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Taranto Comune antitransgenico?
- Subject: Taranto Comune antitransgenico?
- From: "teresa d'assisi" <teresadassisi at libero.it> (by way of Alessandro Marescotti <a.marescotti at peacelink.it>)
- Date: Thu, 13 Jun 2002 11:53:34 +0200
Ciao, come WWF vorremmo presentare al Consiglio Comunale la richiesta in allegato, affinchè il comune di Taranto sia dichiarato "Comune antitransgenico". Già altri comuni, tra i quali Roma e Milano hanno aderito a questa iniziativa del WWF. Che ne dite? Aspetto di conoscere le vostre opinioni a riguardo ed eventuali adesioni.
Ciao TeresaBozza di richiesta Comune affinchè approvi la delibera per diventare: COMUNE ANTITRANSGENICO Comune libero da Produzioni Agricole Transgeniche e a favore della promozione dei prodotti locali e tipici.
Signor Sindaco, Signori consiglieri il gruppo di lavoro, composto dacittadini aderenti alle seguenti associazioni……. e che da tempo stanno studiando le problematiche connesse all'uso dell'ingegneria genetica applicata ai prodotti agricoli e agli alimenti, desiderano sottoporre alle S.S. L.L. le seguenti riflessioni e considerazioni, auspicando un sereno e fattivo dibattito a livello consiliare su tematiche di estrema importanza ed attualità. Il documento è stato redatto alla luce della complessa situazione
attuale per quanto attiene all'uso, alla gestione e diffusionedelle tecnologie bio-ingegneristiche, tecnologie che sino ad ora non pare abbiano interessato il nostro Comune sul territorio del quale non vi sono sperimentazioni in campo aperto di Organismi Geneticamente Modificati. Sulla scorta di provvedimenti già approvati nei Comuni italiani di Bubbio (AT) delibera del13/8/99, Rocchetta Tanaro delibera del (AT) 11/10/99, Roma Ordine del giorno 14/10/99, Regione Molise delibera 19/10/99, Rivoli (TO) Ordine del Giorno del 25/10/99Villesse (GO) delibera 23/11/99, Udine comunicato Ordine del giorno del 29/11/99, Calenzano (FI) Ordine del giorno 13/12/99, Lenola (LT), Montecompatri (Roma) Ordine del giorno del 15/12/99, Grugliasco (TO) delibera del 20/12/99, Brescia Ordine del giorno del 22/12/99, Milano Ordine del giorno del 23/12/99, Aquino (FR), Budoia (PN) Ordine del giorno del 27/01/00, Longare (VI) Ordine del Giorno del 02/02/00, di San Pier d'Isonzo (GORIZIA) delibera del 27/6/2000, di Gorizia Ordine del giorno approvato il 1/2/2000, Bordano (UD) Delibera del 12/6/2000, Tarvisio (UD) del 13/3/2000, chiediamo che anche il Consiglio Comunale di Taranto impegni il Sindaco e la Giunta a dichiarare il nostro territorio Comune Antitransgenico.
La velocità innovativa della ricerca nel settore delle biotecnologieè di tale portata da non poter essere confinata al semplice dialogo tra scienziati e ditte committenti, bensì richiede l'improrogabile
adeguamento del bagaglio etico e culturale delle istituzioni politiche ed un loro immediato pronunciamento.CONSIDERATO: che l'utilizzo nell'agricoltura mondiale delle varietà ibride ad alto rendimento ha causato l'abbandono ed in alcuni casi la scomparsa degli ecotipi locali meglio adattati all'ambiente e quindi più resistenti alle fitopatie e meno bisognosi di trattamenti con sostanze chimiche per la loro efficace produzione; che tale situazione ha portato ad una crescente uniformità genetica delle colture con una pericolosa dipendenza per tutte le filiere produttive da pochi detentori di brevetti genetici e chimici e con un conseguente infragilimento del sistema produttivo agroalimentare mondiale; che tale dipendenza è straordinariamente alta nel settore delle sementi dove, di fatto, la quasi totalità dei semi viene prodotta al di fuori del territorio nazionale con relativa perdita di un settore strategico per il nostro paese; che le stesse ditte produttrici di sementi promuovono l'uso massivo di composti chimici in agricoltura, con rischi sanitari altissimi per gli agricoltori, i consumatori e gravi alterazioni della flora e della fauna;che i produttori agricoli sono costretti a poche e sempre più costose alternative produttive con grave danno ambientale - anche a causa della mancata rotazione delle culture - con la conseguenza di un'ulteriore compressione dei prezzi dei prodotti agricoli ed un aumento, divenuto via via più insostenibile, dei costi di produzione degli stessi; che tali cambiamenti comportano una ristrutturazione del settore produttivo agricolo con gravi scompensi socio economici, in particolare a carico dei piccoli produttori agricoli; che l'uso di composti chimici per l'agricoltura ha alterato gli ecosistemi relativi alla fauna e alla flora e comporta un progressivo isterilimento dei terreni; che nessuno studio effettuato sino ad oggi può fornire dati esaurienti sull'impatto ambientale di un organismo geneticamente modificato (OGM) che sono