"Per chi votare?" - riflessioni di un parroco
- Subject: "Per chi votare?" - riflessioni di un parroco
- From: Alessandro Marescotti <a.marescotti at peacelink.it>
- Date: Wed, 09 May 2001 12:51:20 +0200
Riceviamo da don Mimino Damasi questa riflessione e la
facciamo circolare.
Si prega di NON REPLICARE A QUESTO MESSAGGIO. Grazie.
Alessandro Marescotti
Parrocchia Regina Pacis Lama
DOMANDA: “Ma la politica fa proprio schifo?”
“Nonostante
le molte critiche e perplessità sui metodi e contenuti di questa campagna
elettorale, la politica rimane fondamentale per il perseguimento
del bene comune e richiede la convinta partecipazione di ogni
cittadino”.
DOMANDA: “Adesso che non c’è più la DC, qual è il
partito dei cattolici?”.
“Premesso
che anche ai tempi della DC c’erano cattolici che votavano per altri
partiti, diciamo che tra coloro che hanno in comune il riferimento alla
visione cristiana della realtà può sussistere una legittima varietà di
opzioni: ma la chiesa non vuole imporre a nessuno, tanto meno
ai non credenti, una prospettiva di fede, né intende coinvolgersi con
alcuna scelta di schieramento di parte”.
DOMANDA: “Da dove deriva la tentazione di non votare?”
“Spesso
le domande che si levano dalla società non sono esaminate secondo criteri
di giustizia e moralità, ma piuttosto secondo la forza elettorale o
finanziaria dei gruppi che le sostengono. Simili deviazioni hanno
generato sfiducia e apatia; da qui il crescente astensionismo come forma
di protesta”.
DOMANDA: “A che serve votare se poi decidono i soliti
noti?
Il
voto è segno di responsabilità verso la democrazia… Partecipare al voto è
segno dell’interessamento per le sorti del paese; è la modalità più
idonea per difendere la democrazia dallo strapotere dell’economia, dei
mass-media e della tecnologia.
DOMANDA: “La democrazia in pericolo!? Non è
esagerato?”.
Due sono gli ostacoli odierni che mirano a svuotare la
democrazia:
1) L’individualismo
esasperato che rende impossibile il raggiungimento del bene
comune come base della convivenza.
2) Il
rapidissimo svilupparsi dei mezzi della comunicazione e dei centri di
potere economico planetario (la cosiddetta globalizzazione): il
consenso lo si può comprare direttamente o indurre in maniera indolore
mediante il controllo dei mass-media.
IL PRIMATO DELLA PERSONA: La persona viene prima
dell’economia: esige solidarietà e accoglienza; la dignità, la salute, la
libertà e la cultura della persona vengono prima delle logiche di
mercato; questo significa: qualità della vita, servizi alla persona,
risposta all’emergenza ambientale, integrazione degli uomini provenienti
da altri paesi.
LA SOLIDARIETÀ VERSO I PIÙ DEBOLI: è un criterio privilegiato
per valutare i candidati: i poveri sono sempre i primi a pagare le
conseguenze di un sistema politico clientelare e trasformista; verificare
se nei programmi c’è posto per i bisogni dei dimenticati, delle famiglie,
degli anziani e dei soggetti deboli; speciale attenzione alle proposte
per le aeree geografiche più svantaggiate.
I requisiti dei candidati
I candidati non possono essere il frutto di giochi di potere,
personalismi, faziosità per tutelare interessi forti; vanno valutati
attentamente: affidabilità, capacità politica, la trasparenza, la
competenza, l’impegno sociale, la coerenza e l’onestà nella vita
personale e professionale;
non va votato chi: polemizza senza proporre; non ha mantenuto gli
impegni assunti; passa da uno schieramento all’altro; non ha credibilità
sufficiente; ha problemi aperti con la giustizia; chi presenta facili
promesse e risposte semplicistiche
Chi sarà in grado di certificare una “competenza morale”, che
significa:
- anteporre il bene di tutti a quello di pochi;
- resistere alle lusinghe dell’audience, dei
soldi,
dell’ambizione, dell’efficientismo;
- - avere una solida formazione spirituale e non
semplicemente un vago sentimento religioso.
GUARDARE AI PROGRAMMI
Ciascun
candidato deve dire in maniera chiara i propri impegni e indicare con
realismo le priorità del proprio schieramento; l’elettore cattolico porrà
attenzione a questi temi: tutela della famiglia e del matrimonio inteso
come unione stabile e pubblica tra un uomo e una donna;
salvaguardia della vita dal concepimento fino alla morte naturale; il
rispetto della natura, il controllo degli alimenti; un fisco più equo e
solidale; sviluppo delle classi sociali più svantaggiate; il
rafforzamento della cultura della legalità; distanza dai poteri occulti e
illegali; preferenza per risposte precise e concrete e non per promesse
generiche e superficiali.
CONCLUSIONE:
PERCHÈ LA CHIESA SI IMMISCHIA
NELLA POLITICA?
“L’educazione al sociale e al politico è un compito per le comunità
cristiane, pena una evangelizzazione monca… Esse non si propongono come
detentrici di soluzione di ogni problema, ma come compagne di viaggio per
sostenere e incoraggiare la ricerca di orientamento e direzione” (Doc.
CEI “Le comunità cristiane educano al sociale e al politico, 1998)
Il presente foglio sintetizza un articolo apparso su “Settimana” (EDB)
n.15 del 22 aprile 2001.