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fate il forno elettrico a taranto
- Subject: fate il forno elettrico a taranto
- From: "antonio.bruno01 at libero.it" <antonio.bruno01 at libero.it> (by way of Carlo Gubitosa <c.gubitosa at peacelink.it>)
- Date: Tue, 27 Nov 2001 11:04:34 +0100
dal secolo xix 27.11.01 DA TARANTO UN'OFFERTA A ILVA: FATE QUI IL FORNO ELETTRICO Taranto. «Vediamo quali sono le esigenze di Genova. Vediamo quali sono le esigenze di Taranto. Cerchiamo di renderle compatibili». Dopo la rottura con Emilio e Claudio Riva («Ma sono loro che non vogliono parlare con me») il sindaco di Taranto Rossana Di Bello lancia una proposta che potrebbe essere raccolta, nei prossimi giorni, dal tavolo sulla siderurgia convocato a Roma. Uno, due, tre forni elettrici. A Taranto sono altrettanti gli altiforni in funzione (più due non operativi) e la sopportazione del quartiere Tamburi, omologo di Cornigliano, è arrivata al limite. La cokeria è stata messa anche qui sotto sequestro dall’autorità giudiziaria, «ma noi — inorgoglisce il sindaco — sappiamo come fare per spegnerla. Abbiamo assunto come consulente l’ingegner Guido Colavini, l’ex direttore dell’Ilva di Taranto». Forzista, biologa nella vita privata, Rossana Bello rivendica il merito di aver chiesto per prima «un confronto nazionale sulla siderurgia, con la presenza contemporanea del ministro dell’industria e di quello dell’ambiente». Il motivo? «Genova e Taranto non sono due situazioni distinte. Ma da noi l'Ilva garantisce lo stipendio a dodicimila e ottocento persone e non possiamo permetterci di snobbare l’industria pesante». Da una parte quasi tredicimila posti di lavoro, per una produzione di otto milioni e mezzo di tonnellate l’anno; dall’altra mille posti di lavoro e un milione di tonnellate. Da una parte una furibonda polemica sul forno elettrico, non voluto prima di tutto dalla Regione Liguria; dall’altra la necessità di limitare l’inquinamento che ogni giorno avvolge Taranto in una nube rossastra. «Un punto d’incontro ci deve essere», sospira Rossana Di Bello: «E il governo lo sa». Il governo schiera ministri omologhi al sindaco tarantino e al governatore della Liguria Sandro Biasotti, che non ha dimenticato le promesse elettorali di Berlusconi: «Ridaremo a Cornigliano l’azzurro del suo mare e del suo cielo». Il governo affronterà nei prossimi giorni la questione della siderurgia ben sapendo che si gioca la faccia e non solo. Dell’acciaio (l’Italia è il secondo produttore europeo dopo la Germania) ha fame l’industria meccanica, il primo comparto industriale del Paese. Consegnarsi all’import sarebbe una catastrofe, a cominciare dalle conseguenze che avrebbe sulla bilancia dei pagamenti. Dunque la siderurgia è una necessità. Sul come e dove farlo, però, la partita è aperta più che mai. Paolo CrecchiAntonio Bruno vice presidente del Consiglio Comunale di Genova antonio.bruno01 at libero.it antonio.bruno at katamail.com bruno at aleph.it
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