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dal Corriere del Giorno di sabato
- Subject: dal Corriere del Giorno di sabato
- From: "Giovanni Pugliese" <trestren at libero.it>
- Date: Sun, 22 Apr 2001 17:33:30 +0200
- Organization: Taras Communication
Discariche Ilva, Fitto dice sì L'ordinanza del ministro dell'Ambiente, Willer Bordon, sulle discariche Ilva subisce in pochi giorni due apparenti sconfessioni. La prima ad opera del Tar, che ne ha sospeso l'efficacia; l'altra da parte del commissario delegato Raffaele Fitto che ha autorizzato in via provvisoria l'esercizio dei tre impianti. Quest'ultimo intervento viene definito "grave" dal consigliere regionale dei Ds, Luciano Mineo, che si rivolge allo stesso Fitto e al procuratore della Repubblica, Nicola Petrucci. Scrive che la decisione "dimostra l'esistenza di una evidente subalternità nei confronti della grande industria che opera nel territorio jonico". In sostanza quanto stabilito da Fitto appare incomprensibile e non si sa sulla scorta di quali dati abbia potuto concedere l'esercizio provvisorio. Mineo ricorda che l'ordinanza del ministro Bordon era derivata dalle ispezioni all'Ilva compiute dal comitato ispettivo, costituito da esperti della commissione tecnico-scientifica del ministero, dell'Agenzia nazionale per l'ambiente (Anpa), e del Nucleo ecologico dei Carabinieri (Noe). I sopralluoghi avevano messo in evidenza le carenze degli impianti. In particolare, per la discarica "Nuove vasche" i sopralluoghi avevano evidenziato che "le diverse tipologie di rifiuti sembrano depositate alla rinfusa; inoltre, come confermato dal responsabile della sicurezza ambientale dell'Ilva, sono conferite in discarica anche tipologie di rifiuto diverse da quelle dichiarate a suo tempo nella richiesta di autorizzazione, tra le quali amianto". Gli ispettori, pertanto, concludevano che "sarebbe necessario, per questa come per le altre due discariche gestite dall'Ilva, che i competenti organi di controllo provvedessero a un esame tecnico approfondito della situazione, al fine di verificare il rispetto delle vigenti norme tecniche in materia di gestione delle discariche nonchè delle prescrizioni dell'autorizzazione. la relazione del comitato ispettivo prendeva in considerazione inoltre le altre due discariche, "Due Mari" e "Ex cava Cementir" e sottolineava che "non è stato possibile, a causa della frammentarietà della documentazione esibita nel corso del sopralluogo effettuato, ricostruire il quadro completo d'attività al fine di verificare il rispetto delle condizioni e dei requisiti. In particolare diverse attività sembrano configurarsi in concreto come uno stoccaggio di rifiuti dei quali non è stato possibile accertare l'effettiva e oggettiva destinazione al recupero e che non rispetta le prescrizioni del decreto ministeriale quanto a caratteristiche impiantistiche, quantità massime di rifiuti e tempo massimo per la messa in riserva". Mineo fa presente che proprio sulla scorta di questa ampia relazione il ministro Bordon ha disposto l'ordinanza in base alla quale le tre discariche possono continuare a lavorare se sussistono tutte le condizioni per una nuova autorizzazione e dopo gli interventi di messa in sicurezza preliminari alla bonifica in caso di inquinamento accertato. Tra l'altro, ai primi di questo mese, il ministero dell'Ambiente ha effettuato un prelievo in superficie e con carotaggio di campioni delle tre discariche. Le analisi sono in corso a Taranto e a Roma. I risultati ancora non si conoscono e, proprio da qui, nasce la domanda di Mineo: "sulla base di quali motivazioni e di quali novità è stata rilasciata all'Ilva l'autorizzazione all'esercizio delle discariche, dal momento che l'ordinanza del ministero prevedeva che l'Ilva dovesse mettersi in regola entro il 10 aprile e che non sono ancora disponibili i risultati delle analisi dei materiali smaltiti nelle discariche?".
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