comparse recentemente negli organi di stampa locali e nazionali delle notizie allarmanti sulla probabile contaminazione delle sementi di mais e soia - che per legge dovrebbero essere ad identità preservata- da parte di varietà modificate geneticamente, a dimostrazione dello scarso rispetto delle multinazionali sementiere nei confronti delle norme comunitarie e nazionali che vietano l'immissione deliberata in ambiente di OGM;che le stesse imprese multinazionali hanno esteso il loro controllo a gran parte delle strutture di ricerca, produzione e commercializzazione, fino a raggiungere l'attuale posizione egemonica nel comparto delle biotecnologie ed in quello della produzione delle sementi, come più volte sottolineato dalla stessa Unione Europea; che la stessa F.A.O. da molti anni ha constatato la tendenza al rapido aumento dei Paesi che perdono la loro autosufficienza alimentare; che l'industria di trasformazione richiede sempre più prodotti uniformi , mortificando la professionalità e il possibile sviluppo di un mercato legato alla valorizzazione dei prodotti tipici italiani, che, uniti alla bellezza del paesaggio e delle opere d'arte italiane, costituiscono la base di una importante risorsa economica quale è il turismo; che diminuiscono progressivamente le specialità alimentari con sempre minore possibilità di variare la dieta e che spesso la richiesta dei consumatori viene pilotata, anche con sistemi pubblicitari non trasparenti, verso l'acquisto di prodotti standardizzati, contrastando lo sviluppo e l'affermazione delle fasce di mercato che ricercano prodotti naturali, di alta qualità ed in particolare quelli tipici e tradizionali locali; che tale concetto è espresso anche nel Regolamento CE 1804/99 del 19/7/99 nel quale si dichiara che gli OGM ed i prodotti ottenuti a partire da tali basi genetiche sono incompatibili con i metodi di produzione biologici; che la presenza di coltivazioni manipolate geneticamente può comportare per le aziende a conduzione biologica il rischio di contaminazione genetica, con la conseguente impossibilità a continuare la propria attività a causa della revoca della Certificazione di Qualità Biologica ; che inoltre agli agricoltori confinanti con tali coltivazioni geneticamente modificate sarebbe di fatto impedita la possibilità di convertire il metodo di lavorazione convenzionale ( con uso della chimica) con il metodo a conduzione biologica, limitando così la libertà di esercizio del proprio lavoro che la riforma della P.A.C. (politica agraria comune) prevede un particolare impegno per il rispetto agro ambientale e la produzione di alimenti di alta qualità, e che pertanto è importante promuovere e conservare un modello di agricoltura basato sul rispetto dell'ambiente ed in grado di valorizzare le produzioni locali e tradizionali di pregio . che al termine della 23a sessione della Commissione del Codex Alimentarius, tenutasi a Roma nel luglio del 99 sono state approvate le Direttive concernenti la produzione, la trasformazione,l'etichettatura e la commercializzazione degli alimenti prodotti dall'agricoltura biologicache dichiarano l'incompatibilità degli organismi geneticamente modificati (OGM) con le produzioni biologicheche il Regolamento CE 1139/98 prevede l'etichettatura di mais e soia geneticamente modificata e dei prodotti derivati con percentuali di OGM superiori all'1% (Reg. 49/00); che l'etichettatura è d'obbligo anche per i prodotti e gli ingredienti alimentari contenenti additivi ed aromi geneticamente modificati o derivati da organismi geneticamente modificati (Reg. CE 50/00); che la Commissione CE in data 2 febbraio 2000 ha diffuso un proprio documento denominato Protocollodi Biosicurezza, che rifacendosi anche al Protocollo Cartagenadi Montreal del 29 gennaio 2000, prevede l'appilcazione del principio precauzionale e, tra le altre cose, un alto livello di protezione basato su ricerche scientifiche che escludano in modo inequivocabile possibili danni alla salute umana con particolare riferimento agli OGM; che il DPR 7 aprile 1999, n°128 stabilisce che nella composizione dei prodotti per lattanti e bambini fino ai tre anni è necessario prestare particolare attenzione alla conservazione, alla freschezza e all'assenza di sostanze tossiche e nocive negli ingredienti usati e, perciò, gli stessi non devono contenere residui di antiparassitari superiori a 0,01 mg/kg, né devono contenere prodotti geneticamente modificati; che l'OMS stabilisce il principio di precauzione sulle sostanze potenzialmente pericolose raccomandand in caso di incertezza, il non utilizzo di tali sostanze; che la U.E. ha ancora in itinere la creazione di una normativa in materia assumendo al riguardo posizioni cautelative; che sono pendenti alcuni ricorsi di Stati membri della U.E. rispetto alla