell’Ambiente)
. il DPR 12 Marzo 2003 n.120 inerente il regolamento di attuazione della direttiva 92/43/CEE
relativa alla conservazione degli habitat naturali e seminaturali.. nel suo art. 5 comma 3 impone
ai proponenti di interventi non direttamente connessi e necessari al mantenimento in uno
stato di conservazione soddisfacente delle specie e degli habitat presenti nel sito, ma che
possono avere incidenze significative sul sito stesso, uno studio per la valutazione di
incidenza.
Per i progetti, tra questi, assoggettati a procedura di valutazione di impatto
ambientale, che interessano ancora proposti s.i.c., s.i.c. e zone speciali di conservazione, il
successivo comma 4 dello stesso articolo prevede che la valutazione di incidenza sia inserita
nell’ambito della predetta procedura facendo riferimento agli indirizzi di cui all’allegato ‘G’
dello stesso regolamento.
PREMESSO ANCORA CHE
. il 1° Luglio 2004 la società spagnola ‘Gas Natural’ ha presentato al Ministero delle Attività
Produttive un progetto per la realizzazione di un terminale di rigassificazione nell’area portuale
di Taranto nei pressi di Punta Rondinella e dell’ex yard Belleli.
. lo studio di impatto ambientale presentato dalla ‘Gas Natural’ omette di considerare la presenza,
nelle vicinanze del sito proposto per il terminale di rigassificazione, dell’isola di San Pietro e
quindi l’incidenza che l’opera può comportare sull’area protetta ed il suo posidonieto.
CONSIDERATO CHE
. dallo studio di impatto ambientale presentato dalla ‘Gas Natural’ emergono aspetti del progetto
in grado di poter incidere negativamente sulle associazioni biologiche presenti sui fondali
dell’isola di San Pietro come :
a) le correnti provocate dal notevole prelievo di acqua marina, 25.000 mc/h, necessario per
l’esercizio dei cinque vaporizzatori Open Rack.
b) la forza d’urto causato dalle acque marine in uscita dai vaporizzatori Open Rack. Lo
sversamento avverrà infatti, dopo convogliamento delle stesse acque tramite due tubazioni, a
profondità di 5 metri e distanza di 300 metri dal loro punto di prelievo e quindi nelle
vicinanze della stessa isola.
c) la clorazione o il trattamento chimico dell’acqua marina utilizzata dai vaporizzatori Open
Rack. L’alterazione del corpo idrico può comportare la formazione di cloroderivati organici,
alcuni decisamente tossici per l’ambiente marino e per la salute. Come del resto l‘ossidazione
elettrolitica dei cloruri marini in ipocloriti prevista nello studio di impatto ambientale per la
produzione diretta di ipoclorito.
d) la bassa temperatura delle acque in uscita dai vaporizzatori Open Rack.
e) i lavori di dragaggio e conseguente sospensione e dispersione di sedimenti il larga parte
inquinati. Interesseranno uno specchio di mare di circa 1.300.000 mc con 4.450.000 mc di
fanghi di risulta contaminati da idrocarburi, metalli pesanti, Selenio, Solfati, Arsenico,
Mercurio etc
TUTTO QUESTO PREMESSSO E CONSIDERATO
Chiedono che gli Enti in indirizzo intervengano affinché siano rispettate le norme previste dal
D.P.R. 12 Marzo 2003 n.120 attuativo della direttiva 92/43/CEE in ordine alla omessa
presentazione, da parte della società spagnola ‘Gas Natural’, della valutazione di incidenza relativa
agli effetti, diretti ed indiretti, che la realizzazione di un terminale di rigassificazione avrebbe
sull’area s.i.c. IT9130008 isola di San Pietro appartenente al gruppo delle isole Cheradi. Nelle more
chiedono la sospensione delle procedure di esame dello studio di impatto ambientale presentato
dalla ‘Gas Natural’.
Taranto, 12 Settembre 2006
Per il COMITATO CONTRO IL RIGASSIFICATORE (WWF – LIPU – ITALIA NOSTRA –
IL CORMORANO – PEACELINK – TARANTO SOCIALE – TARANTO VIVA – ASSEMBLEA
PERM. AMBIENTE E SICUREZZA – COMITATO QUARTIERE ‘CITTA’ VECCHIA’ – UIL –
AMICI DI BEPPE GRILLO – MOV. DISOCCUPATI -CONF. COBAS – RIFONDAZIONE
COMUNISTA – VERDI – COMUNISTI ITALIANI – ITALIA DEI VALORI - FED. GIOV.
COMUNISTA -vari CITTADINI)