normativa emanata ed alle autorizzazione concesse per la commercializzazione dei prodotti transgenici e che Germania, Austria e Lussemburgo hanno vietato la commercializzazione del mais BT nel loro territorio nazionale; che allo stato attuale è stata disattesa la volontà dei consumatori rispetto alle doverose azioni di etichettatura dei prodotti contenenti OGM in violazione dei principi di rintracciabilità e trasparenza in palese contrasto con le politiche comunitarie a favore del consumatore; che l'introduzione in agricoltura degli Organismi Geneticamente Modificati (OGM), ha sollevato notevoli dubbi e perplessità nell'opinione pubblica per motivi di ordine etico, per le conseguenze sulla salute dei cittadini, per i rischi di danni irreversibili all'ecosistema, per l'ulteriore divario che creerebbe tra i Paesi ricchi e quelli in via di sviluppo. che il Comune di Taranto sta attuando una politica di salvaguardia del territorio e delle produzioni in esso presenti e che la diffusione di prodotti transgenici metterebbe in grave rischio tale politica causando, altresì, gravi problemi socio economici sia ai piccoli produttori presenti sul territorio, sia alle grandi aree naturali;
chiediamo che IL CONSIGLIO COMUNALE IMPEGNI IL SINDACO E LA GIUNTA a:· impedire che sul territorio del Comune di Taranto vengano sperimentati, allevati o coltivatiin campo aperto, trasportati e commercializzati organismi geneticamente modificati, ferme restando le attuali concessioni; · controllare o far controllare che le attuali coltivazioni avvengano nel rispetto delle norme vigenti ed in particolare della CE 219/90 e 220/90 sull'uso confinato di OGM; ad impegnarsi nella tutela del consumatore, individuando, allo scopo, gli strumenti necessari ad un processo di identificazione degli alimenti interessati da tecnologie transgeniche e di conoscenza della reale provenienza dei prodotti contenenti O.M.G.; · mettere in atto ogni intervento di competenza della amministrazione sul controllo di qualità degli alimenti agricolo-forestali e di allevamento prodotti nel territorio ad avviare una seria campagna informativa, a tutti i livelli, sugli alimenti biologici e di qualità, sull'importanza di una sana ed equilibrata alimentazione, sui rischi connessi al consumo di alimenti contaminati con particolare riguardo agli OGM e alla loro diffusione nell'ambiente; · informare attraverso incontri, i produttori presenti sul territorio comunale sui rischi dell'utilizzo di prodotti geneticamente modificati nella filiera produttiva ed i rivenditori di alimenti sugli attuali obblighi di etichettatura relativi ai prodotti contenenti OGM; · creare un tavolo di intesa tra produttori, industrie di trasformazione e di distribuzione del settore alimentare al fine di valorizzare le possibilità alternative che si creano sul mercato dei prodotti naturali e locali; · impegnarsi sulla tutela e promozione dei prodotti agricoli di qualità, dei prodotti tipici e di quelli biologici ad invitare le aziende fornitrici di pasti e derrate alle mense pubbliche (includendo quindi le mense scolastiche); · dichiarare formalmente il non utilizzo di alimenti contenenti O.G.M. ed a prevedere l'inserimento di una specifica clausola vincolante in tal senso in occasione della prossima gara d'appalto di ogni mensa pubblica; · richiedere al Governo Italiano un impegno per la moratoria sui prodotti transgenici; · effettuare controllo maggiore sui prodotti da semina per la possibile presenza di OGM una valorizzazione dei prodotti locali e dei prodotti naturali; · far sì che le procedure di autorizzazione di sperimentazione in campo aperto di OGM prevedano la richiesta di parere del sindaco e sia resa di pubblico dominio; · interessare la Regione, la Provincia ed i Comuni limitrofi circa gli orientamenti assunti dall'Amministrazione Comunale sull'argomento OGM, verificando altresì la disponibilità di tali Enti a collaborare per il raggiungimento degli obiettivi sopra esposti; · richiedere alla Unione Europea che la P.A.C. europea sia caratterizzata da una valorizzazione della qualità dei prodotti non modificati geneticamente, sviluppando la ricerca sul patrimonio naturale esistente in Europa; · inviare questa deliberazione ad ogni comune della provincia, alla regione , al Ministero della Sanità e al Ministero delle Risorse Agricole, al WWF Italia; · volersi dotare di strumenti per la programmazione degli interventi, anche attraverso l'organizzazione di una giornata di studio a livello nazionale/locale che possa permettere l'avvio di un progetto scientificamente corretto che salvaguardi la salute e gli interessi dei cittadini. Hanno aderito alla proposta i seguenti gruppi: ...................................................................
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